I cancelli per le poche persone allo stadio si sono aperti alle due meno cinque. Non si è compreso il motivo. Trentacinque minuti prima dell'inizio della partita.
Solito controllo attento del borsello e dei documenti. Non portiamo più l'ombrello allo stadio perchè i venditori di copri pioggia a Teramo, sono diventati degli immobiliaristi.
Il furto d'ombrello è diventato un business.
In passato ho assistito a giovanissime ultras di 8o anni, passate ai raggi di un metal detector come se fossero le mamme di Ivan Bogdanov, il tifoso serbo con il passamontagna arrestato durante il post di Italia-Serbia.
Controlli attenti e mirati per la nostra sicurezza. In curva non si ricorda un tifoso ospite da tempo e presto una lapide ne ricorderà la figura.
Il tempo di vedere Bucchi centravanti, ritrovare un Teramo alla Cappellacci, il migliore, termine abusato dal Presidente Campitelli e che ha sobriamente, un unico valore assoluto. La solitudine dei numeri primi.
Poi un forte odore di arancia si mischia in tribuna al mio sigaro e alle sigarette di un particolare sponsor.
Una dolce fanciulla di Foligno accompagnata da due gentili ragazzi, apre la borsa e tira fuori un bel coltello da cucina, per sbucciare il frutto dell'amore.
Un'arancia.
La partita dal coltello. Bello. Orpello.
Una lama buona per ogni occasione. Per tagliare anche la calata della nebbia.
Per fortuna che la gentile ospite non aveva una noce di cocco, altrimenti avrebbe fatto bella mostra di se, un martello a doppia testa.
Scriveva Kundera " Una domanda è come un coltello che squarcia la tela di un fondale dipinto per permetterci di dare un’occhiata a ciò che si nasconde dietro".
La vita allo stadio vive di attimi e paradossi. L'ironia e il sarcasmo rimangono la nostra unica arma...di fronte a una simil lama...noi sorridiamo amaro.

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Signor Vanzina, io vado a ripetizioni nella mia vita ogni giorno. Ci vediamo al corso serale.