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Teramo Lavoro: Nettuno chiama Teramo. Teramo Rispondi?

7 minuti

Venanzio Cretarola e il muro contro muro con la Procura di Teramo. Un muro di gomma e una promessa di dimissioni dalla Teramo Lavoro nella mattinata di oggi, Giovedi 31 Gennaio.
Un modo per addolcire il provvedimento cautelativo che vietava la dimora del Manager a Teramo.
Vedremo.

Vi invito alla lettura di questo articolo di Agostino Gaeta. Ripreso dal blog controcorrente.name/
Noi facciamo rete.

PERCHE’ VENANZIO CRETAROLA INTERVISTATO DALLA STAMPA DI TERAMO A SUA DIFESA PARLAVA DEI CONTROLLI DELLA GUARDIA DI FINANZA DI NETTUNO.  PUBBLICHIAMO UNO STRALCIO DELLA  COMMISSIONE TRASPARENZA DEL  COMUNE DI NETTUNO
 
Venanzio Cretarola ex amministratore della Poseidon ed amministratore di Teramo Lavoro, la prima partecipata interamente dal Comune di Nettuno, la seconda dalla Provincia di Teramo, su disposizione della Procura taramese è stato raggiunto da provvedimento cautelare di divieto di dimora a Teramo. Gli è stata inoltre sequestrati beni per 53 mila euro pari al danno erariale che avrebbe prodotto per gli stipendi incassati in qualità di dipendente mentre assumeva la carica di amministratore della società. Con lui altri nove indagati,che secondo la Procura avrebbero  distratto somme relative ai  2 milioni di euro relativi ai fondi europei per l’occupazione.

La notizia assume la sua rilevanza anche a Nettuno, perchè Cretarola  è stato per lungo tempo amministratore della Poseidon e non possiamo ignorare che qualche polemica se l’è tirata addosso fino al punto che anche lui ha dovuto regalarci una bella querela. Val dunque la pena capire se il nostro Venanzio è sotto i riflettori della procura di Teramo perché vittima di errori giudiziari o nel caso contrario se a Teramo faceva il cattivo ed a Nettuno faceva l’angioletto.

Non ne avevo dubbi, ma per evitare errori “procedurali” ho chiesto ad un legale se l’indagine della Procura di Teramo su Cretarola, potesse anche allargarsi a Nettuno.
Il legale non ha dubbi sostenendo che solitamente la Procura interessata non limita l’indagine, in special modo quando si parla di soggetti che hanno in corso rapporti con le pubbliche amministrazioni. Vuol dire quindi che da Teramo il PM potrebbe arrivare a mettere le mani sull’attività della partecipata nettunese.
E qui qualche problemino potrebbe venir fuori, perché lo ripetiamo da tanto tempo: e’ vero che la Poseidon è partecipata interamente dal Comune, ma è anche vero che l’amministratore, per codice civile e penale, ha responsabilità dirette e personali sulla gestione.

Bene. Allora diciamo che interessante diviene quella questione che abbiamo sempre messo in evidenza relativa all’ormai famosa storia della disciolta Commissione Trasparenza quando il nostro amico, sentito dai Commissari presieduti da Paolo Favari fecero riportare a verbale dichiarazioni che ritenevo e ritengo farneticanti quando Venanzio asserì pubblicamente che, visitato dalla Guardia di Finanza,non gli veniva contestato nulla di irregolare. Tutto sarebbe risultato in regola ed avrebbe anche potuto dimostrarlo perché l’esito dei verbali riportavano, secondo il suo racconto, dichiarazioni in tal senso. Forse quei verbali potrebbero essere interessanti.
La questione assume la sua importanza perché Cretarola utilizza la vicenda nettunese per difendersi dall’accusa della Procura di Teramo ed in alcune sue dichiarazioni  rilasciate ai giornale teramesi, dichiara proprio questo, ovvero dice che proprio la vicenda legata ai controlli della Guardia di Finanza di Nettuno testimoniamo la correttezza del suo operato di amministratore.

