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L'Atomo. Scelta satanica?

di Pietro Ferrari
11 minuti

Un nuovo bigottismo incombe sulla nostra società, ormai orfana di punti di riferimento assoluti, schiacciata dal sovraccarico di laicismi e relativismi vari. Il nuovo bigottismo ha un colore preciso, quello verde, preoccupato di non "alterare" i connotati della Dea Gaia, di quella Madre Natura che minaccerebbe holliwoodianamente, cento catastrofi al giorno. L'argomento della degradazione pseudo-messianica del Sacro non rientra nel tema che voglio trattare, ma il ritorno ad una sorta di neo-paganesimo primitivo, monista e panteista, sembra l'ultimo vizietto ideologico di un Occidente che ha visto tutti i suoi Idoli andare in frantumi: la Scienza, il Progresso, la Storia, le Ideologìe e da ultimo il Denaro, nullificato nella truffa magica degli astrattismi finanziari. Nell'Era Ecologica, tornano dei tabù (per la verità soprattutto in Italia), che dovrebbero appartenere più all'escatologìa che alla tecnica propriamente detta, invece idolatrata quando diviene strumento di antitesi alla bioetica.

La razionalità delle scelte e il fardello della decisione sono doveri istituzionali di chi governa, ma tutto ciò si scontra con le sbornie ideologiche dei vari comitati referendari, che attuano invece una strategìa volta a terrorizzare l'opinione pubblica. Sindrome NIMBY dal basso e sindrome NIMTO (not in my turn office) per chi governa, sono frutto del kaos di ere primitive che causano la paralisi della decisione. Se la decisione non è più una categoria del Politico, è la politica stessa che scompare. Nel 2011 costruire delle centrali nucleari in Italia diventa problema escatologico degno dei millenarismi apocalittici del passato.
Il problema delle "scorie" è davvero così insormontabile? Una centrale EPR produce in un anno 70 metri cubi di rifiuti a bassa attività con decadimento in 30 anni, e circa 10 metri cubi di media attività, pari a poco più di un container l’anno. Oltre il 90% dei rifiuti esaurisce la radioattività in 2-3 secoli. I rifiuti verranno isolati in siti sotterranei in calcestruzzo a 500 metri di profondità come in Svezia, scegliendo aree stabili, non sismiche e senza infiltrazioni di acqua. In Italia si potranno generare (ipotizzando 60 anni di produzione da 8 impianti) 38.000 metri cubi di rifiuti di bassa e media radioattività e 4.200 metri cubi di rifiuti di alta radioattività da riprocessamento.

Ciò significa che inciderebbero soltanto per lo 0,000006% sul totale dei rifiuti speciali pericolosi prodotti annualmente nel Paese. La "tecnofobia" verde si accanisce nei confronti della scelta nuclearista riportata in Italia dal governo Berlusconi, con l'appoggio del partito di Casini e di sparuti gruppi nel PD. Quando non sarà più conveniente estrarre petrolio, il mondo intero subirà uno shock atroce perchè occorrerà trovare una fonte energetica altrettanto potente se non di più. Tralasciamo il problema immenso di COME riconvertire la vastissima gamma dei prodotti petrolchimici quando tale filiera non avrà più la sua fonte originaria...Basti pensare che la sola Cina, secondo autorevoli studi, tra 40 anni consumerà tutto il petrolio che OGGI viene estratto a livello mondiale. L'incalzante espansione delle nuove potenze (India, Cina, Brasile in primis) ha costretto il morente Occidente ad ipotecare qua e là i giacimenti che nel futuro potranno dare notevoli vantaggi competitivi e strategici nello scacchiere geopolitico.

Lo stesso nobel Carlo Rubbia prima scettico ha dovuto ammettere che quella nucleare sarà necessariamente una delle alternative di approvigionamento energetico rispetto ai combustibili fossili. Il nucleare di quarta generazione sarà sfruttato da tutti i Paesi che vogliono restare competitivi a livello internazionale su diversi e strategici settori. In questa intervista, Carlo Rubbia auspica lo sfruttamento del 'torio 232' al posto dell'uranio: una tonnellata di 'torio 232' produce la stessa energìa di duecento tonnellate di uranio ed è presente in natura dieci volte di più.


Diventa così prioritaria una strategìa di diversificazione delle fonti di approvigionamento e appare ovvio che precludersi ancora la 'scelta nucleare' oggi, comporterà l'impossibilità di sfruttare le tecnologìe più avanzate del settore anche nel futuro.
Diversificare le fonti è come diversificare gli investimenti: non si rimane mai col cerino in mano perchè ci si prepara a sopperire le contingenze negative di qualche fattore rispetto ad altri. Cosa che è anche nel programma del governo per passare dall' 83% di dipendenza verso i combustibili fossili del nostro Paese, al 50%, lasciando un 25% al nucleare ed un altro 25% alle altre fonti sussidiarie che da sole non sono risolutive. Pertanto anche le altre fonti sussidiarie saranno ampliate rispetto alla scelta miope ed antinazionale che al referendum del 1987 ci tolse una grande risorsa nella quale eravamo all'avanguardia mentre ai nostri confini brulicano centrali nucleari straniere. Così abbiamo avuto solo rischi senza vantaggi, anche se poi...abbiamo bisogno di ACQUISTARE energìa elettrica dalla Francia (che ce la fa ben pagare), prodotta col nucleare (!!!) in centrali che hanno avuto anche l'ENEL (!!!) come investitore!!! Se è giusto riconoscere all'Iran il diritto di ricerca nucleare per l'indipendenza energetica e la politica di potenza, quale sindrome di Tafazzi può indurci a negare tutto ciò alla nostra patria?

Certo, la ricerca dell'uranio creerà nuovi monopoli ma varrebbe lo stesso discorso per i materiali dei pannelli fotovoltaici come rame, silicio, cadmio (che vanno estratti con strumenti che utilizzano carburanti, quindi se sale il prezzo del petrolio salgono pure i prezzi di questi materiali), anche costosi da smaltire e soggetti ad obsolescenza già dopo i primi dieci/quindici anni di uso, con conseguente fine degli incentivi per lo scarso rendimento. La cosa buffa è che quella nucleare, sarebbe comunque una scelta "ecologica". Secondo un’analisi della IAEA, produrre 100 TWh annui da fonte nucleare eviterebbe l’immissione di 35 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, confermata dalla The European House Ambrosetti che va oltre: il nucleare consentirebbe un risparmio di CO2 dieci volte superiore al fotovoltaico occupando un centesimo della superficie. Un reattore produce infatti energia come 15.000 ettari di pannelli fotovoltaici o 3.000 pale eoliche da 2 MW alte 100 metri con diametro di 800 metri.

La scelta di quello sciagurato ed emotivo referendum (oggi addirittura riproposto!) ci ha costretto a subire il ricatto petrolifero, il tallone del dollaro statunitense e le fluttuazioni delle quotazioni e sorprende che si sottovaluti così tanto quanto sia impattante per le famiglie italiane il dover pagare bollette energetiche il doppio più pesanti di quelle che pagano i francesi, per non parlare dei costi delle imprese che si riversano sui prezzi al consumo. Tale sudditanza potrebbe essere invertita se solo l'Unione Europea iniziasse lo "svezzamento" dell'euro, da moneta coloniale, a moneta alternativa nei pagamenti internazionali e come riserva monetaria. Strada, quella delle borse petrolifere desiderose di emanciparsi dal dollaro, che lo stesso Saddam Hussein aveva iniziato ad intraprendere, ancor prima dell'Iran.
Ma, comunque sia, la necessità di dotarsi di nuove fonti energetiche rimane cogente soprattutto per l'Italia.


Enrico Fermi era italiano, il nucleare non è un'alternativa satanica ma una scelta opportuna ed un settore di ricerca al quale una nazione che abbia intenzione di rimanere tra i "G" del mondo, non può rinunciare.
Riecheggia spesso la domanda: "E l'incidente di Chernobyl ?". Mai più nessuna Chernobyl si è verificata. Simbolo di un regime in putrescenza, centrale vecchissima ed esplosa solo perchè fu tentato un esperimento rocambolesco, negato dalle autorità per una decina di giorni abbondanti. Tutto ciò appartiene al passato ma viene sfruttato come argomento principe antinuclearista. E l'idroelettrico? Perchè non ricordare ossessivamente il Vajont per togliere tutte le dighe in Italia? La prevedibilità di certi piccoli incidenti oggi e l'immediata risoluzione dei problemi conseguenti, dimostrano il contrario: cioè che le centrali nucleari sono essenzialmente sicure. Nel mondo ci sono
441 impianti (cioè 375mila MWe di capacità) e producono il 14% dell’energìa planetaria, negli ultimi 30 anni l’energìa prodotta è aumentata del 400% alla faccia di chi dice che il nucleare sia stato abbandonato. Ci sono attualmente in costruzione 65 nuove centrali in 16 Paesi del mondo. Il 68% della capacità istallata è concentrata tra USA, Francia, Giappone, Germania e Russia; Obama ha indicato 8 miliardi di dollari di investimento per nuove unità negli USA, l’Inghilterra 6 miliardi e la Cina 24, mentre Svezia, Spagna e Finlandia confermano e prolungano la vita operativa delle centrali. Se la media europea vede una produzione di energia dal gas naturale e da olii combustibili del 27%, l’Italia arriva addirittura al 60%. In Europa il 28% dell’energìa è prodotta col nucleare e la media della bolletta energetica è del 30% più bassa che in Italia, unico Paese del G8 a non usare il nucleare ma che ha ben 27 centrali a meno di duecento kilometri dal confine. Coerenza vorrebbe che non acquistassimo energìa elettrica dall'estero prodotta col nucleare per non fare la figura degli stolti.

Totò, il funambolico "venditore" della Fontana di Trevi, avrebbe forse immaginato i francesi acquistare a prezzo decuplicato l'energìa elettrica dagli italiani, ma la storia recente, quella vera, gli avrebbe dato torto. Il progresso tecnologico non è mai esente da rischi collaterali e credere o pretendere il contrario significa negare la fatica della responsabilità umana del caso specifico, sempre complesso e difficile. Accettare solo le cose che nel modo più assoluto non prevedono rischi avrebbe significato fare a meno del fuoco, dei medicinali, dei cellulari, degli aerei, delle automobili, dei conservanti, delle lastre fatte coi raggi X, dell'anestesìa, dei condizionatori, delle dighe, del gas, etc.,etc. per altri anni di elenchi. Dire NO al nucleare è come dire NO al fuoco, NO alla chimica, slogans vuoti che pretendono di risolvere la complessità delle questioni con un aut-aut basato sull'emotività. Il manicheismo sul nucleare è del tutto fuori luogo e spinge a non riflettere sui ripensamenti di ex antinuclearisti oggi 'pentiti' come Patrick Moore, Stewart Brand, Stephen Tindale e Chicco Testa.

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nessuna nuova chernobyl perchè di centrali non ve n'erano in italia, gestite da italiani. perchè ogni tanto ci si dimetica di dove finiscano spesso i rifiuti speciali... se enel e edf hanno investito nel nucleare in francia continuiamo ad acquistare dalla francia, tempi e costi di costruzione e gestione di nuove centrali da noi non sono coerenti con l'apocalisse proposta. ah, e una cosa di cui tutti coloro che parlano di fine della dipendenza petrolifera dovrebbero rendersi conto è che per ora le auto vanno ancora a derivati dello stesso, e non pare che le case produttrici siano orientate a cambiare combustibile a breve.

L'intenzione del governo Berlusconi è di spendere fin da subito 30 milardi di euro per mettere in campo la prima pietra di una possibile centrale nucleare che dovrebbe fornire all'Italia, nella strategia energetica nazionale (non si parla più di piano energetico), il 25% dell'energia elettrica. Ma l'energia elettrica è solo il 18% dell'energia totale utilizzata nel nostro paese. Quindi il 25% del 18% fa il 4% dell'energia utilizzata dal nostro paese. Scegliere oggi di usare il nucleare con questo impegno di spesa quando se ne produce molta di più con le rinnovabili (quelle vere) e se ne consuma molta di meno con l'efficienza........però rinnovabili (quelle vere) ed efficienza sono portate avanti dai nuovi bigotti e quindi..........solo cacca Inoltre parlare di combustibili fossili, quando per l'energia nucleare da fissione, sia ben chiaro, l'unica attualmente operativa, si base su qualcosa di esauribile come l'URANIO 235 o come il TORIO 232. Anche se in prospettiva c'è qualcosa di diverso, NON E' quello che sta facendo il governo berlusconi- Ma si conoscono i risparmi ottenibili costruendo edifici con efficenza energetica elevata? (A, A++, se non case passive, il cui consumo energetico è pari a ZERO?) I costi? Avrebbero un abbattimento investendoci i 30 miliardi destinati al nucleare....... In merito alla sicurezza http://www.sortirdunucleaire.org/actualites/communiques/affiche.php?aff… ti invito inoltre a parlare con qualcuno che il nucleare lo vive sulla sua pelle, se hai conoscenze in alsazia potresti avere delle risposte....citare IAEA è ridicolo così come The European House Ambrosetti è altrettanto ridicolo, se non di più, visto che ha fatto ricerche per mandato di ENEL ed EDF vagamente coinvolte nel nucleare in italia (ma proprio, poco poco) Parlare del vajont, oltrepassa la soglia del ridicolo.........questioni geologiche sottovaluatate (o non valutate),non "energetiche" e di funzionamento della diga Infine la semplicità con cui hai trattato lo stoccaggio delle scorie non è risolto, specialmente in svezia dove sono ancora in corso sperimentazioni,come dici tu, se fossero, le scorie, così innocue come mai si sperimenta per decenni?:- Belgio - Sono in corso accertamenti per valutare la fattibilità di un deposito geologico. Canada- un laboratorio sotterraneo per lo studio di una vasta formazione di granito che POTREBBE ospitare un deposito geologico. Finlandia Sono stati avviati gli scavi per la costruzione del primo deposito geologico al mondo per lo smaltimento definitivo di scorie radioattive.proseguiranno fino al 2020 quando le gallerie scavate nello zoccolo di granito che sorregge la penisola scandinava accoglieranno 5 531 tonnellate di scorie.La Posiva ha in realtà già evidenziato che le scorie dei nuovi reattori EPR pongono seri problemi per lo stoccaggio in questo deposito Francia È in fase di costruzione un laboratorio sotterraneo a Bureper studiare la fattibilità di un deposito geologico in una formazione di argilla. Germania Il deposito di Asse (distretto di Wolfenbüttel nel sud-est della Bassa Sassonia) fu ricavato in una miniera di sale (precisamente di potassa) aperta dagli inizi del 1900[13]. Venne inizialmente studiato negli anni sessanta e raggiunge una profondità di 750 metri. In seguito allo scavo di ulteriori camere per lo stoccaggio di rifiuti a bassa e media attività[13], venne raggiunta la parte più esterna della miniera[14]. Data la conformazione delle rocce e dell'uso abbastanza intensivo della miniera, oltre che l'uso di materiale di riempimento, negli anni si è avuto un deciso aumento delle infiltrazioni d'acqua, andando ad intaccare la tenuta di alcuni contenitore che contenevano i rifiuti radioattivi, e causando perdite di cesio. Nonostante si ritenga generalmente che le miniere di sale siano immuni alle infiltrazioni d'acqua e geologicamente stabili, e pertanto adatte ad ospitare per migliaia di anni le scorie nucleari, nel caso di Asse le infitrazioni ci sono e le perdite di sostanze radioattive sono state rilevate per la prima volta già nel 1988, ovvero dopo una quindicina d'anni. Gli studi preliminari effettuati negli anni sessanta viceversa consideravano Asse una locazione adatta per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti LAW e MAW. Per eliminare le infiltrazioni, si stanno studiando vari metodi per la stabilizzazione delle rocce che formano il deposito[15]. Seppur al livello di bozza, vi è anche la possibilità che i rifiuti vengano recuperati, nel caso che questo non comporti rischi maggiori per la popolazione e il personale che dovrà maneggiare i rifiuti[16][17]. Sono inoltre stati rilevati rischi di crollo dei tunnel, con ovvi enormi rischi di una forte dispersione delle scorie[18]. Stati Uniti d'America Nel marzo del 2008 è stato definitivamente abbandonato il progettato e mai ultimato deposito geologico reversibile posto a 300 metri di profondità sotto la Yucca Mountain (una montagna di tufo alta 1.500 metri) in Nevada, costruito dopo un percorso di ben oltre 20 anni e costato al governo federale 7,7 miliardi di dollari, che avrebbe dovuto accogliere a partire già dal 1998 77.000 tonnellate di scorie. Al momento non è stata ancora trovata una destinazione alternativa e le scorie continueranno ad accumularsi nei 121 depositi esistenti (non sotterranei) dislocati in 39 stati.[19] Il deposito di Yucca Mountain era stato progettato per essere a tenuta d'aria e a prova di infiltrazione per 10.000 anni, anche se l'economista Jeremy Rifkin sostiene che in realtà non fosse così[20]. Il deposito aveva ottenuto una licenza dal NRC per 70 anni di esercizio, in previsione di un probabile riutilizzo futuro delle scorie stesse, che contengono ancora circa il 95% di energia sotto forma di isotopi di uranio e plutonio. Svezia Sono in corso di sperimentazione nel laboratorio sotterraneo di Oskarshamn a 330 chilometri a sud di Stoccolma (realizzato tra il 1990 e il 1995, consiste in una rete di gallerie che si estende fino a una profondità di 450 metri scavata in una formazione rocciosa con caratteristiche identiche a quelle di Olkiluoto) le barriere tecniche usate per il contenimento delle scorie finlandesi. La struttura è un modello a grandezza naturale del deposito geologico in costruzione in Finlandia e di quello che si prevede di costruire nei prossimi anni nei dintorni della stessa Oskarshamn oppure a Osthammar, a nord di Stoccolma (la scelta tra i due siti è prevista per il 2011). Svizzera Sono in via di sperimentazione altre barriere nei laboratori di Grismel e Mont Terri. Anche la Svizzera dunque si avvia, terza dopo la Finlandia e la Svezia, a costruire un deposito geologico dove seppellire le scorie ad alta radioattività. Le differenze geologiche impongono in Svizzera una soluzione diversa da quella scandinava, così i tecnici hanno spostato l'attenzione sull'argilla opalina, uno strato omogeneo di roccia sedimentaria stabile, non soggetto a terremoti e attività tettonica, che si estende sotto la regione del Weinland zurighese. Nel 2002 è stato presentato alle autorità nazionali il piano di fattibilità per la costruzione del deposito in quell'area, senza indicazioni precise sul sito, piano poi approvato nel corso del 2006 dal Consiglio Federale. Il sito specifico sarà scelto in seguito.

Diemnticavo il titolo poneva una domanda. La mia risposta è No, perchè satana non esiste, ma sicuramente è STUPIDA.

ecco cosa ne pensa IL CASTISSIMO L’Italia ha bisogno di raggiungere gli altri Paesi dotandosi di qualche centrale nucleare. Dopodiché si discuterà dove localizzarle. Qui in Lombardia i tecnici mi dicono: non ci sono siti adatti. Oltre questo, la Lombardia ha raggiunto l'autosufficienza attraverso l'ammodernamento delle proprie centrali E attraverso impianti di efficientizzazione e risparmio energetico. Attendiamo che il Governo convochi le Regioni attorno a un tavolo per vedere quali sono i siti più adeguati per l'utilizzo di questa energia.
Ecco il solito radicale, tecnofobico sempre....tecnolatra solo quando la tecnica viene usata contro la bioetica....e bulimico nei suoi interventi rabbiosi....che palle!
Papili è ancora arrabbiato con Rubbia che gli soffiò il Nobel...non ci fate caso :-)
ma pensare finalmente a diminuire i consumi di energia e la produzionedi beni proprio no?
A differenza dell'articolista o blogger non riporto dati scientifici ma fatti, cosa che voi ignorate o fate finta di non conoscere. Mi piacerebbe che, oltre il firmarsi, ma il coraggio delle proprie idee ho capito che è per pochi, mi si ribattesse con fatti e non insulti ed attacchi personali, ma a questo punto dubito dell'effettiva capacità dei signor nessuno di sostenere una discussione, anche con toni elevati, visto che è l'articolo ad alzarli, e loro, come sempre nei loro interventi, sono capaci solo di insultini da scuola elementare. Dai vostri pulpiti, che siete cosi frenquenti occupare, credete di essere menti superiori, con la veritù nelle mani ma non siete altro che poveri ultrà della politica, senza idee, pronti a fomentarvi per le parole e le azioni di un uomo infimo degno di voi.
