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Il Castello Della Monica: Capre, Capre, Capre!!!

di Anonimo
4 minuti

Con grande piacere abbiamo preso atto dell’adozione, da parte dell’Amministrazione Comunale, del progetto di recupero del Castello Della Monica elaborato dal regista Marco Chiarini. Progetto subito sposato dalla Giunta, con il beneplacito dei competenti funzionari(e). Da amanti di questo complesso monumentale - quali siamo sempre stati da quasi venti anni - per il quale peraltro è stata realizzata a nostre personali spese l’illuminazione della facciata est del Castello principale, abbiamo tuttavia notato alcune curiose, brillanti trovate presenti in questo progetto che il Sindaco e l’Assessore Lucantoni si sono affrettati a presentare urbi et orbi in Municipio. Ed ecco che è saltata fuori la nuova mascotte che avrà il restaurato Castello Della Monica: una capra. Senza nulla togliere alla professionalità e alla competenza di Marco Chiarini, certe idee hanno semplicemente dell’assurdo. Una parte del giardino, si legge nel progetto del regista, dovrà essere popolata da «capre (che facilmente possono diventare mascotte del luogo), da galline (scegliendo le razze più stravaganti), da pavoni o asini». A parte l’errore storico, giacché dalla documentazione d’epoca non risulta che le aree esterne al Castello fossero una sorta di grande stalla a cielo aperto, è buona cosa rivolgere al regista, al Sindaco, all’Assessore Lucantoni e a certi funzionari(e) una semplice domanda: in questo bel progetto avete intenzione di rifunzionalizzare un complesso monumentale o uno zoo?

Dov'é che risulta che il pittore Gennaro Della Monica aveva popolato il giardino del Castello con animali di vario tipo? Dai documenti storici risultano per caso pecore, galline, asini, cavalli o vacche nel Castello? Un progetto di recupero dovrebbe quanto meno essere aderente alla realtà storica dei luoghi, non alterarli in modo tale da trasformare il Castello praticamente in una stalla di lusso. Nel progetto del regista si legge poi, altra nota curiosa, che il terzo livello del Castello ospiterà una foresteria nella quale risiederanno gli artisti, di volta in volta. Un bel bed&breakfast dentro al Castello. A spese di chi, questo bell’albergo? Gestito da chi? Con quali denari? Altra novità del progetto è quella di «far aggredire tutta la recinzione» realizzata anni fa dalla Soprintendenza, che evidentemente al regista, al Sindaco, all’Assessore Lucantoni e a certi funzionari(e) non è piaciuta, «da rampicanti di varia natura e sarebbe anche opportuno, per ripristinare tutta l'atmosfera pittoresca e decadente voluta da Della Monica, fare in modo che l'edera rampicante possa espandersi in alcune porzioni murarie del Castello».

Alla luce di questa interessante trovata, come la mettiamo con le problematiche di varia natura – note all’intero pianeta - che la vegetazione rampicante arreca sempre e comunque alle parti murarie esterne degli edifici? Riguardo poi allo scottante, eterno problema del padiglione est, quello su Via Camillo de Lellis, cosa riporta il progetto? Quali soluzioni indica? Quali scelte adotta? Non è dato sapere. Né tantomeno si dà una qualche risposta sulle unità familiari che ancora vi abitano – e ancora non si sa a che titolo - e sulle tettoie in amianto che ancora insistono sul luogo. Lo hanno chiamato Museo della Fantasia. Nome che ha suggerito un Philippe Daverio ben pagato per indicare soluzioni a funzionari(e) e alla politica, per decenni evidentemente privi di idee in proposito, tanto da dover ricorrere all’ausilio esterno.

Un suggerimento per l’Amministrazione Comunale: la prossima volta leggete bene, riga per riga, quello che approvate e presentate alla Città. E anziché capre, galline, pavoni e asini… si guardi piuttosto alle attività che quotidianamente vengono poste in essere nel Borgo Medioevale di Torino, coevo del nostro. Ben altra cosa dallo zoostalla di cui si fa auspicio nel progetto. Meno fantasia, più serietà.

IL PRESIDENTE DEL COMITATO
             Fabio Panichi

 

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Commenti

Io non ce la posso fare! Sarebbe opportuno inserire nell'elenco una serie di asini, sapete sono in via d'estinzione. Intanto le mie figlie continuano a chiedermi di poter visitare il "castello delle principesse". Che senso ha insegnare la storia della nostra città a delle bambine che favillano di conoscenza quando poi basta una capra a rovinare tutto? No scusate un asino (due in questo caso) che dovrebbero semplicemente rispolverare vecchi libri sulla teramanitá? Suvvia ( adoro questa parola fa chic) non è poi così difficile. Un po' di impegno. Chiedo troppo?
Una fantastica cagata targata Brucchi-Chiarini-Lucantoni. Uffa, quando si rivota?
non ditemi che mi devo sorbire la puzza di ca***e di capre et similia........ con tutto il rispetto e l'ammirazione che nutro per gli animali di qualsiasi specie eh!! SOS!!!
