Il comunicato dell'8 luglio 2025 del gruppo "Uniti per Cambiare" impone una replica netta e circostanziata per le inesattezze fattuali oltre che di natura giuridica le quali non possono e devono restare senza risposta nei confronti della cittadinanza.
L'acquisizione dell'ex Bar Aida ha seguito un percorso amministrativo esemplare, articolato in tre distinti momenti consiliari che hanno garantito la massima trasparenza e partecipazione democratica. La Delibera n. 40 del 23 dicembre 2023 ha accolto la mozione "Recuperare i luoghi di socialità", nata da una petizione popolare dell'agosto 2023 che chiedeva il recupero di spazi storici chiusi dal 2018. Un'iniziativa dal basso, dei cittadini, che l'Amministrazione ha fatto propria dando mandato per lo studio di fattibilità. La variazione di bilancio 2024 ha poi previsto lo stanziamento necessario secondo i principi di programmazione finanziaria. Infine, la Delibera n. 29 dell'11 dicembre 2024 ha autorizzato l'acquisto dopo la presentazione della perizia tecnico-economica redatta dal Responsabile dell'Area Tecnica, con tutti i pareri di regolarità previsti dall'art. 49 del TUEL. Tre passaggi pubblici, tre discussioni consiliari, massima trasparenza ma soprattutto l’assenza in ogni passaggio decisionale citato del Sindaco. Dunque quale vizio procedurale può ravvisarsi?
L'opposizione dimostra confusione giuridica quando invoca la violazione delle procedure ad evidenza pubblica. Il principio generale stabilito dal R.D. 2440/1923 e dal regolamento 827/1924 trova infatti eccezioni consolidate quando l'immobile presenta caratteristiche di unicità e specificità tali da escludere la fungibilità del bene. Nel caso dell'ex Bar Aida confluiscono elementi che rendono l'immobile infungibile: la petizione popolare che identificava proprio quegli spazi carichi di memoria collettiva, l'ubicazione strategica nel cuore del paese in continuità con Municipio, Ostello, campo da tennis e campo da bocce esistenti, la volontà di ricreare in quello specifico luogo - e non altrove - il centro di aggregazione storico del paese. Come ha chiarito la giurisprudenza amministrativa, quando l'ente necessita di un immobile con caratteristiche e ubicazione determinate, la procedura comparativa perde di significato perché non esistono alternative equivalenti.
La Delibera n. 29/2024 definisce chiaramente le destinazioni previste: "punto informativo, biblioteca, centro culturale/ricreativo, ufficio di rappresentanza". Non genericità ma pluralità di funzioni pubbliche complementari che trasformeranno l'area in un polo polifunzionale di servizi alla comunità. Mentre i cantieri della ricostruzione post-sisma dividono temporaneamente il paese, questa Amministrazione guarda al futuro costruendo le infrastrutture sociali per quando Fano Adriano sarà ricostruita. L'area diventerà nei tempi che congrui un centro civico integrato dove il punto informativo servirà turisti e cittadini, la biblioteca offrirà servizi culturali oggi assenti, gli spazi ricreativi restituiranno luoghi di socialità, l'ufficio di rappresentanza permetterà incontri istituzionali in una cornice dignitosa. È questa la "genericità" che l'opposizione contesta?
Va poi dato un rilievo primario alla posizione del Sindaco. Come poco sopra anticipato sono state applicate rigorosamente le regole in materia ed in particolare l'art. 78 del D.Lgs. 267/2000 astenendosi da ogni fase decisionale, come documentano gli atti del Comune. Non conflitto di interessi ma una corretta gestione preventiva. Il Responsabile dell'Area Tecnica ha svolto le funzioni proprie del suo ruolo: la Corte dei Conti insegna che affidare all'esterno perizie estimative quando esiste personale interno qualificato costituisce danno erariale. L'opposizione vorrebbe che il Comune sprecasse denaro pubblico per consulenze esterne inutili?
In punto di diritto va poi evidenziato che dal 2020, per effetto dell'art. 57 del D.L. 124/2019, gli enti territoriali possono acquistare immobili senza il parere dell'Agenzia del Demanio e senza dimostrare indispensabilità o indilazionabilità. La perizia del tecnico comunale, basata sui valori OMI con appropriate riduzioni, garantisce la congruità del prezzo (50.300 euro, non i 60.000 falsamente dichiarati). L'agibilità coordinata con la perizia rappresenta efficienza amministrativa, non anomalia.
In conclusione, questa Amministrazione ha seguito un percorso ineccepibile: ha ascoltato i cittadini, ha deliberato con trasparenza, ha rispettato ogni norma, ha investito nel futuro del paese. L'opposizione invece diffonde dati falsi, confonde istituti giuridici, ignora le eccezioni normative consolidate, non propone alternative. La loro interrogazione presentata in primavera è stata dichiarata inammissibile perché non chiedeva informazioni ma contestava scelte politiche già ampiamente discusse in tre sedute consiliari pubbliche.
Ci chiediamo pertanto quale interesse pubblico sia stato tradito, quale alternativa concreta la minoranza proponga per i luoghi di socialità richiesti dai cittadini. Nel frattempo noi continueremo a lavorare per Fano Adriano con fatti concreti e nel rispetto della legge
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