Salta al contenuto principale

Teramo: L'occupazione tra assenze e altri consigli

di Anonimo
1 minuto

Fuori il solito trantràn cittadino, la solita vita mondana, il solito traffico, la solita quotidianità trita e altra cucina.
Dentro il calore, l'allegria, l' impegno, l'allegria,  il silenzio, l'allegria, lo spirito critico e molta allegria. Per fortuna.
Così tra le mura dello storico edificio di piazza Dante i 700 studenti hanno dato prova non solo di maturità, ma anche di determinazione e coesione.

Corsi di diritto, di scrittura creativa, di recupero e di potenziamento, sono stati attivati dagli stessi alunni in maniera brillante.

Il classico sembrava essersi trasformato in una piccola Repubblica di Platone.

Da oggi...un'altra storia. Il gioco si fa duro. Il consiglio dei docenti e i rappresentanti di classe. L'occupazione equivale ad essere assenti. Quattro assenze, che valgono un regno.
A seguito delle decisioni prese dal consiglio di classe alcuni studenti abbandoneranno la protesta per tornare a fare lezione.

Altri andranno avanti. Tutto diviene rispettabile. Tutto secondo coscienza. Secondo ragioni di studio e cuore.

Ci piacerebbe avere tutti la stessa possibilità di lottare per i nostri diritti. Ma non siamo tutti uguali. Altra lezione di vita.
Questione di famiglie. Questione di essere all'ultimo anno.
 Questione di coraggio.
Ma non tutto è perduto.

L'arte e la scienza sono libere e libero è l' insegnamento.

               Antonella De Benedictis

       Liceo Classico Melchiorre Delfico Terza A
 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Buble Buble Leggendo mi sembra che siano cambiati gli studenti da quando frequentavo le superiori. Negli anni 90 le occupazioni, autogestioni erano al 99% scuse per cazzeggiare, farsi una marea di canne ed altro. Forse eravamo noi la generazione sbagliata.....
@FDL, quando frequentava le superiori era fra quelli che "occupavano, cazzeggiavano e si facevano una marea di canne"? Oppure l'istruzione l'ha sempre considerata una merce da vendere o acquistare e anche da studente non apprezzava chi difendeva la scuola pubblica?