Salta al contenuto principale

Il libro della Domenica: Hannah l'antisemita

di Pietro Ferrari
2 minuti

E' stato presentato dal sottoscritto (09/12/11) a Giulianova presso i locali de 'Il nome della rosa', l'ultimo libro di Matteo Simonetti "Hannah l'antisemita".
Svariate le sensibilità presenti al convegno e notevole prova di libertà, quella degli organizzatori, che hanno scelto un tema difficile quanto scomodo soprattutto quando non viene discusso entro i rigidi parametri di quella pigra retorica, impostaci da una propaganda che non di rado minaccia nuove leggi speciali.
Oggi è ritenuto antisemita chi nutre dei pregiudizi verso gli ebrei, ma sono davvero pregiudizi?
Questo libro prende in esame i cosiddetti pregiudizi "antisemiti", per porli al vaglio della riflessione storica e filosofica: "Gli ebrei sono attaccati al denaro? Fanno lobby?
Governano l’economia globale?
Dettano la politica estera degli Stati che li ospitano?
Condizionano l’opinione pubblica? Sono gli artefici delle più sanguinarie rivoluzioni della storia?
Si considerano superiori agli altri?".
Matteo Simonetti mette in cortocircuito il paradigma della retorica "anti-antisemita" evidenziandone l'insignificanza, alla luce di quanto forse inconsapevolmente dichiarano i maggiori esponenti dell'intellettualità ebraica stessa: Hannah Arendt, Sigmund Freud, Theodor Adorno, Gershom Scholem, Ernst Bloch.
I tratti specifici che riguarderebbero le tare psichiche e comportamentali degli "antisemiti", vengono paradossalmente assunti dai cervelloni dell'ebraismo nella narrazione che fanno essi stessi nei confronti degli "antisemiti", dimostrando spesso di ragionare allo stesso modo del "nemico". L'autopercezione di sè come popolo che lotta contro gli elencati "pregiudizi", altrettanto paradossalmente conferma uno ad uno tutti i "pregiudizi" che venivano denunciati come false narrazioni "antisemite".
L'autore riesce a far emergere dalle parole dei predetti intellettuali un quadro strabiliante che, in maniera politicamente scorretta, stravolge l'idea che oggi domina nelle nostre scuole, nei media, nella politica, nell'opinione comune del cittadino. L'uso strumentale di una roboante terminologìa toglie spesso il respiro alla critica e, fosse solo per questo, il libro "Hannah l'antisemita" ha il merito di aver aperto un pò le finestre per far entrare aria nuova.
Siamo comunque "oltre" il terreno della "provocazione culturale" e della militanza. Qui è in gioco la libertà stessa, quella di ragionare sulle cose senza dover necessariamente rientrare in qualche equazione prestabilita. Buona lettura.
 

Commenta

CAPTCHA

Commenti

Nel frattempo è venuto a mancare Giorgio Bocca.....pace all'anima sua......vediamo cosa scriveva da "giovane"..... Giorgio Bocca, (La Provincia granda – Sentinella d’Italia, Foglio d’ordini settimanale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Cuneo) il 14 agosto 1942: "L’odio di chi vede svelati i suoi piani è enorme, l’odio di chi vede rovinati i propri piani è tremendo. Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli anglosassoni e della Russia; in realtà sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere in un tempo non lontano essere lo schiavo degli ebrei? È certo una buona arma di propaganda presentare gli ebrei come un popolo di esseri ripugnanti o di avari strozzini, ma alle persone intelligenti è sufficiente presentarli come un popolo intelligente, astuto, tenace, deciso a giungere, con qualunque mezzo, al dominio del mondo. Sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, intesa come una ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di porla in stato di schiavitù” .