Non c'è nulla da sorridere.
Nello sfogo di due genitori o nella distrazione di un tabaccaio teramano.
Non si possono vendere sigarette ai minori di anni 18.
Lo sapevate?
Si legge "
- è vietata la vendita e la somministrazione di prodotti del tabacco ai minori di diciotto anni (e non più di sedici);
- i distributori automatici dovranno essere adeguati alla lettura automatica dei documenti anagrafici con il nuovo limite di età;
- sono inasprite le sanzioni in caso di violazioni alle norme citate: si va da un minimo di 250 euro ad un massimo di 1.000 euro alla prima violazione, mentre se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.000 euro e la sospensione, per tre mesi, della licenza all'esercizio dell’attività.
Inoltre, la legge impone che, in caso di dubbio sull’età dell’acquirente, il rivenditore chieda un documento di identità prima di vendergli prodotti del tabacco. A scanso di equivoci, è bene chiarire che la richiesta del documento d’identità non è una facoltà ma un obbligo, a meno che l’età del cliente non sia manifesta.
Le nuove norme sul divieto di vendita ai minori rappresentano una grossa sfida per la nostra categoria, che adesso deve dimostrare di possedere quel senso di responsabilità che finora è stato una delle migliori credenziali per mantenere l’esclusiva di vendita. Per questo, ora più che mai, è necessario il richiamo al rigoroso rispetto delle regole, soprattutto in un panorama complesso come quello attuale, in cui si registrano dei malcelati tentativi di scardinare il nostro sistema di vendita".
Eppure, Renato ( nome di fantasia) a tredici anni ha avuto la possibilità, l'occasione, la superficialità di un tabaccaio di acquistare un pacchetto di sigarette da venti.
Bisogna continuare a parlare con i propri figli.
Non è una questione di proibire ma di far comprendere l'importanza della tutela alla salute e alla consapevolezza del danno che si crea al proprio corpo e alla futura aspettativa di vita.
Ripartiamo dalle scuole?
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Mah... io ripartirei dalla famiglia, la scuola deve già insegnare, non ha tempo per educare.
Vogliamo parlare anche dello alcool venduto ovunque e a chiunque senza limitazione nei supermercati? Vogliamo parlare delle numerose birrerie del centro frequentate da minori? Chi controlla ? Chi rilascia le licenze? Chi conosce e deve applicare la legge in una città dove legge non c è ?
non diamo sempre la colpa alla "società" : la colpa è in primis dei genitori che sono troppo "impegnati" per educare i figli, poi è colpa di chi non rispetta le regole ed infine la colpa più grave è di chi le regole non le fa rispettare. Vogliamo parlare anche dei telefonini che vengono usati da tanti senza nessuna regola ?
basta non dare soldi al figlio.....
Ma 10 min a settimana oppure una tantum,la scuola non potrebbe insieme ai genitori,ciascuno nel proprio abitat,mostrare,riferire a propri ragazzi i danni cagionevoli del fumare ad una età così giovaneeee???????
Purtroppo le leggi in Italia sono fatte per non essere rispettate.
I tabacchi fanno il loro lavoro come i baristi fanno il loro, ognuno deve vendere e non importa chi sei e quanti anni hai.
Perche la Finanza non si apposta mai fuori e controlla e di conseguenza multa e chiude?
Imparate a fare i genitori.
se vogliono fumare che fumino, tanto la salute è la loro e non la nostra