Satana è maschile
Appunto MATTEO la CasaPassiva o PassivHouse, in Germania stanno costruendo interi quartieri con caratteristiche di questo tipo http://www.rockwool.it/casa+passiva/la+casa+passiva+di+cherascohttp://www.genitronsviluppo.com/architettura_sostenibile/casa_passiva_b… ma loro hanno le centrali nucleari e potrebbero non farlo chissa perchè, nonostante la svolta nucleare che si trovano fra le mani, vanno alla ricerca del rinnovabile e l'efficienza energetica? Forse sono Stupidi, anzi no, sicuramente lo sono.........
la scelta sig. nessuno, la scelta
Cari amici e nemici, sicuramente l'impostazione di fondo di Ferrari è accettabile quanto alla necessità di non doversi chiudere alle opportunità per il semplice fatto che ci sono rischi. E il fatto che quel referendum fu una sciocchezza è verissimo. Ecco quando si vede benissimo il limite di certi sistemi democratici. Sarebbe bello poter pensare a ridurre i consumi (di beni), è anche una cosa moralmente auspicabile da diversi punti di vista, ma il nostro sistema economico potrebbe reggere? Vero è che purtroppo abbiamo creato un sistema economico schiavo di una crescita che deve essere sempre costante... il nostro è un sistema intrinsecamente inflazionistico a causa del signoraggio bancario. Ma la denuncia del sistema non basta: c'è da tener conto che il sistema non è tutto sbagliato, in sé porta dei punti di forza. Senza il capitalismo l'Occidente non avrebbe mai potuto prosperare; le medicine, la cultura, i trasporti... tutto sarebbe rimasto essenzialmente fermo a livelli premoderni. Ci pensiamo? La denuncia poi non basta anche perché dopo di questa ci vuole un progetto alternativo, VERAMENTE alternativo, quindi realisticamente realizzabile. E in questo è uno dei limiti maggiori di determinate parti politiche. La materia è sicuramente vasta. Gli interessi in gioco sono tanti. I soggetti che dovrebbero vigilare o che si esprimono su questi temi sono spesso economicamente interessati, che siano pro-nucleare o il contrario. Noi possiamo auspicare che, dopo aver instaurato un serio confronto tra le diverse proposte, si possa arrivare alla soluzione migliore. E per fare questo ci vuole una politica davvero responsabile a livello locale, nazionale sovranazionale.
Eludo di commentare gli interventi offensivi, che hanno il comune denominatore di prendere posizione pro o contro, a prescindere, e pertanto disinteressati a discutere. P. Ferrari pone la questione dell'urgenza di reperire nuove fonti energetiche, atteso che quelle esistenti oggi sono insufficienti a garantite le ipotesi di sviluppo economico e sociale del paese; R. Papili allude a soluzioni diverse, partendo dalle possibilità reale di avviare nuovi percorsi virtuosi , dal risparmio energetico legato ad un nuovo modello di sviluppo, alla ottimizzazione dei consumi. Per parte mia - per ciò che vale - ci sono diverse ragioni che acclarano gli argomenti di Ferrari, ancor più quelli che danno forza alle tesi di R. Papili. In gioco ci sono le sorti del pianeta negli anni futuri: infatti la questione delle scorie non è marginale. E' lecito allora chiedersi: qual è il prezzo da pagare per sostenere gli attuali consumi di energia.? E' legittimo lasciare ai nostri discendenti un pianeta inquinato (sic!)? E' legittimo che pensiamo solo ed esclusivamente in maniera egoistica a sostenere i nostri consumi e il nostro modello di sviluppo? Personalmente non credo (ma questo non conta: potrei rinunciare al tv, telefono, frigo, illuminazione , macchina in quanto saprei sopravvivere, avendo un'età che induce a riflettere piuttosto che a progettare), tuttavia è doveroso per tutti, specie per quanti hanno responsabilità politica, essere cauti, eticamente impegnati nelle scelte, consapevoli che essi possono o debbono governare il presente e non ipotecare o condizionare totalmente il futuro. Dal punto di vista economico, non credo che la scelta nucleare sia un grande investimento: essa darà significativi riscontri tra decenni e a costi altissimi, quando probabilmente le nuove tecnologie avranno aperto nuovi itinerari verso la fusione nucleare, la vera frontiera del futuro. Il dubbio sulla 'ineludibilità storica' di certe scelte della attuale classe dirigente, così discussa, così pressappochista nei valori fondamentali - etica pubblica, etica privata, interessi collettivi, interessi privati, senso dello stato, ecc. ecc. - mi sembra quantomeno legittimo.
Faccio i complimenti a Sasso ed al Compagno, interventi puntuali e riflettuti..........ovviamente concordo con il compagno filosofo che ha chiarito anche altri aspetti da considerare nella discussione... Vorrei porre alcune domande al Sig. Sasso L'investimento è di 30 miliardi per le centrali vero? Una campagna di ROTTAMAZIONE edilizia per la ricostruzione EFFICIENTE, o per un SERIO adeguamento energetico dell'esistente quantne assorbirebbe? Sarebbe meglio correre quei rischi di cui parlava o valutare la realizzaione di opere le cui TECNOLOGIE sono sperimentate e siicuramnete funzionanti con dei livelli di risparmio energetico elevatissimi? non ho nemici, il fatto di alzare i toni, è dovuto alla maleducazione saccente di alcuni soggetti che frequentano questo blog.
Doverosamente premetto di non essere molto esperto della materia. L’articolo di Pietro è molto chiaro e ben argomentato. Condivido le osservazioni di Pietro e Uomo Qualunque circa una sorta di tecnofobia a corrente alternata che si riscontra non solo da parte dei Radicali, ma anche dei loro omologhi di Sinistra e Libertà, Verdi et similia. Le obiezioni di Rosario mi pare si possano ridurre essenzialmente a tre: 1) – Il nucleare coprirebbe solo il 4% del fabbisogno energetico complessivo, atteso che supplirebbe al 25% del fabbisogno di energia elettrica, che è pari al 4% del totale. Ergo, il 25% del 18% è il 4%. 2) – Esistono le fonti rinnovabili; 3) – Lo stoccaggio delle scorie pone problemi di sicurezza ed ambientali. Ora, per le obiezioni sub 2) e 3) non ci sono particolari problemi, in quanto, come è noto, che le energie rinnovabili siano sufficienti a supplire a fabbisogni energetici su larga scala è tutto da dimostrare, e che siano convenienti in un sistema di microinsediamenti è – anche questo – privo di solido fondamento; quanto alla sicurezza dello stoccaggio, le statistiche sono più che confortanti. L’obiezione 1) invece potrebbe essere il punto, anche se, come sempre quando parlano i Radicali, vengono sciorinati numeri senza venire al cuore del problema e spesso con effetti fuorvianti. Sarò più chiaro. Dire che il fabbisogno energetico è solo per il 18% da energia elettrica non dice NULLA, NULLA in ordine al tema di discussione, poiché non spiega quanto costa quel 18% in rapporto al complessivo fabbisogno, né – di conseguenza – se quel 4% in meno giustifichi o no l’investimento di 30miliardi di euro. Neppure, illustra le possibili modificazioni delle percentuali nel paniere di fonti energetiche qualora l’energia elettrica costasse meno rispetto al costo attuale (che è senz’altro gravato di ricarico commerciale perché noi l’energia elettrica la compriamo). Facciamo un esempio: se io compro 15 mele e 50 grammi di caviale, il caviale costituirà si e no il 2% del peso dei miei acquisti, ma anche l’85% del loro costo, perché, come è noto, il caviale costa molto molto più delle mele. Quindi, risparmiare sul caviale ha un impatto molto superiore rispetto al risparmio sulle mele, sebbene la quantità di caviale sia minima in rapporto alla quantità di mele. Ciò senza considerare che, se riesco a pagare meno il caviale, potrei modificare i miei gusti e comprare più caviale e meno mele. Ora, io chiedo (non a fini retorico–argomentativi ma proprio perché non lo so): quanto pesa in termini economici quel 18% di fabbisogno elettrico? Pietro, Rosario o chi altri, chi mi sa dire quanto pesa, in quattrini, quel 25% in meno di energia elettrica da acquistare all’estero?
Caro Ferrari, apprezzo sempre i suoi ragionamenti pur non pensandola poche volte come lei. Non posseggo conoscenze tecnologiche sufficienti ad argomentare. Mi mancano strumenti quantitativi sufficientemente precisi per prendere l'una o l'altra parte. So che lei ha una ottima visione geopolitica e degli assetti di potere mondiali. So per certo, mi piace circondarmi di persone di scienza, che ben spesso innovazioni nella produzione di energia vengono malamente supportate quando non soffocate. Quanto conta il potere costituito, l'interesse economico, l'assetto delle lobby, nella scelta delle fonti energetiche? Io non ne ho idea, ma sarei veramente curioso di sapere cosa ne pensa chi ne sa più di me.
eccomi, io non sono in grado di argomentare in maniera così puntuale e dettagliata, che volete sono un'agricoltore. Ho letto, ho cercato di farmi un'idea, sfruttando pareri tanto illuminati presenti nel forum. A chi, in preda al positivismo più integralista che Conan Doyle al confronto era dogmatico dico : Fai una prova vai, a Montalto di Castro o in un qualsiasi sito nucleare ancora non messo in sicurezza (perchè noi, che in Italia non ci facciamo mancare niente, l'esperimento lo abbiamo già fatto). Una volta giunto sul posto, prova ad acquistare un immobile nelle vicinanze. Il primo passo sarà facilissimo, gli immobili delle vicinanze hanno valori di mercato bassissimi. Una volta sbrigato rogito ed ammennicoli vari, trasferisciti lì con la tua famiglia. Dopo di che, questa se vuoi è la parte più piacevole, dacci dentro come un mandrillo con la tua signora o con la tua fidanzata. Aspetta nove mesi e vedi quello che viene fuori. Se per fortuna o statistica ne viene fuori un essere con una testa sola, fallo crescere nel circondario, ma prima contatta un buon ematologo. C'è qualcuno che è meno tollerabile di quelli che sono affetti da NIMBY, quelli che le scorie le vogliono, ma nel giardino degli altri. Le guerre di trincea le hanno combattute i fanti, non i generali, se si è convinti la prova da fare è semplice, l'ho indicata (tra depositi di scorie e centrali dismesse, la scelta è ampia). Altrimenti sono solo parole. Ah proposito nel caso che per coerenza si sciegliesse la mia soluzione, si possono cercare rassicurazioni sulla sicurezza dai dirigenti di vari enti nazionali, alcuni dei quali sono ingegneri neolaureati assunti per chiamata diretta, incidentalmente figli di sottosegretari col pizzo (inteso come rada peluria intorno al mento).
La vostra è una discussione lunare...tutti i Paesi del mondo e anche quelli emergenti si preoccupano di garantirsi una diversificazione di approvigionamenti per non farsi ipotecare il futuro da altri: sviluppo, occupazione, benessere diffuso. Qui sembra di stare fuori dalla realtà per una presa di posizione irrazionale: NO al nucleare punto e basta e SI alla decrescita economica.....poveri ma puliti? No saremo poveri e sporchi perchè non avremmo più indotti e ricercatori, tutti fuggiranno da qui perchè non sarà possibile investire. Timballo, è ovvio che qualche territorio sarà sottratto alle residenze.....vogliamo parlare delle migliaia di ettari di panorami che sarebbero sottratti dall'eolico o dal fotovoltaico? Non è un modo serio di ragionare quello di mischiare i discorsi che non c'entrano un tubo. Papili....Nessuno sostiene che serve SOLO il nucleare, ma che serve ANCHE il nucleare....infatti chi ce l'ha continua ad usarlo e ad implementarlo. Siamo L'UNICO PSESE DEL G8 a non usarlo....perchè? Certo, USA, Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Giappone, Russia e Cina sono notoriamente STUPIDI....ma mi faccia il piacere!!!
Da sottolineare come i detrattori delle mie PROPOSTE siano così pieni di loro da ritenere che l'unica cosa degna di essere definita tecnologia sia quella che loro sostengono IL NUCLEARE, ma vorrei ricordare a tutti che non è l'unica TECNOLOGIA ad esistere ........... Propongo, inoltre, a tutti coloro che si sentono in grado di affibbiare le patenti di FOBICI ad altri, di osservarsi analizzare le proprie, di fobie, e solo dopo confrontarle con quelle,presunte, degli altri Mi dispiace Masssimo ma ti sei dimenticato di citare l'EFFICENZA ENERGETICA che tra tutti è sicuramente la cosa che riveste la maggiore importanza. In un ambiente EFFICIENTE dove sono presenti impianti fotovoltaici, solare termico, geotermico, di ventilazione con scambio di calore, eolico e minieolico, impianti di riscaldamento a pavimento con caldaie a condensazione etc......... e dove viene rispettata alla lettera la teoria dell'INVOLUCRO EDILIZO, sono raggiungibili consumi energetici che sono senza ALCUN DUBBIO 10 volte inferiori ad un ambiente che non segue questi standard, ora, se noi vogliamo continuare a SFRUSCIARE energia, per il solo fatto di poter giustificare l'utilizzo di Tecnologie Nucleari, è una questione di scelte. Definire "privi di solido fondamento" TECNOLOGIE in PIENA ESPANSIONE sia negli Stati Uniti che in Europa (Italia in misura minore ovviamente, l'impegno è per il nucleare), senza esporre dati reali e tangibili significa affermare il FALSO..... se sei interessato posso approfondire parola per parola quello che sostengo Senza polemiche ma con la voglia di conoscere, vorrei essere informato su quali sarebbero le solide fondamenta su cui dovrebbero basarsi questi micrositemi e di contro vorrei conosce quali sarebbero le solide fondamenta su cui poggiano le teorie secondo le quali il problema delle scorie sia gia stato RISOLTO, e su cosa si basano le statistiche visto e considerato che i depositi geologici ancora non sono operativi, e quelli "sperimentati" in germania si sono rilevati assolutamente INEFFICACI E PERICOLOSI per non parlare delle sperimentazioni che non sono servite a NULLA negli Stati Uniti con inenarrabili sprechi di denaro pubblico..............inoltre ai famosi 30 mld di € si dovrebbero aggiungere i costi di ricerca sperimentazione,realizzazione e gestione dei siti di stoccaggio..............per poi trovare un sito adatto dove realizzarlo dove siano presenti grandi blocchi granitici o aree con argille a profondità di 500 mt. che nel contempo siano in zone NON SISMICHE e geolocicamente STABILI, aggiungendo la densità abitativa Italiana e la sindrome di NIMBY di cui il primo portatore è il CASTISSIMO TRUFFATORE NUCLEARISTA FORMIGONI ti sfido a trovare aree in Italia che possano avere questa "vocazione", poi potremmo continuare a fare come è stato fatto in precedenza dei bei depositi a cielo aperto in AFRICA tanto mica loro soffrono la radioattività e poi loro sono solo africani.o sul fondo del mare tanto non serve a nulla, il mare. E' la RIDUZIONE del FABBISOGNO il discrimine caro Massimo, sarebbe possibile ridurre i consumi da un 50% ad un 90 %, e non mi sembra poco.
Le solite boiate del LIBERTINO LIBERTARIO MA BIGOTTISSIMO Papili che non ha capito che gli investimenti sono privati.....l'unica cosa che chiedono gli investitori è coerenza nella scelta e una cornice normativa chiara per non vanificare gli investimenti. Le centrali si fanno in prossimità dei corsi d'acqua per raffreddare gli strumenti e la stessa Corte Costituzionale (certamente non amica del governo) ha sancito che è di competenza statale la scelta dei siti, anche se è obbligatorio (ma non vincolante) il parere della Regione implicata. In Francia ci sono 60 centrali nucleari e neanche i trotzskisti francesi vogliono chiuderle....altro che lunare....le considerazioni sono preoccupanti e irrazionali. Veramente è assurdo che un Paese possa dividersi sul portare avanti o meno la ricerca e l'opzione nucleare.
l'uomo qualunque scrive da uomo qualunque è questo se non sintomo di intelligenza almeno lo è di coerenza. Io trovo le certezze e la coerenza noiosi oltre che pericolosi per cui : Di nuovo tante parole, ma tu, non uno qualsiasi, tu, il rischio sulla tua pellaccia e su quello della tua famiglia non lo corri. Anzi nella migliore delle ipotesi lo condividi, beh io il rischio mio e della mia famiglia non lo condivido con nessuno. Il povero papili si danna, si sforza per indicare alternative, non contrapposizioni ideologiche, alternative pratiche, che oltre ad essere eticamente auspicabili, risultano economicamente vantaggiose, ma non c'è verso, allora chi è il dogmatico, l'idealista? In ultimo il principio di precauzione non è niente rispetto alla realpolitik da quattro soldi. Sono anni in questo paese che in virtù di ragionamenti simili si fa passare tutto per buono. In quanto all'essere l'unico paese del G20 0 G8 o quello che vi pare è una argomentazione talmente infantile e sterile da un punto di vista logico lineare da non meritare risposta. davvero se ne sei così convinto trasferisciti, ti concedo anche la possibilità di qualche sito all'estero, altrimenti solo chiacchiere.... schiena dritta, please !
