Una premessa.
Vi assicuro, esiste l'ordine degli architetti di Teramo e anche quello dei geometri, dei cantonieri, di chi ha realizzato Corso San Giorgio.
Nel frattempo ci rivolgiamo alla loro attenzione e poi ai talenti del Comune di Teramo.
L'oggetto del contendere è il seguente " APPROVAZIONE PROCEDURA OPERA OPERATIVA PER L’INSTALLAZIONE DI SISTEMI DI CONTENIMENTO ENERGETICO
Si legge" PREMESSO INOLTRE: che con DECRETO‐LEGGE 19 maggio 2020, n. 34 (Decreto Rilancio) Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e allʹeconomia, noncheʹ di politiche sociali connesse allʹemergenza epidemiologica da COVID‐19. (GU Serie Generale n.128 del 19‐05‐2020 ) ‐ Suppl. Ordinario n. 21), viene previsto Il Superbonus, quale agevolazione che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici. Le nuove misure si aggiungono alle detrazioni previste per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, compresi quelli per la riduzione del rischio sismico (c.d. Sismabonus) e di riqualificazione energetica degli edifici (cd. Ecobonus).
I nostri dubbi e dell'Arc. Carapace " Il riferimento SUPERBONUS è sacrosanto. Per gli edifici cosiddetti “vincolati” il SUPERBONUS permette una serie di deroghe. Che svincolano tali edifici dal raggiungimento dei parametri previsti dal SUPERBONUS. : Il richiamo qui al SISMABONUS apre in modo indiretto ma di fatto per estensione le medesime interdizioni al sacrosanto diritto di fare interventi antisismici – ovviamente sempre previa autorizzazione del MIBACT (si veda quanto detto più oltre). Quindi: se di fatto questo regolamento interferisce con gli interventi di riduzione del rischio sismico ma non lo viene detto in modo ESPLICITO serve un chiarimento. Ed una assunzione di responsabilità decisionale.
Si legge " DELIBERA per le motivazioni e gli articoli di legge di cui in narrativa, che si intendono parte integrante e sostanziale del presente atto: 1. di approvare la “PROCEDURA OPERATIVA PER L’INSTALLAZIONE DI SISTEMI DI CONTENIMENTO ENERGETICO E PRODUZIONE DI ENERGIA SU EDIFICI PRIVATI SITI IN CENTRO STORICO, ZONE B0, B0F , EDIFICI SPARSI DI CUI ALLE TAV. 06 A, 06 B, 06 C, DEL PRG”, al fine di avere criteri uniformi che permettano un corretto inserimento di questi sistemi di contenimento energetico, con le caratteristiche architettoniche degli edifici che sono testimonianza di valore culturale e storico per il nostro territorio, come da allegato tecnico alla presente delibera; 2. di dichiarare il presente atto immediatamente eseguibile, ai sensi del IV comma dell’art. 134 del TUEL 267/2000.
I nostri dubbi " : SERVE UN PARERE LEGALE SULLA POSSIBILITÀ DELL’ENTE TERRITORIALE DI “LEGIFERARE” SU TEMATICHE CONTRASTANTI LA NORMATIVA NAZIONALE. OVVERO DELLA NON UTILITÀ DI CIÒ STANDO IN ESSERE IL CODICE DEI BENI CULTURALI CHE SI OCCUPA DI BENI “VINCOLATI”.
Si Legge" CAPPOTTO ESTERNO SU EDIFICI PRIVATI La realizzazione di cappotto esterno sulle pareti, non è possibile su edifici di valore storico , architettonico e culturale per effetto di atti di governo del territorio o di vincolo ai sensi del D.Lgs 22 gennaio 2004, n. 42;
I nostri dubbi " Sarebbe da sottoporre a parere legale perché un regolamento comunale vuole normare quanto già di fatto regolato dal Codice dei Beni Culturali (DLGS 42/2004). Se l’edificio è un BENE CULTURALE (come diceva una volta “vincolato”) è automaticamente sottoposto al nulla-osta da parte della Sovrintendenza. Ma entrando nello specifico della PROCEDURA OPERATIVAe PER L’INSTALLAZIONE … ovvero un regolamento specifico del comune di Teramo per un tessuto edilizio di cui dovrebbe avere contezza e non essendo un regolamento per il territorio nazionale, si dovrebbe fare qualche distinguo. Gli edifici sottoposti a vincolo nel centro storico MOLTO SPESSO hanno facciate diverse. Vi sono quelle decorate in vario modo prospicenti la strada pubblica e poi vi sono le facciate interne. Le facciate interne sono quasi sempre (in alta percentuale) prive di ogni interesse storico artistico. Addirittura molto spesso sono facciate derivate da precedenti demolizioni. Quindi ZERO interesse storico artistico. Ciò detto essendovi il MIBACT provinciale a doversi esprimere su tali questioni, ed il MIBACT provinciale lo fa caso per caso, essendo ogni bene culturale specifico ed unico, si ritine non corretto regolamentare quello che non può essere regolamentato. Ad esempio le facciate con decorazioni varie sulla via xyz non ha corrispondenza nella parte interna dell medesimo palazzo. Quindi perché impedire di fare il “cappotto” sulle facciate senza interesse culturale ?
Si legge" Laddove sia ammessa la realizzazione il cappotto esterno in Centro Storico ( zona A) , zone B0, B0F, in case ed edifici sparsi di cui alle tav. 06a , 06b, 06c del PRG su pareti poste a confine con la proprietà pubblica, lo stesso potrà essere apposto se realizzato con un’altezza sul fronte strada non inferiore a m. 3,00.
I nostri dubbi " Non sfugga l’ironia della cosa: tutta la PROCEDURA OPERATIVA sembra ispirarsi ai principi culturali di salvaguardia storico artistica e poi … si permette di fare il cappotto dal primo piano in poi. Detto in altri termini in questo modo si hanno quelle cose raccapriccianti che possiamo vedere in alcuni edifici del centro storico di Teramo...
Vi prego, fermatevi.

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Esiste una circolare del MiC (non più MiBACT).
Non esiste un MiC (leggi MiBACT) provinciale.
Per il resto, a mio parere, andrebbe vincolata la lingua italiana.
Non sfugga l'ironia.
Vero! Ci sono già le norme nazionali del Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 ... una delle normative su i beni culturali più evolute in Europa.
A Teramo si inventano nuove ragioni per ampliare l'esercizio della discrezionalità amministrativa e si cercano sconclusionate invenzioni, incomprensibili rispetto alle politiche adottate dalle città più virtuose del Paese, invenzioni che non sembrano molto semplicemente ispirarsi all'interesse pubblico, quello di tutti i cittadini, ma forse usate o per lavorare di meno o per lavorare solo per alcuni.