Ivan Graziani era nato a TEramo il 6 Ottobre 1945. L'unico riferimento a Teramo, nella intervista a Filippo Graziani, figlio di Ivan, pubblicata sul Corriere della Sera è in una quasi invisibile didascalia. Nessun riferimento a Pigro, agli striscioni per il compleanno, alla via a lui dedicata con le parole e la musica delle sue canzoni, alla statua, alle figurine. Nulla di nulla. Solo un mero abruzzese per caricare l'affetto della famiglia. La solita storia. Siamo terra di conquista. Fatta di bellezza e di estro ma senza il rispetto e senza la gratitudine che ci meritiamo per la generosità e l'orgoglio. Nessun problema. Siamo anche signori, il resto è mancia e Pigro a pagamento. Buon incasso.

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Il punk non ha mai tradito.
Anni fa mi sono messo con una ragazza dell'Emilia Romagna, non sapeva dove si trovava Teramo. Siamo stati sempre irrilevanti, se i politici teramani sono stati questi dagli anni 70 ad oggi, io non mi scandalizzo è una città abbandonata a se stessa, i giovani scappano e fanno bene. Conta solo la chiacchiera, le tazze, gli apery street e la porchetta.
Evidentemente si è reso conto di che schifezza è diventata Teramo, tale da non essere nemmeno menzionata.
Striscioni di buon compleanno a parte (buon compleanno a un morto! Inaudito...) è risaputo che Ivan in vita sua ha sempre evitato accuratamente di nominare Teramo. Quelle rare volte che capitava da queste parti, lo faceva in incognito. Dunque, di che ci meravigliamo?
C'è anche chi è molto fiero di questa città, ci torna e ne parla volentieri.
Anni 70, Roberto? E Carino Gambacorta?
Eppure Teramo, seppur non menzionata esplicitamente, trapela in tante canzoni di Ivan Graziani attraverso le esperienze di vita che ha vissuto nella sua infanzia e adolescenza. Poteva almeno citare sia la manifestazione che a Teramo da anni ricorda suo padre che la statua di Marco Lodola nel centro storico della stessa città.
Caro Giancarlo,
non vedo perché te la prendi con Filippo per non aver menzionato Teramo . Ivan non ha vissuto molto tempo Teramo. Ha frequentato il liceo artistico ad Ascoli, l'accademia ad Urbino, in pratica ha assalto gli anni della sua formazione fuori Teramo. In compenso, per quel poco che c'è stato, ha capito tutto di Teramo e ci ha lasciato un meraviglioso quadretto: quella meravigliosa quanto sfortunata canzone "maledette malelingue". In quei versi è la quintessenza di Teramo, il vademecum del teramano tipico, quello che, in genere, non riconosce i meriti e neppure la genialità, ma sottovaluta il prossimo per sentirsi più grande di quello che è.
"Mo te lu diche ji chi ahè cussú" è il must.
Ed allora cosa vuoi che Ivan abbia potuto trasmettere ai figli di Teramo,, forse un buon ricordo? Credo che come tanti altri abbia abbandonato Teramo alla prima buona occasione e si sia sentito libero da quel giogo che molti sentono.
Chi parla è uno dei pochi rimasti ad averlo conosciuto quando ancora viveva qui, visto che per averlo fatto occorre avere almeno settant'anni.
Saluti a te ed ai tuoi lettori.
Secondo me non l'ha citata per imbarazzo. Oltreché solo dopo la morte di Ivan Graziani si è iniziato a parlare di lui. In passato la città non è stata molto grata con lui. E a lui non piaceva