d'accordo allora viva il nucleare fra un paio d'anni le centrali saranno operative vero? cosi avremo risolto il problema energetico....PIU' VELOCE DELLA MONNEZZA A NAPOLI COMPLIMETI solo conferme dell'inutilità della discussione con persone prive di educazione e senso del confronto, da quanto tempo i trotzskisti francesi sono diventati il partito degli antinuclearisti francesi? leggi informati poi parla dei fatti che accadono in altri paesi.........trasferisciti in Alsazia con i tuoi bambini staranno sicuramente benissimo mi raccomando. fra il 1945 ed il 2001 le 210 miniere d'uranio sul suo territorio (oggi esaurite) hanno prodotto 300 milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi di tipo minerario (rocce da scavo contaminate ecc.) che sono stati abbandonati nelle campagne senza misure di protezione e senza sorveglianze particolari. una parte di tali materiali siano stati utilizzati per costruire strade, parcheggi, abitazioni, scuole e giardini. PS:- io l'energia che risparmio NON LA PAGO UN PO DI ARTICOLI GIUSTO COSI, IN MERITO ALLA SICURUSSIMA ENERGIA NUCLEARE NON CI SONO INCIDENTI - VERISSIMO Ennesimo incidente, seppur poco rilevante, nella centrale nucleare francese di Tricastin: EDF ha fatto sapere che sono state sospese le operazioni di manutenzione al reattore numero 2 della centrale nucleare in seguito a un incidente avvenuto durante la ricarica di una parte delle barre di uranio. L'edificio che ospita il reattore, fa sapere EDF, 'è stato bloccato per motivi di prevenzione ed è stata disposta una vigilanza continua'. 'La direzione della centrale - viene precisato - propone di classificare l’evento al livello 1 della scala Ines' (International Nuclear Event Scale, ndr), che ne conta otto (da zero a sette).Il portavoce della centrale ha detto che è troppo presto per dire se l’incidente ritarderà il programma di manutenzione di Tricastin. Tutto questo mentre non si spegne la polemica alzatasi nei giorni scorsi sui sistemi di sicurezza del nuovo reattore EPR, quello comprato dal Governo Berlusconi da EDF per intenderci. Le autorità per la sicurezza nucleare francese e finlandese infatti hanno puntato l'attenzione sui sistemi di sicurezza, quello "normale" e di "emergenza" che non sarebbero sufficientemente separati. Con il rischio di un guasto in sincronia. Areva, la società di costruzione che sta realizzando l'impianto in Francia e in Finlandia ha difeso gli alti standard di sicurezza dell'impianto. Purtroppo però va ricordato che proprio in Finlandia nel tempo si è assistito a una serie di ritardi notevoli dei lavori e che i costi sono lievitati enormemente mentre la data di consegna dell'impianto di Olkiluoto slittava in un futuro ora ancora più indefinito. ANCORA PIU SICURO Ancora un incidente nucleare a preoccupare i cittadini del mondo. E stavolta non è avvenuto nel lontano Giappone, ma nella vicinissima Francia. Ormai non si contano più gli incidenti che continuano a susseguirsi, e questo forse un po' ce lo siamo anche chiamati. Infatti i sostenitori del ritorno al nucleare gridavano all'ingiustizia perché se l'incidente nucleare doveva capitare, poteva anche succedere ai nostri vicini di casa. Ed eccolo arrivato. Mentre il Presidente Sarkozy spingeva per la costruzione del secondo reattore nucleare all'EPR (European Pressured Reactor di Flamanville, in Bassa Normandia, nel Nord della Francia), infischiandosene dei divieti per la pericolosità dell'impianto, una nuova doccia fredda arriva dalla centrale di Tricastin, da cui martedì pomeriggio si sono dispersi 30.000 litri di liquido radioattivo altamente pericoloso. L'allarme è stato dato subito, e la protezione civile ha immediatamente avvertito i cittadini delle città vicine (Bollène, Lapallud e Motte de Rhone) di non immergersi nelle acque, non bere l'acqua dei rubinetti, non pescare, non mangiare prodotti pescati in quelle acque e praticare sport nautici, fino a nuovo avviso. SBAGLIO O SONO QUELLE ITALOFRANCESI? Il fatto è questo: l’ASN francese e le corrispettive agenzie per la sicurezza nucleare finlandese (STUK che già aveva espresso le sue perplessità in merito ai sistemi di sicurezza di Olkiluoto) e britannica (HSE/ND) hanno esposto delle serie riserve sul sistema di sicurezza dell’EPR reattore nucleare di terza generazione. L’avviso arriva dopo che è stata fatta una verifica da parte dell’IRSN sul reattore di Flamanville 3. La notizia è seguita con molto interesse dai media francesi, anche perché proprio ieri a causa della chiusura di 18 reattori e la prospettiva di un inverno senza elettricità, sta iniziando a crollare il muro di sicurezza che voleva la Francia indipendente nell’approvvigionamento energetico. Anzi, in grado di vendere energia a altri paesi. Gli incidenti nucleari che si sono susseguiti nei mesi scorsi e le condizioni precarie dei lavoratori del settore, motivo degli scioperi della scorsa estate, stanno insinuando il dubbio, nell’opinione pubblica, che forse neanche il nucleare è la soluzione ai problemi di approvviggionamento energetico. OOOOOOPSSSSSS MA NON ERANO SICURI? Dopo il terzo incidente in 15 giorni i francesi cominciano a preoccuparsi. Le autorità cercano di minimizzare, ma poi ammettono che si verificano circa 100 incidenti all'anno di questa portata L'incidente avvenuto nell´impianto nucleare di Tricastin in Francia, il 23 luglio, e che ha causato la contaminazione di un centinaio di lavoratori, è il terzo in 15 giorni sul territorio francese. L´Autorité de sûreté nucléaire si è immediatamente precipitata a classsificare "provvisoriamente" l´incidente a livello zero. Uno zero che si traduce, secondo l´Edf, in 39 persone che presentano tracce radioattive inferiori alla soglia di analisi et 61 che presentano «delle deboli tracce di irraggiamento, inferiori quattro volte al limite regolamentare». Ora in Francia ci si chiede se davvero tre incidenti in una settimana siano una cosa così rara e se siano davvero incidenti di tipo 1 o 0. E se l´Autorité de sûreté nucléaire (Asn) dice che incidenti di questo tipo se ne contano in Francia almeno 100 all´anno, perché vengono fuori solo ora e con tanto clamore? E perché fino ad oggi tutto è passato sotto silenzio? Quel che si comincia a capire e che l´immagine "sicura" del nucleare francese è in realtà frutto di una politica che manca di trasparenza e di un´opacità dell´informazione di lunga data. Il capo di Areva, Anne Lauvergeon, è arrivata a deplorare la troppa attenzione intorno agli incidenti nucleari: "Se ogni volta che siamo trasparenti provochiamo paura, c´è un problema". Forse il problema è che il nucleare non è stato finora trasparente e che trasparenza non è sinonimo di innocenza, soprattutto se le informazioni sugli incidenti si è cercato prima di nasconderle e poi si sono date con un contagocce pieno di tranquillanti. Come ha detto l´Haut comité pour la transparence et l´information sur la sécurité nucléaire (Hctisn) in occasione del primo incidente a Tricastin, "non solo la procedura di dichiarazione alle autorità è stata fatta in tempi anormalmente lunghi, ma soprattutto la qualità dell´informazione data non è stata assolutamente in linea con l´avvenimento". Oggi si scopre che quelli che l´Asn definisce "incidenti di livello 1" sono stati ben 86 nel 2007 e stavolta sono venuti a galla solo perché qualche giornale se ne è inopinatamente interessato, tanto che un infastidito e profetico ministro per l´ecologia Jean-Louis Borloo, ha detto il 18 luglio ai giornalisti che «se montate di vedetta ogni volta che si produce un incidente di livello 1, dovrete farlo ogni 3 o 4 giorni!», insomma attenti alla troppa informazione ed alla psicosi. MA MI RACCOMANDO NON DITELO AI SIGNORI NESSUNO
PREMESSA: Al referendum, anche io ho votato contro il nucleare. Mi spinse a farlo una considerazione di ordine idealistico. Parve ad uno sprovveduto come il sottoscritto che quello potesse essere un modo di manifestare dissenso verso i signori dei grandi potentati mondiali!!!!! Illusion!!! Ciò detto ritengo che con quella decisione di tanti anni addietro, il nostro paese abbia solo consegnato una fetta di benessere soprattutto a beneficio dei noastri amati cugini transalpini. In realtà il problema energetico è così importante e complesso che gia Enrico mattei lo aveva individuato come centrale per lo sviluppo del paese ormai 65 anni fa, purtroppo pagando con la vita il suo ardire di creare un polo italiano dell'energia. Ora è sotto gli occhi di tutti che quella nucleare non è l'unica opzione possibile, è solo la più conveniente a medio termine. Ma la politica italiana non ha un respiro che vada al dila dell'immediato perciò...ACCETTO SCOMMESSE.......... il nucleare in italia non si farà ne ora, ne mai. Tanto vale buttarsi su altro sperando di trovare una valida alternativa e...io speriamo che me la cavo (parafrasando il buon D'Orta). C'è, però un elemento che non è stato considarato e che nessuno prende in considerazione; cerco di spiegarmi: se provassimo a ridure i consumi tagliando non dico il non indispensabile, ma il SUPERFLUISSIMO (pardon per il pessimo neologismo). E' sotto gli occhi di tutti che qs. paese vive di molto al di sopra delle sue possibilità ed allora perchè non uno solo dei tanti soloni si erge a Paladino di una maggiore consapevolezza ambientale e non ambioentalistica, ideale e non idealistica; in sostanza perchè nessuno inizuia a risparmiare invece di invitare gli altri a farlo??????????? Siamo ancora il paese dell'armiamoci e partite????? Be allora, visto che nulla è cambiato dagli anni del ventennio, cosa volete che potrà mai indurre qualcuno a mettere seriamente mano alle politiche energetiche in qs. bel paese di matti. Teniamoci lo smog a Milano, la mmonnezza a Napoli, la Team a Teramo e, forse, pure Berlusca al governo.
Caro signor "Solenne Scrippella" lei ci fa o ci è? Cosa significa in concreto? Siccome nessuno vorrebbe vivere a due metri dalle autostrade allora dobbiamo eliminarle? Siccome è poco igienico vivere a dieci metri da un depuratore allora dobbiamo rinunciare a depurare le acque nere? La politica è una cosa seria, torni ad occuparsi di pallone. Papili è il solito bufalo inferocito antinuclearista che pretende di lasciare l'Italia con questo gap ridicolo e anacronistico....che dire.....mi auguro che nonostante gente come lui il progetto vada avanti.
Solita fuffa ecomaniaca e nevrotica....qualche giorno fa c'è stato un incidente in un gasdotto in Canada...sai che facciamo.....basta pure col gas. Se volessimo fare l'elenco di tutti i microincidenti praticamente irrilevanti che capitano su tanti settori dovremmo chiudere baracche e burattini.......l'edilizia è causa di una carneficina di incidenti sul lavoro.....cacchio basta a costruire allora. Ma jatevaddurmì !
No, no, no....non siamo all'Armageddon....più sobrietà please! Non è serio dividersi così accanitamente su una questione di buon senso. Vi è un forum nazionale su cui confrontarsi civilmente senza bandire crociate incrociate.....L'atomo non è satanico, nè "stupido" nè la panacea di tutti i mali....è solo un'opzione imprescindibile (decrescita a parte), ma dietro gli attacchi agli investimenti di Eni e Enel vi è il timore che il governo riveda gli incentivi verdi alla Sorgenia di De Benedetti. Ecco perchè i fruitori di "Repubblicuccia", "Espresso" ed epigoni locali tipo "Il Centro<-sinistra-", sono in prima fila a lanciare scomuniche nei confronti dell'atomo con sermoni stantii e sempre meno credibili. Meditate gentes.... Fausto Carioti: "Scrive Repubblica che l’Italia ha un problema: “Tra gas russo e nucleare rischia di avere più energia del necessario”. Che è come dire che siete nei guai perché il prossimo anno “rischiate” di guadagnare più soldi di quanti ve ne serviranno: sai che disgrazia. Però siccome il quotidiano che ha lanciato l’allarme fa capo a Carlo De Benedetti, iperattivo – tramite il gruppo Sorgenia, controllato al 65% dalla Cir – nella produzione di energia, è il caso di non liquidarlo come una sparata politica, motivata solo dal fatto che il gas russo in Italia è voluto da Silvio Berlusconi (che pure si è mosso lungo la strada tracciata da Romano Prodi) e che il nucleare non piace ai repubblicones, eco-compatibili per definizione. C’è di più. Per capire la vicenda occorre parlare anche di soldi. Sedici milioni di euro, per iniziare: quanti ne ha incassati Sorgenia nel 2009 grazie a incentivi che non hanno uguali in Europa, erogati dallo Stato per premiare chi produce energia con le fonti rinnovabili. Quelle in cui De Benedetti si sta specializzando. La situazione energetica italiana è tristemente nota e si può riassumere in un numero: 15%. E’ la quota di elettricità che ogni anno siamo costretti a comprare dai paesi confinanti, come Francia e Slovenia. Fosse davvero concreto il pericolo paventato da Repubblica, quello di trovarci con più energia a disposizione di quanta ce ne serve, vorrebbe dire che dopo decenni passati con i conti energetici in rosso, chiuderemmo il saldo in attivo. E siccome i consumi elettrici pro-capite aumentano ogni anno (vivaiddio, sono un indicatore del benessere), avremmo un po’ di margine da rosicchiare. E poi, in un mondo sempre più energivoro, l’elettricità si puo’ vendere a chi serve, come fanno i nostri vicini con noi. Infine l’abbecedario dell’economia insegna che un surplus di produzione è destinato a tradursi in un abbassamento dei costi del chilowattora, ovvero in bollette più leggere. Dove sta il problema, allora? Forse nelle prospettive del gruppo Sorgenia. Che, come si legge nell’ultimo bilancio, durante il 2009 ha visto accordarsi dal Gestore dei servizi energetici 85.678 certificati verdi per la produzione da fonte idroelettrica ed eolica. I certificati verdi sono lo strumento attraverso il quale lo Stato finanzia, al di fuori dei normali meccanismi di mercato, la produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Questi titoli, nel 2009, potevano essere scambiati ad un prezzo massimo di 112,82 euro, o dati indietro allo stesso Gse in cambio di 88,91 euro. In poche parole ognuno di essi valeva, secondo un calcolo prudenziale, 100 euro. Il che equivale a un ricavo per il gruppo De Benedetti pari a 8,6 milioni di euro. Cifre alle quali bisogna aggiungere i soldi ottenuti vendendo l’elettricità generata dalle centrali fotovoltaiche di Sorgenia, che nel 2009 è stata pari a 17,1 gigawattora. In questo caso il Gse, tramite il Conto Energia, paga al produttore una “tariffa incentivante” che, in media, è di 0,44 al chilowattora. Grazie a questo meccanismo, anch’esso sottratto alle normali regole di mercato, lo scorso anno il gruppo dell’ingegnere ha fatturato 7,5 milioni di euro. E ancora di più conta di ricavare in futuro: Sorgenia, che già oggi nei documenti per gli investitori si definisce “number one private operator in the solar business”, nel giro di pochi anni intende portare la potenza dei propri impianti fotovoltaici dagli attuali 13 megawatt a 50 megawatt. L’obiettivo, dunque, è quadruplicare il giro d’affari. Sommando quanto ricavato dall’energia eolica, dall’idroelettrico e dal solare si arriva a 16,1 milioni di euro. E siccome il margine operativo lordo apportato da queste tre aree di business al gruppo Sorgenia è stato pari a 16,6 milioni, si può dire che alla generosa normativa italiana sulle energie rinnovabili De Benedetti deve davvero tanto. Rincari del 20% Il problema (per l’Ingegnere) è che le sovvenzioni italiane sono nel mirino proprio per la loro eccessiva generosità. Nell’indagine conoscitiva presentata due mesi fa in Senato dall’Authority per l’Energia si legge che “l’incentivazione del fotovoltaico in Italia è oggi una delle più profittevoli al mondo”. Tanto che Alessandro Ortis, presidente dell’Authority, ha chiesto a Governo e Parlamento “una revisione della durata e del livello delle incentivazioni, con particolare attenzione al solare fotovoltaico, e una correzione dei malfunzionamenti del mercato dei certificati verdi”. Già oggi, ha denunciato Ortis, “il costo sopportato dai consumatori per il raggiungimento degli obiettivi è superiore a quello necessario”, anche perché “l’incentivo medio risulta pari a circa il doppio del valore dell’energia prodotta”. Senza interventi, ha avvisato, “c’è il forte rischio di un aumento delle bollette fino a oltre il 20%, da qui al 2020”. In Spagna e Francia, davanti a una situazione analoga, i governi hanno congelato gli incentivi alle rinnovabili. Il primo ministro francese, François Fillon, ha spiegato (lo ricordava qualche giorno fa il blog economico del Foglio) che lo sviluppo del solare in Francia è stato “nettamente più rapido del previsto e ciò ha un costo per la collettività e per il consumatore finale di elettricità, dato che si basa su di una tariffa di acquisto molto favorevole per i produttori”. Va da sé che quello che per i consumatori è un ulteriore aggravio della bolletta, per De Benedetti e colleghi è un maggior profitto, da difendere con le unghie e con i denti. Se un simile sistema è ritenuto insostenibile adesso, figuriamoci cosa accadrebbe se il gas russo portato da Eni e le centrali nucleari che intende costruire Enel girassero davvero a pieno regime, e se l’Italia dovesse raggiungere l’improbabile obiettivo dell’autosufficienza energetica: a rimetterci sarebbero soprattutto le fonti energetiche meno convenienti, tenute in piedi da prezzi artificiali. Le rinnovabili. Chi ci guadagna E allora, ma guarda il caso, da qualche settimana Repubblica ha messo l’allerta ai massimi. Prima dell’allarme lanciato ieri era stato strombazzato il “Manifesto degli imprenditori” contro il nucleare. Un’iniziativa voluta da Kyoto Club, l’associazione che raggruppa le imprese interessate allo sviluppo delle energie rinnovabili. Un documento con cui si chiede al Governo di rinunciare al ritorno all’atomo e varare “un nuovo quadro normativo che sostenga adeguatamente la green economy e le produzioni sostenibili”. Insomma, una richiesta esplicita di aumentare le sovvenzioni di cui gode il settore, che come visto è già tra i più assistiti al mondo. Tra i firmatari dell’appello ci sono quasi tutti gli imprenditori italiani impegnati nel business del fotovoltaico e nelle altre rinnovabili. Gli unici, manco a dirlo, che avrebbero tutto da guadagnare dal persistere dell’andazzo attuale. Un andazzo disastroso per famiglie e imprese, che oggi pagano bollette elettriche più care del 25% rispetto alla media europea, ma molto profittevole per chi – come l’editore di Repubblica – ha capito che pannelli fotovoltaici e pale mosse dal vento possono essere galline dalle uova d’oro."
Visto? Quanti ostacoli ad una posibile decisione pro-nucleare!!!!! Il senso del BENE COMUNE, come quello dello stato, è esattamente come il coraggio: se uno non ce l' ha non se lo può dare da solo. E con qs. potentati economici tesi a difendere il proprio interesse, come si può pensare di far smuovere qualcosa? Certo il sig. De benedetti è col cuore a Sinistra ma, bisogna capirlo poverino... se i Giudici gli hanno fatto un regalo da 800 milioni di Euro nell'affaire CIR bisognerà pur sdebitarsi e, visto la piega che sembrano aver preso le toghe, meglio butarsi tra le loro braccia. Dicevano gli antichi: DI MEDICI, AVVOCATI E GIUDICI,SAREBBE MEGLIO NON AVER MAI BISOGNO!!!!!!!! Ah! la vecchia saggezza popolare. A noi non resta che sperare che lo stellone si riaccenda a meno di non prendere in considerazione la possibilità di rimboccarsi le maniche e costruirsi un futuro migliore attraverso il sacrificio e gli investimenti sul futuro. Ma....per fare sacrifici come la generazione uscita dalla guerra che ha costruito decenni di benessere per il paese, occorrerebbe un'altra generazione disposta a posporre la propria soddisfazione materiale in modo da garantire possibilità nuove alle generazioni future. MA CE LI VEDETE I VENTENNI E TRENTENI DI OGGI A FARE SACRIFICI PER ASSICURARE UN FUTURO A... FIGLI CHE NEANCHE VOGLIONO !!!!!!!!!!!!!!! Sperem!!!!!!!!!!
Concordo con Uomo qualunque sulla tecnolatria a corrente alternata che prende i Radicali ed i loro omologhi di Sinistra e Libertà; e vengo al tema. Considerate questo post un’espansione del precedente: non è giocabile senza aver letto il set base (:-) Allora, Rosario: nessuno ha mai detto che il risparmio energetico e la diversificazione delle fonti (soprattutto in ottica di una maggiore autosufficienza) siano in contraddizione. Non c’è rapporto di “aut aut” quanto piuttosto di “et et”. Ben venga il risparmio energetico, ben vengano le case a impatto zero (ci stanno arrivando a Bolzano, che più che una città è un’aiuola: voglio vedere come ci arrivano a Roma, Napoli, Firenze o Milano): mi pare difficile, ma ben vengano. Il punto non è “nucleare versus risparmio energetico”, bensì “nucleare versus fonti rinnovabili” Dobbiamo però prendere atto di un dato: le cosiddette fonti rinnovabili, come già ha rilevato Adrakum, non sono economicamente vantaggiose e neppure economicamente sostenibili. La Relazione 2010 dell’Autorità per il gas e l’energia elettrica informa che il costo che grava in bolletta degli incentivi per le rinnovabili è passato dal 2008 al 2009 da 3,4 a 5,7miliardi di euro, e che tale somma include anche quegli incentivi che vengono “girati” ai cosiddetti inceneritori verdi. E non comprende, ovviamente, le altre sovvenzioni che al settore arrivano da fondi statali ed europei. E non sta meglio la Germania, ove, come testimonia il Frankfurter Allgemeine Zeitung (http://www.movisol.org/10news209.htm#anchor), gli incentivi per le energie verdi costano 8.2milardi di euro l’anno che i gestori prelevano dalle tasche degli utenti direttamente dalla bolletta. La verità è che quello delle fonti rinnovabili è un settore che senza incentivi non si regge, come in generale tutta la green economy. C’è di più. Un recente studio dell’Istituto Bruno Leoni a firma di Bruno La vecchia e Carlo Stagnaro dall’eloquente titolo “Are green jobs real jobs?” rileva come , da qui al 2020, a seconda degli scenari, potrebbero essere creati tra circa 55 mila e circa 112 mila posti di lavoro grazie allo sviluppo delle fonti eolica e solare fotovoltaica, se nel 2020 fosse raggiunto il “potenziale massimo teorico” stimato dal governo italiano nel 2007. Tuttavia, per ottenere tale risultato dovrebbe essere mobilitata una massa enorme di finanziamenti, pari a circa 6 miliardi di euro all’anno nel 2020. Se le stesse risorse fossero lasciate al mercato, per ogni posto di lavoro “verde” potrebbero esserne creati mediamente 4,8 nell’economia in generale, o 6,9 nell’industria. In altri termini, “gli investimenti verdi possono avere conseguenze positive di natura ambientale, ma il ‘green deal’, nella misura in cui ha lo scopo di creare occupazione o agire come stimolo anticrisi, è uno strumento inefficiente”. (testo integrale dello studio su http://brunoleonimedia.servingfreedom.net/WP/WP-Green_Jobs-May2010.pdf) Interessante quanto lo stesso Stagnaro scrive sul Foglio: “Rispetto al valore medio del 2007, negli ultimi sei mesi l’indice Mleirend (elaborato da Morgan Stanley sulle società esposte sulle rinnovabili) ha perso il 37 per cento, mentre lo S&P 500 solo il 25 per cento. Ha subito un tonfo molto più pronunciato tra il momento di massimo e quello di minimo: 120 punti contro 60. In breve, tra il periodo immediatamente pre-crisi e oggi gli investimenti verdi hanno avuto un rendimento inferiore rispetto al mercato con una volatilità più ampia: titoli più rischiosi e meno redditizi, insomma. Non solo: se nel momento più buio della crisi (coincidente con l’avvento di Obama e l’intensificarsi delle aspettative per un nuovo trattato di Kyoto in uscita da Copenaghen) Mleirend ha performato relativamente meglio, negli ultimi mesi i due indici si sono allineati. Con una differenza sostanziale: S&P 500 riflette essenzialmente la robustezza dei mercati, Mleirend l’aspettativa sulla disponibilità dei diversi paesi a supportare le rinnovabili con i sussidi. I mercati non si fidano più dei governi, cioè non si attendono una nuova stagione di investimenti verdi” (testo integrale su http://www.ilfoglio.it/soloqui/6789) Quindi, un industria – perché quello è – come l’industria verde, che non campa senza incentivi e che crea un settimo dei posti di lavoro che la stessa quantità di capitale creerebbe nell’industria convenzionale può essere economicamente e politicamente sostenibile? Se volete l’energia verde, dovete pagarvela: questo ha detto con franchezza Obama e questo dobbiamo capire pure noi. E la pagheremo in termini di tasse e di posti di lavoro, come l’ha pagata e la sta pagando l’America e come la stanno pagando gli altri Paesi che, infatti, stanno iniziando ad interrogarsi sul senso di tutto questo (come confermano, appunto, gli indici di borsa che ho riportato poco sopra). Questi sono i termini in cui i politici dovrebbero ragionare. Ora, nella medesima ottica, emanciparsi dai fornitori esteri per un quarto del fabbisogno di energia elettrica mi pare rappresenti una buona cosa. Ma chi mi sa dire quanto vale quel 25%? Quanto ci costa? Quanto potremmo risparmiare? Torno a dire: è lì che si capisce se il gioco vale la candela.