Questa prima notazione mi aiuta a capire che i progetti vanno spiegati come se il lettore fosse un ignorante che mai ha avuto a che fare con l’argomento. Occorre, cioè, non dare nulla per scontato e dettagliare, ai limiti della ovvietà, ogni idea o scelta. Allora dettaglio per punti partendo dal tema della CAPRA. Leggendo quanto riportato da Fabio si da a capire che io avrei scritto nel progetto: che una parte del guiordino DOVRA’ ESSERE POPOLATA DA CAPRE. La scelta dei termini, dei verbi, è importante perché spesso snaturano tutto il pensiero. Nessuno ha imposto l’utilizzo delle capre. Inserire in una proposta il verbo DOVERE sarebbe sbagliato. Il punto forse, su cui si è dibattuto a lungo nel gruppo di lavoro, è sulla presenza o meno di animali all’interno del giardino. Nelle note di Fabio si fa riferimento ad uno Zoo… Ma dove è scritta questa ipotesi nel progetto? Per favore non diamo per veri i dettagli menzogneri. Perché far credere questo? Come in molti esempi di parchi più o meno grandi in Europa, la presenza di animali non chiusi in gabbia a contatto con il pubblico innalza il livello di empatia con il luogo e lo rende vissuto. Anche allevando una capretta o tre galline padovane o un asinello bianco, cosa ne perderebbe il giardino se l’ipotesi è in linea con tutto il ragionamento generale proposto. Va da sé che se il Castello diventasse una sede distaccata della Pinacoteca o del museo del risorgimento di Roma questa idea non potrebbe andare più bene. Ed è per questo che non si è usato il verbo DOVERE nella presentazione. Fabio continua scrivendo che “il progetto di recupero dovrebbe quanto meno essere aderente alla realtà storica dei luoghi.” Quindi significa che il colosseo a Roma, i mattatoi recuperati all’abbandono, la distilleria dove ora insiste la Fondazione Prada a Milano, non essendo più aderenti alla realtà storica sarebbero un errore? Lo stesso vale per il carcere di Sant’agostino dove ora è l’archivio di stato? E per gli ExSeccatoi del Tabacco a Città di Castello dove ora c’è la Fondazione Burri (per gli ignoranti che poi commentano senza saperlo: Alberto Burri è un artista tra i più quotati nel mondo. Pochi giorni fa un suo “sacco” è stato venduto a 11,5 milioni di euro) o per l’ex convento di Santa Chiara a Brindisi ora diventato luogo di rappresentazioni? E come la mettiamo con il Palazzo della Borsa a Genova, la prima nel mondo, che ora è attrezzato per mostre e convegni? E per il manicomio di Teramo cosa dovremmo pensare? Solo la cattedra di Psichiatria se si dovesse spostare lì l’università? E per tornare al Castello: cosa dovremmo farne: ripristinarlo ad abitazione , recuperare le foto di inizio secolo e ricostruire come volle il Maestro? Poiché non aveva un asino non è coerente allevarne uno? E se trovassi una foto in cui scopriamo la presenza di due cani? Possiamo allora tenerli? Ma se lui i cavalli li ha dipinti ma non li aveva… vale lo stesso? Per rendere agibile ai disabili la struttura al secondo piano del castello come si potrà porre rimedio? Si può sacrificare un ambiente per l’ascensore? E per le piante rampicanti? Ci sono foto che testimoniano le scelte estetiche proprio di Della Monica? Vanno rimesse o no? La recinzione? Non ha un sapore neogotico, non è stata progettata o voluta da Della Monica, è del 2007… che suggerisce Panichi con il suo comitato? E poi c’è l’illuminazione… Che regola seguiamo qui? A naso mi viene da dire che Della Monica avrebbe preferito e ipotizzato più le fiaccole che le quarzine da 500 watt. Se fosse stato costretto probabilmente le avrebbe disposte diversamente ad evidenziare i volumi per non rendere tutto piatto. C’è da fare un passo indietro e scorrere bene il progetto che è molto chiaro per chi ha la pazienza di leggerlo con attenzione. La primaria importanza la ha la sostenibilità, ovvero con quali denari la struttura potrà vivere. Ci sono molteplici soluzioni e noi ne abbiamo ipotizzata una. In una sezione specifica si fa riferimento alle entrate quotidiane date dallo sbigliettamento e dall’attività della caffetteria, ma è soprattutto sui progetti europei che pensiamo si possa fondare la possibilità di vita di questo complesso. La realtà dei bandi europei è una risorsa concreta che però ha bisogno di un contesto in cui sviluppare una ricerca e un progetto specifico. L’ipotesi delle residenze d’artista che per Panichi sono motivo di ironia paragonandole al B&B (mi viene da pensare malignamente: unico riferimento evidente della sua cultura) è una possibile chiave per intercettare questi finanziamenti, che permetterebbero di far VIVERE artisticamente e intellettualmente il castello della Monica. Ma vivere davvero con un fermento culturale di alto livello (europeo appunto) e non con un alberello bianco per festeggiare il Natale (si ricorderà Panichi…). Le residenze d’atista, al di là del fatto che sono la prima forma di Mecenatisimo della storia dell’arte, quindi non un B&B ma il più alto livello fucina artistica vera, sono una realtà contemporanea in tutta Europa. Ne esiste una a Teramo, per la Danza, portata avanti da Eleonora Coccagna di Electa con risultati