Un nuovo bigottismo incombe sulla nostra società, ormai orfana di punti di riferimento assoluti, schiacciata dal sovraccarico di laicismi e relativismi vari. Il nuovo bigottismo ha un colore preciso, quello verde, preoccupato di non "alterare" i connotati della Dea Gaia, di quella Madre Natura che minaccerebbe holliwoodianamente, cento catastrofi al giorno. L'argomento della degradazione pseudo-messianica del Sacro non rientra nel tema che voglio trattare, ma il ritorno ad una sorta di neo-paganesimo primitivo, monista e panteista, sembra l'ultimo vizietto ideologico di un Occidente che ha visto tutti i suoi Idoli andare in frantumi: la Scienza, il Progresso, la Storia, le Ideologìe e da ultimo il Denaro, nullificato nella truffa magica degli astrattismi finanziari. Nell'Era Ecologica, tornano dei tabù (per la verità soprattutto in Italia), che dovrebbero appartenere più all'escatologìa che alla tecnica propriamente detta, invece idolatrata quando diviene strumento di antitesi alla bioetica.
La razionalità delle scelte e il fardello della decisione sono doveri istituzionali di chi governa, ma tutto ciò si scontra con le sbornie ideologiche dei vari comitati referendari, che attuano invece una strategìa volta a terrorizzare l'opinione pubblica. Sindrome NIMBY dal basso e sindrome NIMTO (not in my turn office) per chi governa, sono frutto del kaos di ere primitive che causano la paralisi della decisione. Se la decisione non è più una categoria del Politico, è la politica stessa che scompare. Nel 2011 costruire delle centrali nucleari in Italia diventa problema escatologico degno dei millenarismi apocalittici del passato.
Il problema delle "scorie" è davvero così insormontabile? Una centrale EPR produce in un anno 70 metri cubi di rifiuti a bassa attività con decadimento in 30 anni, e circa 10 metri cubi di media attività, pari a poco più di un container l’anno. Oltre il 90% dei rifiuti esaurisce la radioattività in 2-3 secoli. I rifiuti verranno isolati in siti sotterranei in calcestruzzo a 500 metri di profondità come in Svezia, scegliendo aree stabili, non sismiche e senza infiltrazioni di acqua. In Italia si potranno generare (ipotizzando 60 anni di produzione da 8 impianti) 38.000 metri cubi di rifiuti di bassa e media radioattività e 4.200 metri cubi di rifiuti di alta radioattività da riprocessamento.
Ciò significa che inciderebbero soltanto per lo 0,000006% sul totale dei rifiuti speciali pericolosi prodotti annualmente nel Paese. La "tecnofobia" verde si accanisce nei confronti della scelta nuclearista riportata in Italia dal governo Berlusconi, con l'appoggio del partito di Casini e di sparuti gruppi nel PD. Quando non sarà più conveniente estrarre petrolio, il mondo intero subirà uno shock atroce perchè occorrerà trovare una fonte energetica altrettanto potente se non di più. Tralasciamo il problema immenso di COME riconvertire la vastissima gamma dei prodotti petrolchimici quando tale filiera non avrà più la sua fonte originaria...Basti pensare che la sola Cina, secondo autorevoli studi, tra 40 anni consumerà tutto il petrolio che OGGI viene estratto a livello mondiale. L'incalzante espansione delle nuove potenze (India, Cina, Brasile in primis) ha costretto il morente Occidente ad ipotecare qua e là i giacimenti che nel futuro potranno dare notevoli vantaggi competitivi e strategici nello scacchiere geopolitico.
Lo stesso nobel Carlo Rubbia prima scettico ha dovuto ammettere che quella nucleare sarà necessariamente una delle alternative di approvigionamento energetico rispetto ai combustibili fossili. Il nucleare di quarta generazione sarà sfruttato da tutti i Paesi che vogliono restare competitivi a livello internazionale su diversi e strategici settori. In questa intervista, Carlo Rubbia auspica lo sfruttamento del 'torio 232' al posto dell'uranio: una tonnellata di 'torio 232' produce la stessa energìa di duecento tonnellate di uranio ed è presente in natura dieci volte di più.
