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Ufficiale. La Banca Tercas sarà garantita dalla Popolare di Bari

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Comunicato stampa dal sito della Fondazione Tercas:
In data 4 novembre la Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo e la Banca Popolare di Bari hanno sottoscritto un accordo funzionale al rilancio del Gruppo Tercas.
L'operazione, una volta ottenute le previste autorizzazioni delle autorità preposte, prevede la ricapitalizzazione di Banca  Tercas, attualmente in amministrazione straordinaria, da parte di Banca Popolare di Bari, che ne acquisirà così il controllo. La ricapitalizzazione sarà sottoscritta da BPB per  un importo sino a 200 milioni, con  la partecipazione all'operazione  della stessa Fondazione Tercas ed eventualmente anche di altre Fondazioni.
E' inoltre previsto che il deficit patrimoniale nel frattempo accertato dal Commissario straordinario di Tercas - e interamente riferibile al periodo precedente all'amministrazione straordinaria -  verrà coperto dall'intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), peraltro già deliberato.


L'operazione, una volta perfezionata, consentirà al Gruppo Tercas - che comprende, oltre a Banca Tercas, anche Banca Caripe (controllata all'89,2%) - di concludere la fase di commissariamento iniziata a fine aprile 2012 e di tornare alla gestione ordinaria, con un pieno rilancio operativo e la conferma della leadership nella regione Abruzzo, dove è storicamente presente e del cui tessuto socio-economico è parte integrante, secondo  un disegno strategico fortemente focalizzato sul modello di Banca del territorio.
Per Banca Popolare di Bari, invece, si tratta di una tappa ulteriore ed estremamente significativa del piano di crescita che, nell'arco degli ultimi 15 anni circa, le ha consentito di diventare il primo Gruppo creditizio autonomo del Mezzogiorno .
L'operazione consente a BPB di estendere la presenza fisica del proprio Gruppo nella fascia adriatica direttamente a Nord della Puglia e di diventare un Gruppo di assoluto riferimento in ambito nazionale.

In termini dimensionali, infatti, si perverrebbe alla costituzione di un Gruppo forte, con masse gestite (impieghi, raccolta diretta e raccolta indiretta) pari a circa 26 miliardi, 420 sportelli e 3.400 dipendenti, imperniato su 4 realtà bancarie operanti in territori complementari e tra loro fortemente integrabili: Banca Popolare di Bari, Tercas, Banca Caripe  e Cassa di Risparmio di Orvieto (controllata da BPB al 73,6%).
L'impegno di BPB sarà dedicato prioritariamente al rafforzamento del ruolo di Tercas e Caripe nelle aree di maggiore radicamento, facendo perno sugli stessi elementi vincenti che hanno contraddistinto lo sviluppo di Banca Popolare di Bari: centralità del cliente, rapporto personalizzato, attenzione alle esigenze del territorio, fiducia nelle capacità del personale e relazioni costruttive con le istituzioni locali.