commoventi e ci sono delle misure specifiche per queste nei Bandi del Mibact e della Comunità Europea. Quindi, per spiegarlo bene a chi non è aggiornato, la residenza d’artista potrebbe essere il motore economico che manterrebbe tutta la struttura, che è evidente non può sostenersi solo con i caffè e lo sbigliettamento. -- Panichi poi si sofferma, e qui fa bene, sul padiglione est non menzionato, se non in minima parte nel progetto. Il finanziamento non prevedeva la possibilità economica di intervenire adeguatamente su quella porzione che è attualmente abitata da chi ne ha diritti e che dovrà comunque, a breve tempo, abbandonare. I locali sono del Comune e presto ne tornerà in possesso. Ma si è ragionato nel gruppo di lavoro sulla destinazione futura. Un primo ipotetico riferimento è all’arena che si spera possa entrare in pieno utilizzo nell’0estate 2017. Il padiglione est potrebbe quindi collegarsi a quello spazio per tutto il necessario ad ospitare eventi e spattacoli di una certa complessità. Ma poiché si iniziava a costruire ipotesi su una ipotesi ci si è fermati aspettando che il comune potesse rientrare in possesso dei locali e avesse la disponibilità economica per la rifunzionalizzazione. Infine Panichi fa riferimento a Daverio e ai decenni privi di idee. Anche qui l’ignoranza non lo aiuta a fare bella figura. Di idee sul castello ce ne sono moltissime, e molte sono state inserite nel progetto. Panichi non sa che l’idea del Museo della Fantasia è datata 2004 ed è presente nel programma elettorale dell’allora candidato Sindaco Chiodi. Ripeto: 2004. Daverio nelle sue parole ha solo confermato una idea generale e, si sa come va la comunicazione, ha dato più agio a chi legge solo la cronaca locale da che parlarne (a sproposito spesso). E poi: ultima notazione al riferimento al Borgo medievale di Torino. In che senso si dovrebbe guardare a quell’esempio? Cosa c’entra? Lì si è scelto di dedicarsi all’evocazione del Medioevo ed è museo civico del 1942. C’è una storia tutta differente con spazi e possibilità tutte differenti con possibilità decuplicate. Con un impianto gestionale tenuto in piedi dalla FONDAZIONE TORINO MUSEI. Ha idea Panichi di cosa significhi questo? Ha idea del motivo per cui il turista arriva proprio in quel borgo? Cosa può trovare davvero, cosa è stato costruito in Piemonte e a Torino da 70 anni? Però Panichi non ha del tutto torto e molte idee sono simili a quelle di questa realtà Piemontese e a molte altre fuori regione. Io credo addirittura che altre ipotesi di gestione e sviluppo più efficaci sarebbero accolte con piacere dall’amministrazione e dalla cittadinanza. Io sono però sicuro che il primo passo da fare è di creare una identità propria capace di attrarre finanziamenti e arrivare oltre Bellante e Montorio. Più questa realtà sarà unica, coerente e strutturata e più saranno le opportunità di dare un futuro a quel luogo, di incuriosire i turisti da fuori regione, di entrare in un circuito di eccellenza e non di affettuosa nostalgia.
Forse volevano dire che tutto questo è previsto per il recupero della villa comunale... Sarà un refuso di stampa... Spero...
Chiarini sei sempre lo stesso mi limito a commentarti dicendo che vuoi sempre apparire come il detentore della cultura elevandoti al di sopra del popolo dando degli ignoranti agli altri (ti ricorderai di questo anche tu...) È facile parlare quando hai tra le mani un progetto da due milioni di euro, affidati senza alcuna gara d'appalto in via diretta. (e mi chiedo ancora.. come è mai possibile ciò?) Per quanto mi riguarda i nostri faretti da 500watt posizionati alla bene e meglio GRATIS, anzi, con i soldi miei e degli altri del comitato, valgono molto di più di qualsiasi altra idea BEN RETRIBUITA. L'illuminazione, poi, era semplicemente un urlo disperato per dire alla città "ehi il castello c'è! eccolo! esiste!" e molti ci hanno ringraziato per averglielo fatto scoprire. Dopodiché tutto sarebbe passato nelle mani di PROFESSIONISTI del settore, perché ovviamente non ho le competenze per illuminare e dirigere un complesso architettonico. Sì, se riuscissimo a recuperare tutti gli arredi defraudati nel corso degli anni io ricostruirei l'intera abitazione, che sicuramente doveva essere eccentrica e meravigliosa come tutto il castello, e lì, con una guida, narrare la storia di Gennaro Della Monica E concludo dicendo che per me il castello è sempre stato un bene da vivere inteso come opera unica, completa. Per te il castello è un involucro da riempire con svariate attività che fanno diventare il monumento una CORNICE piuttosto che il CENTRO, una sede. Se invece di recuperare il castello ci fosse stata una fabbrica abbandonata avresti proposto le stesse cose (perché le idee di quel progetto non vanno a valorizzare la storicità e l'aspetto artistico della struttura, ma ne riabilita solo gli spazi) È un po' come avallare l'idea che la Barcaccia di Roma possa diventare una piscina all'aperto solo perché c'è l'acqua fresca quando invece va semplicemente ammirata con gli occhi. Sono punti di vista su come interpretare il recupero di un gioiello architettonico ad maiora.