Diventa così prioritaria una strategìa di diversificazione delle fonti di approvigionamento e appare ovvio che precludersi ancora la 'scelta nucleare' oggi, comporterà l'impossibilità di sfruttare le tecnologìe più avanzate del settore anche nel futuro.
Diversificare le fonti è come diversificare gli investimenti: non si rimane mai col cerino in mano perchè ci si prepara a sopperire le contingenze negative di qualche fattore rispetto ad altri. Cosa che è anche nel programma del governo per passare dall' 83% di dipendenza verso i combustibili fossili del nostro Paese, al 50%, lasciando un 25% al nucleare ed un altro 25% alle altre fonti sussidiarie che da sole non sono risolutive. Pertanto anche le altre fonti sussidiarie saranno ampliate rispetto alla scelta miope ed antinazionale che al referendum del 1987 ci tolse una grande risorsa nella quale eravamo all'avanguardia mentre ai nostri confini brulicano centrali nucleari straniere. Così abbiamo avuto solo rischi senza vantaggi, anche se poi...abbiamo bisogno di ACQUISTARE energìa elettrica dalla Francia (che ce la fa ben pagare), prodotta col nucleare (!!!) in centrali che hanno avuto anche l'ENEL (!!!) come investitore!!! Se è giusto riconoscere all'Iran il diritto di ricerca nucleare per l'indipendenza energetica e la politica di potenza, quale sindrome di Tafazzi può indurci a negare tutto ciò alla nostra patria?
Certo, la ricerca dell'uranio creerà nuovi monopoli ma varrebbe lo stesso discorso per i materiali dei pannelli fotovoltaici come rame, silicio, cadmio (che vanno estratti con strumenti che utilizzano carburanti, quindi se sale il prezzo del petrolio salgono pure i prezzi di questi materiali), anche costosi da smaltire e soggetti ad obsolescenza già dopo i primi dieci/quindici anni di uso, con conseguente fine degli incentivi per lo scarso rendimento. La cosa buffa è che quella nucleare, sarebbe comunque una scelta "ecologica". Secondo un’analisi della IAEA, produrre 100 TWh annui da fonte nucleare eviterebbe l’immissione di 35 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, confermata dalla The European House Ambrosetti che va oltre: il nucleare consentirebbe un risparmio di CO2 dieci volte superiore al fotovoltaico occupando un centesimo della superficie. Un reattore produce infatti energia come 15.000 ettari di pannelli fotovoltaici o 3.000 pale eoliche da 2 MW alte 100 metri con diametro di 800 metri.
La scelta di quello sciagurato ed emotivo referendum (oggi addirittura riproposto!) ci ha costretto a subire il ricatto petrolifero, il tallone del dollaro statunitense e le fluttuazioni delle quotazioni e sorprende che si sottovaluti così tanto quanto sia impattante per le famiglie italiane il dover pagare bollette energetiche il doppio più pesanti di quelle che pagano i francesi, per non parlare dei costi delle imprese che si riversano sui prezzi al consumo. Tale sudditanza potrebbe essere invertita se solo l'Unione Europea iniziasse lo "svezzamento" dell'euro, da moneta coloniale, a moneta alternativa nei pagamenti internazionali e come riserva monetaria. Strada, quella delle borse petrolifere desiderose di emanciparsi dal dollaro, che lo stesso Saddam Hussein aveva iniziato ad intraprendere, ancor prima dell'Iran.
Ma, comunque sia, la necessità di dotarsi di nuove fonti energetiche rimane cogente soprattutto per l'Italia.
