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Teramo: I Giardini dedicati ai caduti di  Nassirya, in mano ad alcolizzati e spacciatori...

di Giancarlo Falconi
11 minuti

La solita storia.
Dopo aver imbrattato a fine Agosto il monumento del Maestro Fausto Cheng dedicato ai caduti di di Nassirya, il solito vigliacco, alcolizzato, ha posato una bottiglia di amaro sulla testa della scultura e riempito di bottiglie di birra l'intero giardino pubblico, ( guardate in galleria) dedicato agli alcolizzati e spacciatori.
La cartolina di Teramo nelle centrale piazza Garibaldi.
Qualcuno avrà da sorridere, noi no.


Era il 12 novembre del 2003  quando un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all'ingresso della base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri a Nassiriya.
Persero la vita 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni.( dodici Carabinieri, cinque militari dell’Esercito e due civili).
Al sindaco di Teramo, Gianguido D'Alberto, il 22 agosto,  https://www.iduepunti.it/22-08-2021/i-soliti-vandali-teramo-imbrattato-il-monumento-dedicato-ai-caduti-di-nassiriyachiedemmo l'immediata pulizia del monumento, la visione delle telecamere per sanzionare il nostro illustre cittadino e maggiore cura per quei giardini, per l'alto valore culturale, l'alto valore simbolico e storico che rappresentano.
La mancanza di cura, il verde che riprende il deserto dell'ipogeo è il simbolo di un degrado che non appartiene alla Città di Teramo.
Grazie. 

Nulla di nulla.
Alcolizzati e spacciatori sono rimasti sul posto. 
 

Leggiamo insieme da W https://it.wikipedia.org/wiki/Attentati_di_N%C4%81%E1%B9%A3iriya

Il 12 novembre 2003 avvenne il primo grave attentato di Nassiriya. Alle ore 10:40 ora locale (UTC +03:00), le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all'ingresso della base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando successivamente l'esplosione del deposito munizioni della base "Maestrale" e pertanto la morte di diverse persone tra Carabinieri, militari e civili.

Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all'ingresso della base principale, riuscì a uccidere i due attentatori, tant'è che il camion non esplose all'interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo.

L'attentato provocò 28 morti, 19 italiani e 9 iracheni. Nell'esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell'esercito italiano di scorta alla troupe, che si erano fermati lì per una sosta logistica.

Il Comando dell'Italian Joint Task Force (IJTF) si trovava a 7 chilometri da Nassiriya, in una base denominata "White Horse", distante circa 4 chilometri dal Comando USA di Tallil. Il Reggimento MSU/IRAQ, composto da personale dei Carabinieri Italiani e dalla Polizia Militare Romena (a cui poi si aggiungeranno, a fine novembre 2003 120 uomini della Guardia Nazionale Portoghese), era diviso su due postazioni: la base "Maestrale" e la "Libeccio", entrambe poste al centro dell'abitato di Nassiriya. Presso la base "Maestrale" (nota anche con il termine "Animal House"), che durante il regime di Saddam Hussein era sede della Camera di Commercio, era acquartierata l'Unità di Manovra. Presso la "Libeccio" avevano sede sia il Battaglione MSU, sia il Comando del Reggimento MSU/IRAQ.

L'attentato avvenne alle ore 10,40 del 12 novembre 2003 alla base "Maestrale" che fu ridotta a uno scheletro di cemento. L'altra sede, "Libeccio", distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch'essa dall'esplosione. Era infatti intendimento dei Carabinieri, contrariamente alla scelta dell'Esercito di stabilirsi lontano per avere una maggiore cornice di sicurezza, posizionarsi nell'abitato per un maggior contatto con la popolazione. Due mesi dopo l'attentato, il Reggimento CC lasciò definitivamente anche la Base "Libeccio", trasferendosi alla base di "Camp Mittica" nell'ex aeroporto di Tallil, a 7 km da Nassiriya.

