Salta al contenuto principale
|

Brucchi chiederà le dimissioni a tutti gli assessori. Gatti lo anticiperà?

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Fenomenologia di Paolo Gatti.
Solita mossa da giocatore di scacchi, scusate dama, va bene asso piglia tutto, versione base.
Conosce la capacità media di penetrazione delle informazioni nella memoria a breve termine degli  lettori elettori medi.
I più numerosi.
Il tempo di un like.
Paolo Gatti farà  dimettere i suoi assessori per dimostrare che non sono importanti le poltrone.
Non ricorda il vice presidente del consiglio regionale chi ha preteso di portare a nove la Giunta Brucchi?
Sul manuale Cencelli e sulla meritocrazia del voto, nulla da confutare. Sulla qualità delle liste si potrebbe organizzare un evento con il buon Lombroso.
La responsabilità è da dividere con i liberi votanti.
Mutanti sociali.
In mutande la società.
Dopo la mossa tattica farà andare avanti il nuovo Governo Brucchi per qualche mese per poi staccare la spina.
La responsabilità non sarà più la sua per la legge della contemporaneità.
Il sindaco Brucchi?
Ha la possibilità di anticipare l'ultima virata di una regata a bagnarole.
Sul " Colle di Minuccio " potrà chiedere ai suoi assessori le dimissioni e formare la nuova Giunta.
Ci riuscirà?
Nel frattempo Teramo è senza Governo.
Ma tanto non succede mai niente...

 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Svegliarsi al mattino presto e ...incontrare tali figuranti con i sorrisi stampati, mentre intorno solo penosa condizione di una città che sopravvive a se stessa, fa l'effetto di una dose di olio di ricino.

Ai teramani basta dare l'aperistreet...e sctapposcto!
Scommettiamo che...quando sarà li rivoteranno?

Non facciamo Gatti troppo intelligente che non lo è il suo unico scopo è quello di fare arrivare la consigliatura fino a settembre in modo da evitare che Brucchi si possa candidare per Roma e quello si che per Gatti sarebbe un problema

col commissario sarà peggio...provare per credere.

anche questa mattina erano al Bar San Matteo a "inciuciare" , ma vergognatevi coppia di politici incapaci pure di un minimo di coerenza.