L'analisi che proponi non farebbe una grinza, Massimo, dovremmo però considerare alcuni aspetti che sono stati tralasciati, non so se volontariamente o meno li elenco 1) le centrali nucleari hanno tempi di realizzazione e messa in funzione elevatissimi (in finlandia, c'è stato un problema e l'aperura è slittato di 15 anni) e forse, ripeto forse, ne inizieremo ad usufruire nel 2030, quando, a livello tecnologico ed economico sarà cambiato tutto o quasi. (centrali di quarta generazione, semmai quelle di terza siano mai esistite), e saremmo costretti ad utilizzare tecnologie obsolete. 2) ad oggi le centrali in corso di costruzione in italia nell'87 ancora non sono state smantellate e le relative scorie non sono state ancora "sistemate" 3) analizzare i costi del nucleare e molto difficile, e comunque i trend sono in aumento, notevole aumento. L'uranio ha subito un aumento nei costi dai 20 dollarini per libbra a 120 dollaroni per libbra in meno di 7 anni, ed aumentando la richiesta........viene da sè 4) sempre in merito ai costi, non economici ma ambientali (sempre se si è disponibili ad ammettere che l'ambiente sia da tutelare) non ne è sentto parlare e le soluzioni presentate per lo stoccaggio delle scorie sono aleatorie e poco realistiche senza alcuna possibilità di riscontro perchè ancora nulla è operativo. I costi, Massimo, sono anche quelli della ricerca che sono INQUANTIFICABILI 5) I costi sulla Salute e di conseguenza sul SSN. (visto che si parla di economicità della cosa) Potreste leggervi la pubblicazione 103 della commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni ionizzanti (http://www.airpcomunica.it/27giu/Traduzione%20della%20ICRP%20Publicatio…) ci sono passaggi interessanti sia sulla contaminazione dei lavoratori che della popolazione Massimo ti prego di trovare qualcosa che ti illumini in merito alla centrale nucleare di Flamanville, l'ASN, l'EDF e L'ENEL La leggerezza con cui si affrontano argomenti come la sicurezza nucleare, dandola per scontata , riducendo il tutto ad un mero discorso economico, evidenzia l'egoismo di chi pensa al proprio benessere personalissimo, abbracciando, spesso, il nucleare solo come mera contrapposizione faziosa e ambientefobica al [......nuovo (ULTRAVENTENNALE ndr. ) bigottismo ..... quello verde, preoccupato di non "alterare" i connotati della Dea Gaia, di quella Madre Natura che minaccerebbe holliwoodianamente.........] l'articolo vorrebbe ridicolizzare chi si preoccupa per l'ambiente, ma che in realtà ridicolizza l'autore, riporta in sè l'essenza di chi, abituato a dare patenti di FOBICO e FAZIOSO, non è null'altro che fobico e fazioso in ogni singola frase che scrive..... 4) le energie rinnovabili, o meglio le tecnologia per produzione, stanno facendo passi avanti da gigante ed i costi si stanno progressivamente abbassando 5)
chiedo venia per gli errori grammaticali del post precedente......... passiamo invece a ciò che hai tralasciato in merito alle energie rinnovabili (un accenno si trovava sul post precedente) 1) le energie rinnovabili, o meglio le tecnologia per la loro produzione, stanno facendo passi avanti da gigante ed i costi si stanno progressivamente abbassando, le nanotecnologie ad esempio, come si evince dal rapporto dell'Abi Research http://www.abiresearch.com/research/1005397-Nanotechnologies+for+Renewa… 2) di base i costi, che in italia sono mediamente più elevati del 35% rispetto all'Europa, sono abbattibili, eliminando "burocrazia" come ad esempio, incertezza sugli iter autorizzativi degli enti locali , incertezza sulle procedure e costi di allacciamento, sovra-canoni ai Bim (bacino imbrifero montano), tutti rimovibili se qualcuno ne avesse voglia Interessante in merito alla stabilità economica ed alla convenienza e sostenibilità delle rinnovabili è lo studio IREX 2010 (mi adeguo all'inserimento di Dati di "parte") 3) l'eccezione che proponevi in merito alle case passive è parzialmente vera, ma, se leggi bene, parlavo di abbattimenti di consumi che vanno dal 50% al 90% dove il primo è ovviamente raggiungibile in edifici esistenti ed il secondo in nuove costruzioni (esiste la possibilità, non anzi realistica ed abbordabile), di poter evitare addirittura l'allaccio alle reti) , quindi anche in aree Metropolitane come Milano o Roma sarebbe possibile limitare i consumi con interventi di adeguamento energetico in base alla Legge vigente Per quel che rigurda, invece l'adozione della casa passiva solo a Bolzano, ti sbagli alla grande infatti in GEMANIA - FRIBURGO - AM SCHILIERBERG Progetto tedesco comprendente 50 abitazioni a schiera sorte a sud del centro storico della città di Friburgo. Il quartiere è immerso nel verde ed è oltre ad un gioeillo di tecnologia anche una fonte di guadagno per il quartiere stesso ed i suoi abitanti. Infatti la produzione di energia, tutta fotovoltaica derivante da un’immensa pannellatura solare sui tetti tutti rivolti a sud, è altamente superiore al fabbisogno. in INGHILTERRA - LONDRA (una metropoli!!!!!!!) - BED-ZED Un complesso sorto nel 2002 che ha funzionato talmente bene che si pensa di replicare l’esperimento su 3000 nuovi edifici londinesi entro il 2012. in AUSTRIA - SOLAR CITY (PROGETTISTI:- Norman Foster, Richard Rogers e Thomas Herzog non proprio gli ultimi Architetti nel panorama internazionale) http://www.floornature.it/progetto.php?id=4539&sez=30 la fornitura di energia, la città non dipenderà infatti dalla rete energetica esterna bensì sarà in grado di co-generare energia attraverso l'uso di impianti 'solari' che, in futuro, renderanno il quartiere in grado di divenire autonomo nonché di restituire una parte del surplus energetico alla rete urbana. 4) L'integrazione fra le due, nucleare e rinnovabili sarebbe possibile, si, ma solo se con l'avvvento della quarta generazione di centrali nucleari venisse DAVVERO risolto il problema delle scorie, che ad oggi, non hanno collocazioni precise e sicure, il richio per adesso è troppo elevato, ci sarebbero inoltre da stoccare e mettere in sicurezza quelle già prodotte negli anni precedenti e non solo in Italia, anzi. Sottoporsi a rischi così elevati senza una reale valutazione dei rischi stessi è abnorme è da incoscienti FINE (?)
Bene...impossibile rispondere a tutti. Rimane una certezza di fondo: di sempre maggiore energìa avremo bisogno. Ergo...rinunciare aprioristicamente alla fonte più potente che non ha prodotto neanche un morto in 40 anni nei Paesi occidentali è un lusso che soprattutto noi italiani non ci possiamo permettere. La crisi libica e algerina se fosse avvenuta nel 2006 durante quella russo-ucraina ci avrebbe fatto 'rabbrividire' nel vero senso della parola. Anche gli antinuclearisti hanno notevoli interessi (vedi gruppo Repubblica come segnalato in un commento) di natura economica, ma uno Stato deve invece mantenere il più possibile aperte le varie opzioni, tutte importanti, nucleare in primis. SVIZZERA: L'energia nucleare è la seconda fonte energetica della Svizzera. Le cinque centrali del paese producono il 38% dell'energia totale (dato 2005). Nel 2007 il governo svizzero ha annunciato una nuova politica energetica che contempla la possibilità di costruzione di nuovi impianti nucleari. Sebbene le centrali nucleari non producano emissioni di gas nocivi per l'atmosfera, il problema dell'eleliminazione delle scorie radioattive rimane irrisolto. La pericolosità delle scorie rimane tale per 250'000 anni ed ogni centrale nucleare è obbligata a contribuire ad un fondo per la copertura dei costi di un eventuale decommissionamento dell'impianto. Smaltimento delle scorie Le scorie venivano inviate agli impianti di Sellafield (Gran Bretagna) e La Hague (Francia) specializzati nel trattamento di rifuti radioattivi e nella loro riconversione in nuovo combustibile e in vetro per lo stoccaggio permanente. Questo fino al luglio 2006 quando è stata istituita una moratoria decennale sull'esportazione di questo tipo di combustibile. Le centrali svizzere hanno quindi optato per l'eliminazione diretta tramite lo stoccaggio in un sito provvisorio per circa 40 anni nell'attesa che si raffreddino per poi essere trasferite ad un sito le cui caratteristiche geologiche consentano l'interramento definitivo. L'ubicazione del sito definitivo non è ancora stata individuata, ma un deposito intermedio conosciuto con il nome ZWILAG, è presente sui terreni dell'Istituto Paul Scherrer a una cinquantina di chilometri da Zurigo. Le ricerche per l'individuazione di un sito permanente idoneo, che si renderà necessario intorno alla metà di questo secolo, sono attivamente in corso in ottempranza della legge svizzera in materia di protezione dalle radiazioni secondo la quale deve essere possibile eliminare tutti i rifiuti radioattivi prodotti nel paese all'interno dei confini. Ma anche l'opzione a lungo termine che prevede l'impiego di due o tre depositi comuni per tutta l'Europa rimane ancora aperta. Le ricerche sui vari aspetti dell'eliminazione delle scorie radioattive sono condotte nel laboratorio scavato con un sistema di gallerie a 450 metri di profondità nel granito del massiccio del Grimsel. Qui, scienziati svizzeri e stranieri simulano e conducono esperimenti per studiare gli effetti a lungo termine dello stoccaggio permanente di scorie. FRANCIA: Nel 2009 l'energia nucleare in Francia ha generato il 75.17% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese[1]. A marzo 2010, sono presenti in questa nazione 19 centrali elettronucleari in funzione che dispongono complessivamente di 58 reattori operativi, 1 in costruzione (il terzo reattore da 1 650 MW di potenza elettrica lorda dell'impianto Flamanville nella penisola del Cotentin in Normandia, unità che costituisce il secondo reattore commerciale di tipo EPR messo in cantiere al mondo dopo quello finlandese di Olkiluoto e alla cui costruzione partecipa anche l'Enel nella misura del 12,5% della spesa totale e che si prevede di allacciare alla rete elettrica il 1º maggio 2012[2]) e 7 dismessi. USA: La decisione del Presidente USA di concedere garanzie finanziarie per la costruzione di due nuovi reattori nucleari per la produzione di energia elettrica è destinata a cambiare molte cose. Era da più di un ventennio che in quel paese non si costruivano impianti nucleari. Anche se nel frattempo la produzione di energia elettrica da nucleare è andata crescendo, grazie ad una migliore utilizzazione degli impianti e al prolungamento delle ore di vita utile da 40 a 60 anni. Le garanzie finanziarie concesse, 8 miliardi ora, ma estendibili fino ai 50 circa stanziati nel budget americano di quest’anno, consentono di risolvere un problema. Normalizzare il costo del capitale, più alto per un impianto nucleare rispetto ai suoi competitor a carbone e a gas, in quanto associato ai lunghi tempi di ammortamento delle centrali nucleari. Questo per quanto concerne il merito. Ma è l’importanza della scelta politica fatta da Obama a rivoluzionare molte cose. Il Presidente USA ha infatti inserito la sua scelta nel solco di quella green economy che fa parte del suo programma elettorale. INGHILTERRA: Dall’Inghilterra infatti giunge la notizia che sono stati decisi otto nuovi siti nucleari da parte del governo, in modo di rilanciare il Regno Unito come “potenza nucleare” in campo europeo. Stando all’annuncio del Department of Energy and Climate Change gli otto siti saranno operativi entro il prossimo decennio e saranno i seguenti: Bradwell (Essex); Hartlepool; Heysham (Lancashire); Hinkley Point (Somerset); Oldbury (South Gloucestershire); Sellafield (Cumbria, già teatro di due incidenti nel ’57 e ’73, citata pure dai Kraftwerk nella loro “Radioactivity“); Sizewell (Suffolk) and Wylfa (Anglesey). Tutti i nuovi reattori saranno situati in prossimità di vecchi impianti già esistenti GIAPPONE: Nel 2009 l'energia nucleare in Giappone ha generato il 28,89% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese[1]. A maggio 2010, sono presenti in questa nazione 18 centrali elettronucleari in funzione che dispongono complessivamente di 55 reattori operativi, 1 in costruzione e 3 dismessi SVEZIA: La scelta svedese. «La legge di dismissione degli impianti verrà abolita, il divieto di sviluppare tecnologia nucleare e nuovi impianti anche», si legge in una nota diffusa dall'esecutivo, «sarà possibile richiedere il permesso di sostituire i reattori esistenti che non siano più economicamente produttivì». A imporre questa scelta, secondo il governo, la necessità di produrre sufficiente energia che nel Paese «cammina su due gambe: il nucleare e la tecnologia idroelettrica». Per la Svezia, ha spiegato il governo, il nucleare è fondamentale perchè è nelle centrali che si produce «quasi il 60 percento dell'energia elettrica». La decisone manda in fumo quasi trent'anni di politica anti-nuclearista, iniziata nel 1980, quando gli svedesi decisero, con un referendum non vincolante, di dare il via alla dismissione delle centrali, uno dei cavalli di battaglia dei socialdemocratici. ET CETERA......
tutto molto interessante ! Una serie di domande da parte di chi non può parlare di politica (si tratterebbe di cosa seria) e si dovrebbe occupare di pallone : 1) QUANTI DI VOI ACCETTEREBBERO UN SITO NUCLEARE NEL PROPRIO COMUNE? 2) QUANTI DI VOI ACCETTEREBBERO UN SITO NUCLEARE NELLA PROPRIA PROVINCIA, REGIONE? 3) QUANTI DI VOI ACCETTEREBBERO UN SITO PER LE SCORIE NEI MEDESIMI POSTI? Fatte ipoteticamente salve tutte le garanzie sismico-geologico-strutturali. Un piccolo referendum, rispondete con sincerità ? Io non mi tiro indietro e ovviamente rispondo no su tutti i fronti, detto questo mettiamo nero su bianco la risposta con l'onestà intellettuale che ha contraddistinto tutti gli interventi.
"Mediocre Parmigiana" quanto è bello buttarla in caciara....chiediti perchè il "popolo" non è sovrano riguardo la possibilità di votare referenda su materie fiscali......la motivazione? Che magari sarebbero abrogate tutte le norme fiscali con la bancarotta dello Stato.....ma se siamo a tal punto immaturi come potremmo diventare "capaci" di votare referenda su questioni tecniche che riguardano la fisica, la chimica, l'ingegnerìa ambientale, la bioetica, le manipolazioni genetiche. Solo in un modo.....fomentando la disinformazione, il terrore per racimolare "consensi" del tutto immotivati e contrari all'interesse nazionale. Prenditi una tisana così lo digerisci stò timballo. :-)
@ Augusto : io no !
Grazie Rosario !
OVVIAMENTE 3 NO ENORMI.......... anche perchè non ci sarebbero siti adatti ;-) - dicendola alla Firmigoni
LA TRASPARENZA DEL FORUM NUCLEARE http://www.iap.it/it/giuri/2011/g0122011.htm
Una delle prime ferrovie in Inghilterra fu bloccata dalla popolazione inferocita....qualcuno aveva messo in giro la voce che le galline non avrebbero fatto più le uova e che non sarebbe più cresciuta l'erba.....fu trovato un 'compromesso': il treno non poteva superare i 30 KM orari.... La demagogìa terrorista purtroppo fa abboccare molti....basti pensare ai vaccini inutili e dannosi che la gente si va a fare per le nuove influenze (senza pensare che ogni anno muoiono 5000 persone in Italia per l'influenza 'normale)....o al terrore di mangiare la carne di maiale che fece crollare i conumi NONOSTANTE tutti avessero assicurato che non c'erano problemi. p.s. Aspettiamolo allora stò ennesimo referendum che serve solo ad ingrassare gli scrutatori coi soldi pubblici....e rispettiamo l'esito che avrà. Piaccia o meno....e comunque Povera Italia!!!
