La diffusione della fibra ottica in Italia procede tra cantieri aperti e polemiche crescenti. Quella che dovrebbe essere un’infrastruttura strategica per lo sviluppo digitale del Paese si scontra con problemi concreti: strade danneggiate, ritardi nell’attivazione, lavori di scarsa qualità e una copertura che, in alcuni casi, resta solo sulla carta. A questo si aggiungono accuse di scorrettezze tra operatori e una burocrazia che rallenta ulteriormente i tempi. I sindaci chiedono controlli più severi, mentre i cittadini denunciano l’impossibilità di accedere al servizio nonostante la rete passi sotto casa.
Danni e scavi mal eseguiti
Tra le criticità più evidenti ci sono gli scavi. In molte città si segnalano interventi non autorizzati o ripristini delle strade eseguiti in modo approssimativo o con forte ritardo. Il risultato è il deterioramento del patrimonio pubblico, con danni a manti stradali e basolati storici, e dubbi sempre più insistenti sulla legittimità e sull’operato delle ditte subappaltatrici coinvolte nei lavori.
Ritardi e civici senza connessione
Nonostante la presenza visibile dell’infrastruttura, numerosi utenti restano senza connessione. Tombini installati ma linee non attivabili, appuntamenti saltati e tecnici che non si presentano alimentano la frustrazione, soprattutto nelle cosiddette “aree bianche”, dove la rete è pubblica ma risulta ancora poco sviluppata e difficilmente accessibile.
La sintesi del tutto e del contrario di tutto? Teramo.
Abbiamo scritto pagine intere di lavori eseguiti con il mal di pancia e fughe delle ditte subappaltatrici e poi il capolavoro. La prima pianta di fibra in Italia. Appena nata. Auguri a tutti noi.
Guardate https://www.youtube.com/shorts/B2aa0e9DvC8
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