Salta al contenuto principale

Dedicato a Ercole Vincenzo Orsini

di Giancarlo Falconi
7 minuti

Questa mattina ci sarà la commemorazione dell'eroe della libertà, Ercole Vincenzo Orsini. Voglio ringraziare Mirko De Berardinis, per la sensibilità e il cuore. Voglio ringraziare Vincenzo Pacot video, per la cura della memoria storica. Voglio ringraziare, Giancarlo Puritani, perchè quel giorno, mi mostrò un'enciclopedia francese, che riportava il nome dell'eroe teramano, sotto la voce, lutaio. Pubblichiamo un vecchio articolo del mensile Teramani, in cui il mio pensiero raggiunse il talento di Orsini.

Quella mattina che mattinè di poeti e versi, che mattinata di musica e note, che mattata di storia e verità, adagiata in una custodia di venature d'Ebano umano.
Erano le sei di un' alba teramana, quando m' incamminai per piazza Orsini, attraversando il lungo viale Bovio con la testa alta e china, come le fronde degli alberi al cospetto di un vento d'onore.
Le mie scarpe erano lucide a specchio, avevo i gemelli al polsino e un fazzoletto rosso all'occhiello della giacca.
Sentivo il mio cuore rapito da un sasso, lanciato a sfiorar il laghetto della villa, da quei cerchi della vita, che ti mostrano per un istante un'anima svanita nei ghirigori della mente.
Piazza Orsini era solitaria di Leoni, lì ferma e fiera a sorreggere il comune senso della vita, del coraggio, dell'umiltà, della resistenza.
Il tempo fermo alle quattro stagioni, si accomodò elegante due panchine più in là, sedette accanto a molte ombre luminose e...attese con nobile pazienza.
La mano di Vincenzo Ercole Orsini, l'eroe della Resistenza teramana, la medaglia d'oro di una memoria memore e mima del sacrificio alla vita, del falegname artista, del liutaio poeta, si posò sulla mia nuda spalla in mille attimi rallentati, come l'ondeggio di una foglia d'Autunno, che culla il suo cadere con il verso di un sedia a dondolo.
Mi girai giostraio, a rubare un suo sguardo, ma ne colsi la presenza accanto, seduto a mirar i suoi Portici, il Comune, le Panchine, Le Aiuole l'aria di una Teramo d'alba fiorita.
Spalle dritte, le mani e le ginocchia ad unisono saltellanti, le labbra disegnate da un uomo che baciava la vita con la passione di un amore conteso e difeso.
Quegli occhi grandi ad inseguire l'ultimo ricordo, di quel pomeriggio del 13 Dicembre del 1943, quando in una tombale Montorio, fu ucciso dalle milizie fasciste, in uno scontro che di epico e valoroso, ebbe solo la vita di Orsini.
Lo guardavo senza parlare ... e per un cantastorie il silenzio è follia ... lo miravo senza domande e per un favolaio di vita, il silenzio è una folle menzogna ... ma io sono un poeta e ho tempo ... di cogliere le rime di una natura in fiore.
Bianca vestita la colomba che di sbattere le ali, s'arrese dinanzi alla fontana dei due Leoni ... Orsini si pose sicuro e ne difese l'ultimo respiro dagli occhi indiscreti e ansiosi di una vita perduta ...
gli chiesi cosa fosse per lui la morte ... mi sorrise gentile e disse:
"La morte è di coloro che vivono nell'ombra di chi non vede, non sente, non denuncia le offese alla dignità e nobiltà dell'animo umano ... L'uomo muore mille volte nella sua viltà di servo e cortigiano, di un potere che dimentica la gente che soffre, per vivere in un limbo sdegnoso".