Caro Pietro, intanto temo che non sia cosi' banale liquidare la questione come fobia da ignoranti, a meno che tu non faccia rientrare in questa categoria la maggior parte dei fisici che nella Scuola Normale hanno studiato e/o lavorano. Certo si potrebbe dire che sono una banda di comunisti e cio' sarebbe anche vero, ma temo non pertinente. Quello che possiamo considerare certo e' che tutte le possibili soluzioni sono paliativi: finche' non impariamo ad usare la fusione saremo sempre limitati. Se riusciamo a imbrigliare l'energia del sole a quel punto saremo pronti anche a migrare nello spazio. Credo che quello che dovremo fare come terrestri sia trovare il modo per poterci assicurare almeno altri 500 anni di energia (nel frattempo credo che impareremo a utilizzare la fusione). Questo, in effetti, e' possibile anche solo con il petrolio e un po' di solare ed eolico. Quello che pochi dicono e' che la prima fonte di energia e' il RISPARMIO: attualmente consumiamo circa 10 volte in piu' di quanto effettivamente ci necessita con le teconologie che abbiamo a disposizione (e se contiamo che le stime ci danno ancora circa 40 anni di petrolio con i comsumi attuali, arriviamo a 400 anni gratis solo con un po' di sano risparmio). Quando dico risparmio intendo NON che dovremmo fare meno cose, MA che possiamo fare esattamente le stesse cose che facciamo ora solo con un decimo della spesa energetica, semplicemente razionalizzando e riusando e sistemando. La seconda fonte di energia e' L'AUMENTO DELLA RESA: quindi utilizzare cose che permettono di raddoppiare o triplicare la resa del petrolio (naturalmente considerando dentro i costi di smaltimento etc...): in questo senso i pannelli fotovoltaici per l'Italia sono senza dubbio la scelta migliore (attualmente un pannello piu' che quadruplica la resa del petrolio in termini energetici prima di morire). Secondo me la fissione nucleare non solo e' un costo, ma e' anche abbastanza inutile: ci vogliono piu' di 20 anni prima che una centrale nucleare si ripaghi...(e non si guardi alla Francia che ha le colonie a cui rubare materie prime...noi non abbiamo nemmeno la Corsica...) e a quel punto e' gia' vecchia. Se poi si aggiungono i tempi di costruzione che sono epocali...Per contro, in 50 anni la ricerca sul fotovoltaico sara' talmente avanti che i pannelli si produrranno con materiale biodegradabile (esistono gia' ricerche in tal senso) e la loro resa sara' almeno 10 volte quella attuale...Inoltre i pannelli possono essere fatti con molti materiali diversi, basta un po' di ricerca. I ricercatori italiani sono molto bravi: diamogli 10 anni di finanziamenti e ci costruiranno dei pannelli di canapa, materia abbondantissima in Italia. Il punto e' che il fotovoltaico e' un topolino e il nucleare un pachiderma. Si puo' scegliere se far girare 1000 ruote piccine da topolini o una sola gigante dal pachiderma. La seconda scelta e', secondo me, meno funzionale perche' si avrebbe un'unica ruota, un'inerza molto maggiore nonche' costi di mantenimento superiori...senza contare che se succede qualcosa al pachiderma si ferma tutto, le probabilita' che 1000 topi diano problemi contemporaneamente e' quasi pari a 0...e cosi' via...A conti fatti il fotovoltaico e' migliore su tutti i fronti (ovviamente se si parte dal presupposto iniziale che e' solo un paliativo, come, del resto, lo e' la fissione nucleare). Purtroppo temo che quella del nucleare in Italia sia semplicemente una grande operazione per arricchire i soliti noti. Per drenare denaro dai piccoli come noi e farlo affluire nelle tasche di pochi costruttori legati alla criminalita' organizzata e non solo. Il nucleare non mi convince e non mi convincera'. Si badi bene, questa e' la MIA posizione e non voglio convinvere nessuno; se gli sciocchi lo vogliono che lo abbiano: cercare di convincere un mulo che e' un cavallo credo sia la cosa piu' stupida che si possa fare. Ognuno ha quello che merita e noi avremo 5 centrali nucleari che ci costeranno una barca di soldi, faranno arricchire la "cricca" e ci resteranno sul groppone come cose inutili. Del resto fanno il paio con lo stretto di Messina, il Mose e tutta una serie di "grandi opere" che sono costruite sulla schiena dei muli italiani. Perche' ormai questo siamo: carne da macello, muli e schiavi che arricchiscono padroni e potenti. Mentre la ricerca muore, la sanita' pubblica finisce in cantina, la scuola diventa un parcheggio, l' informazione e' l'informazione sull'ultima relazione di Nina Moric e gli italiani diventano sempre piu' poveri, NOI, con i soldi dei nostri nipoti (perche' i nostri e quelli dei nostri figli li hanno finiti i nostri genitori e ora noi mettiamo i debiti sulla groppa dei nostri nipoti), costruiamo 5 centrali che dovremo alimentare a sputo. Che il nucleare alimenti tutti i vostri condizionatori estivi, un caro saluto Simona
concordo in pieno con l'intervento di Simona, mi sembra il meno "tecnico" ed il più puntuale. Avevo chiesto un pronunciamento secco, privo di ulteriori argomentazioni. Da parte di alcuni il mini referendum sulla presenza del diabolico atomo nel proprio giardino è stato accuratamente evitato a vantaggio di ulteriori argomentazioni. Andiamo alle argomentazioni : Ferrari, l'esempio del treno è calzante, il passaggio di un treno nei pressi di allevamenti riduce le produzioni ! Dov'è l'errore delle popolazioni che protestavano? L'esempio dei vaccini poi è esilarante (involontario), gli scientisti-positivisti-atomisti sostengono la necessità delle vaccinazioni (non entro nei dettagli), ergo in questo caso mi diventi un fricchettone no global come gli antinuclearisti (fenomenale). I tuoi sparring parners (l'oncologo per primo) oltre a sostenere la sicurezza delle centrali, sostengono che ti devi vaccinare ogni anno, che i tuoi figli debbano fare tutte le vaccinazioni, per malattie che probabilmente abbiamo entrambi avuto, nascondendo la mortalità delle malattie stesse rispetto al rischio connesso alle vaccinazioni (il rapporto rischio-beneficio). Ora se chi si dichiara contrario alle centrali è addirittura un demagogo-terrorista i tuoi esempi erano minchiate. In quanto a isklander la storia del popolo caprone, non in grado di valutare aspetti tecnici, evoca un profilo psicologico poco complesso: hai paura, sei un pessimista, gli uomini (nota non ho scritto gente) sono troppo idioti per governarsi, hanno bisogno dell'uomo forte che li guidi. Anzi no, perchè sembra che i fascisti veri (ai quali va la mia comprensione) non esistano più, non più l'uomo forte, la tecnocrazia. Esistono menti dotte, professionisti che devono decidere per me. Il problema storicamente è sempre lo stesso, chi li sceglie, chi li controlla ? Stravolgendo la metafora di Simona ho l'impressione che chi è ostinatamente a favore (tra l'altro senza interessi diretti o indiretti in "cricche di vario genere") sia un mulo molto intellettuale che crede di essere un purosangue. A noi cavallacci di ogni risma non rimane che lavorare come muli e quando si può correre liberi.
@Simona, mi auguro che gli sciocchi che non vogliono il nucleare se lo trovino invece e che magari dopo qualche anno si vergogneranno delle loro vecchie posizioni cariche di pregiudizi. Insomma, qua va bene tutto, anche il futuribile, l'immaginifico, va bene la tecnica e pure la fantascienza, a meno che non si parli di nucleare. Tutte le argomentazioni risentono di questo pregiudizio invalicabile, di questo muro emotivo condito da opinioni personali ma il punto di domanda rimane quello iniziale. Non vedo argomenti realmente dirimenti sulla questione...anzi non dovrebbe neanche porsi la questione se siamo l'unico Paese del G8 a doversi ancora interrogare sui pruriti antinuclearisti. Dovremmo farlo e basta. @Timballo...il manicheismo talvolta è puerile: populismo e tecnocrazia sono fenomeni trasversali, liquidi, assolutamente 'neutri' in quanto strumenti, contenitori. P.S. Se soltanto passassimo a spendere il 25% in meno di bolletta energetica col nucleare come in tutta Europa, usciremmo dalla crisi in un semestre senza aver fatto tagli , messo tasse o fatto nuove finanziarie. Cintenti voi? No. L'Italia se ne deve fottere di chi attenta al futuro comune perchè si ostina a non esorcizzare i propri fantasmi.
Caro Pietro, non insultare la mia intelligenza e nemmeno la tua. Leggi da qualche parte nella mia risposta un "ANTI"? La smettiamo con questo gioco dei manipolatori mediocri che, per dare forza alle loro posizioni, parlano della loro posizione bollando come "anti" o "contro" chi ha visioni diverse? Se la vuoi mettere su questo piano allora restaci da solo perche' personalmente mi rifiuto di abbassare il livello della discussione. Il punto e' semplice: ci sono PIU' posizioni. non due, NON nucleare si, nucleare no, MA nucleare, fotovoltaico, eolico, carbone, petrolio, pedali etc... Personalmente funziono cosi', metodo scientifico: leggo, STUDIO (perche' ,Pietro, essere un matematico aiuta molto anche con la fisica, mentre fare ricerca e quindi vivere l'Universita' aiuta a tenersi informati anche su cio' che accade nei campi "vicini" al tuo), ascolto, discuto. Quindi analizzo le informazioni raccolte (in diversi anni, non negli ultimi mesi...MA in anni !!!) e mi formo una MIA idea. Ricordo come circa 9 anni fa parlavo con il mio compagno di allora delle difficolta' di ricerca di un suo amico fisico che si occupava di fusione in Svizzera ( difficolta' politiche per reperire fondi e storie di vario genere...). Come mi ricordo ancora 7 anni fa (e piu' volte da allora negli anni) quando con amici fisici si discuteva della fissione nucleare, delle centrali, dei costi etc...Tutti Normalisti, tutti ricercatori, le migliori menti che l'Italia abbia (olimpionici a livello mondiale). Ti assicuro li' la stupidita' e' bandita. Si ragiona, si riflette e si decide...l'apriori dell'ANTI non appartiene alle menti scientifiche! Negli ultimi 10 anni ho sempre, chiesto, ascoltato, raccolto informazioni, discusso. E tu, Pietro, l'hai fatto? Quanti libri hai letto? Con quante persone esperte del settore hai parlato? Con chi ti sei confrontato negli anni per maturare la tua posizione? Per carita', e' vero che personalmente ho incontrato, in proporzione, molte piu' persone che ritenevano la risposta migliore fosse nel fotovoltaico piuttosto che nella fissione nucleare, ma non e' colpa mia se mi confronto con ricercatori in Fisica di livello alto. Forse se parlassi con zichicchirichi' ...:D Ho esposto la MIA opinione. NON sono un antinuclearista, ANZI. Credo fortemente nella ricerca nucleare. Penso altresi' che per potersi formare un'opinione valida sia necessario molto lavoro, fatto con mente aperta, scevra da inutili paure, apriorirsmi e convinzioni limitanti. Bisogna STUDIARE, studiare, studiare e farlo negli anni, raccogliendo un numero di informazioni che sia sufficiente a dare una valutazione il piu' possibile onesta e oggettiva: costi monetari, reperibilita' dei materiali, zone in cui questi materiali si trovano e zone di influenza geopolitica, livello della ricerca e suoi possibili sviluppi, impatto ambientale e costi energetici TOTALI: costruzione, mantenimento, smaltimento etc...., interessi economici (chi ci guadagna, quando, come?) e cosi' via... Proprio perche' per formarsi una propria opinione ci vuole tempo, non chiedo ad altri di abbracciare la mia. MA chiedo, questo si, che chi parla lo faccia con un minimo di cognizione e non in maniera approssimativa tesa a portare avanti la PROPRIA posizione, invece di dare informazioni che siano utili alle persone per formarsene una loro. Tu Pietro, in questo articolo, fornisci dati parziali, approssimativi e conditi con opinioni tue personali che, scusa la franchezza, mi sembra dimostrino semplicemente una presa di posizione APRIORI a favore del nucleare, senza pero' che questa posizione sia supportata da studi approfonditi. Certo poi potrei sbagliarmi. Magari anche tu studi la questione da piu' di 10 anni e ne hai parlato con fisici, economisti, politici e cosi' via... Naturalmente sono ben consapevole di aver fornito anche io semplicemente la mia posizione e questo perche', per lo piu', a voler fornire informazioni che aiutino le persone a formarsi un'opinione onesta ci vorrebbe quasi un libro (oltre che essere esperti di vari settori, cosa che io non sono...) La differenza tra te e me e' che io scrivo e ribadisco che si tratta di una MIA posizione, invitando le persone che vogliono saperne di piu' a informarsi, tu pretendi di essere "oggettivo" e obiettivo, cose entrambe, temo, false. Sempre e comunque, come sai, con rispetto e stima, Simona
Simona, la tua saccenza nell'affrontare l'argomento lascia il tempo che trova e involontariamente segna un clamoroso autogoal....se è vero che bisogna studiare per 10 anni leggendo 100 libri è evidente che la questione non è affrontabile con un referendum. Rimango in attesa di leggere i numerosi volumi che hai scritto sull'argomento, certamente più degni di attenzione di quello che sostiene un Carlo Rubbia o un Antonino Zichichi, ma temo di non capirli e quindi aspetto che saranno diffusi anche in forma semplificata a mò di bignamini. Ribadisco che SOLO sul nucleare vi è una demonizzazione APRIORISTICA o il tentativo di cercare per forza un pretesto per dire NO, mentre per le altre fonti sussidiarie la cosa suona come una bestemmia. Lasciamelo dire....per te STUDIARE significa impiegare decenni di chiacchiere per bloccare quello che in tutti i Paesi avanzati è stato accettato: SVIZZERA: L'energia nucleare è la seconda fonte energetica della Svizzera. Le cinque centrali del paese producono il 38% dell'energia totale (dato 2005). Nel 2007 il governo svizzero ha annunciato una nuova politica energetica che contempla la possibilità di costruzione di nuovi impianti nucleari. Sebbene le centrali nucleari non producano emissioni di gas nocivi per l'atmosfera, il problema dell'eleliminazione delle scorie radioattive rimane irrisolto. La pericolosità delle scorie rimane tale per 250'000 anni ed ogni centrale nucleare è obbligata a contribuire ad un fondo per la copertura dei costi di un eventuale decommissionamento dell'impianto. Smaltimento delle scorie Le scorie venivano inviate agli impianti di Sellafield (Gran Bretagna) e La Hague (Francia) specializzati nel trattamento di rifuti radioattivi e nella loro riconversione in nuovo combustibile e in vetro per lo stoccaggio permanente. Questo fino al luglio 2006 quando è stata istituita una moratoria decennale sull'esportazione di questo tipo di combustibile. Le centrali svizzere hanno quindi optato per l'eliminazione diretta tramite lo stoccaggio in un sito provvisorio per circa 40 anni nell'attesa che si raffreddino per poi essere trasferite ad un sito le cui caratteristiche geologiche consentano l'interramento definitivo. L'ubicazione del sito definitivo non è ancora stata individuata, ma un deposito intermedio conosciuto con il nome ZWILAG, è presente sui terreni dell'Istituto Paul Scherrer a una cinquantina di chilometri da Zurigo. Le ricerche per l'individuazione di un sito permanente idoneo, che si renderà necessario intorno alla metà di questo secolo, sono attivamente in corso in ottempranza della legge svizzera in materia di protezione dalle radiazioni secondo la quale deve essere possibile eliminare tutti i rifiuti radioattivi prodotti nel paese all'interno dei confini. Ma anche l'opzione a lungo termine che prevede l'impiego di due o tre depositi comuni per tutta l'Europa rimane ancora aperta. Le ricerche sui vari aspetti dell'eliminazione delle scorie radioattive sono condotte nel laboratorio scavato con un sistema di gallerie a 450 metri di profondità nel granito del massiccio del Grimsel. Qui, scienziati svizzeri e stranieri simulano e conducono esperimenti per studiare gli effetti a lungo termine dello stoccaggio permanente di scorie. FRANCIA: Nel 2009 l'energia nucleare in Francia ha generato il 75.17% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese[1]. A marzo 2010, sono presenti in questa nazione 19 centrali elettronucleari in funzione che dispongono complessivamente di 58 reattori operativi, 1 in costruzione (il terzo reattore da 1 650 MW di potenza elettrica lorda dell'impianto Flamanville nella penisola del Cotentin in Normandia, unità che costituisce il secondo reattore commerciale di tipo EPR messo in cantiere al mondo dopo quello finlandese di Olkiluoto e alla cui costruzione partecipa anche l'Enel nella misura del 12,5% della spesa totale e che si prevede di allacciare alla rete elettrica il 1º maggio 2012[2]) e 7 dismessi. USA: La decisione del Presidente USA di concedere garanzie finanziarie per la costruzione di due nuovi reattori nucleari per la produzione di energia elettrica è destinata a cambiare molte cose. Era da più di un ventennio che in quel paese non si costruivano impianti nucleari. Anche se nel frattempo la produzione di energia elettrica da nucleare è andata crescendo, grazie ad una migliore utilizzazione degli impianti e al prolungamento delle ore di vita utile da 40 a 60 anni. Le garanzie finanziarie concesse, 8 miliardi ora, ma estendibili fino ai 50 circa stanziati nel budget americano di quest’anno, consentono di risolvere un problema. Normalizzare il costo del capitale, più alto per un impianto nucleare rispetto ai suoi competitor a carbone e a gas, in quanto associato ai lunghi tempi di ammortamento delle centrali nucleari. Questo per quanto concerne il merito. Ma è l’importanza della scelta politica fatta da Obama a rivoluzionare molte cose. Il Presidente USA ha infatti inserito la sua scelta nel solco di quella green economy che fa parte del suo programma elettorale. INGHILTERRA: Dall’Inghilterra infatti giunge la notizia che sono stati decisi otto nuovi siti nucleari da parte del governo, in modo di rilanciare il Regno Unito come “potenza nucleare” in campo europeo. Stando all’annuncio del Department of Energy and Climate Change gli otto siti saranno operativi entro il prossimo decennio e saranno i seguenti: Bradwell (Essex); Hartlepool; Heysham (Lancashire); Hinkley Point (Somerset); Oldbury (South Gloucestershire); Sellafield (Cumbria, già teatro di due incidenti nel ’57 e ’73, citata pure dai Kraftwerk nella loro “Radioactivity“); Sizewell (Suffolk) and Wylfa (Anglesey). Tutti i nuovi reattori saranno situati in prossimità di vecchi impianti già esistenti GIAPPONE: Nel 2009 l'energia nucleare in Giappone ha generato il 28,89% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese[1]. A maggio 2010, sono presenti in questa nazione 18 centrali elettronucleari in funzione che dispongono complessivamente di 55 reattori operativi, 1 in costruzione e 3 dismessi SVEZIA: La scelta svedese. «La legge di dismissione degli impianti verrà abolita, il divieto di sviluppare tecnologia nucleare e nuovi impianti anche», si legge in una nota diffusa dall'esecutivo, «sarà possibile richiedere il permesso di sostituire i reattori esistenti che non siano più economicamente produttivì». A imporre questa scelta, secondo il governo, la necessità di produrre sufficiente energia che nel Paese «cammina su due gambe: il nucleare e la tecnologia idroelettrica». Per la Svezia, ha spiegato il governo, il nucleare è fondamentale perchè è nelle centrali che si produce «quasi il 60 percento dell'energia elettrica». La decisone manda in fumo quasi trent'anni di politica anti-nuclearista, iniziata nel 1980, quando gli svedesi decisero, con un referendum non vincolante, di dare il via alla dismissione delle centrali, uno dei cavalli di battaglia dei socialdemocratici. Mi pare evidente che "essere di sinistra" equivale in Italia a leggere Repubblica...che "molto disinteressatamente" orienta i suoi e-lettori. Sembrate fatti con lo stampino.
Caro Pietro, non leggo la Repubblica che trovo scandalosa: gli articoli sono faziosi e illegibili. Mi sembra che continui a contrapporti invece di avviare una sana dialettica. Detto questo io NON ho scritto libri e NON ne sarei capace, non sono un esperto, mi sono semplicemente formata un'opinione ascoltando quelli che, a mio avviso (anche qui contestabile), sono esperti. Proprio per questo NON mi permetto di scrivere articoli sull'argomento. Certo poi commento quando vedo scrivere articoli generalistici, pieni di pensieri triti e ritriti sentiti 100 volte. Secondo me ci sono, nella preparazione, vari livelli: 1. l'esperienza: quando si sa bene di un argomento perche' lo si e' studiato in prima persona e si puo' parlare con cognizione di causa, nonche' argomentare e dibattere. 2. l'opinione di primo livello: quella che una persona si forma ascoltando esperti di varie e diverse idee, nonche' materie (in un discorso come il nucleare non sono coinvolti solo fisici, ma ancora di piu' economisti ed esperti di geopolitica, nonche' geologi e via dicendo). A questo livello l'opinione e' buona, effettivamente personale, ma la capacita' di dibattere e' poca e generalemente non costruttiva: cioe' ci si limita a rispondere riferendo opinioni degli esperti. 3. l'opinione di secondo livello: quella che uno si forma ascoltando parlare quelli che si sono formati un'opinione di primo livello. Qui l'opinione che ci si forma diventa poco attendibile e, a seconda dell'onesta' intellettuale degli opinionisti di primo livello, puo' essere anche "faziosa". Si e' generalmente incapaci di dibattere e spesso nel farlo si travisano anche le informazioni. E cosi' via...in una specie di gioco del telefono...(ti ricordi, io dico una cosa nell'orecchio a te che la dici al vicino che la dice al vicino e cosi' via finche' l'ultimo ha un'informazione completamente travisata). Per quel che mi riguarda credo di essere una persona con un'opinione di primo livello formata in anni di confronto e dibattito con una pluralita' di persone e di punti di vista. Questo, bada bene, non significa che ci vogliono necessariamente anni per formarsi un'opinione di primo livello. Credo sia possibile farsela gia' ascoltando per un po' di tempo esperti nelle varie discipline a confronto (1 mese, un'ora al giorno, magari al posto del programma su Sara Scazzi che la rai ha propinato dopo i pasti per due mesi...avvoltoi!). Infatti il problema NON e' formarsi l'opinione, MA il fatto che sia difficile confrontarsi con esperti, quindi, in effetti, un problema di INFORMAZIONE. A cui si aggiunge la grande perdita di tempo dovuta all'perazione di scarto e filtraggio di tutte la malainformazione che gira. E qui arriva il problema e la mia critica personale al tuo articolo e a un certo modo di fare informazione in Italia (Repubblica lasciamola perdere, disinforma come la maggior parte dei giornali del nostro Paese). Nel nostro Paese c'e' un'informazione di bassissimo livello (nel senso di cui sopra): ossia a confrontarsi sui giornali, in TV e sui media sono spesso opinionisti di terzo (se non quarto) livello, nella maggior parte dei casi faziosi, poco informati e con posizioni apriori da difendere. Incapaci di argomentare e di portare avanti un sano dibattito. Per me ne' io ne' tu siamo in grado di dare un'informazione di valore sull'argomento. Siamo profani e ignoranti. Al piu' possiamo dare la nostra opinione dicendo DOVE e COME si e' formata (che non e' saccenza, ma una giusta e dovuta citazione delle fonti). Ma anche questo e' una perdita di tempo per chi vuole davvero capire cos'e' meglio: siamo dei distrattori da cui la gente si deve guardare. E' il tuo articolo e il modo in cui l'hai scritto che critico perche' si inserisce nel vortice di mala informazione in cui il nostro Paese si trova e continua a stare. Non vedo in esso nessun elemento valido da cui una persona possa formarsi un'idea, ma solo una trattazione parziale e di parte che muove le solite e inutili critiche. BASTA con opinionisti che vogliono imporre la loro verita'. Che ci sia un dibattito tra esperti di posizioni diverse oppure il silenzio...almeno evitiamo le prese in giro! Per quel che riguarda le informazioni che snoccioli sui vari Paesi (tra l'altro prese da Wikipedia, quindi direi informazioni di secondo livello) ti vorrei fare osservare un paio di cose: 1. la situazione geopolitica, economica, geografica etc... dell'Italia e' molto diversa da quella dei Paesi che tiri in ballo 2. il fatto che altri Paesi facciano delle scelte di un certo tipo non significa che quelle scelte siano effettivamente le migliori e, soprattutto, che lo siano qui da noi. Il mondo e' pieno di esempi di come le grandi strategie economiche si siano dimostrate al servizio di chi detiene il potere e a detrimento di noi popolo comune. Cosi' come e' pieno di esempi di strategie vincenti che si sono dimostrate fallimentari quando applicate a popoli e culture e situazioni diverse. MA di queste cose non si tiene mai conto, perche'? Infine, sei sicuro che abbia affrontato l'argomento in modo saccente? Non mi sono piuttosto limitata a dire e ribadire che le mie sono solo opinioni personali (di cui ho forntio fonti parziali) e che per tali vanno prese? Detto questo sono abbastanza sicura che le centrali nucleari in Italia si faranno perche' dietro ci sono troppi grossi interessi in gioco. Sono altresi' convinta che, a conti fatti (i miei conti, per carita') saranno piu' un danno che un guadagno. Ma ribadisco: questa e' la mia opinione che ormai non penso cambiero' avendola messa piu' volte in discussione nell'arco degli ultimi 10 anni ed essendo ogni volta arrivata, alla fine, alla medesima conclusione. Non servono 10 anni per farsi un'opinione, ma se per 10 anni ascolti, studi, metti in discussione la tua posizione parlando e pensando, per poi giungere ogni volta alla stessa conclusione (arricchita magari da ulteriori particolari, ma comunque la stessa), allora forse puoi essere sicura che quella sia la migliore delle opinioni possibili, almeno per te. Spero ora di essere riuscita a chiarire il mio punto di vista. Simona
Simona, ti chiedo scusa per aver acceso i toni...Sicuramente io e te siamo di basso livello. Non di basso livello sono i Paesi avanzati che continuano la scelta nucleare. Non di basso livello sono Rubbia, Zichichi, Testa, Veronesi, Tindale e tutti i nuclearisti che ho citato. Io invece temo che il nucleare non si faccia proprio perchè ci sono interessi economici contrapposti. Il referendum è una sciocchezza colossale.