Enrico Fermi era italiano, il nucleare non è un'alternativa satanica ma una scelta opportuna ed un settore di ricerca al quale una nazione che abbia intenzione di rimanere tra i "G" del mondo, non può rinunciare.
Riecheggia spesso la domanda: "E l'incidente di Chernobyl ?". Mai più nessuna Chernobyl si è verificata. Simbolo di un regime in putrescenza, centrale vecchissima ed esplosa solo perchè fu tentato un esperimento rocambolesco, negato dalle autorità per una decina di giorni abbondanti. Tutto ciò appartiene al passato ma viene sfruttato come argomento principe antinuclearista. E l'idroelettrico? Perchè non ricordare ossessivamente il Vajont per togliere tutte le dighe in Italia? La prevedibilità di certi piccoli incidenti oggi e l'immediata risoluzione dei problemi conseguenti, dimostrano il contrario: cioè che le centrali nucleari sono essenzialmente sicure. Nel mondo ci sono
441 impianti (cioè 375mila MWe di capacità) e producono il 14% dell’energìa planetaria, negli ultimi 30 anni l’energìa prodotta è aumentata del 400% alla faccia di chi dice che il nucleare sia stato abbandonato. Ci sono attualmente in costruzione 65 nuove centrali in 16 Paesi del mondo. Il 68% della capacità istallata è concentrata tra USA, Francia, Giappone, Germania e Russia; Obama ha indicato 8 miliardi di dollari di investimento per nuove unità negli USA, l’Inghilterra 6 miliardi e la Cina 24, mentre Svezia, Spagna e Finlandia confermano e prolungano la vita operativa delle centrali. Se la media europea vede una produzione di energia dal gas naturale e da olii combustibili del 27%, l’Italia arriva addirittura al 60%. In Europa il 28% dell’energìa è prodotta col nucleare e la media della bolletta energetica è del 30% più bassa che in Italia, unico Paese del G8 a non usare il nucleare ma che ha ben 27 centrali a meno di duecento kilometri dal confine. Coerenza vorrebbe che non acquistassimo energìa elettrica dall'estero prodotta col nucleare per non fare la figura degli stolti.
Totò, il funambolico "venditore" della Fontana di Trevi, avrebbe forse immaginato i francesi acquistare a prezzo decuplicato l'energìa elettrica dagli italiani, ma la storia recente, quella vera, gli avrebbe dato torto. Il progresso tecnologico non è mai esente da rischi collaterali e credere o pretendere il contrario significa negare la fatica della responsabilità umana del caso specifico, sempre complesso e difficile. Accettare solo le cose che nel modo più assoluto non prevedono rischi avrebbe significato fare a meno del fuoco, dei medicinali, dei cellulari, degli aerei, delle automobili, dei conservanti, delle lastre fatte coi raggi X, dell'anestesìa, dei condizionatori, delle dighe, del gas, etc.,etc. per altri anni di elenchi. Dire NO al nucleare è come dire NO al fuoco, NO alla chimica, slogans vuoti che pretendono di risolvere la complessità delle questioni con un aut-aut basato sull'emotività. Il manicheismo sul nucleare è del tutto fuori luogo e spinge a non riflettere sui ripensamenti di ex antinuclearisti oggi 'pentiti' come Patrick Moore, Stewart Brand, Stephen Tindale e Chicco Testa.
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nessuna nuova chernobyl perchè di centrali non ve n'erano in italia, gestite da italiani. perchè ogni tanto ci si dimetica di dove finiscano spesso i rifiuti speciali... se enel e edf hanno investito nel nucleare in francia continuiamo ad acquistare dalla francia, tempi e costi di costruzione e gestione di nuove centrali da noi non sono coerenti con l'apocalisse proposta. ah, e una cosa di cui tutti coloro che parlano di fine della dipendenza petrolifera dovrebbero rendersi conto è che per ora le auto vanno ancora a derivati dello stesso, e non pare che le case produttrici siano orientate a cambiare combustibile a breve.
