Brucchi continua con la manfrina della difesa della Provincia di Teramo, noi continuiamo ad esporre motivi concreti per cui è certamente meglio sopprimerla.
Due anni e mezzo fa, nell’aprile 2010, la Giunta Provinciale deliberava l’attribuzione di un’indennità ad personam ai componenti dell’Ufficio di Staff del Presidente Catarra, quantificata in € 18.000 annui per il Capo di Gabinetto e in € 12.960 per “l’Autista addetto al Presidente della Provincia”.
Già le ragioni di opportunità, isolatamente considerate, avrebbero sconsigliato una tale quantificazione, in quanto i funzionari più alti in grado della Provincia percepiscono una indennità aggiuntiva dello stipendio che non arriva ai 10.000 euro annui.
Per cui l’idea che l’autista del Presidente debba percepire emolumenti complessivamente maggiori rispetto ai funzionari apicali dell’Ente è di per sé indigesta e del tutto antimeritocratica.
Ma il dramma non risiede nella opportunità, bensì ancora una volta nella illegittimità.
Infatti, l’art. 90 comma 3 del D.Lgs. n. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali) vieta di attribuire indennità ad personam al personale a tempo indeterminato dell’Ente momentaneamente collocato negli Uffici di Staff degli Organi politici, cioè esattamente la fattispecie dei due dipendenti in questione.
Qualcuno avvertì la Giunta della cazzata che stava facendo?
Si. L’allora dirigente di Ragioneria, con un circostanziato parere denso di riferimenti giurisprudenziali, da un lato escludeva che il personale assegnato agli Uffici di Staff potesse svolgere atti di gestione (cosa che avveniva e avviene per il Capo di Gabinetto) e/o compiti squisitamente operativi (cosa che avveniva e avviene per l’autista del Presidente); dall’altro ribadiva l’impossibilità dell’attribuzione a dipendenti interni a tempo indeterminato di qualsivoglia indennità ad personam.
Con il medesimo parere si chiedeva alla Giunta la revoca della citata deliberazione dell’aprile 2010 e si forniva, al contempo, parere negativo circa una ulteriore proposta di deliberazione concernente l’allargamento dell’Ufficio di Staff ad altri 5 dipendenti che sarebbero stati utilizzati in attività non consentite dal ruolo e beneficati con indennità non permesse dalla legge.
Informato dei fatti, anche un Ispettore ministeriale della Ragioneria Generale dello Stato si dichiarava contrario all’operazione e consigliava il coinvolgimento del Collegio dei Revisori della Provincia (di cui, peraltro, fa parte la cugina del governatore Gianni Chiodi).
La morale? Nonostante la palese illegittimità della attribuzione di soldi pubblici sotto forma di indennità aggiuntive non consentite dalla legge, non risulterebbe che la Giunta abbia mai revocato o modificato la deliberazione in questione, consentendo che ancora oggi si continui nello sperpero di denari pubblici, sperpero che costituisce danno erariale emergente e che si presume continuerà a perpetrarsi fino alla cessazione degli Organi di governo dell’Ente.
Questo accade alla Provincia di Teramo, dove i buoni uffici di un autista (ma solo quello del Presidente, non gli altri) valgono di più di una laurea in Filosofia con 110 e lode del Direttore di una Biblioteca, che gestisce decine di dipendenti e centinaia di migliaia di accessi di utenti privati ad una Istituzione culturale pubblica fra le più prestigiose dell’intera Regione.
La Redazione de “I Due Punti”

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Commenti
L'art. 90 comma 3 D.Lgs. 267 del 2000 (TUEL) vieta di elargire questa prebenda. Spero tanto che arrivi a Teramo la squadra della Gabanelli, qualcuno ci dovrà pur pensare ad avvertirla.