Una conferenza stampa con le carte in mano in cui la realtà tragica di una sanità teramana e abruzzese lontana dai cittadini viene fuori con tutta la gravità della analisi della Corte dei Conti.
Come può l'asl di Teramo avere il coraggio di rispondere al tempo di una risonanza magnetica che viene eseguita sopra i tempi di legge delle 72 ore.
I 160 giorni ecografia addome quando il limite è 10 giorni.
I 220 giorni per una colonscopia contro i 120 giorni di una programmazione senza cura.
Una ecografia bilaterale della mammella da eseguire entro 10 giorni, l'asl di Teramo vi aiuta con oltre 230 giorni. Andate in galleria e guardate la tabella della Corte dei conti.
Sul nuovo Ospedale?
Mariani. capogruppo di Abruzzo in Comune alla Regione Abruzzo e Mirko Rossi, vice sindaco del comune di MOsciano sono chiari.
Mancano oltre la metà dei soldi e nessuno conosce il progetto, la comparazione con il Mazzini a Villa MOsca e quei tanti dubbi che l'opacità amministrativa garantisce.
"Bisogna rispettare" secondo Mariani- la volontà dei cittadini teramani che vogliono conservare la struttura del Mazzini a Villa MOsca".
Seguite l'intera conferenza stampa.
Veramente i dati sanitari sono umilianti https://www.youtube.com/watch?v=8JVh288Oz0M
Mariani: “Tra liste d’attesa senza fine e zero risorse regionali per il nuovo ospedale “Mazzini” la sanità teramana si conferma la “grande malata” d’Abruzzo”
“La sanità teramana continua a essere la “grande malata” della nostra regione e, dopo gli anni bui della pandemia, l’Azienda Sanitaria Teramana continua a manifestare ritardi, mancanze e poco trasparenza al netto dei mirabolanti annunci che provano a nascondere un coma profondo certificato dai numeri”. É questa la fotografia impietosa scattata, nel corso della conferenza stampa tenuta stamane a Teramo, dal Capogruppo di “Abruzzo in Comune” Sandro Mariani, che con le sue parole delinea una bocciatura senza appello per lo stato in cui versa la sanità teramana.
Tre i grandi temi trattati. Due riguardano la sanità teramana, ovvero le liste d’attesa e la realizzazione del nuovo ospedale del capoluogo. Uno la sanità abruzzese: la rete ospedaliera regionale. “Basti dire che la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti con la delibera 134/2022 ha dedicato un paragrafo intero alle liste di attesa della Asl di Teramo, come per quelle de L’Aquila, Chieti e Pescara, ma se queste ultime sono riuscite, in sede di integrazione e contraddittorio, a dare delucidazioni con dati aggiornati, nella peggiore delle ipotesi, al 2021, la Asl di Teramo ha fornito chiarimenti datati 2020 dimostrando di non avere il controllo dello stato dell’arte” spiega Mariani. “Questo comporta che, nonostante gli obiettivi fissati dal Piano Regionale Gestione Liste di Attesa (PORGLA) sulle prestazioni cosiddette “traccianti”, ad oggi ancora siamo in enorme affanno nell’erogazione delle prestazioni per l’azienda teramana”.
“Quello che è palese, al di là dei tecnicismi, è che nel teramano si toccano oramai con mano le difficoltà nello smaltire le prestazioni sanitarie sia sotto l’aspetto dell’erogazione dei servizi ambulatoriali che delle prestazioni di natura chirurgica” prosegue il Capogruppo di “Abruzzo in Comune”. “Infatti dopo un anno di battaglie portate avanti dal sottoscritto sul delicato tema delle liste d’attesa in Abruzzo tutte le Asl ci hanno fornito i dati richiesti, quella teramana invece, malgrado mi sia recato di persona in visita ispettiva la scorsa estate, ha candidamente ammesso di non potermi dare alcun dato aggiornato in tempo reale sulle prestazioni chirurgiche perché semplicemente non li ha!”.