E' vero Rosario...la barzelletta siamo noi italiani che ancora non abbiamo il nucleare.
SPERIAMO CHE IN GIAPPONE NON SIA SUCCESSO NIENTE DI IRREPARABILE. CON UN TERREMOTO COME QUELLO IN ITALIA LE CENTRALI NUCLEARI.................................. EVENTUALI.............................SAREBBERO ESPLOSE!!!!!!!!!!!!!!!!!
Fa veramente piacere leggere tanti interventi, si rimane stupefatti per la dovizia di informazioni, per la grande quantità di dati sciorinati da tutti a beneficio del malcapitato lettore, ancorché volenteroso, aduso più a partigianerie che a meditate riflessioni, caso mai anche lettore di Repubblica, emotivo, schierato, di sinistra, un a priori che più a priori non si può, cultore del pensiero unico, lettore perché no di Parmenide che viaggia con le sue cavalle bianche verso la porta a due uscite, dove il vero e il falso indicano strade avverse, una delle quali approda alla tonda perfezione del tutto, unica vera strada da percorrere per non perdersi nella vuotezza del nulla che non esiste. Chi dei due gestisce la rotonda perfezione della verità, la Simona o il Pietro? Certamente entrambi portano al nulla che non esiste, troppe e ridondanti sono le verità in circolazione, la voglia di azzerare è grande e porta ad un sano luddismo- Ludd chi era costui?- ecco novello Abbondio cui il breviario non è d'aiuto, pagine consunte del villaggio globale. Due osservazioni: una semplice l'altra un po' sofisticata. Dopo cinquant'anni e più l'uomo non sa ancora come sistemare decentemente le scorie radioattive. Si studia ancora nei sotterranei e temo che ancora a lungo si studierà. Se questa non è dabbenaggine ditemi voi. Anche nei prossimi anni voterò emotivamente: chi l'ha studiata? c'è un'intelligenza emotiva, sapevate? Fra migliaia di anni, quando il malcapitato uomo si troverà di fronte ad un sito- dopo un terremoto, un alluvione, un cataclisma- che reca la scritta" ATTENZIONE. DEPOSITO DI SCORIE NUCLEARI. ecc" sarà in grado di capire la lingua che oggi abbiamo usato? Oppure dovrà attendere l'uomo della stele di Rosetta? Eppoi... fra mille anni ci saremo ancora? che tristezza...
questo pseudo articolo è l'ennesima dimostrazione della leggerezza e della saccenza con cui i dipendenti e consulenti di ENEL EDF trattano l'argomento sicurezza....complimenti a giannino conosce tutto prima della AIEA Una piccola fuga radioattiva potrebbe verificarsi nella centrale di Fukushima 1. Lo ha detto il ministro dell'Industria giapponese, citato dalle agenzie di stampa nipponiche. Le autorità si preparerebbero infatti a rilasciare vapore radioattivo per fare abbassare la pressione salita troppo, ha precisato l'agenzia Kyodo. VAPORI RADIOATTTIVI CHE VOLETE CHE SIANO..............VI RICORDO LA LETTURA DI QUESTO DOCUMENTO PUO' AIUTARE http://www.airpcomunica.it/27giu/Traduzione%20della%20ICRP%20Publicatio…
consiglio a tutti qualche SFUMMICO di vapori radioattivi potrebbero rendervi INVINCIBILI
Continuate a seminare il terrore? Ma andate al mare il 12 giugno a respirare un pò di iodio e a soffiare via un pò di odio!
Ma quanti dipendenti ha Sogesa?
IL PANICO LO SEMINA LA SITUAZIONE CHE SI DELINEA IN GIAPPONE ............a proposito BRAVO GIANNINO CLAP CLAP CLAP
sarei curioso di sapere chi è il terrorista ......
Sciacallaggio terrorista....se in Italia ci fosse (Dio non voglia mai) un terremoto 20.000 volte più intenso di quello de L'Aquila altro che centrali nucleari.....non ci sarebbe più NIENTE. Il Giappone rappresenta invece un caso su cui riflettere perchè nonostante abbia un terremoto al giorno non ha mai pensato di rinunciare al nucleare.
il coraggio di un genocidio silenzioso...........ci vuole proprio il coraggio, quello vero, per affermare ciò che affermi
io non ho grosse nozioni di ingegneria, ma se dovessimo parametrare la sicurezza delle costruzioni ad una serie di scosse che vanno da 6.5 ad 8.9 Richter con conseguente tsunami con un'onda di dieci metri che irrompe nell'entroterra per 5km... non potremmo costruire NULLA! Mi pare che sia come affermare che i grattacieli non sono sicuri perché il World Trade Center è crollato dopo che gli avevano tirato sopra due aerei. * *sempre ammesso che il WTC sia davvero stato buttato giù dagli aerei: ma questa è un'altra storia...
1) Complimenti a Ferrari: un articolo che suscita commenti dopo un mese dalla pubblicazione merita applausi. 2) Complimenti a Simona Settepanella: nel merito condivido in toto le sue argomentazioni. 3) Il dibattito è sempre foriero di proficue riflessioni, pur tuttavia siamo in Italia e ancora abbiamo il problema delle scorie e delle centrali dismesse (con enormi costi che perdurano). 4) Nel merito credo che la soluzione energetica sia la ricerca (che noi finanziamo abbondantemente): immagino che le rinnovabili arriveranno ad un ottimo grado di efficienza ed economicità molto prima del nucleare (i cui rischi sanitari sono ancora da studiare a fondo). 5) Ad ogni buon conto, quando il nucleare di 4° generazione sarà pronto e sicuro ben venga anche in Italia, ma fino ad allora annunci e proclami fanno ridere più del ponte sullo stretto di Messina. 6) Infine, discutere sulla opportunità di spendere oggi decine di miliardi di euro per ottenere uno straccio di risultato fra 20 o 30 anni con il debito pubblico che ci ritroviamo è ridicolo.
Christian spero che tu fossi ironico, perche' dire che in Italia la ricerca e' finanziata e' come dire che gli elefanti volano. Dire che e' finanziata abbondantemente poi e' un insulto a chi ricerca la fa e non ha i soldi nemmeno per un viaggio di 300km, figuriamoci per i materiali di un laboratorio... La ricerca in Italia e' poco finanziata e sta morendo nemmeno tanto lentamente...
DATI: 10 terremoti gravi in Giappone negli ultimi 10 anni di cui 1 come quello aquilano, 8 dalle 10 alle 100 volte più intensi e l'ultimo di questi giorni 1000 volte più intenso. 54 reattori nucleari funzionanti senza contare i 'piccoli' terremoti quotidiani. 11 reattori che si sono spenti immediatamente. Soltanto due problemi in tutti questi terremoti e solo nell'impianto più vecchio che ad aprile sarebbe stato chiuso (40 anni di attività e di 2° generazione....In Italia sarebbero tutti di 3° o 4°) che si è spento ma il raffreddamento è stato rallentato da una rottura al motore di una pompa che non si verificherebbe negli impianti nuovi, tralaltro risolto in un giorno con un'esplosione calcolata avendo fatto sfogare il vapore nel secondo gabbiotto di contenimento. Nocciolo non distrutto. Incidente di scala 4 su 7 dopo un'apocalisse che ha creato uno tzunami con decine di migliaia di morti (in tutti i terremoti degli ultimi 10 anni i morti sono stati solo 80!) Nube radioattiva di bassa intensità giudicata non pericolosa. In Italia un sisma di intensità 9....avrebbe semplicemente reso impossibile questa conversazione..... Quello che è successo conferma la sicurezza delle centrali nucleari.
intervista a CARLO RUBBIA definito nell'articolo ex scettico Il governo italiano ha deciso di imboccare di nuovo la strada del nucleare. Cosa ne pensa? "Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c'è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano". Lei è il padre degli impianti a energia solare termodinamica. A Priolo, vicino Siracusa, c'è la prima centrale in via di realizzazione. Questa non è una buona notizia? "Sì, ma non dimentichiamo che quella tecnologia, sviluppata quando ero alla guida dell'Enea, a Priolo sarà in grado di produrre 4 megawatt di energia, 1 mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti per 14mila megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale solare nell'arco di 18 mesi. Tutto questo mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei passi avanti nel solare li sta muovendo anche l'amministrazione americana, insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche, a Israele e molti paesi arabi. L'unico dubbio ormai non è se l'energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara saranno cinesi o statunitensi". Anche per il solare non mancano i problemi. Basta che arrivi una nuvola... "Non con il solare termodinamico, che è capace di accumulare l'energia raccolta durante le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il successo dell'idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l'energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici - a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici - sono in grado di risolvere il problema dell'accumulo". La costruzione di grandi centrali solari nel deserto ha un futuro? "Certo, i tedeschi hanno già iniziato a investire grandi capitali nel progetto Desertec. La difficoltà è che per muovere le turbine è necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l'estate hanno problemi. E nei paesi desertici reperire acqua a sufficienza è davvero un problema. Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa. I jet sono ormai macchine affidabili e semplici da costruire. Così diventeranno anche le centrali solari del futuro, se ci sarà la volontà politica di farlo".
Nell'articolo si può vedere il link dell'intervista a Carlo Rubbia. Propongo un referendum per abolire gli aerei, dato che secondo il "dipietropensiero" una cosa o ha zero rischi oppure è meglio non farla....ecco, dato che gli incidenti aerei pur essendo rarissimi sono comunque letali, aboliamo gli aerei....ma cavolo....pure le navi con la sicurezza stanno messe male.....oddio e le automobili? E' statisticamente provato che è estremamente più pericoloso andare a Giulianova con l'auto che con l'aereo a Sidney.....che facciamo? Sì,sì...stiamoci a casa che è meglio....No, perbacco....la casa pare essere il luogo dove avvebngono i maggiori incidenti!! Sai che c'è? Non abbiamo scampo....è meglio rassegnarci. P.S. la prima causa di morte in Abruzzo è l'infarto dovuto a cattive abitudini alimentari....a quando la messa al bando di vini, carne rossa e sigarette?
Leggere le cose che contano, documentarsi alla fonte, parlare con gli scienziati che stanno monitorando la crisi nucleare giapponese è inutile. Ammirare la compostezza del popolo nipponico, l’autocontrollo, la dignità, la capacità di controllare la paura per sfidare il grande fuoco sempre acceso, è inutile. Tutto è fatuo in Italia. Il dibattito sull’atomo è monopolizzato dai demagoghi, dai ciarlatani dell’energia, dai verdi rinnovabili e dai rossi all’idrocarburo. Un paio di studiosi di chiara fama mi spiegavano: «Abbiamo la scienza dalla nostra parte, ma non la politica, la cultura e la classe dirigente». L’Italia, un Paese senza centrali nucleari, dipendente dalle importazioni di gas e petrolio, con una bolletta energetica per il 2011 proiettata verso i 60 miliardi di euro (erano 51 l’anno scorso), ha deciso di lanciare un dibattito senza capo né coda sul disastro. Il terremoto e lo tsunami hanno provocato diecimila morti e il Belpaese mette in un angolo questa tragedia per alimentare una gazzarra politica radioattiva. Possiamo decidere di non far niente di niente e tenerci centrali tradizionali che inquinano l’aria e rilasciano gas da respirare a pieni polmoni, ma dobbiamo ricordare che in Francia ci sono 58 reattori atomici in funzione, così pure in Slovenia (un reattore) e nella verdissima Svizzera (cinque reattori). Dobbiamo tener presente nei nostri calcoli piccoli piccoli che nel mondo sono in attività 442 reattori, che i tedeschi, gli spagnoli, gli svedesi, gli ucraini, i rumeni, gli olandesi, i finlandesi, i bulgari, producono energia atomica. L’Europa brulica di reattori, per non parlare della Cina, della Russia e degli Stati Uniti, dove l’amministrazione Obama fa del nucleare un fattore di energia pulita e sicura. Pubblichiamo la tabella degli impianti attivi e di quelli in costruzione nelle pagine interne. È materiale altamente istruttivo. Ma non per noi italiani. Nessuno spegnerà i reattori, perciò sarebbe stato più serio ragionare così: è impossibile dominare la natura, la sua grandezza ci riduce a un puntino nel cosmo - quel che siamo - ma dobbiamo chiederci se riusciamo a dominare la potenza dell’atomo e sfruttarne la fiamma eterna in sicurezza. Tutto vano. Prevedo il tramonto di ogni progetto italico: vinceranno quelli del Nimby, Not In My Back Yard, non nel mio cortile. Prevarranno quelli che vogliono il comodo progresso per sé ma scaricandone i costi sugli altri. Siamo vicini ai giapponesi, ma lontani dalla loro dignità.
provo a solleticarmi per cercare di ridere alle tue battute ma non ci riesco proprio......
Condivido il parere di rosario papili e l'accento posto sull'efficienza energetica che esclude il nucleare. L'articolo mi spiace signor Ferrari è illogico e presuntuoso. Il nucleare è antieconomico ed insicuro. Gli incidenti sono stati numerosissimi ed il problema scorie sarà un'eredità pesantissima e tremenda per le prossime generazioni sia a livello di sicurezza che a livello economico.
Presuntuoso anonimato e macabri risolini di festa sono fuori luogo. La disinformazione si alimenta con la paura.....lunedì l'Europa dovrebbe prendere decisioni comuni. Nel frattempo gli sciacalli arrotano i denti.
sinceramente, vi sembra una susa valida mettere a repentaglio la sicurezza nazionale per non far brutta figura coi francesi??? se dovesse succedere un disastro, non per forza per cause naturali, magari un errore umano, ci andrebbe di mezzo l'intera nazione e chi ci sta intorno, non per qualche mese ma per un secolo almeno....ne pagherebbero le conseguenze tutti gli esseri viventi non solo gli umani...in italia non siamo pronti per il nucleare. Io sono contraria al nucleare da sempre, non da quando è successo in giappone il disastro....il numero degli incidenti nucleari fino ad oggi è molto più alto di quello che si pensa...non si tratta solo del giappone o chernobyl ( http://www.ambienteesalute.com/2008/06/elenco-incidenti-nucleari-di-cui… ). Ora, se per voi la vita e la salute sono meno importanti di non fare brutta figura con gli altri paesi e del risparmio economico allora siam messi bene...ovviamente non è detto che una centrale debba per forza esplodere, però vedendo come si fan le cose in italia io non provo fiducia nell'avere vicino un mostro nucleare...alcuni usano come scusa il fatto che in italia siamo circondati da paesi che han le centrali, quindi trovano giusto avere le centrali anche in italia perché tanto se dovesse succedere un disastro nei paesi limitrofi siam già condannati....MA STIAMO SCHERZANDO??? io chiedo a questi signori se secondo loro è un motivo valido per buttar benzina sul fuoco...ragioniamo...di motivi a sfavore delle centrali ce ne sono a miriadi ma a favore ce ne sono pochi e alcuni non si reggono in piedi....italia rifletti prima di fare stupidaggini e piangere sul latte versato in caso (facciamo gli scongiuri) si dovesse verificare l'irreparabile.
Emotività non fa rima con necessità. Obama non cede alle paure e conferma il programma nucleare. La Casa Bianca ha fiducia nella sicurezza delle centrali nucleari americane e non accoglie la richiesta fatta da alcuni esponenti del Congresso, sulla scia emotiva di quanto successo in Giappone e sull’esempio di quanto deciso ieri in Germania, di una moratoria alla costruzione di nuovi impianti. Gli impianti nucleari producono il 20 per cento dell’elettricità consumata negli Stati Uniti, ma dopo l’incidente nucleare del 1979 nella centrale di Three Miles Island vi è stato un blocco dell’espansione dell’industria nucleare. Obama è favorevole a nuove centrali come fonte di energia pulita e nel suo discorso sullo stato dell’Unione ha proposto un piano per la costruzione di 20 nuovi impianti da finanziare con prestiti per 36 miliardi di dollari. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha detto che l’energia nucleare «rimane una componente dell’ampio piano energetico» del presidente Barack Obama, che ha anche un forte interesse nello sviluppo delle energie alternative per ridurre la dipendenza energetica degli Usa dalle importazioni petrolifere. Sono 442 i reattori nucleari attivi nel mondo, concentrati in 29 Paesi. Altri 65 sono attualmente in costruzione. Il primato mondiale spetta proprio agli Stati Uniti, con 104 «comignoli», ma anche la vicina Europa è all’avanguardia e mantiene in funzione ben 165 centrali. Attualmente la maggiore concentrazione di impianti si trova in Francia - che con 58 centrali è al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti - seguita a distanza da Gran Bretagna, con 19 centrali, Germania (17) e Svezia (10). Altri 6 reattori di tipo tradizionale sono in costruzione in Bulgaria, Romania e Slovacchia (2 per ciascun Paese). Il disastro di Fukushima non lascia indifferente gli Stati Uniti. Gregory Jaczko, a capo dell’US Nuclear Regulatory Commission (NRC), ha sottolineato che è pronto ad accogliere ogni lezione possa venire in materia di sicurezza dal disastro del Giappone. Le esplosioni avvenute nella centrale di Fukushima hanno costretto il Vecchio Continente a dover fare i conti con le inquietudini, mai sopite, su questo modo di produrre energia. La paura del nucleare rischia di prendere il sopravvento, nonostante l’eccezionalità del fenomeno che ne ha causato lo stato di crisi. Schiacciata tra l’incudine del disastro atomico giapponese e il martello delle pressanti proteste antinucleariste in Germania, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha annunciato una moratoria di tre mesi sulla decisione dell’anno scorso di prolungare la vita delle centrali del paese ben oltre la scadenza fissata nel 2001 dall’allora governo Schroeder. La Germania, quindi, opta per una pausa di riflessione alla luce della «catastrofe» e annuncia la chiusura - almeno per il momento - degli impianti più vecchi: Biblis A in Assia (ovest) e Neckarwestheim I nel Baden-Wuettemberg (sudovest), che sono ancora aperti solo grazie alla decisione di allungare la vita di tutte le centrali. Anche la Svizzera ha fatto sapere di aver sospeso le procedure per nuove centrali, in attesa di eventuali norme di sicurezza più stringenti, mentre l’Austria ha chiesto una verifica e controlli di sicurezza in tutte le centrali atomiche europee. Preoccupazione è stata espressa anche dalla rappresentante della Grecia, un altro paese che, con l’Austria, ha detto no al nucleare: Tina Birbili ha puntato il dito soprattutto contro le centrali sud-orientali dell’Europa, a suo avviso, «tutte in zone a rischio sismico». Ma qualche dubbio comincia a farsi largo anche in altri Stati membri che, invece, hanno optato per il nucleare. Quanto accaduto «avrà conseguenze anche sul dibattito in corso in Belgio sul prolungamento della durata dello sfruttamento delle centrali nucleari», ha fatto sapere il ministro degli interni belga Annemie Turtelboom. E il ministro Janusz Zaleski non nega che quanto accaduto stia provocando discussione anche in Polonia, proprio mentre il governo sta lavorando al progetto per il nucleare. A Bruxelles, per il momento, si usano toni tranquillizzanti e si sottolinea che in tutti gli Stati Ue, al momento, i livelli di radiazione sono normali.