L'intenzione del governo Berlusconi è di spendere fin da subito 30 milardi di euro per mettere in campo la prima pietra di una possibile centrale nucleare che dovrebbe fornire all'Italia, nella strategia energetica nazionale (non si parla più di piano energetico), il 25% dell'energia elettrica. Ma l'energia elettrica è solo il 18% dell'energia totale utilizzata nel nostro paese. Quindi il 25% del 18% fa il 4% dell'energia utilizzata dal nostro paese. Scegliere oggi di usare il nucleare con questo impegno di spesa quando se ne produce molta di più con le rinnovabili (quelle vere) e se ne consuma molta di meno con l'efficienza........però rinnovabili (quelle vere) ed efficienza sono portate avanti dai nuovi bigotti e quindi..........solo cacca Inoltre parlare di combustibili fossili, quando per l'energia nucleare da fissione, sia ben chiaro, l'unica attualmente operativa, si base su qualcosa di esauribile come l'URANIO 235 o come il TORIO 232. Anche se in prospettiva c'è qualcosa di diverso, NON E' quello che sta facendo il governo berlusconi- Ma si conoscono i risparmi ottenibili costruendo edifici con efficenza energetica elevata? (A, A++, se non case passive, il cui consumo energetico è pari a ZERO?) I costi? Avrebbero un abbattimento investendoci i 30 miliardi destinati al nucleare....... In merito alla sicurezza http://www.sortirdunucleaire.org/actualites/communiques/affiche.php?aff… ti invito inoltre a parlare con qualcuno che il nucleare lo vive sulla sua pelle, se hai conoscenze in alsazia potresti avere delle risposte....citare IAEA è ridicolo così come The European House Ambrosetti è altrettanto ridicolo, se non di più, visto che ha fatto ricerche per mandato di ENEL ed EDF vagamente coinvolte nel nucleare in italia (ma proprio, poco poco) Parlare del vajont, oltrepassa la soglia del ridicolo.........questioni geologiche sottovaluatate (o non valutate),non "energetiche" e di funzionamento della diga Infine la semplicità con cui hai trattato lo stoccaggio delle scorie non è risolto, specialmente in svezia dove sono ancora in corso sperimentazioni,come dici tu, se fossero, le scorie, così innocue come mai si sperimenta per decenni?:- Belgio - Sono in corso accertamenti per valutare la fattibilità di un deposito geologico. Canada- un laboratorio sotterraneo per lo studio di una vasta formazione di granito che POTREBBE ospitare un deposito geologico. Finlandia Sono stati avviati gli scavi per la costruzione del primo deposito geologico al mondo per lo smaltimento definitivo di scorie radioattive.proseguiranno fino al 2020 quando le gallerie scavate nello zoccolo di granito che sorregge la penisola scandinava accoglieranno 5 531 tonnellate di scorie.La Posiva ha in realtà già evidenziato che le scorie dei nuovi reattori EPR pongono seri problemi per lo stoccaggio in questo deposito Francia È in fase di costruzione un laboratorio sotterraneo a Bureper studiare la fattibilità di un deposito geologico in una formazione di argilla. Germania Il deposito di Asse (distretto di Wolfenbüttel nel sud-est della Bassa Sassonia) fu ricavato in una miniera di sale (precisamente di potassa) aperta dagli inizi del 1900[13]. Venne inizialmente studiato negli anni sessanta e raggiunge una profondità di 750 metri. In seguito allo scavo di ulteriori camere per lo stoccaggio di rifiuti a bassa e media attività[13], venne raggiunta la parte più esterna della miniera[14]. Data la conformazione delle rocce e dell'uso abbastanza intensivo della miniera, oltre che l'uso di materiale di riempimento, negli anni si è avuto un deciso aumento delle infiltrazioni d'acqua, andando ad intaccare la tenuta di alcuni contenitore che contenevano i rifiuti