Il Tribunale di Teramo ha rigettato l’appello proposto dalla Provincia contro il provvedimento del GIP che aveva negato la revoca del dissequestro del Convitto Delfico di Piazza Dante.
Pur prendendo atto delle nuove indagini e delle contrapposte valutazioni tecniche (quelle della difesa e quelle critiche del CTA), il Collegio giudicante “ritiene decisivo e non controverso il fatto che l’indice di vulnerabilità 0,43 è da considerarsi significativamente inferiore allo standard minimo dello 0,6”.
Lo stato di pericolo dell’edificio., quindi, secondo il Tribunale, rimane “concreto e attuale in ragione della combinazione di tre elementi: la significativa deviazione dallo standard di sicurezza minimo; la destinazione funzionale dell'edificio (una scuola, con elevata affluenza); il grado di rischio sismico della zona.
“Abbiamo fatto tutto quanto possibile, tre gruppi di esperti, rilievi fino all’LC3, massimo livello di valutazione di una struttura – commenta il presidente Camillo D’Angelo – adesso non ci resta che pensare a far partire al più presto il cantiere per l’adeguamento sismico del Convitto Delfico. Il finanziamento c’è, la ditta aggiudicataria anche, il cronoprogramma è già contenuto negli atti di gara. La scelta di far scorrere su binari paralleli la vicenda giudiziaria e quella relativa alla ricollocazione della comunità scolastica nel campus della Cona si è rivelata la più avveduta. A dispetto di critiche e illazioni. Adesso non possiamo che guardare avanti”.
Non abbiamo altre parole in una situazione che ha la maschera di una Politica che ha dimostrato il proprio valore nel coraggio di un commento e nel coraggio di non dimettersi. Chi paga le spese legali? Tutte le altre spese? Chi paga una strategia completamente fallimentare e non basata sul dialogo?
Giancarlo Falconi
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