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Dedicato a mio figlio. Il coraggio di fiorire oltre le etichette...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

A mio figlio e a tutti i quei bambini “di􀆯icili” che devono farsi strada tra pregiudizi ed etichette.
Mio figlio ha 8 anni.
È un bambino con doppia eccezionalità, è plusdotato e iperattivo. Due parole che spesso
fanno pensare solo a un bambino “intelligente ma ingestibile”, ma che in realtà raccontano
una complessità fatta di grandi potenzialità e forti sfide emotive.
Fin da piccolo è stato etichettato come maleducato, disobbediente, difficile… in un contesto
scolastico poco preparato che non è riuscita a guardare oltre le sue difficoltà emotive, a
cogliere che dietro tanta ostilità, c’era solo un bambino che cercava di essere visto davvero.
Anche per me, come madre, non è stato semplice.
Non è stato facile sentirsi dire, seppur in maniera velata, che quel bambino non era all’altezza
di quella scuola e dei bambini che la frequentano.
E forse è per questo che spesso veniva isolato dal contesto classe.
Non è facile accompagnare un bambino che “non rientra negli schemi”, quando a essere
messi in discussione siamo anche noi genitori.
Ma io ho sempre creduto in lui.
 

E lui, soprattutto, ha creduto in sé stesso. Anche nei momenti più faticosi.
Insieme abbiamo affrontato un percorso intenso: terapie, strategie, tanta pazienza e amore,
ma anche giorni difficili, momenti di rottura e di sconforto.
Poi è arrivata una scuola nuova, un contesto diverso, ma alcune dinamiche che si erano
costruite dalla pregressa esperienza, andavano spezzate. Non è stato semplice, ma l’aver
incontrato insegnanti capaci di vedere oltre il comportamento, ha permesso a mio figlio di
andare oltre quell’immagine negativa di se stessò.
E lì, finalmente, è sbocciato.

Oggi mio figlio ha ricevuto una pagella eccellente, con voti altissimi e un giudizio ottimo nel comportamento. Ma ciò che più conta è che è cresciuto dentro: più consapevole, più sereno, più forte. Non è più il bambino che “disturbava”, ma quello che fa domande profonde, crea connessioni brillanti, emoziona chi lo ascolta. Il cambiamento non è stato improvviso né scontato . Ma è stato suo. E di questo io sono immensamente orgogliosa. Perché sotto quella rabbia, sotto quel bisogno urgente di essere capito, c’era sempre un cuore straordinario che aspettava solo di essere accolto. Oggi so che non era lui a dover cambiare, ma il modo in cui veniva guardato. Sono grata alle sue insegnati e ai suoi compagni di classe, sono grata alle terapiste e a  chi ha saputo vederlo. Ma soprattutto, sono grata a lui. Perché mi ha insegnato che i bambini “diAicili” non sono bambini rotti , anzi sono spesso quelli che ci insegnano di più. Sebbene io sia  consapevole che questo traguardo raggiunto ,non sia ancora l’arrivo, voglio viverlo come una grande ripartenza. Sii fiero di te Nic

Lettera Firmata 

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