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Il libro: Italiani di Domani

di Maria Cristina Marroni
2 minuti

Con l’ironia che gli è propria, Beppe Severgnini in “Italiani di domani. 8 porte sul futuro”(Rizzoli, 2012) propone dei suggerimenti chiari per gli Italiani che non si arrendono a un futuro grigio e sbiadito.
Otto sono le parole-chiave che l’autore espone, tutte rigorosamente inizianti con la lettera “t”: Talento; Tenacia; Tempismo; Tolleranza; Totem; Tenerezza; Terra; Testa, che forse trovano il proprio comun denominatore nel concetto di “tempo”. Non c’è più tempo da perdere. Non c’è più occasione da sprecare.
Siamo diventati una tela su cui è stata stesa una mano di vernice bianca, unica, omologata: occorre un Lucio Fontana che la risquarci, con un taglio netto e preciso. Quel Fontana siamo noi stessi.
Non omnia possumus omnes”, ovvero “non tutti possiamo fare ogni cosa” diceva il poeta Virgilio nelle “Bucoliche”, il talento consiste proprio nello scoprire e assecondare le proprie attitudini. Non ci sono più percorsi prestabiliti che conducano al benessere, ma è necessario “avere grinta ed entusiasmo”.

Un tempo esistevano i bravi maestri, quelli che guidavano, senza invidia, i giovani nelle scelte: “i maestri non chiedono niente in cambio: la loro ricompensa è nella possibilità di dare, e nel sentirsi utili”.
Carlo Maria Martini, Lucio Dalla, Steve Jobs, Fernanda Pivano, Oriana Fallaci “vuoti lasciati da persone spesso imperfette, ma accomunate da una qualità misteriosa: la capacità di toccare il cuore, soprattutto nei più giovani”.
Solo i rassegnati si arrendono, coloro che hanno perso la fantasia. La “Tenacia” dimostra la tempra e solo chi resisterà più a lungo alla fine la spunterà. “Never complain, never explain”, “mai lamentarsi, mai dare spiegazioni”.
Bisogna poi “essere pronti”, infatti “un sasso tirato al momento giusto è meglio dell’oro dato al momento sbagliato” (Proverbio persiano), e occorre essere “elastici”, con originalità e ironia, che “insieme alla misericordia è la forma suprema di elasticità, un esercizio quotidiano di tolleranza, una prova continua di umanità”.
Fra testa e cuore gli “Italiani di domani” non scelgono, anzi per loro è il cuore che deve guidare la testa nella vita. Sempre.



 

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Severgnini pubblica molto e a volte si ripete. Tuttavia la sua arguzia è interessante.