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Province: La Costituzione boccia la proposta Brucchi

4 minuti

Sulla questione della riforma del sistema delle Province, nell'arco di un anno si è passati dai proclami di abolizione totale, al ridimensionamento chiesto dal decreto “Salva-Italia” (che intendeva svuotarle di funzioni e ridurle a organi di coordinamento dei Comuni) all'attuale disegno di riordino.
Se è vero, come crediamo sia vero, che gli obiettivi dell’attuale Governo Tecnico sianofinalizzati al risparmio dei costi della politica ed allo snellimento della pesante burocrazia italiana, allora siamo fermamente convinti che le Province vadano abolite tutte (come, peraltro, prevedeva una legge – mai applicata - degli anni ’70 all’indomani delle istituzioni delle Regioni) con le procedure di revisione costituzionale ai sensi dell’art. 138 Cost.
Purtroppo dobbiamo constatare che la parziale soppressione delle Province ha scatenato, e non poteva essere altrimenti, solo un’inutile guerra di campanile tra i Comuni italiani dove tutti gli Amministratori si dichiarano favorevoli al riordino, ma allo stesso tempo sono pronti a far valere l'unicità del proprio territorio.
Alla luce di quanto sopra, nel ribadire fermamente che la soluzione più opportuna sia l’abolizione totale degli Enti in parola, chiediamo che la Giunta Regionale si attivi per proporre ricorso, dinanzi la Corte Costituzionale, per le motivazioni appresso indicate. L’art. 17 del decreto-legge n. 95/2012, convertito con legge n. 135 del 2012, stabilisce che tutte le province delle Regioni a Statuto ordinario esistenti alla data di entrata in vigore del decreto siano oggetto di riordino sulla base di una specifica procedura ivi indicata.
Secondo quanto prevede tale normativa, infatti, il Consiglio dei ministri, con apposita deliberazione, determina i criteri per il riordino delle Province ed entro i settanta giorni successivi alla pubblicazione della stessa il Consiglio delle autonomie locali è chiamato ad approvare “una ipotesi di riordino”, inviandola alla Regione.
Entro i venti giorni successivi, la Regione trasmette al Governo la sua “proposta di riordino”.
La normativa appena citata prevede, quindi, che entro sessanta giorni dalla entrata in vigore della legge di conversione del decreto, le Province siano riordinate con “atto legislativo di iniziativa governativa”, sulla base delle proposte deliberate dalle Regioni, ed aggiunge che se entro i termini previsti non sarà pervenuta alcuna proposta, sarà lo stesso provvedimento legislativo dello Stato a decidere in merito al riordino, sulla base di un parere della
Conferenza unificata. Il procedimento del riordino disciplinato da tale normativa è palesemente illegittimo per contrasto con l’art. 133 della Costituzione, ove si stabilisce che “il mutamento dellecircoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province nell’ambito di una Regione sono stabiliti con legge della Repubblica, su iniziative dei Comuni, sentita la stessa Regione”.
La disposizione costituzionale discorre espressamente di “iniziative” e non di “ipotesi” di riordino.
Ciò vuol dire che la modifica delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Province può avvenire solo dietro impulso dei Comuni e che è vietato allo Stato di imporre unilateralmente la propria volontà.
La ratio del procedimento disciplinato dall’art. 133 comma 1, Cost. si collega, infatti, alla garanzia costituzionale dell’autonomia locale (art. 5 Cost.), la quale non può essere vanificata da un intervento dello Stato centrale.
La legge considerata dalla disposizione dell’art. 133 Cost. è una legge chiamata unicamente ad approvare la proposta che derivi dagli Enti locali. Ogni diversa soluzione chiederebbe che si modifichi previamente la Carta costituzionale. Per questi motivi, il Consiglio delle autonomie locali della Regione Abruzzo, sulla base di quanto previsto dall’art. 31, comma 2, della legge n. 87 del 1953 e succ. mod., e dall’art. 11, comma 1, lett. f), della legge reg. Abruzzo n. 41 del 2007 e succ. mod. chiede che la Giunta regionale voglia deliberare il ricorso ex art. 127 Cost. per l’impugnazione, dinanzi alla Corte costituzionale, dell’art. 17 della legge n. 135 del 2012.