Altro tema al centro del dibattito sanitario nel teramano è quello legato alla realizzazione del nuovo “Mazzini”. “Anche qui leggiamo quotidianamente corposi dibattiti sulla sua nuova collocazione, se ristrutturare l’attuale sede o realizzarne una nuova, ma nessuno che si è posto la domanda più importante: con quali soldi farlo?! Se infatti per i nosocomi di Avezzano, Lanciano e Vasto la Regione a guida Marsilio ha già stanziato ingenti risorse proprie per Teramo ha messo nero su bianco che i soldi non ci sono e che i 141 milioni che al momento mancano dovrà trovarli la Asl di Teramo, ben sapendo che l’azienda non può contrarre mutui a medio-lungo termine” dichiara Mariani sottolineando, ancora una volta, la scarsa considerazione che il centrodestra che guida l’Abruzzo ha nei confronti di Teramo e dei suoi cittadini. “Il tema dell’ubicazione, per il quale ancora nessun ha detto chiaramente perché un sito (Piano d’Accio) sia preferibile rispetto all’altro, è stato utilizzato come cortina fumogena per distrarre dal vero problema, ossia l’assenza delle coperture economiche e la difficoltà di scelta sulla strategia da adottare: project financing o ulteriori risorse pubbliche che, ad oggi, non ci sono”.
“Non va comunque meglio alla sanità regionale quando si parla di programmare il suo futuro. Mancano infatti aggiornamenti sulla programmazione della nuova rete ospedaliera – aggiunge Sandro Mariani – siamo infatti in proroga con la rete del 2016, quella decisa dall’allora Commissario alla Sanità Luciano D’Alfonso e, malgrado siamo usciti da un pezzo dal commissariamento, Verì e soci non hanno trovato il tempo di delineare una rete ospedaliera aggiornata che abbia trovato approvazione da parte del Ministero della Salute. Ma oltre al danno c’è anche la beffa per gli abruzzesi, infatti non c’è nulla che porti oggi a dire che a breve avremo la nuova programmazione sanitaria!”.
“Insomma, se la sanità teramana piange quella abruzzese certamente non ride, ma le grandi criticità prodotte dalla gestione della Asl di Teramo gridano vendetta e, al netto delle rassicurazioni di facciata, destano enormi preoccupazioni tra i cittadini che, quotidianamente, toccano con mani i ritardi e i disservizi che incidono sulla salute dei nostri cari” conclude il Capogruppo di “Abruzzo in Comune”.
La risposta dell'asl di Teramo?
Imbarazzante.
A voi la lettura "
Un corposo piano di abbattimento delle liste di attesa, quello messo in campo dalla Asl di Teramo dal 2019 ad oggi, che ha consentito una riduzione significativa dei tempi di attesa. Un piano che ha continuato il suo percorso nonostante i due anni di pandemia, come dimostrano le tabelle allegate (tabella e grafico 1).
I risultati sono stati molto evidenti soprattutto sulle prestazioni “tempo dipendenti” che condizionano il buon esito del percorso clinico del paziente: oggi sono garantite entro i tempi previsti dalla normativa (urgenti “U” entro 72 ore, brevi “B” entro 10 giorni, differibili “D” visite entro 30 giorni esami strumentali entro 60) oltre la soglia ottimale del 90%, fissata dal Piano nazionale e da quello regionale sul governo delle liste di attesa (tabelle e grafici 2 e 3). Per questo tipo di prestazioni ci sono comunque alcune criticità residue. Le più significative sono: visita otorinolaringoiatrica, urologica, gastroenterologica, risonanza addome, ecografia addome, elettromiografia, per le quali non si riescono a rispettare completamente i tempi prescritti.
Per risolvere le criticità, la direzione strategica ha adottato alcune misure, fra cui l’acquisto di tecnologie avanzate (Pet, risonanza 3 tesla e Tac multistrato) e il reclutamento di personale, pur nelle evidenti difficoltà a livello nazionale di reperimento di alcuni professionisti (anestesisti, pediatri, cardiologi, patologi clinici e medici di pronto soccorso) anche mediante la contrattualizzazione di medici in formazione specialistica. Inoltre sono state adottate e sono in esame soluzioni di riorganizzazione complessiva delle attività e per le prestazioni maggiormente critiche è in esame l’utilizzo della libera professione individuale, a carico dell’azienda, in modo da abbattere ulteriormente i tempi di attesa.
