Mi serviva un titolo, un' immagine forte, un pretesto. L'ho preso in prestito dalla settima arte. Una trama fissata in sequenze mi ha spinto alla contaminazione. Vado oltre la semplice omonimia.
"Profumo - storia di un assassino" del regista Tom Tykwer. La storia di un esteta dell'olfatto, di un pittore di fragranze, di uno spietato killer.
La Parigi pre-rivoluzionaria. La borghesia che acquista coscienza, e i " baroni" che tentano di dipingere il progresso, ma sbagliano i colori.
La Rivoluzione che vorrei.
La Rivoluzione degli insegnanti.
La rimozione del "Barone", l'allontanamento dell'ultimo killer, l'ultimo di una lunga lista, politicamente trasversale e nei fatti incolore: …Berlinguer, De Mauro, Moratti, Fioroni, Gelmini…Profumo.
Sono un insegnante. Il primo amore non si scorda mai. Matrimonio e convivenza. Ho sposato il mio primo amore, la filosofia, quando avevo 16 anni ed ora ne ho più del doppio.
Convivo con la professione di insegnante da 12. Lo sguardo dell'altro è la misura del mio essere ed ancor di più l'adagio vale per chi, l'insegnante appunto, ha scelto l'alterità come viatico di una professione. Chi sono?
Per le famiglie dei miei studenti sono un educatore, il "supplente" delle loro assenze, talvolta l'ultimo baluardo, e l'analista discreto delle loro fortune e sfortune.
Per i miei studenti sono l'interlocutore che non si "clicca", un "file" con pochi capelli, il "terminale" che dà risposte e pretende "domande", che fa domande e pretende risposte.
Per la società sono un precario, ma non un precario qualsiasi; sono un precario storico, quello che nella "vulgata" si definisce "ad esaurimento" (psichico oltre che di graduatoria).
Per i miei colleghi sono un nemico, nella logica perversa del tutti contro tutti: insegnanti di ruolo contro precari, precari storici contro neo - abilitati, neo-abilitati contro neo-laureati etc…
Per il "quisque de populo" sono il membro di una "casta", l'ennesima. Una casta che lavora solo 18 ore la settimana e si fa due mesi abbondanti di ferie l'anno.
Una casta "uterina". Formata da una straordinaria percentuale di donne che, nella scuola, ha visto il telepass per uscire da casa. Una casta sindacalizzata formatasi nella veterotestamentaria idea che il diritto allo studio debba coincidere con il diritto al lavoro (da tempo la modernità ci ha sbattuto in faccia il contrario).
Per il Ministero della Pubblica Istruzione sono un codice (A037) in una lista.
Per gli scienziati e gli psichiatri che stanno preparando la prova preselettiva del "concorsone" sono da "analizzare".
Attraverso domande a risposta multipla non debbono accertare la mia conoscenza o le mie capacità. No! Loro devono capire se sono sano di mente o da ricovero. L'amico psichiatra, al quale ho chiesto immediatamente un consulto, ha una parcella alta e mi ha consigliato di iscrivermi al concorso. Mi ha detto: " Approfittane! Risparmi no?"
Per il Ministro Profumo sono da "rottamare".
La sintesi che trattiene la rabbia mi spinge ad affermare che sono "semplicemente" un insegnante e come tale so di dare conoscenza e formare coscienze.
So di essere utile e pericolosissimo allo stesso tempo. Sono un insegnante che non ha mai creduto nei girotondi dei benpensanti. I radical chic che riempiono le piazze sono stati per decenni spernacchiati dal Palazzo.
Sono un insegnante che non si sente privilegiato e non vuole beffardamente morire di fame.
Sono un insegnante che modestamente osserva il modello scolastico mittel-europeo e a cui piacciono le sfide. Di solito al banco si rilancia.
Vorrei che gli insegnanti lavorassero 35 ore alla settimana.
Vorrei uno stipendio congruo agli standard europei. Pecunia non olet!
Vorrei gli alunni a scuola dalle 9 del mattino alle 18 della sera.
Vorrei la presenza del merito e l'assenza del demerito.
Vorrei che gli imbottigliati e frustrati colleghi andassero in pensione.
Vorrei offrire un prodotto di qualità senza chiedere l'elemosina.
Vorrei un professionista che non lotti per lo scatto in busta paga di 10 euro ma che pretenda, pretenda, pretenda…
No money, no party? I soldi per il rilancio comincerei a prenderli ai tanti "batmen" d'Italia. Non girotondi ma una guerriglia di proposte serie e alternative. La consapevolezza di non presentarsi dinanzi ad un Governo con spirito di miseria. Il rischio oggettivo è quello di ricevere palanche di merda. La merda si sa non "profuma", puzza! Lunga vita a Chanel n.5
Alessio D'Egidio
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