IO NON CI STO ! Ho già espresso le mie perplessità sul nucleare, è un fatto. La discussione a caldo sul tema è quanto di più esecrabile per chi convintamente non è d'accordo. Lo spettacolo dei parlamentari che cavalcano la morte è indecorosa. La fatalità è un aspetto della questione, non dovrebbe cambiarla neanchè in termini statistici. Non intendo schierarmi oggi, parlare della questione facendo riferimento a quanto accaduto da perfettamente ragione a Ferrari & company. Per una volta, solo per una vorrei che in questo paese chi si oppone ad un governo, ad una decisione lo faccia con coerenza e dignità.
Tokio, 16-03-2011 RAINEWS Roma più radioattiva di Tokyo. E' la sorpresa delle analisi effettuate dalla squadra della Protezione civile italiana, composta da sei persone, giunta oggi nella capitale nipponica. I rilievi fatti dai tecnici - comunica l'ambasciata italiana - danno una radioattività di fondo misurata sul tetto dell'ambasciata di 0.04 microsievert/ora. Per riferimento, il valore di radioattività ambientale tipico della città di Roma è di 0.25 microsievert/ora. Tokyo è a 100 kilometri da Fukushima La paura nucleare è uno degli incubi più temuti ed irrazionali che abitano l’immaginario collettivo della nostra società, proprio come le streghe e i demoni rappresentavano il sogno angoscioso e ricorrente di quella medioevale. Eppure, nel medioevo non erano i mostri infernali ad uccidere ma la penose condizioni di vita che generavano epidemie e pestilenze di ogni genere, oltre che le innumerevoli guerre. Anche oggi si muore di tutto fuorché di quello che ci terrorizza. E’ bastato un solo incidente negli anni ’80 per rivestire di infamia l’atomo e condannare l’uso della tecnologia nucleare che, al momento, resta invece la fonte energetica più pulita e più sicura, ovviamente prendendo le dovute misure di sicurezza ed affrontando con perizia i conseguenti rischi. Non sono un esperto e quindi non farò un ragionamento di tipo scientifico, tuttavia credo di essere in grado, da una certa sintomatologia sociale, di cogliere la differenza tra un pericolo concreto e un’isteria immotivata, provocata da ignoranza o dalla voglia di liquidare con troppa fretta un argomento preda di appetiti ed interessi contrastanti che nulla hanno a che vedere con il bene dell’umanità e del pianeta. Prendiamo, ad esempio, proprio l’incedente più emblematico che viene portato in evidenza ogni qual volta si parla di nucleare. Secondo il chimico Franco Battaglia la presunta catastrofe di Chernobyl ha causato meno di 50 morti, tutti tra gli operatori della centrale, mentre tra la popolazione il numero di decessi è stato pari a zero. Anche le conseguenze sanitarie non sono state allarmanti, ovvero non vi sono stati nemmeno effetti rilevanti checché ne riferiscano i media. Al contrario, le altre fonti energetiche hanno determinato più incidenti e tragedie di quanto si sa o viene diffuso dai mezzi d’informazione. La filiera del petrolio, sostiene Battaglia, ha causato “nel periodo 1970-1992 quasi 300 incidenti con oltre 10.000 morti…quasi 200 incidenti e oltre 7000 morti sono stati causati dall'uso del carbone e del gas naturale”. E non si tratta nemmeno di un’elencazione esaustiva. Perché allora scagliarsi soprattutto contro il nucleare? Paradossalmente, quest’ultima fonte di energia è presente in natura, pertanto dovrebbe essere considerata una fonte rinnovabile. Ma anche soltanto il tentativo di affermare pubblicamente quel che è scientificamente inequivocabile scatenerebbe la reazione furibonda degli ambientalisti e dei pasdaran delle fonti alternative che hanno le pale eoliche nel cervello, l’acqua nelle sinapsi e l’insolazione permanente sulla testa. Eppure, quando costoro affermano che tutto il fabbisogno energetico di un Paese può essere soddisfatto da quest’ultimi fattori dicono una bugia di portata solare che spero sia spazzata presto dall’acqua e dal vento di cui si sono innamorati. Infatti, “noi usiamo l’energia con una modalità molto particolare: essa deve essere disponibile nel momento stesso in cui serve, dove serve e con la potenza che serve, né di più né di meno” (F. Battaglia) Questo significa che sole e vento non possono assecondare i nostri bisogni perché il primo "batte" quando gli aggrada e quando gli va di “riscaldare l’ambiente” ed al secondo "girano le pale" solo quando gli fa piacere. Ma non ditelo agli "ecoenergetisti" di tutto il mondo, si sentirebbero traditi dalla volubilità dell'amante focoso e dalla licenziosità di quello burrascoso. A parte gli scherzi, occorre mantenere la calma ed essere razionali di fronte a temi così delicati e vitali per la nostra prosperità futura; non è utile farsi prendere dal panico che ci toglie la lucidità necessaria ad agire adeguatamente e ad evitare di fare gli stessi errori degli altri, se costoro ne hanno mai commessi. In Giappone sta succedendo di tutto ma il nucleare non c'entra e spero la situazione sia riportata sotto controllo anche su tale versante. Sarebbe una mossa intelligente quella di non speculare su un triste avvenimento per alimentare, nel nostro contesto, ripensamenti incomprensibili, volti a frenare un progresso indispensabile per il benessere generale. Chi diffonde timori senza senso, speculando sulle tragedie altrui, mira a distruggere il nostro interesse nazionale. L'Italia vada dunque avanti sulla strada recentemente imboccata in detto settore, dove peraltro dovrà recuperare tutto il tempo perso. Non possiamo permetterci ulteriori titubanze perchè i nostri competitor esteri corrono nella ricerca così come nello sfruttamento di questa fondamentale fonte energetica. Che poi ci rivendono e a caro prezzo ridendo delle nostre preoccupazioni.
RELAZIONE DI CARLO RUBBIA Ritorno al nucleare. Conviene? Risolve? L'altra faccia della Francia: i costi del "tutto nucleare" Roma, 11 luglio 2008 Relazione del Prof. Carlo Rubbia, Premio Nobel per la Fisica Un principio fondamentale indica che l'energia migliore è quella a più basso costo, naturalmente purchè si aggiungano ad essa anche tutti i costi indiretti, e cioè le cosiddette "externalities". Si sono visti numerosi aumenti del costo dell'Uranio. Tra il 2000 a oggi i prezzi per l'ossido di Uranio sono cresciuti da 7 US$/lb a 130 US$/lb, e cioè circa un fattore 20. Le compagnie elettriche prevedono un costo totale dell'elettricità tra 30 e 40 Euro/MWhe (MegaWatt elettrico). Il costo attuale dell'ossido di Uranio a 130 US$/lb che si riflette in 5 Euro/MWhe. Supponendo un aumento futuro a 500 US$/lb, l'aumento dei costi sarebbe di 25 Euro/MWh, il che rappresenterebbe da solo un drammatico aumento da 50% al 70% dei costi di produzione. La preoccupazione cresce ulteriormente se si tiene conto che circa 1/3 dell'Uranio utilizzato proviene oggi da stock militari esistenti e in via di esaurimento. Qualora l'estrazione mondiale di uranio non fosse incrementata di almeno il 50% nei prossimi anni, l'Uranio diverrà insufficiente anche a consumo costante. Diverrà comunque progressivamente più difficile produrre Uranio, in quanto le miniere ancora da utilizzare sono solo quelle a minore tenore Uranifero. Anche ad un consumo costante, le "*riserve* conosciute" saranno sufficienti per circa 30 anni e per circa 70 anni qualora si includano le "risorse conosciute" (www.energywatchgroup.org). In realtà il consumo mondiale di Uranio si è ridotto nel 2006, in Australia del 20% e nel Canada del 15% rispetto al 2005. Questi due paesi rappresentano il 44 % del consumo mondiale. Ad oggi il più grande e finora l'unico progetto di minerale uranifero di buona quantità è il Cigar Lake in Canada. Previsto inizialmente per il 2007, a causa di fughe di acqua la miniera fu completamente allagata nell' ottobre 2006. Si spera ancora che l'estrazione possa incominciare per il 2010 o il 2011, ma molti pensano che l'estrazione da questa miniera potrebbe anche essere non realizzabile. La situazione dell'Uranio ricorda quindi terribilmente quella del petrolio. Tuttavia in questo caso gli aumenti di prezzo non sono il risultato di un aumento dei consumi dovuto allo sviluppo di nuove centrali, ma alla pure riduzioni delle disponibilità del combustibile. Il "Rinascimento Nucleare" non può essere per domani. E' improbabile che il numero di reattori attivi aumenti significativamente nei prossimi dieci anni, il che dovrebbe poter limitare il costo dell'Uranio a medio termine, ma non permetterebbe l'utilizzo della soluzione nucleare nelle dimensioni necessarie all'abbattimento dell'effetto serra. Non si può di evitare un confronto con le nuove energie rinnovabili da diffondere su larga scala, come il solare a concentrazione ad alta temperatura (CSP). Realizzabili in tempi brevi, tra 16 e 24 mesi per impianti anche di grandi dimensioni, con costi che, pur essendo oggi ancora più elevati, sono nel processo di rapida riduzione che li porterà a valori del tutto compatibili con i costi dei fossili in meno di un decennio, (il tempo per realizzare un singolo nuovo impianto nucleare). Il costo dell'elettricità per un impianto CSP è perfettamente prevedibile con durata di funzionamento analogo a quelle impianti nucleari. Il prezzo dell'Uranio tra 30 anni, a metà strada della vita di un reattore è assolutamente imprevedibile !) Si noti che il CSP offre la possibilità di un accumulo dell'energia per correggere le variazioni giornaliere del sole. Alcuni numeri per stabilire un confronto. Oggi un impianto prototipo funzionante CSP di 64 MWatt (Nevada 1, negli USA, ma con capitali spagnoli) costa circa 230 milioni di $ (150 milioni di Euro), è stato costruito in 18 mesi e, grazie all'elevato rendimento, con una superficie speculare di soli 0.3 km quadrati. Immaginiamo un CSP con accumulo di 7 ore e una potenza di 1.6 GWatt, e cioè 25 volte maggiore, pari ad una futura centrale nucleare EPR. Il costo odierno con il CSP sarebbe 25 x 150 milioni = 3750 milioni di Euro, del tutto confrontabile con l'alternativa nucleare. La prevedibile riduzione dei costi di un fattore 2 - 3 lo renderebbe assolutamente imbattibile nel confronto con il nucleare di terza generazione. Infine resta la mia più profonda preoccupazione che parlare oggi di un massiccio ritorno al nucleare, sottacendo il problema dello stoccaggio in sicurezza delle scorie in siti geologicamente sicuri, per i quali non esiste oggi una soluzione percorribile, non costituisca il miglior punto di partenza.
Vento, sole o aria fritta? Le energie rinnovabili fuori dal mito - Saturno, Il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2011 È immaginabile un futuro prossimo senza combustibili fossili? È possibile per una nazione industrializzata utilizzare solo energie rinnovabili? Molti scienziati sostengono la necessità di ripensare il nostro uso dei combustibili fossili per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. E se questo non bastasse c’è chi pensa che il picco del petrolio sia ormai dietro l’angolo. E se anche non lo fosse condizioni economiche e geopolitiche potrebbero rendere questo combustibile estremamente costoso. Insomma, è il caso di porsi seriamente queste domande. Spesso ci si focalizza troppo sulla fattibilità economica dei vari metodi di produzione di energia mancando completamente il quadro generale. Si discute se l’eolico sia più o meno costoso del nucleare, ma ci si dimentica di chiedersi quanto vento c’è per far girare le pale e quanto uranio è rimasto sulla terra. Lasciamo quindi da parte per un attimo le considerazioni economiche: il costo di produzione di un kWh (kilowattora) varia a seconda del luogo, della legislazione, delle condizioni geopolitiche, del mercato, della maturità di una tecnologia e così via. Dobbiamo invece porci una domanda più fondamentale: le limitazioni intrinseche (le leggi fisiche ad esempio, o la superficie disponibile in un paese) quali restrizioni impongono ai vari modi di produrre energia? In altre parole, anche ammettendo che produrre un kWh di energia eolica o solare sia gratis, quanta energia al massimo posso sperare di produrre? Il progresso tecnologico e le diverse condizioni di mercato possono rendere competitiva una tecnologia di produzione energetica, ma non possono oltrepassare le leggi di natura: anche aumentando l’efficienza odierna dei pannelli solari non si può aumentare la quantità di energia solare che cade su un metro quadro. La turbina eolica più efficiente dipende comunque dalla velocità e dalla disponibilità del vento, e così via. David MacKay è un fisico dell’Università di Cambridge. Irritato dalla vaghezza numerica e dalla mancanza di punti fermi che spesso contraddistinguono le discussioni pubbliche sull’energia, MacKay si è seduto al tavolino e, armato delle leggi della fisica, ha stimato il potenziale teorico di tutte le principali fonti energetiche rinnovabili. Raramente discorsi quantitativi e ricchi di numeri arrivano sui giornali o sui media, che spesso danno più risalto a intellettuali e filosofi come Serge Latouche, il teorico della “decrescita”. Discutendo di energia e di consumi è invece obbligatorio partire dai numeri e dai dati accertati. Considerazioni, politiche, economiche, sociali etc., non possono prescindere dai fatti e dalle leggi fisiche che, volenti o nolenti, regolano questo universo. MacKay ha messo nero su bianco le sue stime (Sustainable Energy – Without the Hot Air; UIT Cambridge 2008) e il suo libro (anche scaricabile liberamente all’indirizzo http://www.withouthotair.com) sta cambiando il modo con cui si discute di questi temi, almeno in Gran Bretagna. MacKay è stato nominato recentemente Chief scientific advisor del dipartimento dell’energia e del cambiamento climatico del governo Britannico con il compito di affinare le sue stime per costruire una percorso verso il cambiamento energetico della Gran Bretagna entro il 2050. Unità e consumi È molto difficile per il cittadino padroneggiare i numeri dell’energia senza avere dimestichezza con le varie unità di misura. Purtroppo misuriamo il petrolio in barili, la benzina in litri, le centrali elettriche in megawatt, ma tutte queste unità sono lontane dal quotidiano, dai nostri consumi e dai nostri sprechi. MacKay usa un’unica unità di potenza “a misura d’uomo” per parlare di produzione o consumi energetici: il kilowattora per giorno per persona (kWh/d per persona).Il cittadino europeo medio consuma 125 kWh/d. Possiamo visualizzare questo consumo “personale” in termini di lampadine: è come se ognuno di noi tenesse accese 125 lampadine per 24 ore al giorno. L’americano medio consuma il doppio: 250 kWh/d mentre il consumo energetico medio di un essere umano sulla terra è di 56 kWh/d. Rinnovabili Le fonti rinnovabili hanno solitamente una bassa densità per area. In altre parole hanno bisogno di grandi superfici per poter ricavare grandi quantità di energia. MacKay analizza il fotovoltaico, i biocarburanti, le maree, il nucleare, il solare termico, l’idroelettrico, l’eolico, il geotermico e così via, e per ognuno stima la potenza prodotta in watt per metro quadro di superficie utilizzata. E questo perché è difficile, per non dire impossibile, parlare di “sostenibilità” e di “autosufficienza” se non si mettono sul tavolo i numeri in gioco. Consideriamo ad esempio l’energia eolica. Parchi eolici in zone ventose producono 2 watt per metro quadro. MacKay calcola che se, realisticamente, si coprisse anche il 10% della superficie britannica, l’eolico non fornirebbe più di 20 kWh/d: un sesto del consumo energetico medio attuale. Le coltivazioni per biocarburanti forniscono 0,5 watt per metro quadro. Se tutta la superficie britannica ora dedita ad agricoltura (il 75% del totale) venisse sfruttata per produrre biomassa combustibile, otterremmo 24 kWh/d. Ben lontani dai 125 kWh/d. E non dimentichiamoci che dobbiamo pure produrre mele e zucchine! Con il fotovoltaico non siamo messi meglio, e MacKay mostra come riempire i tetti delle abitazioni di pannelli può certo fornire una percentuale importante del proprio consumo personale di energia elettrica, ma per incidere sul consumo energetico totale è necessario un utilizzo su larga scala di campi solari. Implacabili i numeri mostrano come al livello attuale di consumi anche sommando eolico, solare, biocarburanti, idroelettrico e altre fonti rinnovabili non è possibile sostituire i combustibili fossili. E che in ogni tipo di opzione le rinnovabili debbano occupare una frazione significativa della superficie di un paese come la gran Bretagna. E questo senza neppure considerare i costi economici. Le alternative puramente numeriche sono quella di ridurre notevolmente i consumi, oppure di utilizzare fonti energetiche con una alta densità di energia per metro quadro, come le centrali nucleari. I paesi ricchi potranno comperare energia prodotta all’estero, magari in un deserto dove si possono produrre fino a 20 watt per metro quadro. I consumi MacKay non si limita a sfatare alcuni miti e a riportare sulla terra le discussioni a ruota libera sul futuro energetico, ma offre anche dei suggerimenti e delle possibili soluzioni. Uno ovvio è quello di ridurre i consumi poiché è più facile risparmiare un kWh che generarne uno. Prendendo però di mira i settori che più contribuiscono e non perdendosi in mille rivoli inconcludenti. Preoccuparsi di tutti gli apparecchi in standby della casa può portare ad una riduzione dell’8% del consumo elettrico casalingo (fonte IEA) ma non certo un contributo significativo rispetto al totale. È come pretendere di svuotare il Titanic con un cucchiaino. In Gran Bretagna ben 40 kWh/d di quei 125 kWh/d sono attribuibili al trasporto su auto e altri 40 kWh/d al riscaldamento. È qui che ha senso cercare di aggredire i consumi energetici, non certo con l’autoproduzione del burro o del sapone. L’elettrificazione di tutti i trasporti ridurrebbe le emissioni di CO2 aumentando l’efficienza. Le auto elettriche moderne consumano 15 kWh per 100 km, mentre le auto a benzina dai 70 ai 90 kWh. Un treno ad alta velocità invece è efficientissimo: consuma solo 3 kWh per passeggero, “solo” il triplo di una bicicletta con il suo singolo kilowattora.Per il riscaldamento degli edifici, a supplemento del solare termico, MacKay suggerisce un uso massiccio delle pompe di calore, anche queste funzionanti a elettricità, oltre alle misure per ridurre la dispersione termica. MacKay non propende per nessuna tecnologia in particolare, ma sostiene che, con i numeri sul tavolo, ogni paese deve disegnare un piano energetico che copra totalmente i bisogni. A chi lo accusa di essere pro-nucleare lui risponde che è solo pro-aritmetica, e che i numeri parlano da soli. Le sue stime possono essere rese più precise, ma il vero valore di questo approccio è nel mostrare un metodo per le discussioni pubbliche sulle scelte energetiche. “Numeri, non aggettivi” dice MacKay. “Qualsiasi discussione sensata sull’energia richiede dei numeri”. In Italia avremmo un gran bisogno di un approccio così. C’è qualche fisico che voglia adattare il libro di MacKay alla situazione italiana?