Quelle parole erano violente di verità ed il mio pensiero fuggi a rendere di ricordo, gli eroi per la mia e nostra libertà ... una prosa a tutti e di virtù memoria mi vien da citare i primi caduti nella Battaglia di Bosco Martese ... Luigi De Iacobis, Gabriele Melozzi, Guido Palucci, Mario Lanciaprima, Guido Belloni ...
L'eco dell'ultimo nome non si era ancora spento, quando Orsini s'alzò di un gesto fiero, in segno d'onore e rispetto per i suoi compagni di classe, di un'altra classe, di un'altra storia ... e allora
chiesi cos'era la Libertà ... che profumo avesse ... e soprattutto quale fosse la sua virtù.
"La libertà -rispose Orsini, è un foglio bianco, un pezzo di legno, un marmo di granito, una tela nuda, una chiave di violino, la libertà è l'ispirazione del poeta, dello scultore, del pittore, del musicista ... la libertà è il talento della vita che scorre denito di noi ... di tutti noi ...
La libertà è nostra madre, nostro padre, la nostra famiglia, il loro ricordo che continua a vivere attraverso il nostro desiderio di credere nel più umano dei valori"
Ma oggi ... lo incalzai ...
Settembre 2004 esiste la sua Libertà?
- E lui di rimando ...
"Se hai la stessa capacità d'urlare degli altri, lo stesso tono, clamore, sentore, calore e quando puoi dare voce alla tua ragione, liberamente senza paura o timore, allora si è liberi ... altrimenti l'antidoto ai soprusi è il coraggio ... che vive dietro una porta socchiusa ... basta non passare davanti e far finta di mente".
Liutaio, burattinaio di suoni, mandante di poesie vibranti e melodiose ... il violino figlio della ... passione e della fede per la parte pulita degli uomini.
Nell'arte non c'è violenza o sopruso, ma desiderio di espressione ...
I violini sono oggetti animati, pulsanti e pensanti, hanno solo bisogno di essere accarezzati da mani sensibili, da uomini che hanno la capacità di sognare.
L'anima di metallo, il piccolo cuore che si nascondeva tra le vene del legno dei miei violini, esprimeva il contatto tra il modesto falegname e l'artista che vive in noi .... e la possibilità di aiutare a creare musica, ovvero il potere di volare liberi, era per quegli anni un altro modo di lottare".
Smisi di far domande quando la mia mano fu stretta dalla sua storia ed un'osmosi di passioni inebriò il mio essere ... fui sconvolto dal senso dell'onore, del sacrificio globale che seppe abbracciare anche il sapore dell'amore, dal quale fuggì, per non mettere in pericolo il senso etico di una famiglia.
La morte, la vita, la libertà, l'amore, una collana di un corollario antico, sigillo di virtù ... icona semplice di una memoria che veglia e coccola.
Vincenzo Ercole Orsini prima di congedarsi dalla mia piccola compagnia di saltimbanco chiamò un uomo più giovane di lui, seduto in posa serena tre panchine più in là.
L'uomo si fece avanti fiero, aveva la sua stessa luce d'impronta ... era il fratello Gilberto, ebanista di vena nobile e mobile creatore, che gli pose un violino ... il violino di Orsini ... senza voce, rimasi solo ad ascoltare quella musica, violare le viole violentate, per vedere volare i due fratelli d'affetto e ricordare ai teramani, che quella piazza ... Piazza Orsini è la nostra statua della Libertà.

