Guardate queste foto di Elena.
Il comune di Pescara ha rotto le acque.
Il troppo pieno.
Piove e i liquami diventano il frutto da cogliere tra una bracciata e l'altra.
Altri divieti fino a via Muzii.
Il fiume che diventa una cloaca da depuratore sottostimato.
Negli altri anni?
Nel passato?
Una convenzione con i dermatologi sarebbe dovuta essere una voce nel pacchetto vacanze.
Una nuova tassa di soggiorno ospedaliero.
Il resto era una problema intestinale.
Chiare e fresche acque del suo fiume.
Una vergogna.
Al sindaco Alessandrini, sarebbe bastato affacciarsi dalla finestra per sentire e vedere l'inquinamento.
Il vice sindaco Del Vecchio avrebbe potuto dimostrare la bontà di quella foce con un tuffo esibizione.
La politica si butta al mare.
La trasparenza dovrebbe essere l'Istituzione tra le Istituzioni a servizio dei cittadini.
Il diritto all'informazione.
Invece diventa il simbolo di un'opacità amministrativa, guidata dagli interessi economici di una città di mare.
Il turismo viene prima di tutto e di tutti.
Gli esposti degli ambientalisti si sommano alla richieste per danni sanitari.
Tutto tace.
Ordinanze di divieto di balneazione pubblicate dopo giorni sull'albo pretorio come nel caso di Giulianova.
Il sindaco Mastromauro si sarebbe dovuto vestire da bagnino e impedire fisicamente ogni tuffo.
Altro che cartelli.
Altro che mancate bandiere blu.
Siamo tutti da bandiera bianca.
Lungo mare sud.
Altro che divieti senza veti.
I peti della politica e quelle arie che si gonfiano di se stessi.
Pescara e Giulianova e i divieti temporanei come una stagione estiva a tempo determinato.
Siamo tutti in scadenza come questi amministratori.
Pd...partito divieti.
Basta avere buona memoria.

Commenta
Commenti