Il Dott. Marco Chiarini credo abbia percepito, ai sensi della determinazione dirigenziale del 31 dicembre 2015 n. 2064 (che fa seguito alla deliberazione di Giunta del 15 ottobre 2015 n. 415), la somma complessiva di 6100 euro, al fine di partecipare al comitato di indirizzo per elaborare un progetto di recupero del Castello Della Monica. Affidamento diretto. Tutto assolutamente legittimo, ma nel merito non credo che il buon Chiarini, della cui preparazione sono comunque certo, sia l'unico in Città ad avere idee e progetti sul riuso del Castello. A Piazza Orsini invece hanno preferito fare affidamenti diretti. Non hanno sentito nessun'altra proposta. Non una gara, non una ricerca, non una dichiarazione di interesse. Neppure il FAI o Teramo Nostra, che pure hanno avuto un ruolo in questi anni per la vicenda Castello, mi pare siano stati coinvolti dal Comune di Teramo per poter avanzare proposte. Sarà quindi lecito, visto che trattasi di un bene di pubblica proprietà per la cui progettazione sono stati erogati agli incaricati pubblici denari, esprimere critiche e perplessità?
@ Primoli: io sono aperto a qualsiasi dibattito ma raccontando bene e non dando per vere cose sbagliate. Le capre o gli animali sono un dettaglio a fronte di tutto il progetto generale su cui si può ragionare ampiamente e di cui io non sono il detentore della verità assoluta. Ha ragione Panichi se ipotizza una casa d'artista con gli arredi originali... ma non ci sono... quindi che si fa? Una persona viene a Teramo al Castello per vedere cosa? Le stanze del 3 e 4 piano sono tutte intonacate di bianco non c'è nulla più del sapore del tempo. Io credo che ognuno cerchi di contribuire come può e riesce a ciò che ha a cuore in città con risultati più o meno riusciti. Primoli si è candidato nelle file del Sindaco Brucchi ma non ci è stato votato neanche dallo stesso comitato di cui si faceva portavoce nel suo programma; Panichi accende le luci sul castello e gira un documentario, il comitato del castello mette l'alberello bianco di plastica a Natale col tappeto rosso... Poi ci sono i commentatori anonimi che se incontri per strada ti abbracciano e una gran quantità di persone che ha gravitato con diverse energie intorno al Castello con risultati via via più o meno efficaci. Daverio e Sgarbi hanno detto la loro e non è vero che in città non ci sono idee o che non si è capaci di progettare. La realtà concreta è che occorre trovare una maniera strategica di fare in modo che il castello possa mantenersi. Come? Io ho proposto una ipotesi, su richiesta, che segue anche le necessità progettuali degli architetti, del bando regionale e della sovraintendenza. Perchè hanno incaricato proprio me per pochi euro? Credo si siano convinti con le caprette e l'asino. Beeeehhhhh.
Cari Panichi, Primoli e commentatori anonimi, ma MAGARI... Magari si riuscisse a fare la metà di quel progetto. Sarebbe un passo in avanti eccezionale. Per tutti. Sarà difficilissimo.
Abito in quella zona e, con tutto il rispetto, il mio parere sul progetto del Castello Della Monica non si identifica con quello del Presidente del Comitato di quartiere, e come me altre persone. Per cui, umilmente, invito il signor Panichi ad esprimere la propria opinione in modo strettamente personale. Anzi sarei interessata a far parte del Comitato di quartiere! Ha una sede? dove si riunisce? Chi sono i componenti del comitato? Comunque è bene ricordare che i progetti vanno letti prima di commentarli, perché è il parlare senza conoscere che rende l'uomo una CAPRA!
C'é chi fa qualcosa per questa Città - come il sottoscritto o Panichi o Paoletti ed altri - utilizzando denaro proprio, Chiarini, senza chiedere un solo euro di denaro pubblico. Tu puoi dire lo stesso, tesoro? Noi, il FAI, il Comitato di Quartiere, Teramo Nostra e molti altri hanno nel tempo avanzato proposte sul recupero del Castello. Ma nessuno lo ha fatto dietro compenso di 6100 euro, come è accaduto nel tuo caso. Sulle capre, sui pavoni, sulle galline, sugli asini che ragliano e su molte altre trovate di questo tuo progetto, che ho letto e che non condivido pienamente, ho parecchie perplessità. E non ho alcun problema a fartelo presente. Anche senza percepire i compensi che percepisci tu in affidamento diretto. PS: Chi ha collaborato con il Sindaco Brucchi in campagna elettorale, girando spot propagandistici a suo favore?
