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Vi vogliamo bene. L’Utic compie 50 anni. Di Giosia: “Un patrimonio per tutta l’azienda”

di Giancarlo Falconi
4 minuti

L’Utic dell’ospedale di Teramo compie 50 anni: mezzo secolo di innovazioni che hanno cambiato la cardiologia abruzzese e salvato migliaia di vite.

Nata nel 1975 grazie alla visione del direttore sanitario Bernardo Gramenzi e del primario Aldo Silveri, la nuova Unità fu costruita da zero insieme ai giovani medici Gennaro Ianuarii, Lorenzo Di Emidio e Giancarlo Speca, formati nelle migliori cardiologie italiane del tempo: il Lancisi di Ancona e il San Camillo di Roma.

In un’epoca in cui le possibilità terapeutiche per l’infarto erano quasi inesistenti e la mortalità altissima, la nascita dell’Utic segnò una vera svolta pioneristica. Per la prima volta vennero introdotti il monitoraggio continuo dei pazienti e l’uso del defibrillatore, aprendo la strada alle prime Terapie intensive cardiologiche.

Già nel 1976 con l’impianto del primo pacemaker definitivo su una paziente di Isola del Gran Sasso, il reparto raggiunse un traguardo storico, che inaugurò un’attività di elettrostimolazione destinata a diventare un fiore all’occhiello della cardiologia locale. Negli anni successivi la collaborazione con i primari Giuseppe Di Eusanio, Gianni Clementi e Vittorio Di Luzio rese possibile la nascita di una cardiochirurgia di alto livello, tra le migliori a livello nazionale.

Agli inizi degli anni ’80 la struttura diede il via a una nuova era nella cura dell’infarto, introducendo i farmaci trombolitici capaci di sciogliere il trombo nelle prime ore dalla comparsa dei sintomi e di intervenire direttamente sulle cause dell’infarto, anticipando ciò che sarebbe poi diventato lo standard dell’angioplastica precoce. Si trattò di un cambiamento epocale che migliorò in modo significativo la prognosi dei pazienti, riducendo danni permanenti e migliorando la qualità di vita dopo l’infarto.

Il decennio successivo fu segnato da importanti progressi nell’elettrostimolazione definitiva. Grazie alle ablazioni transcatetere furono corrette aritmie complesse con procedure mininvasive a paziente sveglio, mentre i defibrillatori impiantabili permisero di salvare vite interrompendo aritmie maligne improvvise. Parallelamente, la stimolazione elettrica dello scompenso cardiaco migliorò la contrattilità e la funzionalità del cuore, modificando l’evoluzione clinica della patologia. Innovazioni che consolidarono il ruolo dell’Utic come centro all’avanguardia della cardiologia italiana.

Dagli inizi degli anni 2000, con la nascita della cardiologia interventistica strutturale, si è aperta una nuova fase terapeutica che ha permesso di trattare molte patologie un tempo riservate alla chirurgia tradizionale, impiantando protesi valvolari o riparando valvole cardiache senza bisturi, grazie a tecniche sempre meno invasive.

Oggi l’unità operativa complessa Utic-Cardiologia-Emodinamica del “Mazzini”, diretta da Franco De Remigis,  rappresenta un’eccellenza della Asl di Teramo e uno dei centri italiani più avanzati per tipologia, qualità e quantità di procedure. Solo nell’anno passato sono stati eseguiti circa 2.000 interventi di emodinamica, tra cui 700 angioplastiche con impianto di stent, - 300 in pazienti con infarto acuto - e circa 180 impianti di protesi aortiche per via arteriosa senza anestesia generale (TAVI). La cardiologia interventistica teramana realizza anche correzioni di difetti valvolari mitralici e tricuspidali con circa 30 interventi annui, chiusura della fossa ovale (PFO) in circa 30 pazienti all’anno e occlusione dell’auricola sinistra, posizionandosi tra i primi centri italiani nell’adozione di nuove protesi per le valvole tricuspide e mitralica tramite approccio arterioso.

“I cinquant’anni dell’Utic rappresentano un patrimonio di straordinario valore per la nostra Azienda e per tutta la comunità. Teramo ha saputo costruire, passo dopo passo, un polo cardiologico di eccellenza, capace di coniugare innovazione, rigore scientifico e umanità nella cura”, ha dichiarato il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia, “Merito dei nostri professionisti che con competenza e dedizione hanno creato un modello organizzativo unico, il ‘metodo Teramo’ che continua a guidare la gestione clinica e assistenziale dei pazienti cardiologici. È un privilegio vedere come questa professionalità consolidata nel tempo renda oggi l’Utic un punto di riferimento regionale e nazionale, capace di offrire cure avanzate e di salvare vite ogni giorno”.

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