E Bersani disse: 'Futuro nucleare'di Stefania Maurizi Novembre 2007: l'allora responsabile dello Sviluppo Economico incontra il ministro dell'energia Usa. E gli assicura: «Il programma atomico in Italia è solo sospeso, non chiuso». E al termine firma un accordo che «può cambiare l'atteggiamento degli italiani verso le centrali» (21 marzo 2011) E' un file che non farà piacere a Pier Luigi Bersani quello che Wikileaks e 'L'espresso' svelano oggi, proprio mentre il dibattito sull'energia atomica si è riacceso e il Partito democratico si è schierato contro il piano nucleare del governo. Perché vi si rivela che quattro anni fa, quando l'attuale segretario del Pd era ministro dello Sviluppo Economico, durante il secondo governo Prodi. E' in questa veste che il 13 novembre 2007 Bersani incontra il ministro dell'energia americano Samuel Wright Bodman, uno degli uomini più fidati dell'allora presidente George W. Bush. L'incontro ha all'ordine del giorno proprio il futuro dell'energia nucleare in Italia e - rivela l'ambasciatore Richard Spogli presente all'incontro - la prima preoccupazione del ministro italiano è tranquillizzare gli Usa sul fatto che «il referendum del 1987 ha soltanto sospeso e non chiuso i piani nucleari dell'Italia». Quindi «Italy is not out of nuclear power generation», «l'Italia non è fuori dalla produzione di energia atomica», come ha detto Bersani secondo quanto riferisce Spogli. Una dichiarazione che è musica per le orecchie di Bodman, che spiega a Bersani come «la domanda globale di elettricità crescerà del 50 per cento nei prossimi vent'anni e il nucleare avrà un ruolo importante nel rispondere a questa crescente domanda»: uno statement che Bersani non contesta in alcun modo. Anzi: al termine del faccia a faccia, Bersani e Bodman firmano il Global Nuclear Energy Partnership, il trattato bilaterale Italia Usa per lo scambio di informazioni sulla ricerca atomica civile: un accordo che, sono ancora parole di Bersani riferite dall'ambasciatore, «può giocare un ruolo importante nel modificare l'atteggiamento italiano nei confronti dell'energia nucleare»
Il vulcano Islandese che ha bloccato i cieli Europei per alcune settimane con la sua colonna di ceneri...ebbene, quelle polveri erano fino a 50 volte più radioattive della nube di Chernobyl, eppure nessuno ha detto alcunché. Le raffinerie....Le automobili....Gli aerei....Le dighe....Le lastre fatte dai radiologi....l'alcool hanno fatto centinaia di milioni di morti ma nessuno si sognerebbe MAI di abolirli con un referendum...glisso su quanti morti ci sono ogni anno solo in Italia per l'edilizia e l'influenza. L'ANTINUCLEARISMO E' UNA PARANOIA INDOTTA Perchè quando si è riusciti a diffondere la paranoia non ci sono più argomentazioni plausibili per le ragioni contrarie. viviamo in un Paese che non solo acquista il 19% di energìa elettrica da nucleare francese, ma PAGA PER DARE LE SCORIE ALLA FRANCIA CHE POI LE RIPROCESSA CREANDOCI NUOVA ELETTRICITA' CHE CI RIVENDE UN'ALTRA VOLTA.... Antonino Zichichi: "Diciamo subito che finora di fuoco prodotto da esplosivo nucleare non c’è alcuna traccia. I fuochi che si sono visti in televisione a Fukushima sono tutti fuochi di natura elettromagnetica (come quelli delle nostre candele a olio o petrolio e dei nostri fiammiferi). Di fuoco nucleare: zero. Per quanto riguarda le emissioni di sostanze radioattive, sono state tenute sotto controllo essendo i reattori giapponesi ben protetti e non essendo stati commessi errori come quelli madornali che i tecnici (raccomandati politici) dell'Urss fecero nei primi tre giorni del disastro di Chernobyl. Ecco perché ciò che sta accadendo a Fukushima non ha alcun legame con Chernobyl. Ed è fuori discussione che si possano formare strutture nuvolose in grado di fare il giro del mondo come ai tempi di Chernobyl. Lo stato attuale dei dieci reattori della centrale di Fukushima - la cui potenza totale è di 9 miliardi e 100 milioni di Watt - è il seguente: sette erano operativi, tre fermi per lavori di manutenzione; in uno di questi (il numero quattro) è scoppiato un incendio subito domato, ma con problemi di cui si sta occupando una squadra di specialisti. Dei sette operativi tre hanno subito, per via dello tsunami, l'allagamento del sistema di raffreddamento. Il problema è oggi quello di continuare a raffreddare il cuore dei tre reattori che hanno subito il blocco del sistema di raffreddamento. Quando si spegne un reattore a fissione, il cuore continua a produrre circa il 6% del calore totale. Il fuoco di fissione nucleare non si può mai spegnere. Ecco perché un reattore spento va sempre tenuto sotto il controllo dei sistemi di raffreddamento. Quando ci sono situazioni di emergenza il livello di temperatura del cuore del reattore può raggiungere valori talmente elevati da spezzare le molecole d'acqua (fatte con due atomi di Idrogeno e un atomo di Ossigeno). È così che viene fuori l'Idrogeno, responsabile delle esplosioni; le quali non sono di natura nucleare ma elettromagnetica. Il che vuol dire un milione di volte meno potenti del fuoco nucleare. L'Idrogeno brucia infatti di fuoco atomico, non nucleare."
Probabilmente il livello di allarme nucleare salirà a 6 ....ma non è successo niente TUTTOAPPOSTO
Con Chicco Testa ed i suoi amici stiamo apposto hanno iniziato con una trasparenza impressionante...vedi spot GIAPPONE: CAPO AIEA, MAI PIU' NUCLEARE COME 'BUSINESS AS USUAL' 13:36 04 APR 2011 (AGI/AFP/EFE) - Vienna, 4 apr. - Dopo il disastro di Fukushima il mondo e l'industria atomica non potranno comportarsi "come se nulla fosse accaduto". E' il duro monito lanciato dal direttore dell'Agenzia Internazionale per l'Energia atomica, Yukiya Amano, il quale ha affermato che "le preoccupazioni di milioni di persone in tutto il mondo sulla sicurezza dell'energia nucleare devono essere prese sul serio" e che non e' piu' ammissibile un approccio alla questione alla stregua della mentalita' del "business as usual". "L'adesione rigorosa agli standard piu' elevati di sicurezza e piena trasparenza sono vitali per recuperare la fiducia dell'opinione pubblica nel nucleare", ha sottolineato il capo dell'Aiea durante la quinta conferenza di revisione della Convenzione sulla Sicurezza Nucleare a Vienna. "La situazione a Fukushima rimane molto seria", ha aggiunto, precisando che l'immediata priorita' e' ora "superare la crisi e stabilizzare i reattori". Tuttavia, ha osservato, "dobbiamo anche cominciare un processo di riflessione e considerazione". L'Aiea ha gia' mandato due esperti a Fukushima per assumere "informazioni di prima mano". Non appena sara' possibile, ha annunciato Amano, una missione internazionale andra' sul posto per condurre una valutazione del disastro. I fattori che hanno determinato la spinta al nucleare - la crescita della domanda globale, le preoccupazioni relative ai cambiamenti climatici nonche' i prezzi dei carburanti fossili - "rimangono gli stessi anche dopo Fukushima", ha osservato il direttore dell'Aiea. Tuttavia, dal disastro giapponese occorre trarre una importante lezione nella direzione di "un sostanziale miglioramento" della sicurezza degli impianti, ha concluso. Proprio su questo tema l'Aiea terra', dal 20 al 24 giugno, una conferenza ministeriale a Vienna. (AGI) .
A Maggio ci sarà un G20 sul nucleare....a giugno sarà la volta dell'ONU e la Germania scioglierà la riserva sul procrastinare l'utilizzo delle centrali. ROSARIO....MI IMPEGNO PUBBLICAMENTE AD OFFRIRTI UNA CENA DI PESCE SE QUESTA ESTATE IL MONDO AVRA' DECISO DI CHIUDERE DEFINITIVAMENTE COL NUCLEARE.....CI STAI? OVVIAMENTE SE PERDI PAGHI TU....ED IO SONO UNA BUONA FORCHETTA.
dall'alto dei miei 90 Kili mi sa che ti va male.........
una domandina Piè, ma i siti di trattamento e stoccaggio delle scorie non erano sopra la soglia minima di sicurezza?
Egregi signori, i danni in Giappone non li ha fatti il terremoto bensì lo tsunami. Il futuro non pu0' essere che nucleare, altro che quelle stronzate dell'energia alternativa quali pannelli solari ecc.ecc. Tra dieci anni i Cinesi e gli Indiani (DA SOLI META' POPOLAZIONE MONDIALE) ci si mangeranno vivi, SVEGLIA.
ma non abbiamo mai sentito parlare di fusione nucleare ?
NUCLEARE PULITO Volendo lasciare alle generazioni future: - una fonte energetica diffusa e che non produca gas serra; - che eventuali prodotti derivanti dal processo possono essere smaltiti nel giro di poco tempo; - che il processo sia intrinsecamente sicuro; - che non sia utilizzabile per la proliferazione nucleare; - che possa attingere a risorse illimitate (idrogeno), hanno studiato per tanto tempo gruppi di scienziati di tutto il mondo. Per ottenere questo risultato sono stati portati avanti degli esperimenti anche in Italia (Frascati) insieme ad altri paesi UE, CANADA, RUSSIA, GIAPPONE oltre a USA, BRASILE, KOREA, CINA e INDIA. Progetto ITER: - dic. 2003 individuazione del sito di Cadarache (F) (invece di ROKKASHO (J)); - nov. 2004 Consiglio dei Ministri UE; - giu. 2005 accordo di Mosca; - dic. 2005 nomina Direttore Sig. IKEDA; - apr. 2006 nomina Vice Direttore Sig. HOLTKAMP. Previsioni progetto ITER: (anno 2006) costo: 10 miliardi euro; luogo: Cadarache (F); tempi: 10 anni. L’ultimo esperimento con risultato positivo e’ stato eseguito a luglio 2010 presso il CNR di Frascati. E’ vero che il progetto e’ enorme, ma se nel 2006, le previsioni per la realizzazione del progetto ITER (produzione di 500 Mw di energia elettrica) prevedevano una conclusione nel 2016, il successivo sviluppo dei progetti DEMO avrebbero portato alla commercializzazione dell’energia (pulita), perche’ invece di continuare ad alimentare le polemiche NUCLEARE SI - NUCLEARE NO ? (perdendo altro tempo prezioso, i tempi del progetto ITER si sono allungati), anche gli ecologisti non hanno speso una parola sull’argomento??? Per aprire un dialogo che incrementi l'attenzione verso questo progetto della opinione pubblica, dei finanziatori e della politica ???? PERCHE’ NON SE NE PARLA ??? o l’elenco dei fatti che ho elencato qui sopra (riscontrabili tutti con un qualsiasi motore di ricerca) sono passati attraverso le maglie di Greenpeace, wwf, e tutte le associazioni ambientalistiche senza che nessuno se ne sia accorto ??? Altre considerazioni: 1) il 30/6/2009 il Senato decide di uscire dal progetto ITER, e dai successivi progetti DEMO. 2) la parte piu' grande della struttura del cuore del progetto ITER verra’ costruita in Abruzzo, con una commessa da 300 milioni di euro (parte della camera in acciaio alta 13 metri). 3) il sito web del "progetto ITER" dove in alto a destra si puo' accedere ad una webcam puntata sulle costruzione del cantiere di Cadarache (F) e': http://www.iter.org/. 4) 7 aprile 2011. Le tecnologie per la fusione magnetica del progetto ITER sono fornite da una azienda Veneta con una commessa da 120 milioni di euro. 5) Il filo per la realizzazione del cavo superconduttore e’ realizzato nella Repubblica di Udmurtia (Russia centro occidentale)(180). 6) Il 3 maggio 2011 ha avuto luogo presso l'Università Tecnica di Danimarca (DTU) in Risø, , il Big Science Industry Day con circa 100 rappresentanti dell'industria danese e quattro delle più grandi infrastrutture di ricerca in Europa: il CERN (Organizzazione europea per la ricerca nucleare), ESO (European Southern Observatory), ESS (Fonte spallazione europea) e l'Agenzia europea per ITER domestica, Fusion for Energy. L'obiettivo era quello di aiutare le aziende danesi a garantire una quota maggiore di un mercato che vale molti miliardi. (180)(Perche’ non si fa anche in italia?) 7) Giugno 2011: firma contratto tra l’agenzia coreana KO-DA ed il consorzio italiano per superconduttivita’ applicata ICAS per la produzione del rivestimento del cavo Nb3Sn (niobio – stagno), cavo CICC per il funzionamento dei magneti TF di ITER.(184) 8) Luglio 2011: CINA; simposio sul reclutamento di personale per il progetto ITER. Hanno partecipato oltre a numerose organizzazioni, anche il Ministero della scienza e della tecnologia, l'accademia cinese delle scienze, universita' ed istituti.(187) 9) Agosto 2011. Ogni 2 anni, il progetto ITER deve subire una valutazione della gestione da parte di una delle Nazioni partecipanti: nel 2011 la valutazione viene effettuata dalla delegazione dell'India. La squadra di cinque persone, guidata dal signor Sriram (nominato dal consiglio ITER per facilitare i sopralluoghi) prima svolge una visita di due settimane a Cadarache, che sarà seguita da una visita a tutte le sette agenzie nazionali di ITER e una visita di ritorno all'organizzazione ITER; a partire dal 22 agosto.(187)
...ACI-ISTAT :"Nel 2009 gli incidenti stradali rilevati in Italia sono stati 215.405, causando il decesso di 4.237 persone, mentre altre 307.258 hanno subito lesioni di diversa gravità (Prospetto 1). Ciò significa che ogni giorno, durante il 2009, si sono verificati mediamente 590 incidenti stradali che hanno comportato lesioni alle persone1, precisamente la morte di 12 persone e il ferimento di altre 842." AGI: "Il nuovo bollettino dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) pubblica i risultati del più vasto studio mai condotto sul tema del colesterolo, ricerca che ha compreso i dati relativi a ben 147 milioni di abitanti di vari Paesi. Secondo le stime dell’Oms i livelli elevati di colesterolo sono responsabili in tutto il mondo di oltre 17 milioni di morti ogni anno, a causa anzitutto di infarto e ictus." Potrei continuare all'infinito... il discorso allarmistico non funziona.....significa rassegnarsi a vivere sotto il cappio che viene teso da chi ha il potere di creare allarmismi.... se iniziamo a parlare della pericolosità della chimica e dei medicinali creando ad hoc una campagna (stile quella contro il DDT) potremmo boicottare il prodotto che ci fa concorrenza.... dai però, un pò di sdegno per le lobby automobilistiche e per quelle agroalimentari ci vorrebbe!!! ;-) .... dovrebbero scrivere "nuoce gravemente alla salute questa salsiccia"....cacchio... SI ARRICCHISCONO SULLA PELLE DELLA GENTEEEEE ‎...tanto il referendum lo avete vinto....ora si può iniziare a riflettere
Sarà certamente un caso, ma ogni volta che sti nuclearisti tornano alla carica, avvengono incidenti in una centrale nucleare come oggi in Francia. Non è che portate sfiga?
Sia chiaro che nessuno è contro il nucleare pulito......ma non a parole
Che razza di modo di ragionare curioso: siccome gli incidenti stradali provocano tot morti, idem il colesterolo, idem altre cause di morte provocate dallo sviluppo tecnologico, che vuoi che siano altre migliaia di morti causate da un eventuale disastro nucleare? Detto da un computer che a domanda risponde non fa meraviglia, ma che un difensore della vita, dei sacri valori del credo cattolico e della tradizione ecc. esprima pensieri così pervasi da puro cinismo induce a riflettere e diffidare. Mi fermo qui anche perché la buona fede va sempre concessa a chi è distante mille anni luce dal tuo pensiero. Di PF mi piace la cocciutaggine e anche un po'la determinazione di chi non strizza l'occhio a nessuno, nemmeno alle masse, pardon gli elettori, che hanno rispedito al mittente certe politiche semplicemente avventuristiche. Voto emotivo e come tale da rigettare. Non è che per esprimere un voto come quello sul nucleare avremmo dovuto laurearci tutti in fisica o studiare dieci anni. Il popolo-il popolo!- vota e si schiera come può, anche lui in base alla sua doxa- opinione- e alle informazioni e alla cultura che ha. E' la democrazia, stupid!
La centrale di Cadarache (F) è una centrale sperimentale da 500 MW (progetto ITER), che una volta terminata, deve diventare progetto pilota di centrali commerciali da 1 o 2 GW, (progetti DEMO), noi italiani siamo coloro che stanno portando avanti tutto il progetto (dalla teoria, con gli esperimenti di conferma della validità del progetto presso il CNR di Frascati; alla pratica, con realizzazione del cuore della centrale in Abruzzo, le tecnologie per la realizzazione del flusso di plasma in Veneto), ed alla fine siamo così presuntuosi che non vogliamo neanche considerare la possibilità di approccio a questa tecnologia.....perchè viene licenziata ......Sia chiaro che nessuno è contro il nucleare pulito......ma non a parole ???? quali dovrebbero essere i fatti oltre quelli mensionati ??? Comunque nel rispetto di ogni punto di vista ringrazio per avere avuto l'opportunità di aprire un dialogo. Saluti.
Il principio di precauzione se vale come principio deve valere sempre altrimenti non è un principio...logica elementare. E' ovvio che le masse rispondano con riflessi condizionati....basta ventilare il sospetto che ci sia un virus dei maiali e le vendite di carne crollano per mesi...anche se il Papa, Obama, Napolitano, San Gennaro, Veltroni e Jovanotti assieme a decine di studiosi in teleconferenza giurano che non è vero niente. Se è per questo caro Bosi, l'aborto legale in Occidente ha ucciso in 40 anni circa UN MILIARDO di esseri umani....non è cinismo il mio, nè pro-nuclearismo aprioristico....metto il dito nella piaga dei sistemi di condizionamento delle masse. Il Messaggero di oggi......"45 decessi dal 1998 in Italia dovuti ad incidenti nella fabbriche di fuochi d'artificio".... glisso su quello che succede a capodanno.... ma guai a mettere in discussione l'utilità magnifica "de lu spàre".
Sig. Anonimo, Ma già si hanno delle soluzioni definitive e sperimentate sia per la fusione che per il trattamento delle scorie, o si è ancora in fase di ricerca e sviluppo ? Nel caso fossero ancora nella fase di ricerca e sviluppo, lasciamoli lavorare e nel momento in cui raggiungeranno dei risultati tangibili sul piano della sicurezza, e non solo, gioiremo tutti, non si preoccupi. Quale migliore strumento del WEB per aprire un dialogo ? Penso che se chiede al Gestore di questo BLOG sarà bene felice di ospitare un suo articolo dove ci spiega cos'è, dove vuole arrivare e a che punto è questo progetto. Infine per me non si tratta di nucleare si nucleare no, ma QUESTO (quello berlusconico intendo) nucleare NO. @Piè - quante mamme e quanti bambini sono morti per gli aborti eseguiti dalle vostre care mammane in 2.000 anni di cattolicesimo ?
Uff... quante scorie...
Rosà stavolta sei fuori tema...ed evito di inviare foto con la faccia di una illustre mammana...
se vuoi posto i video
Questa conta dei morti è stupenda! :D conosco un tipo che è morto leggendo questo articolo e tutti i commenti: lo conteggiamo tra le vittime del nucleare o fra quelle del colesterolo da sedentarietà? :D
Eccoci...senza nucleare per la gioia dei petrolieri, delle lobby del gas e del carbone.... il falso allarme nella centrale francese che aveva spinto la ripubblicazione di questo post oggi consiglia di non tornare sull'argomento....meglio non raccontare che le misure effettuate da Arpa Emilia Romagna sulla radioattività risultano normalissime.... Intanto Spagna, Gran Bretagna, Francia, ma anche Turchia, Corea del Sud, rilanciano il nucleare.... Giordania, Iran, Egitto ed Emirati Arabi Uniti progettano centrali nucleari pur essendo ricchi di petrolio....
La paura è un sentimento difficilmente controllabile e quindi può essere usata per realizzare determinati fini.... Mi chiedo....se può apparire cosa di buon senso avere paura delle centrali nucleari nel proprio Paese, quanta paura bisognerebbe avere se sapessimo che in Italia sono custoditi un centinaio di ordigni nucleari? Il Patto Atlantico ci costringe dal dopoguerra a questo immane pericolo che, secondo un sondaggio commissionato da Greenpeace a StratCom nel 2006 E' IGNORATO DAL 70% DEGLI ITALIANI. Tali accordi vigono in molti Paesi europei SENZA ESSERE MAI STATI SOTTOPOSTI AL VAGLIO PARLAMENTARE. Ebbene sì...il 70% degli italiani non sà che in Italia ci sono un centinaio di bombe atomiche che hanno complessivamente una potenza 900 volte superiore a quelle esplose ad Nagasaky. L'accordo Ston Ax prevede che tali armi possano essere utilizzate con semplice decisione del Presidente americano, senza nessuna autorizzazione delle nostre autorità. Dato che si è parlato di una grande prova di trasparenza e di democrazia dal basso in occasione del secondo referendum contro il nucleare in Italia, mi chiedo allora se quella degli ambientalisti, dei referendari e degli untori di paure sia ignoranza, mala fede o semplice SOTTOVALUTAZIONE di un problema enorme che è meglio non far sapere nei dettagli ai nostri concittadini.... Legittimo sospetto che l'ubriacatura antinuclearista fomentata nel nostro Paese sia stata benedetta da coloro che volevano impedire il superamento del nostro gap energetico, facendoci rimanere però (e comunque) in un incubo molto peggiore.