Chiarini, io penso che recuperare piano terra e primo piano (inteso come restaurare i dipinti, molti dei quali narrano la storia della città) sia l'elemento fondamentale del progetto, ciò su cui concentrarsi. I piani superiori possono diventare il museo dei quadri di Della Monica. (e ne sono tantissimi!) Quindi non destinargli una semplice sala, ma fare dell'intero complesso un inno alla sua persona. Una sala potrebbe essere una stanza buia dove proiettare un docu sulla sua vita. Una stanza potrebbe ripercorrere la vita di Gennaro attraverso i suoi scritti originali, le lettere agli amici, le testimonianze dei suoi viaggi, i racconti di chi ancora lo ricorda uscire dal castello con un tappeto rosso steso dai paggetti (già, il tappeto rosso... non era un caso) sono idee buttate ora al momento.. Ed è qui che ci scontriamo nuovamente. Per me il castello è un'opera omnia, completa, conclusa.. fatta di un fuori e di un dentro, di una facciata piena di elementi stilistici diversi (e non neo-gotica) e un interno meravigliosamente affrescato.. e ciò deve restare, senza che diventi altro! La gente deve venire a Teramo a vedere il Castello perché il Castello è bello! Perché vuole conoscere Della Monica! Non perché dentro ci si fa qualcosa, o c'è il laboratorio di ceramica. Perché introdurre attività aliene? Non è più romantico e quasi un dovere morale raccontare e innalzare la figura di questo grande personaggio? Oppure ci prendiamo quello che ha realizzato e ne facciamo altro? Il castello è Gennaro, non altro. Il castello narra di una persona eclettica, sotto ogni punto di vista Mi spieghi poi come fai conciliare la presenza di asini raglianti o capre belanti con eventuali spettacoli all'aperto?! Li rinchiudiamo? Li sgozziamo? Che facciamo? Ok non hai messo "dovere" ma l'hai proposto. Nei parchi che dici tu, gli animali ci sono ma sono parchi di ettari immensi.. qui parliamo di un giardinetto e l'associazione capra-facciata del castello è inevitabile qualora ci fossero. (oltre, ripeto, a non rispecchiare la storia del giardino che anzi vedeva una fontana piena di piante di papiro) Come già scritto nel comunicato, noi non discutiamo delle tue capacità nel tuo ambito professionale, ma siccome in materia di recupero di un sito storico (il cui valore ha evidentemente un peso diverso da persona a persona) sono ignorante quanto te, io mi permetto di commentare le tue idee e gradirei che la palla passasse a chi ne sa più di noi.. uno storico, un conoscitore della storia dell'arte, un architetto.
ovviamente nel commento di prima sono io.. non Anonimo
@la residente del quartiere il Comitato non è quello di quartiere, cui fa capo un altro presidente il nostro comitato, chiamato CASTELLO APERTO nasce per illuminare il castello nel Natale di due anni fa e in quella occasione era possibile conoscerci e aderirvi. Siamo stati presenti per due settimane e pubblicammo sui quotidiani locali il comunicato di nascita di tale Comitato. io parlo a nome del mio comitato (quattro persone) e non del quartiere, ovviamente Giusto per chiarezza
Caro Primoli e caro Panichi: io vengo pagato quando lavoro. L'anomalia sarebbe stata farlo gratis. E ancora di più farlo gratis e male. Io sono un professionista, cioè è la mia professione e per questo motivo vengo pagato. Ho la mia partita iva e sui miei compensi pago le tasse? Mbè? Anzi: Mbhehhhheeee? In che senso tu quindi lo fai notare? Cosa ho fatto di strano? Perchè poni l'attenzione su un comportamento corretto? Semmai il comportamnto scorretto è di chi ha istallato una illuminazione senza un progetto, gratis, di tasca propria, per utilizzarlo dopo in queste chiacchiere da blog o per prepararsi la campagna elettorale che poi ha perso. Se un candidato alle elezioni mi chiede un lavoro e mi paga io questo lavoro lo svolgo al meglio. Cosa c'è di strano? Entrando nel dettaglio delle 6100 iva compresa: sarebbero dovute essere 15000 ma ho fatto un favore alla mia città. Infine: io presto la mia opera di volontario NON PAGATO per l'Associazione senza scopo di lucro Cineforum Teramo che ha organizzato nei giardini del castello l'estate scorsa Cinermania con risultati che non occorre ti faccia presente. Fate i bravi e tornate anche voi al lavoro per cui siete pagati.
Questa vicenda mi puzza ...come potrebbe puzzare la caccia di capra. Chiarini percepisce dei soldi per essere pagato per le riprese durante la campagna elettorale???
Qualcuno eiesce a dirmi quali sonio le competenze di Marco Chiarini e se c'è un ente che le ha certificate, qual è. Resto in speranzosa attesa.
