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Definire "zoccola" una donna impegnata in politica non è reato?

di Anonimo
2 minuti

Insultò la collega consigliera ma era una metafora poiché riferita nell’alveo della sfera politica. Lo ha deciso il giudice di pace, Gianna Cipriani, che ha assolto l’ex sindaco di Sulmona, Bruno Di Masci, dal reato di diffamazione nei confronti dell’ex consigliera comunale leghista Roberta Salvati. Per il giudice il fatto non sussiste.

Nello specifico, come riferisce il quotidiano Il Centro, Di Masci era finito sotto processo poiché, comunicando con più persone, avrebbe offeso la reputazione della collega consigliera Roberta Salvati, pronunciano al telefono ad alta voce alla presenza di clienti in un locale una serie di epiteti tra cui “z…”, concludendo con …Dio ci salvi dalla Salvati”.

Commenta Salvati, che ha ricevuto la solidarietà del segretario regionale della Lega, Luigi D’Eramo: “Cosa ci dice questa sentenza? Ci dice che una donna impegnata in politica, da oggi, potrà essere insultata con termini sessisti e denigratori senza conseguenze, il che è grottesco, oltreché inaccettabile. La politica dovrebbe essere uno spazio in cui le persone sono giudicate ed anche criticate per le loro idee, il loro impegno e la loro capacità, ma ciò deve avvenire nel rispetto dell’altrui personalità. Continuerò la mia battaglia nelle sedi opportune, perché questo verdetto inaccettabile rappresenta un ulteriore affronto non solo alla mia onorabilità, di donna e madre, ma anche all’onorabilità di tante altre donne in qualsiasi ruolo e posizione sociale”.

L’ex sindaco si è sempre difeso al riguardo spiegando di aver proferito quelle parole solo in riferimento alla sfera politica e non sul piano personale, per giunta in un contesto assolutamente privato cioè nel locale in quel momento chiuso al pubblico, senza sapere di essere ripreso. Il video, diffuso in in consiglio comunale il 12 settembre 2018, era stato girato da una donna presente nella riunione politica oggetto della presunta diffamazione. In realtà il giudice ha ritenuto credibile la tesi dell’ex primo cittadino.

“Nessun attacco sessista dal momento dal momento che nel linguaggio politico quella parola viene spesso coniata anche per il genere maschile”, ha commentano all’Ansa Di Masci che è stato difeso dagli avvocati Silvia Iafolla e Gianfranco Iadecola.

Commenta però il segretario della Lega Abruzzo, Luigi D’Eramo: “Il confronto politico non deve mai prescindere dal rispetto reciproco, aldilà della diversità di vedute. Che un giudice, peraltro donna, definisca un epiteto che ha una chiara connotazione come una metafora riferita alla sfera politica ci lascia quantomeno perplessi. La nostra solidarietà alla collega Roberta Salvati, offesa di nuovo da una sentenza che condona offese di genere e sessiste”. ( Fonte Ansa)

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Commenti

Se le avesse detto bastarda sarebbe stato condannato, vedi un po' come funziona in Italia?

Parola, l'importante è non esserlo.....

Quindi se io do zoccola ad una collega posso tranquillamente farlo perché è limitato alla sola sfera lavorativa....

" La DONNA che scrive mi da, quasi sempre, lo stesso fastidio dell' UOMO che
cucina "
( Libero BOVIO )

Com'è triste Venezia
Aznavour

Se uno è abituato a dire parolacce, gli scappano anche quando proprio non è il caso. Non vedo perché ci si ponga il problema se il termine sia più offensivo se rivolto a chi fa politica. La cosa seccante piuttosto è che per insultare una donna si vada sempre sul piano sessuale. Sono decenni che se ne parla ma la mentalità non è cambiata.

E delle donne che mettono in ridicolo i maschi facendoli sentire come zerbini.... chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Se una non lo è quale sarebbe il problema?...