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È successo di nuovo. Aggrediti quattro Operatori Sanitari all’interno del Pronto Soccorso di un Presidio Ospedaliero della Asl di Teramo

di Giancarlo Falconi
4 minuti

È successo di nuovo.
Riteniamo sia nostro compito e dovere incaricarci di segnalare l’ennesima aggressione subita da quattro Operatori Sanitari all’interno del Pronto Soccorso di un Presidio Ospedaliero della Asl di Teramo. Vogliamo mettere in evidenza, dibattere ed affrontare la problematica delle aggressioni al personale sanitario, pertanto cercheremo di evitare ogni ulteriore riferimento alla cronaca di quanto accaduto. Gli Operatori Sanitari che lavorano in ambiente ospedaliero sono maggiormente esposti a violenze fisiche, verbali e psicologiche; in particolar modo nelle Unità Operative di Emergenza (Pronto Soccorso e 118) ed in reparti che trattano patologie come le Dipendenze (SERD) ed i disturbi della psiche (Psichiatria e CIM).

L’esercizio quotidiano delle proprie attività, in un clima di tensione, causa negli operatori un comprensibile aumento dello stress, una riduzione dell’autostima, ed una compromissione nella qualità delle prestazioni lavorative. Tutto ciò si traduce in una demotivazione e in una riduzione della fiducia nelle proprie competenze riducendo la qualità dell’assistenza erogata.

Recentemente l’Istituto Superiore di Sanità ha ricordato che il fenomeno delle aggressioni viene descritto, sin dal 2002 dall’OMS, come “il più importante fattore di rischio professionale per la salute degli operatori sanitari”. Il fenomeno della violenza sugli operatori sanitari deve essere riconosciuto ed affrontato dal datore di lavoro che deve porre in essere tutte le misure appropriate per contrastare il crescere di continui atti di violenza, soprattutto quella fisica senza sottovalutare quella verbale e le altre. Il limite dei comportamenti accettati è difficilmente delimitabile così com’è soggettiva la percezione di atti violenti da parte del personale sanitario, definire e riconoscere il fenomeno della violenza sul lavoro è il primo passo da intraprendere.

Nell’Ospedale di Piacenza, nel pomeriggio di sabato 14 maggio, degli operatori sanitari hanno subito una violenta aggressione. Ai professionisti, vittime di questa aggressione, è immediatamente pervenuta la solidarietà dell’intera Direzione dell’Azienda Usl di Piacenza che ha affermato “coinvolgeremo da subito il nostro Risk manager e il Servizio di Prevenzione e Protezione per un’analisi approfondita delle circostanze e per valutare quali siano i provvedimenti più opportuni da intraprendere”. La nostra O.S. considera fondamentale dotare i PP.SS. sia di sistemi di vigilanza ed allarme che di percorsi strutturali adeguati. Abbiamo già richiesto l’urgente ripristino del servizio dedicato di vigilanza e video sorveglianza per 24 ore all’interno di tutti i PP.SS. della Asl di Teramo. Poiché è universalmente riconosciuto come la presenza a tempo pieno del personale della vigilanza sia utile per il controllo delle eventuali situazioni di pericolo, sia come deterrente che come immediata soluzione ad esse. Come ulteriori elementi di dibattimento ricordiamo:

• La Legge n.113 del 14 agosto 2020 in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nell’art. 4 modifica l'art. 583-quater del Codice Penale, in cui sono previste pene di reclusione, con il seguente testo «Le stesse pene si applicano in caso di lesioni personali gravi o gravissime cagionate a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell'esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell'esercizio o a causa di tali attività».

• La relazione accompagnatoria del DDL, poi approvato come legge 113/2020: “I fattori di rischio responsabili di atti di violenza diretti contro gli esercenti le professioni sanitarie sono numerosi, ma l'elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l'erogazione della prestazione sanitaria e che vede spesso coinvolti soggetti, quali il paziente stesso o i familiari, che si trovano in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l'effetto di alcol o droga. Ecco perché si ritiene che il Servizio Sanitario Nazionale, a differenza di altri ambiti, abbia una doppia responsabilità, ovvero quella di prendersi cura e tutelare i soggetti che necessitano di cure nonché di tutelare la sicurezza ed il benessere fisico del personale sanitario che vi opera”. Quanto sopra come spunto di riflessione in attesa dell’adozione di provvedimenti in merito. Si saluta cordialmente. 

 Direttivo Sanità GAU Uil-Fpl Teramo

Foto Reggio Tv 

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AGGRESSIONI IN OSPEDALE
Il MAZZINI è un luogo dove la Vita & la Morte convivono guardandosi in cagnesco favorendo frequenti ruvide discussioni che spesso degenerano.
Ma forse queste assurde esplosioni di violenza sono, semplicemente, dovute alla CARENZA DI PAROLE di chi le provoca!
Com'è triste Venezia
Aznavour

La verità è sempre in mezzo, le responsabilità devono essere ripartite da entrambe le parti.Non sempre il personale in servizio ha la sensibilità e il tatto per capire il disagio che i degenti e parenti provano in quel preciso istante, per non parlare delle frasi sarcastiche circa lo stato di salute degli assistiti durante il ricovero in reparto. Per esperienza ho sempre risposto a tono a chi non mostrava rispetto nei confronti dei miei Cari.

Corrisponde al vero che, con 200 positivi in tutto l'Abruzzo, ancora non siano possibili le visite in reparto perché"c'è il Covid"??? E se ci fossero i vostri familiari? Non è vergognoso, qui siamo OLTRE!