Chiarini stai confondendo molte cose noi, prima di mettere l'illuminazione, abbiamo presentato un progetto in comune. Non siamo entrati nei giardini abusivamente né tantomeno abbiamo installato le luci senza chiedere permessi.. (Come tenti di far credere) come vedi anche noi agiamo bene, ma gratis, per fare un reale favore alla comunità, senza finti mecenatismi da assottigliamento di compensi. La stessa Paola Di Felice ha approvato l'illuminazione con un suo sopralluogo. Quindi sminuisci anche il suo lavoro. Noto che sorvoli con grazia il tema del recupero di una ex fabbrica confrontato al recupero di un castello affrescato, dato che li hai messi alla stregua Infine, come chiede la signora Marisa, vorrei sapere quale qualifiche hai per avere le competenze circa il recupero e riuso di un sito storico-artistico un diploma di accademia di belle arti penso non sia sufficiente, né tantomeno lo sono le mie due lauree estranee all'ambito anche io sono un professionista e ho la mia professione e quindi? Significa che posso fare qualsiasi lavoro? Non lo sapevo! Mi devo aggiornare o conoscere la gente giusta
Chiarini, fai poco lo svelto... che con me le cazzate non attaccano. Se tu capissi (non dico sempre, ma magari a giorni alterni) ciò che scrivo, ti accorgeresti che nessuno ha messo in dubbio la legittimità dell'affidamento diretto e la somma di 6100 euro che ti è stata versata. Il discorso è un altro. E cioé quali sono le ragioni per le quali un regista, e non un architetto, è stato incaricato di redigere un progetto (che continuo a ritenere ridicolo) sulla rifunzionalizzaziobe del Castello eludendo mille altre proposte e professionalità che nel tempo si sono fatte avanti sulla tematica. E non mi riferisco al sottoscritto, ma alle mille altre realtà culturali di cui questa Città è piena. Sulla nostra illuminazione gratuita, pensata da anni e portata a compimento solo nel 2013 (magari mentre tu eri impegnato nelle repliche dell'Uomo Fiammifero), pensare che si sia trattato di una questione da spendere in campagna elettorale è cosa che ti qualifica da solo. Ulteriori parole non servono. Ma d'altronde, mio caro regista, a Teramo c'é chi è abituato a lavorare e a festeggiare successi pagati di tasca propria... e chi invece ottiene risultati solo attingendo al denaro pubblico. Questione di stile, di capacità e magari anche di vicinanze, vero? Io preferisco i nostri faretti gratuiti. Tu lavora pure con gli incarichi diretti, i tuoi 6100 euro, le tue capre e i tuoi asini raglianti. PS: Quando si scrive un progetto, signor regista, l'ortografia magari controllala. UN ALTRO si scrive senza apostrofo.
@panichi. Pardon, non era chiaro e ammetto di non aver mai sentito parlare del Comitato Castello Aperto. Sarò anche io una capra... Comunque, da circa un paio di anni, passo non dico quotidianamente ma quasi davanti al Castello Della Monica. Le uniche volte in cui l'ho visto aperto sono due: per le riprese di un documentario e per delle proiezioni per bambini quest'estate, dove ho potuto portare la figliolanza ad ammirare il "Bel Castello Marcondirondirondello". Poi sì, a Natale l'ho visto illuminato: l'effetto era magico, ma non si poteva accedere... Comunque la discussione sta prendendo una piega scadente e personale, che è solo per gli addetti ai lavori, se così si può dire. Scusate l'intrusione.
E niente, ci stanno sempre beghe politiche di mezzo. A me il progetto di Chiarini non piace come non mi piace il modo in cui gli è stato affidato e i rapporti perversi che si riscontrano, anche in questo caso, tra professionisti e politica. Il progetto di Chiarini non mi piace, ma è un progetto: estrapolarne alcune parti a fini strumentali è, oltre che inutile, dannoso per un qualunque dibattito sulla destinazione del castello. Signori, ma davvero pensate che ripristinare i vani del castello come una bomboniera porterà a Teramo qualche turista? E con quale sforzo di marketing e pubblicità se per primi i teramani stessi fanno spallucce di fronte ai propri tesori? Ammettiamolo: siamo beceramente localisti e autoreferenziali se pensiamo che "fare dell'intero complesso un inno alla sua persona [di Gennaro Della Monica]" possa bastare a qualcosa. Bisogna di certo trovare un fine ultimo e sostenibile alla struttura: certo è importante un restauro filologico, ma cristallizzare tutto per avere un altro spazio sempre deserto sarebbe l'ennesima sconfitta dopo tanto ciarlare. Del progetto di Chiarini, e del suo fervore, condivido un'idea: la residenza per artisti. In tutto il mondo quelle che vengono chiamate "fellowship" sono uno strumento straordinario di crescita sia per le persone ospitate che per le realtà ospitanti. Riflettiamoci su tutti, prima di riempirci la bocca di cose di cui non sappiamo nulla. Impariamo a fare rete e collegare quanto abbiamo per farlo fiorire. Magari impariamo tutti, tutti quanti, qualcosa.
Ciò che mi sconcerta è la Soprintendenza dei Beni Architettonici. Possibile che non abbia obiettato che il progetto sia stato affidato a chi non è del settore? Che si fa si manda al macero più di 50 anni di dibattito per quanto riguarda il recupero del nostro patrimonio aolo perchè si vuole trasformare il castello in un'attrazione degna di Mirabilandia (a me infastidisce anche il nome"Museo della Fantasia", in quanto è semplicemente sensazionalistico e lontano dalla vera realtà dell'artefatto culturale)?
Mettiamoci anche le pecore...ed i ns. pseudo-politici a pascolarle così i bambini potranno ammirare un bel presepe vivente in città .