Appare quanto meno impropria una difesa in tal senso in quanto, in primo luogo bisognerebbe capire qual è stato il lavoro di controllo effettuato dalla Guardia di Finanza di Nettuno e cosa è stato davvero scritto nei verbali che Cretarola custodirebbe come reliquie e magari provare a capire cosa accadde davvero. E mica per niente. Venanzio in quelle interviste dichiara addirittura di aver salvato Nettuno in quanto il paese,colpito dal malaffare dello scioglimento e delle infiltrazioni, avrebbe trovato in lui un punto di forza per far luce sull’annosa questione di Tributi Italia. Anche questa una colossale bugia che crea un precedente interessante per approfondire ogni cosa se è anche vero che Cretarola avrebbe forse assunto un ruolo chiave sulla vicenda dell’acquisto dei parcometri che poi portò la Procura di Velletri ad indagare il Direttore Generale Faraone e gli altri. Il ruolo chiave a cui facciamo riferimento è dato dal particolare che Poseidon si occupò di ricercare sul mercato le aziende che avrebbero potuto vendere al Comune i parcometri e furono poi quelle che si aggiudicarono la commessa. Non finì però tra gli indagati. Uno dei fatti che fece scalpore e che il nostro giornale riportò, ad esempio,fu la consulenza di una signora romana, venuta a Nettuno un paio di volte che fattura importi mensili di circa 2.500 euro. Quando tirammo fuori la storia Cretarola se ne sbarazzò in gran fretta. Chissà, forse non sarebbe male ripercorrere le tracce di quei pagamenti.

Inutile entrare nel parte più tecnica della questione. Quello che vogliamo dire è che con molta probabilità qualcosa non andò per il verso giusto perché poi è vero, così come da settimane si sostiene nelle varie sedi in cui si commentano i fatti salienti di cronaca giudiziaria che la fase vitale di ogni indagine è data proprio dal lavoro investigativo che poi arriva sui tavoli dei magistrati. Quando questo lavoro non è fatto con la professionalità dovuta,tanto per essere clementi, tutto si fa dannatamente più contorto ed i magistrati devono lavorare sodo per arrivare alla verità processuale,anzi spesso, diventa impossibile poterne venire  a capo con la certezza di aver dato origine a danni enormi sia in termini erariali quando si parla di pubbliche amministrazioni,sia quando parliamo di fatti di cronaca efferati come i casi più famosi di Sarah Scazzi e Lara Gambirasi.

Allora non possiamo prendere tutto così alla leggera perché la Giustizia, quella con la “G” maiuscola  è qualcosa che ci riguarda troppo da vicino per non occuparcene nel dovuto rispetto ma con altrettanta critica quando non tutto appare chiaro. Ed il caso Cretarola a Nettuno presenta aspetti non dico inquietanti, ma sicuramente da approfondire se le bugie di Venanzio trovano uno scudo istituzionale quello  millanta a sua difesa e che contrasta con la verità oggettiva che tutti conosciamo.

Significa che dobbiamo capire perché Cretarola vanta a sua difesa il controllo della Guardia di Finanza che lo usa prima per difendersi dai sospetti della Commissione Trasparenza eppoi quando finisce indagato a Teramo. E con molta probabilità è lui stesso ad offrire alla Procura di Teramo lo spunto giusto, perché i racconti di Cretarola sono stati riportati in cronaca da tutta la stampa teramana, da tutti i blog di informazione, ed il PM che lo indaga a Teramo potrebbe voler mettere le mani anche in quel presunto Santuario nettunese che si ostina a portare quale esempio della sua correttezza.
Per dovere di cronaca,riportiamo uno stralcio di quel verbale della Commissione Trasparenza,dove Cretarola parla dei controlli della Guardia di Fiananza.

Agostino Gaeta
 

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Commenti

Teramesi, unitevi!
Giancarlo, fai sapere al giornalista "Nettuniano" che se non la smette con teramesi lo mandiamo dove dice il suo cognome...