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Commenti

la Fondazione Tercas ci comunica che il gruppo Tercas continuerà ad esistere e che viene scongiurata la liquidazione coatta. Siamo contenti e prendiamo atto, che i mali maggiori sono, almeno per il momento, allontanati. Però! Ci sono tanti però che vanno chiariti. Dallo scarno ed ermetico comunicato della Fondazione non si viene detto più di tanto. Invece la comunità teramana ha bisogno di tante altre informazioni sulla vicenda. Sono sicuro che nel prossimo futuro ci verranno date le più ampie spiegazioni. A titolo di esempio sarebbe interessante sapere: Quale sarà il ruolo della Fondazione nella futura società? Che cosa ne è del pacchetto azionario della Fondazione in Tercas? Sarà ancora della Fondazione e che valore ha? Ci sono state delle perdite finanziarie e di che entità? Sono sole alcune delle domande che vengono in mente ai teramani alle quali dovranno essere date delle risposte. Da cittadino del comune di Teramo, mi rivolgo al Sindaco della mia città, per chiedere se avrà voglia di sapere come stanno le cose e se intende informare i propri amministrati sullo stato di un patrimonio comune. Si, il patrimonio della Fondazione tercas non è ne di questo ne di quel potente, ma è dell'intera comunità della provincia di Teramo, accumulato in decenni e che ora rischia di dissolversi (dio non voglia) come neve al sole, o di essere, comunque, fortemente ridimensionato. Lei Sindaco non si può sottrarre a questo compito, considerato che Lei nomina più di un consigliere alla Fondazione ed ha il diritto dovere di sapere ed informare. Grazie anticipatamente Sindaco per i chiarimenti che, sono certo, ci vorrà dare.
"..centralità del cliente,rapporto personalizzato,attenzione alle esigenze del territorio,fiducia nelle capacità del personale e relazioni costruttive con le istituzioni locali....." Quando tanti anni fa entrai in Tercas - ora sono pensionato - queste e altre ancora erano le direttive che ci venivano...trasferite e che ci aiutavano a comprendere immediatamente lo spirito che animava i vecchi colleghi e a considerare la banca come un bene da amare e cercare di migliorare. Se la Fondazione fa notare "questi elementi vincenti" ,vuol dire che gli stessi non esistevano più in Tercas? Se si,perchè dirlo solo ora?
La Fondazione Tercas non è un bene dell'intera comunità della provincia di TERAMO. LA Tercas è altro centro di potere che ha sistemato intere generazioni di raccomandati. Il resto è noia.

Per fdl....indubbiamente quello che dici ha una sua buona parte di verità ma ti ricordo che le altre realtà locali sono peggio.  Pensi che la seconda stia tanto meglio di tercas? Infine, se iniziative culturali e filantropiche hanno avuto un seguito nel deserto culturale di Teramo lo si deve senza dubbio alcuno alla Fondazione Tercas. Ricordo infine che i raccomandati di cui parli, hanno permesso, mettendoci la loro faccia, che la banca più grande d'Abruzzo reggesse all'onda mediatica e di panico successiva al commissariamemto. Ti posso assicurare che chi ha lasciato i propri risparmi in tercas l'ha fatto solo perché fiducioso in chi ogni giorno lavora avendo a cuore il destino della banca