@ttl Ti do ragione in parte.. In quella in cui dici che occorre collaborare e scambiare opinioni, cosa che non è stata minimamente fatta assegnando un progetto al buio. Dopodiché l'idea della foresteria mi desta perplessità a livello di gestione.. e soprattutto, perché farla lì e non in altri spazi abbandonati della città? Non ci vedo un nesso con il recupero Infine, come si evince da tutto il comunicato, è stato preso l'aspetto più ludico (le capre mascotte) per agganciare la polemica, per poi proseguire con punti più pertinenti l'intero progetto. (La foresteria, il laboratorio possono sorgere nel borgo medievale a valle del castello, non NEL castello, che preserverei da ogni forma di ulteriore modifica) Qui il fulcro è uno solo: stiamo recuperando il castello inteso come edificio o come monumento? Perché il progetto di Chiarini, a mio avviso, lo sta recuperando come un semplice involucro dentro il quale inserire iniziative artistiche e non che possono tranquillamente vivere in altri spazi. Io ritengo che il castello debba essere recuperato come monumento, perché è un monumento. Dentro e fuori. Quindi elogiare e recuperare al massimo l'aspetto stilistico, utilizzando le zone ormai irrecuperabili come appendici che raccontino la storia del castello stesso e di Della Monica. Poi dobbiamo essere bravi noi a farlo diventare importante nazionalmente. E so che è difficile, ma nemmeno un laboratorio o un teatrino portano turisti, concorderai. Riempiono le stanze ok, ma di chi? E per chi?
Ultima notazione perchè c'è molta confusione che conferma la realtà di un branco di ignoranti anonimi leoni da tastiera (l'ultima questa tal Francesca). Per spiegarvi la procedura: Il progetto nel suo complesso è stato redatto da Architetti, Ingegneri, geometri, tecnici accreditati per il restauro, tecnici del comune, ingegneri del comune, la direttrice del Museo e il sottoscritto. Nel gruppo di lavoro c'era chi aveva redatto addirittura la sua TESI DI LAUREA in architettura sul castello con documentazioni fotografiche dei primi anni 80 utilizzate poi per alcune decisioni cruciali. Le argomentazioni presenti nella tesi, la ricerca stilistica e tutto lo studio universitario probabilmente sono le prime testimonianze di una attenzione scientifica validata da professori universitari. La regione Abruzzo per stanziare il finanziamento e approvare tutto il complesso dei lavori non si basa sul progetto di cui ognuno di voi urla allo scandalo più eclatante o alla virgola sbagliata o alla presenza o meno di capre. Non siate superficiali e abbiate la dignità di non portare così in basso una discussione senza avere neanche contezza di chi ci sia dietro un progetto pubblico e quali complessità sono state superate. La polemica è partita dalle capre perchè ognuno ragiona e nota quello che conosce meglio, è evidente. Non riesco a trovare una spiegazione... Si parla di un progetto nel complesso di 2,7 milioni di euro e uno ancora parla dell'illuminazione che hanno pagato di tasca loro... o quell'altro che suggerisce di riempiere le stanze con le opere di Della Monica (ma lui li ha questi quadri? o crede che i proprietari glie li cedano...?), o che nella stanza più grande al buio si può proiettare un documentario del maestro???!!!!! Ma vi rendete conto o no? C'è quindi un progetto architettonico di recupero con riferimenti alla struttura, al consolidamento, al recupero delle pitture murali, alla posizione degli impianti, dei passaggi per i disabili, degli ingressi, dei locali di servizio, insomma di tutto quello che è necessario per partecipare ad una assegnazione di fondi, come quelli stanziati dalla Regione. La sovraintendenza in tutto questo ha richiesto anche un elaborato che chiarisse una ipotesi di utilizzo per dare un senso al progetto tecnico che, per gli ignoranti che si preoccupano delle capre, deve seguire dei vincoli tecnici stringenti e dettagliati. Il progetto deve prevedere una SOSTENIBILITA' ed è passata al vaglio della sovraintendenza che ha preso atto della programmazione citandola nel verbale!!! Negli anni si è ampiamente discusso su cosa farne del Castello e tra i vari interventi, più o meno originali la GIUNTA e quindi il SINDACO, parecchio tempo fa in concomitanza con l'arrivo di DAVERIO, quando il finanziamento era paventato e quando ancora c'era molto tempo per eventuali polemiche, ha dichiarato che al Castello c'era l'interesse a farlo diventare MUSEO DELLA FANTASIA. Da dove poi provenisse questa idea primigenia è un altro fatto. Ma uno dei promotori di questa idea fu DAVERIO che credo abbia abbastanza titoli per ipotizzare o meglio, suggerire, una tale scelta. Il mio compito quindi , seguendo anche il mio mestiere per cui a Teramo e fuori da Teramo vengo interpellato e pagato, come sempre ripetuto in conferenza stampa e in ogni intervista che facilmente trovate in rete, è stato quello di orchestrare le varie istanze tenendo presente le necessità e i vincoli ineluttabili (appunto architettonici e legati alla sovraintendenza). In ogni sito si possono certamente operare scelte diverse e ognuna può essere leggittima e sensata se redatta con un certo criterio; in questo caso il filo conduttore è stato la scelta del MUSEO DELLA FANTASIA e da qui si è andato avanti. Si parla di APRILE 2014. Poteva essere la casa d'artista, l'enoteca regionale, un hotel di lusso... va bene. Ma nel dibattito che ne è scaturito in cui anche DAVERIO è stato coinvolto, e a cui nessuno in città ha posto dei dubbi quando era opportuno, si è operata una scelta che nel progetto è ampiamente argomentata. Capisco che è difficile leggere le carte bene e spesso ci si sofferma sulle cifre, ma tutto il progetto ha visto numerosi professionisti lavorare coesi e in linea con scelte condivise da tutti. Purtroppo, accusatemi pure di quel che volete, ma il dibattito così impostato e con queste argomentazioni lontane dalla realtà effettiva, non conviene più portarlo oltre.