Corretto teramesi in teramani;)

La verità e' che il tessuto istituzionale e sociale di Teramo ha retto all'impatto rifiutando il contagio. Due dirigenti, quattro funzionari, due sindacalisti, non si sono piegati. La libera stampa non si e' fatta abbindolare. Il nostro Blogger con coraggio ha informato con passione e serietà. La competente Guardia di Finanza Teramo ha indagato con certosina attenzione. Il galantuomo del giovane P.M. si e' corciato le maniche, non ha guardato altrove ed ha aperto i cassetti. Grazie a tutti Voi se Teramo oggi e' un po' meno clientelare e un po' piu' libera. Chi fa il proprio dovere muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno.
ma che fantasia, la Poseidon a Nettuno!
C'è nettunooooooooooooooooo?????????? Impottibile! qualcuno deve pur esserci!
Legislatura 16ª - 5ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 249 del 17/11/2009 IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente l'individuazione delle risorse necessarie per sottoscrivere strumenti finanziari delle banche (Monte dei Paschi di Siena S.p.A.) (n. 151) (Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 12, commi 9 e 9-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2. Esame e rinvio) Il relatore TANCREDI (PdL) illustra lo schema di decreto in titolo segnalando, per quanto di competenza, che le norme dello schema prevedono, in particolare, che le risorse finanziarie per la sottoscrizione del prestito obbligazionario convertibile di 1,9 miliardi di euro della banca Monte dei Paschi di Siena siano individuate mediante emissione di titoli di Stato e il controvalore dei titoli emessi è versato su apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato, con iscrizione di un corrispondente importo su apposito capitolo dello stato di previsione delle spese del Ministero dell'economia e delle finanze, da destinare alla sottoscrizione dei suddetti strumenti finanziari. Segnala, inoltre, che gli interessi derivanti dalla sottoscrizione dei suddetti strumenti finanziari, versati all'entrata del bilancio dello Stato, possono essere riassegnati ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per essere destinati al pagamento degli interessi passivi da corrispondere sui titoli del debito pubblico emessi per finanziare l'operazione. Rileva che la relazione tecnica fornisce, in primo luogo, chiarimenti circa la necessità di finanziare l'operazione di sottoscrizione richiesta dalla banca Monte dei Paschi di Siena esclusivamente mediante emissione di debito pubblico, come consentito dall'articolo 12, comma 9, lettera d), del decreto legge n. 185 del 2008. Infatti, le forme di finanziamento previste dalle lettere a) e b) del medesimo comma 9, concernenti riduzioni lineari delle missioni di spesa ovvero riduzioni di specifiche autorizzazioni di spesa, non apparirebbero al momento praticabili, in considerazione della neutralità dell'operazione nel suo complesso - l'emissione di titoli del debito pubblico è bilanciata dall'assunzione di un'attività finanziaria quasi-equity - ed in considerazione dell'ordine di grandezza della sottoscrizione. Non risulterebbe, peraltro, praticabile neanche il ricorso all'utilizzo di disponibilità esistenti su contabilità speciali o conti di tesoreria, di cui alla lettera c) del citato comma 9, in quanto l'utilizzo immediato e diretto di tali fondi, senza corrispondente riduzione delle relative autorizzazioni di spesa, determinerebbe comunque il ricorso ad ulteriori emissioni di titolo di debito pubblico. La relazione tecnica, infine, si sofferma sugli effetti dell'operazione sui saldi e sugli aggregati di finanza pubblica. In particolare, poiché il capitolo di spesa destinato a finanziare l'operazione di sottoscrizione rappresenta una posta di bilancio di natura finanziaria, non rileva direttamente sull'indebitamento netto. Su tale saldo dovrebbero determinarsi, invece, effetti di segno positivo in quanto il tasso di interesse corrisposto dall'emittente sui titoli, che ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera a), del decreto ministeriale del 25 febbraio 2009, non può essere inferiore alla media dei rendimenti rilevati all'emissione dei BTP a 30 anni maggiorato di almeno 200 punti base, dovrebbe assicurare un rendimento superiore alla spesa per interessi derivante dalle maggiori emissioni. Si precisa, peraltro, che l'operazione determina un incremento del fabbisogno e quindi del debito lordo. Rileva infine che, per il profilo patrimoniale, l'acquisizione di attività finanziarie che si realizza mediante la sottoscrizione dei titoli compensa il corrispondente incremento del debito pubblico.