Nello stesso ambito è stata data attuazione al piano regionale di recupero delle liste d’attesa finanziato con 2 milioni 570mila euro. Con questo, a fine settembre, abbiamo recuperato 829 interventi chirurgici cioè oltre il 71% delle relative liste di attesa. Recuperate inoltre 6.841 prestazioni ambulatoriali e 6.615 prestazioni di screening oncologico.
Maggiori criticità si evidenziano sulle prestazioni programmabili “P” cioè ritenute non urgenti dai medici prescrittori, in quanto da eseguire per legge entro 120 giorni. Su questa tipologia, peraltro, la direzione strategica organizzerà una serie di incontri con i medici di medicina generale entro la fine dell’anno in modo da migliorare l’appropriatezza prescrittiva.
Sempre per la soluzione di questo problema, la Asl ha attivato la “presa in carico del paziente” con una work-list: in pratica il cittadino che richiede una prestazione viene inserito in una lista di attesa e viene richiamato alla prima disponibilità su posti recuperati in quanto tutti i prenotati vengono chiamati telefonicamente per confermare o meno l’appuntamento. In questo modo sono stati recuperati in un anno 5.300 posti, che altrimenti sarebbero stati non utilizzati a causa dell’elevato tasso di abbandono, senza preventiva disdetta.
Stiamo continuando, sulla base delle risorse di personale disponibili, a una sistematica verifica delle agende di ogni prestazione, in modo da facilitare il massimo accesso ai nostri servizi.
“Siamo partiti da una situazione critica nel 2019, che risaliva a tempi lontani”, dichiara il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia, “abbiamo attraversato due anni di pandemia in cui la piena funzionalità degli ospedali è stata compromessa. Grazie al forte impegno della Regione Abruzzo e dell’assessorato alla Salute, oltre che alle strategie messe in campo da questa direzione e all’abnegazione di tutto il personale che non mi stancherò mai di ringraziare, siamo riusciti a raggiungere traguardi importanti. Sicuramente c’è ancora molto lavoro da fare, con la collaborazione dei medici e del personale nel suo complesso. Il problema delle liste di attesa non è teramano, ma nazionale e transnazionale, come è evidente da quanto pubblicato su tutti i mezzi di informazione. Non possiamo eliminarlo, ma per noi è una priorità contenerlo fortemente in modo da dare risposte ai cittadini riducendo il più possibile qualsiasi loro disagio e mettendo la sanità pubblica in grado di dar loro risposte il più possibile tempestive”.
Vale infine la pena di ricordare che sul sito aziendale esiste un apposito link in cui è possibile consultare facilmente i tempi di attesa delle prestazioni, anche comparandoli con i dati degli anni precedenti, nella più totale trasparenza.
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Commenti
Maurizio Di Giosia santo subito
Ho avuto 3 recenti esperienze dello scandaloso ed inaccettabile divario tra prestazioni extra moenia e in regime ssn. Pagando, il giorno dopo. Con il ticket 2023. Non sarà mica che le liste di attesa si accorciano perché molti rinunciano e vanno altrove? Oppure, costretti, pagano?
Sandro Mariani & la Sua Battaglia in SOLITARIA!
Garantista, a prescindere dal colore politico, esempio per quei numerosi politici, coetanei & maggiori, prudenti,silenziosi e incoerenti in fatto di giustizia sanitaria, sempre più pelosa e scivolosa!
Fidato sostenitore della Buona Sanità.
Bravò!
Allons Enfants
Aznavour
La sanità pubblica avrà il suo funerale nei prossimi 2:anni ergo chi ha i soldi si cura chi non ne possiede abbastanza non si cura. È così semplice da capire il disegno futuro quasi a portata di ragionamento infantile
però vogliono fare l'ospedale nuovo....piuttosto altri macchinari e altro personale...e magari fare Tac Rm ecc. ecc. 20 ore su 24...
Ecografia tiroidea prenotazione del 15 giugno 2022 appuntamento per il 29 novembre 2023.....non servono
Commenti mi pare . Ovviamente se devi fare controlli periodici sei costretto ad andare a pagamento .inoltre
Bisogna vedere con quale specialisti capiti ...ero andata a pagamento con una dottoressa poi con prenotazione tramite ricetta ero capitata con un'altra che mi ha fatto capire che bisogna scegliere fra le due.ma nella prenotazione non a pagamento non si può scegliere Neglii stessi reparti c'è rivalità e non cooperazione a discapito degli utenti.