Occupazioni abusive, un’emergenza che attraversa l’Italia
Il fenomeno delle case occupate abusivamente continua a rappresentare una criticità diffusa su tutto il territorio nazionale. Secondo le stime, sarebbero circa 50.000 gli immobili occupati, tra proprietà pubbliche e private, anche se una ricognizione puntuale resta difficile. Le situazioni più complesse si concentrano nelle grandi città, dove l’occupazione riguarda soprattutto alloggi popolari e abitazioni private. Un fenomeno spesso ricondotto alla crisi abitativa, ma che ha finito per imporre un intervento normativo più incisivo da parte dello Stato.
La stretta normativa e il nuovo impianto repressivo
Sul piano giuridico l’occupazione abusiva è oggi qualificata come reato penale a tutti gli effetti. Con la Legge 80/2025, inserita nel quadro del Decreto Sicurezza, il legislatore ha introdotto un inasprimento delle sanzioni: la pena detentiva può arrivare fino a sette anni. La nuova normativa prevede condanne comprese tra i due e i sette anni di reclusione e introduce procedure di sgombero accelerate, in particolare nei casi che coinvolgono la prima casa, segnando un cambio di passo rispetto al passato.
Proprietari tra tutela formale e tempi giudiziari
I proprietari degli immobili occupati hanno la possibilità di presentare denuncia alle forze dell’ordine o alla Procura della Repubblica. Tuttavia, nonostante il rafforzamento del quadro normativo, la risposta giudiziaria continua a scontare rallentamenti significativi. Le procedure restano spesso lunghe e complesse, alimentando una sensazione di tutela più formale che sostanziale per chi subisce l’occupazione della propria abitazione.
Le cause profonde: emergenza abitativa e sistema fragile
Alla base del fenomeno vi è una crisi abitativa strutturale che, in molte aree del Paese, rende difficile l’accesso a un alloggio regolare. Una condizione che spinge famiglie in difficoltà verso l’occupazione di immobili, pur restando un comportamento illegale. A questo si aggiunge la presenza di un patrimonio immobiliare inutilizzato particolarmente esteso: quasi dieci milioni di case sfitte, secondo alcune fonti, e una stratificazione normativa che, nel tempo, ha reso il sistema vulnerabile.
Il cratere sismico e il paradosso della sicurezza
Nel cratere sismico dell’Italia Centrale, e in particolare nel territorio teramano, il fenomeno assume contorni ancora più critici. Le occupazioni di appartamenti dichiarati non agibili dopo il terremoto risultano frequenti e persistenti. Le denunce presentate da enti proprietari e privati non sono riuscite a indebolire il fenomeno, complice il rallentamento dei controlli dovuto alle procedure legate alla sicurezza degli edifici. Una sicurezza che, sul piano sociale, finisce per essere garantita agli occupanti, mentre viene di fatto negata ai legittimi proprietari degli immobili.
Commenta