Chiarini, per me la questione finisce qui dal momento che insisti nell'offendere chi si relaziona con te elargendo insulti ("branco di ignoranti") non mi sento di portare avanti la discussione ormai arrivata a un livello bassissimo buon lavoro
Dove ci sono tanti galli o ci sono tante galline ( piccioli) o c'è tanta merda.
Ogni progetto ben fatto, è naturale, abbisogna dell'intervento di una serie di professionalità differenti. Ognuno per la propria parte contribuisce all'unità della progettazione e all'obiettivo finale. Risulta altrettanto innegabile, tuttavia, che ogni progetto si redige tenendo comunque ben presente il punto di arrivo. Se io devo progettare il recupero di un bene artistico, lo faccio e lo disegno alla luce di quello che quel bene dovrà ospitare e della funzione che dovrà avere. Il restauro tout court, senza sapere cosa fare del bene e come rifunzionalizzarlo, è roba che non sta in piedi. Fin qui siamo tutti d'accordo. Il fatto tuttavia che al terzo livello del Castello debba essere realizzata la foresteria - bad&breakfast, o come la si voglia chiamare, chi l'ha deciso? Il fatto che l'area del giardino a destra o a sinistra della scalinata centrale debba essere adibita a «giardino creativo» chi l'ha deciso? Il fatto che possano essere anche allevate capre, galline e asini che ragliano chi l'ha deciso? Il fatto che al piano terra debba essere creato il «teatrino dell'argilla» chi l'ha deciso? Tutto lecito, tutto legittimo, tutto possibile. Ma chi ha preso alla fine la decisione di adibire questo o quel locale a questo o quello scopo? Il Sindaco? La Lucantoni? La Di Felice? Chiarini? Mi sta bene tutto... ma non posso certo credere alla storiella che questo progetto è la sintesi delle varie proposte di riutilizzo pervenute dalla Città nel corso degli anni. Perché so bene che non è così. Chiarini dice che la cosa era comparsa anche nel programma elettorale di Chiodi del 2004. Siamo sicuri che era proprio in questi termini (albergo per gli artisti, animali sparsi nel giardino, teatrini e osservatori sui tetti)? Siete proprio sicuri, ad esempio, che le proposte che voi oggi avete presentato attraverso un progetto, questo sì affidato in via diretta e senza ascoltare le istanze della Città, siano in linea con le risultanze che nello stesso 2007 emersero sul tema Castello e vennero indicate dagli stakeholders territoriali nell'ambito del tavolo sulla cultura del Piano Strategico? Non è tanto la questione delle capre, delle vacche o degli unicorni: è il modus operandi che non mi piace. Di laureati in Architettura ne conosco a decine anche io, con le rispettive tesi vertenti proprio sul Castello Della Monica. Io stesso ho aiutato, per quel che potevo, diversi ragazzi che si sono poi laureati nella Facoltà di Architettura all'Università "D'Annunzio". Le loro tesi di laurea, le loro proposte hanno meno valore di quelle che, unilateralmente, sono state recepite in questo progetto presentato da Chiarini? Chiudo con un'ultima annotazione: il fatto di riportare nel Castello le opere pittoriche e le carte di Gennaro Della Monica non è un'idea strampalata di Panichi. La cosa viene da molto più lontano, caro Chiarini. Sbaglio o era una delle ipotesi che espressamente risultavano nei documenti relativi alla mostra di arte contemporanea che ebbe luogo nel giardino del Castello dal 18 al 30 settembre 1999? Sbaglio o alcuni dei passaggi che oggi leggo, curiosamente, nel tuo progetto... guarda caso, sono i medesimi di quelli che leggo nei documenti del 1999? Io ho tanti difetti. Uno di questi, ahimé, è quello di avere una buona memoria... e di conservare tutte le carte.
Mi sta affascinando questa discussione per un motivo semplice. È uno scontro tra due creativi con il rispettivo ego che vuole prevalere. Sicuramente verrá partorito un prodotto creativo. Basta che collaboriate. Giancarlo ti offri come mediatore?

Ancora no, Pino, ho ancora molti pistacchi di Bronte da consumare.

 

Son milioni di Euro, mica bruscolini!
Scusate, ma per i cosiddetti animali da cortile, non c'è il divieto di detenzione nei centri abitati? Si potrebbe andare in deroga? Aumento di lavoro per il Tribunale in vista!!!!
e Bosi, dove lo mettete? Non voklete mica lascairlo fuori insieme al defenestrato Palestini?
Più leggo questo articolo e i relativi commenti delle parti in causa, più capisco perché la nostra città è destinata a morire... Siete ridicoli.... Nessuno escluso, sia chiaro!