radioattivi, e causando perdite di cesio. Nonostante si ritenga generalmente che le miniere di sale siano immuni alle infiltrazioni d'acqua e geologicamente stabili, e pertanto adatte ad ospitare per migliaia di anni le scorie nucleari, nel caso di Asse le infitrazioni ci sono e le perdite di sostanze radioattive sono state rilevate per la prima volta già nel 1988, ovvero dopo una quindicina d'anni. Gli studi preliminari effettuati negli anni sessanta viceversa consideravano Asse una locazione adatta per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti LAW e MAW. Per eliminare le infiltrazioni, si stanno studiando vari metodi per la stabilizzazione delle rocce che formano il deposito[15]. Seppur al livello di bozza, vi è anche la possibilità che i rifiuti vengano recuperati, nel caso che questo non comporti rischi maggiori per la popolazione e il personale che dovrà maneggiare i rifiuti[16][17]. Sono inoltre stati rilevati rischi di crollo dei tunnel, con ovvi enormi rischi di una forte dispersione delle scorie[18]. Stati Uniti d'America Nel marzo del 2008 è stato definitivamente abbandonato il progettato e mai ultimato deposito geologico reversibile posto a 300 metri di profondità sotto la Yucca Mountain (una montagna di tufo alta 1.500 metri) in Nevada, costruito dopo un percorso di ben oltre 20 anni e costato al governo federale 7,7 miliardi di dollari, che avrebbe dovuto accogliere a partire già dal 1998 77.000 tonnellate di scorie. Al momento non è stata ancora trovata una destinazione alternativa e le scorie continueranno ad accumularsi nei 121 depositi esistenti (non sotterranei) dislocati in 39 stati.[19] Il deposito di Yucca Mountain era stato progettato per essere a tenuta d'aria e a prova di infiltrazione per 10.000 anni, anche se l'economista Jeremy Rifkin sostiene che in realtà non fosse così[20]. Il deposito aveva ottenuto una licenza dal NRC per 70 anni di esercizio, in previsione di un probabile riutilizzo futuro delle scorie stesse, che contengono ancora circa il 95% di energia sotto forma di isotopi di uranio e plutonio. Svezia Sono in corso di sperimentazione nel laboratorio sotterraneo di Oskarshamn a 330 chilometri a sud di Stoccolma (realizzato tra il 1990 e il 1995, consiste in una rete di gallerie che si estende fino a una profondità di 450 metri scavata in una formazione rocciosa con caratteristiche identiche a quelle di Olkiluoto) le barriere tecniche usate per il contenimento delle scorie finlandesi. La struttura è un modello a grandezza naturale del deposito geologico in costruzione in Finlandia e di quello che si prevede di costruire nei prossimi anni nei dintorni della stessa Oskarshamn oppure a Osthammar, a nord di Stoccolma (la scelta tra i due siti è prevista per il 2011). Svizzera Sono in via di sperimentazione altre barriere nei laboratori di Grismel e Mont Terri. Anche la Svizzera dunque si avvia, terza dopo la Finlandia e la Svezia, a costruire un deposito geologico dove seppellire le scorie ad alta radioattività. Le differenze geologiche impongono in Svizzera una soluzione diversa da quella scandinava, così i tecnici hanno spostato l'attenzione sull'argilla opalina, uno strato omogeneo di roccia sedimentaria stabile, non soggetto a terremoti e attività tettonica, che si estende sotto la regione del Weinland zurighese. Nel 2002 è stato presentato alle autorità nazionali il piano di fattibilità per la costruzione del deposito in quell'area, senza indicazioni precise sul sito, piano poi approvato nel corso del 2006 dal Consiglio Federale. Il sito specifico sarà scelto in seguito.
Diemnticavo il titolo poneva una domanda. La mia risposta è No, perchè satana non esiste, ma sicuramente è STUPIDA.