Vittime

Il presidente Carlo Azeglio Ciampi in visita ad Aureliano Amadei, uno dei feriti della troupe del regista Stefano Rolla

Lapide per vittime (Bologna)

Le vittime italiane furono:

  • Carabinieri[1]
    • Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte
    • Giovanni Cavallaro, sottotenente
    • Giuseppe Coletta, brigadiere
    • Andrea Filippa, appuntato
    • Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente
    • Daniele Ghione, maresciallo capo
    • Horacio[2] Majorana, appuntato
    • Ivan Ghitti, brigadiere
    • Domenico Intravaia, vicebrigadiere
    • Filippo Merlino, sottotenente
    • Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante, Medaglia d'Oro di Benemerito della cultura e dell'arte
    • Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante
  • militari dell'Esercito italiano
    • Massimo Ficuciello, capitano
    • Silvio Olla, maresciallo capo
    • Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore
    • Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto
    • Pietro Petrucci, caporal maggiore
  • i civili

Feriti sopravvissuti:

• Maresciallo ordinario Riccardo Saccotelli

• Carabiniere Scelto Mario Alberto Caldarone

• Carabiniere Scelto Matteo Stefanelli

• Appuntato Roberto Ramazzotti

Tutti carabinieri di guardia alla Base.

Erano invece all'interno della palazzina:

• Brigadiere Paolo Di Giovanni

• Maresciallo Marilena Jacobini

• Maresciallo Vittorio De Rasis

• Maresciallo Maurizio Lucchesi

• Vicebrigadiere Roberto Gigli

• Vicebrigadiere Daniele Livieri

• Appuntato Scelto Ivan Buia

• Appuntato Marco Pinna

• Appuntato Antonio Altavilla

• Vicebrigadiere Cosimo Visconti.

All'interno del cortile della base si trovavano invece:

• Caporale Scelto Alessandro Mereu

• Caporale Scelto Umile Groccia

• Caporale Federico Boi

• Aureliano Amadei, aiuto regista di Stefano Rolla.[3]

Il presidente Ciampi rende omaggio alle vittime al Vittoriano

I caduti delle Forze Armate Italiane appartenevano a vari reparti dell'Arma dei Carabinieri Territoriale, al 13º Reggimento Carabinieri "Friuli Venezia Giulia" di Gorizia e al 7º Reggimento Carabinieri "Trentino-Alto Adige" di Laives, al Reggimento lagunari "Serenissima", alla Brigata Folgore, al 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste", al Reggimento Savoia Cavalleria, al Reggimento Trasimeno. Sono morti anche alcuni appartenenti alla Brigata Sassari che stavano scortando la troupe cinematografica di Stefano Rolla e 3 militari del 6º Reggimento Trasporti della Brigata Logistica di Proiezione, che stavano scortando il cooperatore internazionale Marco Beci.

Un momento dei funerali di Stato dei caduti a Nassiriya, 18 novembre 2003

La camera ardente per tutti gli italiani morti venne allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, dove fu oggetto di un lungo pellegrinaggio di cittadini. I funerali di Stato si svolsero il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, e con vasta (circa 50.000 persone) e commossa partecipazione popolare;[4] le salme giunsero nella basilica scortati da 40 corazzieri a cavallo. Per quel giorno fu proclamato il lutto nazionale.

Le inchieste

Due sono le inchieste aperte su questi fatti. Una avviata dalle autorità militari vuole scoprire se è stato fatto tutto il necessario per prevenire gli attacchi. Le due forze armate coinvolte sono giunte a conclusioni diverse. L'Esercito ha chiesto una consulenza al generale Antonio Quintana, secondo il quale sistemare la base al centro della città e senza un percorso obbligato a zig-zag per entrare all'interno di essa è stato un errore. Mentre per la commissione nominata dall'Arma dei Carabinieri e guidata dal generale Virgilio Chirieleison non ci sono state omissioni nell'organizzazione della sicurezza della base. Lo stesso Abū ʿOmar al-Kurdī, terrorista di al-Qāʿida, reo confesso dell'organizzazione dell'attentato, ha affermato che era stata scelta la "Base Maestrale" in quanto si trovava lungo una strada principale che non poteva essere chiusa.[5]