Il Sindaco di Pineto/Segretario CAL

     Luciano Monticelli

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Commenti

E se abolendo quattro province Teramo Ascoli Fermo Macerata nascesse una nuova regione con due nuove province? Teramo ASCOLI MAcerata Fermo
Pulito e corretto. Bravo.
Non ho parole. Doveva succedere. Sono d'accordo con Luciano Monticelli.
Molto bene. Prendo atto con piacere che Luciano Monticelli studia le materie di propria competenza, a differenza di altri rappresentanti istituzionali che prima sparano cazzate senza studiare, poi ne sparano altre per coprire le prime e sempre senza studiare.
Ad Anonimo: E come la chiameresti? Marcuzzo? Mapeppiacir... ;-) E poi vacci tu nghè l'asculà... :-) A Monticelli: In mezzo al mare di numeri, date, art., cost., reg. e compagnia, di cui tanto vi piace gonfiare i vostri discorsi, ho notato una frase: "Se è vero, come crediamo sia vero, che gli obiettivi..." Siete voi a crederlo o forse, meglio, siete voi impegnati a farci credere sia vero perchè la gran parte degli italiani invece ha capito che il governo Monti è un gopverno di ricchi, ricchissimi banchieri stipendiati dalle banche che stanno lì per far ulteriormente arricchire le banche a scapito del popolo italiano e che il popolo italiano sta pagando i conti delle sbruffonaggini finanziarie, oltre che delle guerre passate e future, dell'America di cui si è servi da oltre 60 anni e dietro cui ci tocca un ruolo di sudditi più che di "compari". PD e PDL, non sono stato io il primo nè l'unico a dirlo, straparlano di una crisi inventata ad hoc da cui non si ha alcuna voglia di uscire almeno finchè "qualcuno" non si incazza davvero. I vostri partiti tengono in piedi un teatrino che prima o poi, e speriamo democraticamente, dovrà finire. E mi dispiace rivolgermi a Lei perchè davvero è forse l'unico uomo politico dell'intera provincia su cui nutro qualche minima speranza...
Monticelli ha firmato...
Timidamente oso dire, ma io l'avevo detto molto prima di illustri costituzionalisti, bastava andare a keggere al costituzione; ma devo essere onesto io mi sono andato a leggere l'articolo 133 dopo il primo, timido, accenno all'incostituzionalità del decreto fatto proprio dal sindaco di Teramo.
Se per salvare l'Italia ci vuole Monti, per salvarci da Brucchi ...... Monticelli è anche troppo!!
A sparar cazzate contro Monti siamo tutti bravi!!! Ma voi pensate che Monti, i partiti e i parlamentari nominati che siedono a montecitorio e palazzo madama non lo sapevano che bisognava cambiare la costituzione per abolire tutte le province? Si, lo sapevano!! Allora, perchè non l'hanno cambiata? Perchè non volevano cambiare nullaaaaa!!!!! Anche se a parole dicono altro! A brocchi, quando vi svegliate!! Ci hanno preso per il c.... Capito!!!! Allora smettiamola di sparare contro Monti, che di più non poteva fare, perchè impedito dalla costituzione. Stiamo ancora a difendere l'orticello sotto casa, tanto paghiamo sempre noi!!! I parlamentari di ogni colore della provincia di teramo, come mai prima hanno votato la legge e poi tornano qui e ci vogliono ancora far credere che Gesù Cristo è morto di freddo? Svegliatevi, a meno che ognuno di voi non ha in tasca una tessera di partito. Allora il discorso cambia!!!!! Se è così io non posso certo aderire alle vostre tesi e continuare a pagare e a prenderlo in quel posto!!!!!
Mi associo allo sfogo del Sig. "Resistere"...ma tutto coerente con l'articolo ...anche in questo caso la politica per interesse comune fa demagogia.