Buongiorno signor Falconi. Vorrei chiederle un aiuto per portare alla "luce del sole" una questione di cui nessuno parla,ma che trovo profondamente ingiusta.
Sono mamma di un bellissimo bambino neurodivergente (con ADHD) di 4 anni. Dopo la diagnosi ci siamo messi in lista per le riabilitazioni, ma consapevoli dei tempi biblici, nel frattempo, abbiamo iniziato nelle Marche. Finalmente dopo 7 mesi (possono sembrare pochi, ma per un bambino sono tantissimi) veniamo chiamati da un centro di Teramo. Inizio le pratiche di trasferimento, mio figlio comincia le sue terapie, ma la ASL non riconosce a noi genitori il parent training (fondamentale in quanto grazie a questi incontri apprendiamo le giuste strategie per rapportarci al bambino ed evitare errori che possano generare conseguenze importanti).
Ricevo, dunque, ieri pomeriggio una telefonata in cui mi si dice testualmente che la regione Abruzzo riconosce nel piano terapeutico il parent training solo ai genitori di bambini autistici.
Mi chiedo in base a cosa si "preferisce " una neurodivergenza piuttosto che un'altra?
Non si tiene minimamente conto del livello di gravità, né dell'età del bambino o delle difficoltà incontrate dallo stesso per la sua neurodivergenza.
Spero che queste mie parole non vengano fraintese, sono vicina a tutte le famiglie che ogni giorno lavorano e lottano affinché i propri figli vengano compresi e inclusi, e non trovo giusta la decisione della regione Abruzzo.
Lettera firmata
foto credits https://www.nostrofiglio.it/bambino/psicologia/consigli-genitori-con-figli-neurodivergenti
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