L'altra inchiesta è stata aperta dalla procura di Roma per cercare di individuare gli autori del gesto. Il suo lavoro non è facile dato che deve lavorare su un territorio straniero in cui le condizioni non sono stabili. L'unica cosa stabilita con certezza è che a scoppiare è stato un camion cisterna con 150–300 kg[6] di tritolo mescolato a liquido infiammabile. I comandanti militari italiani inizialmente coinvolti nell'inchiesta sono stati tutti assolti con formula piena.[7]

Si sospetta che Abū Musʿab al-Zarqāwī sia stato il mandante degli attentati, appoggiato dagli estremisti sunniti, mentre per la parte finanziaria si pensa a un professore di teologia che lavora all'ateneo di Baghdad. Un'altra ipotesi porta verso il coinvolgimento di una cellula terroristica libanese molto vicina agli ambienti di al-Qāʿida, infatti le modalità dell'attacco ricordano altri attentati accaduti in Libano e, inoltre, alcuni terroristi arrestati a Beirut avrebbero raccontato diversi particolari della strage di Nassiriya. Entrambe le piste portano, comunque, a un coinvolgimento di persone venute da fuori della provincia di Dhī Qar a prevalenza sciita e questo confermerebbe quanto affermato dai vertici della base "Maestrale", cioè che non c'erano motivi particolari di preoccupazione in quanto la popolazione locale non era ostile verso i militari italiani e gli estremisti locali venivano monitorati con attenzione.[senza fonte]

Onorificenze

Roma Vittoriano, fila di persone per l'omaggio ai caduti di Nasiriya (2003)

Nessuna onorificenza di stato è stata riconosciuta al personale di guardia che ha difeso la base italiana. I morti e alcuni feriti dell'attentato sono stati insigniti della Croce d'Onore, una medaglia commemorativa, con una cerimonia tenutasi il 12 novembre 2005 presieduta dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Alla cerimonia il maresciallo ordinario Riccardo Saccotelli, ferito gravemente e di guardia all’ingresso alla base nel momento dell’attentato, non partecipò e rifiutò la croce commemorativa.

Nel 2009 ai sette siciliani caduti è stata conferita dalla Regione Siciliana la Medaglia d'oro al valor civile della Regione Siciliana alla memoria.[8]

Dal 2012 alcune delle vittime, come Enzo Fregosi, hanno ottenuto la Medaglia d'oro di "vittima del terrorismo".

Intitolazioni

Alle vittime dell'attentato, inoltre, sono state intitolate numerose vie, piazze e monumenti in tutta Italia.

Alle vittime dell'attentato, il Comune di Vigarano Mainarda (FE) ha intitolato un parco pubblico (già della Rimembranza) ai Caduti di Nassiriya.

Alle vittime dell'attentato è dedicata la canzone 12 novembre del cantautore italiano Sköll.[9]

Un monumento è stato eretto in località Prati del Comune di Castel di Casio (BO) ad opera dell'amministrazione comunale di quel Comune nel 2007.

Nel comune di Santa Maria la Fossa è intitolata ai caduti la Piazza “Eroi di Nassyria per la Pace”.

Nel comune di San Giuseppe Vesuviano in provincia di Napoli una strada principale è stata denominata Via Martiri di Nassirya in memoria delle vittime.

Monumenti a ricordo dei militari italiani caduti in missione, opera dello scultore Osvaldo Moi, sono stati eretti in piazze delle città di TorinoNovaraPianezza, in provincia di Torino, e San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. A Roma, nel Parco Schuster accanto alla Basilica di San Paolo fuori le mura, è stato dedicato il monumento "Foresta d'acciaio": il monumento ha delle stele tanti quanti sono stati i caduti italiani, sia militari che civili rimasti uccisi.[10]

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Gli imbecilli non finiscono mai non hanno rispetto per niente e nessuno infatti hanno per compagnia solo la bottiglia se si riuscisse a beccarli prima di tutto spazzola e sapone per pulire e poi quello che si meritano
I tigli sono il centro della città mi rivolgo a chi
ne dovrebbe avere cura capisco l'estate torrida ....
ma il minimo indispensabile si potrebbe fare e nel
frattempo passando si potrebbe buttare giù l'ipogeo