Caro Scalone, il Suo Post mi invita ad intervenire nel dibattito che viene ospitato su questo Blog. A proposito, quindi, di informazioni e di altre informazioni, (immagino si riferisse che dovrebbero circolare quelle corrette) mi permette qualche doverosa precisazione? Come Lei, in passato, ho avuto la fortuna e l’onore di assumere una carica nella Fondazione Tercas ricoprendo, per cinque anni, il ruolo di componente di uno dei suoi Organi: il Consiglio di Indirizzo. Gli altri organi, ricordiamoli a chi ci legge, sono: Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio dei Revisori. Immagino che anche Lei, ha potuto, come me, comprendere le enormi potenzialità di questa giovane e moderna Istituzione (nata nel 1992 – cd. Legge Amato -) e l’importante ruolo che essa ha svolto, svolge e può continuare a svolgere per lo sviluppo economico del nostro territorio. A proposito del Suo riferimento alle “nomine” negli Organi della Fondazione, che secondo Lei fanno capo al primo cittadino teramano ( che per questo ha eletto a rispondere a domande sulle attività della Fondazione), non sarebbe corretto parlare piuttosto di “designazioni”? E, forse, fare ad altri le sue domande? Noi che siamo stati negli organi di quell’Ente, e che ne conosciamo lo Statuto, sappiamo infatti che il Sindaco “designa” e solo poi il Consiglio di Indirizzo, a seguito di una valutazione non solo meramente formale, “nomina”, assumendo le proprie determinazioni al fine di individuare le soluzioni più adeguate ad assicurare il conseguimento dei programmi di attività ed a preservare il corretto funzionamento dell’Ente. Gli Organi quindi, agiscono nell’esclusivo interesse della Fondazione e non sono rappresentanti degli Enti designanti, né a questi rispondono e tanto meno al Sindaco o al Presidente di quegli Enti. Questo non vuol dire che la Fondazione non abbia uno stretto rapporto con la Politica ma il suo potere di nominare la separa, almeno formalmente, dalle scelte della Politica. Un legame con la Politica, naturalmente, la Fondazione ce lo ha. Ma ce lo ha, indirettamente, proprio attraverso il potere di designazione di quell’Ente Politico-Amministrativo che è il Comune. Il cui Sindaco ( nel nostro caso quello di Teramo, cui lei si riferisce ) io non chiamerei a dare risposte che bene sanno e devono dare solo gli Organi della Fondazione. Non dovremmo faticare a riconoscere però (e quindi a darne testimonianza) che la Politica teramana, nel corso dei venti anni di vita della Fondazione, non ha mai travalicato le sue prerogative, operando (attraverso la scelta degli Enti locali) designazioni effettuate sempre tenendo conto della onorabilità professionale etica e culturale delle persone di volta in volta designate, e mai secondo il loro profilo o la loro militanza politica. Neanche mai quando hanno designato lei, ex componente, se non ricordo male, della segreteria degli ex DS del Comune di Teramo o il compianto Lino Silvino, che fu Segretario cittadino e provinciale dell’UDC (ex CCD) Teramana. E ciò non deve essere letto come cosa poco commendevole: gli Enti Designanti (ricordiamoli per chi ci legge che , oltre ai Comuni di Teramo, Atri e Nereto sono anche: la Camera di Commercio di Teramo, la Provincia di Teramo e l’Università di Teramo) hanno sempre espresso nomi, con capacità manageriali e conoscenze specifiche nelle aree di intervento prescelte dalla Fondazione, alcuni dei quali, proprio grazie a queste capacità, si erano spesi anche in incarichi che miravano, appunto, a far crescere il nostro territorio. Tra le “designazioni” più significative – se non altro anche per il valore simbolico (la prima donna Vice Presidente) - voglio ricordare, per ultima, Enrica Salvatore, che al momento della sua nomina non penso militasse in alcun partito. Non so se Lei poi abbia mai militato in un partito, ma ricordo che nel suo secondo mandato fu “nominata” - da un Consiglio di Indirizzo riconducibile ad una maggioranza di persone vicine all’area politico-culturale del centro sinistra – nella carica, appunto, di Vice Presidente. Avrà compreso che ciò che mi preme evidenziare è come la Fondazione sia il Patrimonio di un intero territorio e che in essa hanno sempre amministrato persone di grande sensibilità ai problemi sociali, economici e culturali del nostro territorio e che in essa lavorano dipendenti che negli anni si sono formati acquisendo una serie di competenze specifiche che ne fanno degli ottimi ed apprezzati punti di riferimento, non solo per gli organi che si avvicendano nel tempo, ma anche per tutti gli Stakeholder che si rivolgono alla Fondazione per ogni informazione e chiarimento circa mission ed operatività. E’ alla Fondazione, e ai suoi amministratori, che vanno rivolte le sue domande (non facciamo confusione almeno noi che abbiamo avuto un ruolo in Fondazione). E lei sa che essi, a cominciare dal Professor Mario Nuzzo, hanno puntualmente risposto del loro operato (veda l’ultimo comunicato stampa diffuso) che è stato, non è difficile immaginarlo in questi ultimi tempi, un operato molto impegnativo per come sono andate le cose nella Banca conferitaria, nei confronti della quale possono svolgere l’attività che il Codice Civile e la Legge di riferimento delle Fondazioni bancarie assegnano agli azionisti. Un grazie e un caro saluto, V.P. di Felice