foto
http://www.resistenzateramana.blogspot.com/2006/05/ercole-vincenzo-orsi…

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Grazie Giancà. Grazie mille. Mi inchino sempre e da sempre agli EROI della Resistenza.
Sono momenti di grandissimo signigicato storico, culturale e di libertà.
Fanfare e marcette....la bolsa retorica a senso unico.....lo staracismo antifascista, goffo e ottuso.
Ombromanto....vorrei ricordarti che il fascismo è stato un movimento in cui pochi, con l'inganno e la violenza, hanno costretto alla paura molti. I molti erano per lo più gente ignorante, contadini che credevano a tutto ciò che la gente"di cultura" e di "città" diceva loro (siamo negli ani 20 ricordi?). Poi c'erano magari persone di cultura, che però avevano paura della violenza fascista, violenza si, perchè in mancanza di intelligenza si diventa violenti. Infine c'erano quelli come te...troppo pigri o sciocchi per ragionare da soli, avete bisogno di qualcuno che vi dica come e cosa pensare, avete bisogno di un capo, una guida, come i più perfetti greggi di pecore. Non ti permettere di giudicare, e parlare di uomini, donne e persino bambini che si sono sacrificati per far si che anche gente ottusa come te possa votare, e vivere in un paese libero. Vatti a vergognare. e ti prego taci.
"Goffo e ottuso" è indubbiamente il commento di un certo ombromanto che tradisce la sua vocazione forse fascista, certamente qualunquista. Quello che invece mi chiedo è cosa hanno appreso gli attuali "grandi" dirigenti dei partiti della variegata sinistra dalla coerenza, dalla passione e dal sacrificio di Ercole Vincenzo Orsini. Da quello che vedo e sento... molto poco, ma forse dovrei dire nulla e questa è la cosa che più mi rattrista.
Quanto vi piacciono le favole eh?...del resto riuscite a spacciare bosco martese per un eroica battaglia, rendiamo conto...1 non erano valorosi, i valorosi stavano sul fronte dell'est, a morire ad el alamein(quella si una vera battaglia) o vennero massacrati a guerra finita da quelli che chiamate eroi, portavano la camicia nera. 2 non hanno liberato nulla, se proprio qualcuno ha liberato qualcosa, sono stati gli anglo-americani, ma io parlerei piuttosto di occupazione visto quello che combinano ancora oggi per il mondo 3 libertà libertà? ma quale libertà? quella di essere schiavi dei banchieri internazionali, sempre più privati di tutto, sempre più poveri e in crisi(anche di valori) privati di quelle pensioni che aveva istituito il fascismo, come anche dei contratti a tempo indeterminato ecc...col partigiano Napolitano degno collega di Ciampi, nel consegnare l'Italia in mano ai banchieri. Ma fatela finita co sta retorica, siamo più schiavi che mai oggi.
R.S.I. Sei un pò confuso... Vai a studiare un pò. Non dico altro, ti commenti da solo; per spiegare ciò che penso di quelli come te, vedi il mio post precedente. Poi, alla luce di ciò che è successo a Firenze...vedo con orrore che le mie parole di ieri sull'ignoranza che crea violenza e pazzia, sono molto attuali. Tu parli di un periodo storico in cui l'informazione era di regime, in cui era tutto finto, anche la tempra del "grande stratega", che durante la marcia su roma era a milano, pronto a fuggire se tutto fosse andato male; poi, quando davvero è andato tutto a puttane, lui cercava di fuggire dall'Italia scortato dalle SS. E' senza dubbio un bell'esempio di coraggio e amor di patria. non ti permettere nemmeno tu , di parlare. Ti prego, taci
Ti ringrazio per la ripubblicazione di questo tuo vecchio articolo su Ercole VIncenzo Orsini che mi ha fatto rivivere l'emozione di quel giorno. In questo momento un pensiero caro va al mio vecchio amico d'infanzia Vinvenzo Orsini.
Per R.S.I. Le camice nere dei fascisti di norma hanno fatto e fanno da guardia alle camice bianche dei banchieri, ai padroni della finanza, sono l'altra faccia della stessa medaglia, pappa e ciccia, culo e camicia, Storace, Ciarrapico e Berlusconi... E.V.Orsini ha combattuto gli strozzini e i padroni delle vite altrui, per questo gli obbedienti e supini fascisti al loro servizio lo hanno assassinato.
Infatti gli americani, gli inglesi ecc. al servizio dei grandi capitalisti internazionali stavano dalla parte di orsini e passavano le armi a quelli come lui. altro che lotta ai banchieri, e la ciliegina sulla torta ce l ha regalata il partigiano napolitano che coerentemente con la storia partigiana ha consegnato il governo in mano ai banchieri...ps i democristiani stavano allo stesso tavolo coi comunisti e i badogliani nel regno del sud occupato dagli americani.
RSI ....a parte il fatto che ti ho chiesto cortesemente di tacere... Insisti con discorsi sconclusionati e folli. Il governo ai banchieri non l'ha consegnato il Presidente della Repubblica, ma la classe politica degli ultimi 20 anni. inutile, finta e prostrata al denaro e ai potenti. Una classe politica che ha mascherato, il più possibile, la sua incompetenza con slogan ed attacchi, con messaggi di odio e disprezzo, una classe politica che ha modificato leggi e corrotto organi di stampa per la propria FINTA propaganda, una classe politica che ha preso per il culo tutti gli italiani. Fa rabbrividire la somiglianza con un altro ventennio che ben conosciamo storicamente. L'Italia partorì i Partigiani per combattere il fascismo, che fu prontamente sconfitto...e magicamente scomparve.... Oggi, intanto gli italiani hanno mandato a fanculo il pdl, poi se necessario manderanno a fanculo pure i banchieri...siamo un popolo strano, ci mettiamo tempo, ma poi reagiamo. Adesso va a studiare.