Ricordato come i Segretari Comunali e Provinciali, per effetto dell'articolo 7 della Legge 30 luglio 2010, siano tornati ad essere dipendenti del Ministero degli Interni anche attraverso un nuovo sistema di nomina di questa massima figura burocratica posta al vertice della macchina amministrativa dell'Ente Locale.
Ricordato anche che il principio ispiratore della riconduzione della figura del Segretario sotto la Gestione del Ministero dell'Interno e delle Prefetture sia stato quello di ripristinare quelle funzioni di controllo e di garanzia di soggetto terzo, propria nella storia del ruolo del segretario, da sempre funzionario apicale che si rendeva garante della legalità e della legittimità, oltre a quello di riassegnare al Segretario medesimo la originaria indipendenza rispetto alla politica e le funzioni di terzietà e l'indipendenza formale nell'esercizio delle funzioni.
L'attuale Segretario Generale della Provincia di Teramo in quanto nominato Direttore Generale dell'ente (incarico di carattere fiduciario e di natura politica), viene ad assumere, formalmente e di fatto, un nuovo e diverso rapporto di lavoro con l'Ente, differente da quello originario di Funzionario Ministeriale.
In buona sostanza, l'odierno Segretario Generale della Provincia di Teramo, allo stato, ricopre due distinti incarichi a fronte di due diversificati rapporti di lavoro, di cui il primo instaurato organicamente con il Ministero dell'Interno, ed il secondo, di carattere politico e fiduciario, regolato da rapporti privatistici, con l'Ente Provincia.
Quindi, due datori di lavoro e due rapporti di lavoro che, a ben vedere, mal si conciliano fra di essi, soprattutto se si vorrà tenere in debita considerazione la natura del ruolo di garanzia e di terzietà che dovrebbe assicurare nelle vesti di Funzionario Ministeriale: ruolo che nello specifico caso verrebbe meno, con presumibile pregiudizio alle garanzie che si dovrebbero offrire in ordine alle azioni della P.A., oltre al rispetto della legalità e della legittimità degli atti posti in essere.
Siffatta mistura funzionale, seppur ipoteticamente ammissibile, ha, di fatto, scompaginato l'ordinario assetto istituzionale e gli effetti negativi sono ben visibili a tutti, come, d'altra parte, appare evidente il beneficio di carattere economico di cui gode l'odierno Segretario Generale/Direttore Generale: oltre 200.000 (Duecentomila) euro l'anno, (a fronte di 4 giornate lavorative alla settimana), vale a dire come, e forse più, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Complimenti a tutti, ed alla faccia dei contribuenti teramani che, inconsapevolmente, vengono chiamati a pagare anche questi compensi, davvero esagerati.
La UIL FPL, siccome consapevole della idiosincrasia funzionale e delle potenziali conseguenze negative che ne potevano derivare, già nello scorso mese di settembre, in occasione di un incontro fra la parte pubblica provinciale con quella sindacale, innanzi al Prefetto di Teramo, avanzava la richiesta per la nomina di un nuovo Segretario Generale presso la Provincia di Teramo, poiché l'attuale, in ragione del doppio ruolo esercitato, non riusciva più a fornire minime garanzie in ordine alla funzione da esercitarsi.
Sono passati diversi mesi ed i timori della UIL FPL si sono materializzati e la situazione complessiva del contesto lavorativo dell'Ente Provincia di Teramo si è ulteriormente appesantita, mentre il ruolo di garanzia e di terzietà si è sempre di più affievolito, con grave nocumento del sistema sociale interno, delle relazioni interpersonali e, in generale, sulla cultura organizzativa, cioè sul benessere lavorativo.
Infatti, l'auspicato benessere lavorativo si è, via via, trasformato in un vero e proprio malessere, caratterizzato da profonde divisioni interpersonali, inesistenza degli obiettivi organizzativi, disconoscimento e mancate valorizzazioni delle competenze e dei saperi, da stress e da una conflittualità davvero straordinaria: unilaterali ed incomprensibili denunce penali contro dipendenti, improprie ed immotivate aperture di procedimenti disciplinari a carico di diversi dipendenti, scorretti ed immotivati trasferimenti, proposte di trasferimenti, ecc., ecc.
Insomma, un clima avvelenato caratterizzato da una ingiustificata intimidazione ai danni di quei dipendenti che non intendono riconoscere il principio medioevale del “cuius regio eius religio”.
A tutti vorremmo ricordare che la Provincia, in quanto Ente Pubblico, non è la “Standa” e nemmeno un “Principato” e che i dipendenti provinciali non possano essere considerati come “sudditi”.
La UIL FPL si impegna ad agire presso le Autorità competenti al fine di apportare i necessari correttivi ad una siffatta, anomala, situazione.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE UIL FPL
Alfiero Antonio Di Giammartino
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