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La fibra arriva nelle case Ater da abbattere...

di Giancarlo Falconi
3 minuti

"Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso,
ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non
godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda". Italo Calvino e le sue città invisibili; una rete metafisica che si compendia in Lezioni Americane, «entro la quale si possono tracciare molteplici percorsi e ricavare conclusioni plurime e ramificate». Quante famiglie sono rientrate dal terremoto a Colleatterrato? Quante gru sono in piedi per la Ricostruzione? Avete visto nei nostri articoli appartamenti distrutti e vandalizzati; case senza sorveglianza riempite di immondizia e abbandonate senza cura e manutenzione. Sette anni dopo siamo andati in via Giovanni XXIII,; la memoria di Roncalli nella sua massima «Ognuno può diventare papa; la prova di ciò è che io lo sono diventato.».

Che cosa ho visto oltre alla disperazione dei residenti? I lavori della fibra in palazzine che probabilmente saranno abbattute è il massimo dell’assurdo in un teatro orfano di Giorgio Strehler. Immaginate i lavori della Fibra in case che devono essere abbattute. Cioè in sette anni nessun lavoro di Ricostruzione, di abbattimento e Ricostruzione ma la Fibra per internet in case che sono disabitate da sette anni. Vedere l’ascensore di Liliana deceduta mentre sperava di poter rientrare nella sua casa; morire assistita dal marito Tonino e dai suoi figli ma a casa sua, nel suo mondo, fa dispiacere. Un ascensore che ai tanti costò lo sciopero della fame tanti anni fa. Ascoltare Tonino che racconta di tutte le battaglie fatte per avere un casa migliore e senza le barriere architettoniche, l’ascensore è nuovo, rende l’idea di una comunità che si sente abbandonata.

Quelle stesse palazzine che sono diventate una unica e grande di scarica. Vetri rotti dei portoni, grossi bi-
doni abbandonati, i garage che ospitano delle autovetture, fantasmi che fuggono ma che aleggiano da un piano all’altro senza troppi imbarazzi. Che dire? Nulla. Non abbiamo visto un solo controllo. Potevamo fare ciò che volevano senza alcuna supervisione. Tonino si è fermato davanti al suo portone, in mano l’autorizzazione dell’Ater. Il ricordo gli corre veloce davanti agli occhi e poi tutta quella indegna immondizia, quella sporcizia ovunque, l’erba che è diventata una savana, quella mancanza di rispetto amministrativo, quella dimenticanza nella cura di un bene pubblico.

Una vera vergogna senza altre parole da aggiungere o da sottolineare. Ci sarebbe piaciuto vedere altro ma l’imbarazzo era in ogni angolo. Queste persone hanno bisogno di una risposta seria, data da persone serie.
Hanno bisogno di certezze, di tempi giusti. In tanti non riusciranno a rientrare per anzianità; in tanti sono deceduti come è deceduta, la questione etica e morale.

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Commenti

Grazie Giancarlo perché dai voce e visibilità ad un quartiere abbandonato da tutti. I problemi sono tanti, soprattutto per le persone che sono fuori da anni ormai,ma anche per noi che ci abitiamo, ma siamo considerati cittadini di serie "B". La promessa di una "promozione in A" ci sarà "forse" con la Passarella per le imminenti elezioni. Si spera, nel caso, che le promesse vengano mantenute.

Mi auguro che qualcuno delll'amministrazione comunale legga
"i due punti"... costantemente.