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Teramo Provincia: Calcedonio nel paese delle Meraviglie

di I due Punti
4 minuti

Le favole dell'Assessore provinciale al Personale, Davide Calcedonio Di Giacinto, sono così stucchevoli da non essere più credibili nemmeno per i bambini cui sono destinate.
Mi riferisco alla tristemente nota ristrutturazione dell'Ente, che avrebbe dovuto vedere la luce nel luglio 2009, ma che rimase da subito chiusa nei cassetti per via del ricorso elettorale intentato dal Presidente uscente Ernino D'Agostino, scusa grazie alla quale l'intera Giunta provinciale è rimasta inerte su tutto per ben tre mesi, salvo percepire i relativi stipendi.
Dall'ottobre 2009 la favola della riorganizzazione viene narrata nei corridoi, nelle segreterie di partito e sui giornali, ma mai che riesca a vedere la luce (al contrario di quella del Comune che fu effettivamente approvata proprio nell'ottobre 2009).
Frattanto che gli amministratori provinciali si divertivano al gioco dell'oca, facendo un passo avanti e due indietro senza mai arrivare al traguardo, è cambiato il mondo: informiamo l'Assessore Di Giacinto che nella manovra finanziaria in discussione in Parlamento il Governo si è impegnato formalmente e finanziariamente ad abolire le Province nel corso di questa Legislatura.
Pertanto, quell'aborto di ristrutturazione approvato provvisoriamente dalla Giunta provinciale, che altro non è se non il restyling della precedente struttura che in nulla innova e funzionalizza l'Ente, ma serve solo a prendere atto dei pensionamenti intervenuti in questi anni, non serve oramai a niente. Carta straccia.
Quello che Catarra ed i sindacati devono fare è prendere atto della morte annunciata e prepararsi allo scioglimento.
L'unica riorganizzazione possibile, ad oggi, è la seguente: ridurre l'Ente a tre Settori: Viabilità ed Edilizia scolastica, Lavoro e Formazione professionale, terzo Settore calderone nel quale accorpare tutte le funzioni ed i servizi residui, così da facilitare la devoluzione delle strutture e delle competenze nei dipartimenti regionali di destinazione all'esito della cancellazione delle Province.
Inoltre bisognerà che qualcuno si incarichi di comunicare che, con una pletora di 360 dipendenti a tempo indeterminato, l'Ente non può presentarsi obeso al proprio funerale e perciò si dovrà giocoforza mandare a casa i 110 dipendenti di Teramo Lavoro srl.
Di Giacinto si premura sempre di segnalare che l'Ente ha risparmiato un milione e seicentomila euro sul costo del personale, ma non dice mai che ne spende due milioni e mezzo per Teramo Lavoro e che tutti i risparmi derivano solo e soltanto da pensionamenti non rimpiazzati nè rimpiazzabili per legge.
Quindi, ed invitiamo l'Assessore a smentirci, l'incidenza della Giunta sui risparmi ottenuti è pari allo zero, anzi, la Giunta ha avallato l'assunzione di almeno una trentina di dipendenti nuovi presso Teramo Lavoro fra il 2010 ed il 2011, la cui necessità e professionalità è tutta da dimostrare.
FLI invita caldamente tutti i sindacati a prendere atto della situazione economico-politica e a chiedere il ritiro della ridicola bozza di ristrutturazione in discussione, giunta fuori tempo massimo ed oramai visibilmente stonata con i tempi che ci apprestiamo a vivere.
Sotto altro aspetto, un Ente che - per bocca del proprio Assessore ai Lavori Pubblici Elicio Romandini - dichiara che senza l'elemosina del Governo non ha in cassa neanche 2/3 milioni di euro per garantire i collegamenti fra la Val Vibrata, le zone interne e Teramo (collegamenti danneggiati dall'alluvione di marzo), a fronte di una spesa di decine di milioni in stipendi per buona parte esuberanti rispetto alle reali necessità, è un Ente che è bene che venga eliminato quanto prima.
Stare ogni giorno a disquisire sul risparmio o meno di qualche euro per la presenza di 47 Posizioni Organizzative, che ovviamente non si intendono tagliare benchè smaccatamente eccedenti rispetto elle effettive esigenze organizzative (in Comune ce ne sono 23, meno della metà, a fronte del doppio dei servizi gestiti), è come pettinare le bambole mentre l'uragano è fuori dalla finestra.
Speriamo che Catarra e soci se ne avvedano prima di venirne travolti.

Maria Cristina MARRONI – Vice Coordinatore provinciale del FLI di Teramo
 

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Finalmente un commento, una nota, un'analisi politica. Vorrei leggere la nota di risposta da parte dell'Assessorino. Ps: Complimenti per il blog, siete una nota di contro informazione importantissima. Vi seguiamo da Atri con meraviglia e interesse.
Vorrei aggiungere: le 110 persone che lavorano per Teramolavoro Srl sono state presso la provincia per circa dieci anni prima di essere state sbarcate lì...... bene o male fanno funzionare i servizi all'impiego. Ciò detto sarei d'accorso per lo smantellamento delle provincie ma, se le sue funzioni passano alla Regione che come ente è ancora più inefficiente ci sarà da preoccuparsi. Senza un rinnovamento organizzativo e culturale dentro gli Enti, non si va da nessuna parte. Purtroppo tale cambiamento dovrebbe partire dai politici che, per definizione dovrebbero avere una vision............i nostri non l'avrebbero nemmeno con il telescopio Hubble.........
Il Gruppo consiliare del PD, dopo aver esaminato le proposte deliberate dalla Giunta per il nuovo Regolamento degli uffici e dei servizi e per la revisione della struttura amministrativa e della dotazione organica, chiede che intervenga una doverosa pausa di riflessione e che, prima della conclusione del confronto con le rappresentanze sindacali e dell’approvazione dei provvedimenti, vi sia un passaggio di informazione e di consultazione nella competente Commissione del Consiglio Provinciale. Sono davvero troppi gli elementi inaccettabili (in alcuni casi illegittimi) contenuti nelle proposte. Ne elenchiamo alcuni. Nella proposta di Regolamento : • vengono disciplinate impropriamente materie che andrebbero invece rinviate alla contrattazione decentrata con le rappresentanze sindacali; • vengono introdotte norme sugli staff del Presidente e degli Assessori, con la possibilità di attivare contratti esterni, che rischiano di produrre un trionfo dei portaborse in un momento nel quale imperativi dovrebbero essere la sobrietà, il contenimento dei costi e la valorizzazione delle professionalità di cui l’Ente dispone; • viene enfatizzato il criterio della rotazione nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali e di responsabilità dei servizi, senza salvaguardare adeguatamente il criterio della professionalità e delle competenze specifiche (mettere al Bilancio chi non è ragioniere o mettere un amministrativo alla guida di un Settore tecnico non sono certo esempi di buona amministrazione). La proposta sulla struttura e sulla dotazione organica individua Settori disomogenei per le competenze e le funzioni assegnate . Sono addirittura ovvi alcuni interrogativi: • cosa c’entra la promozione turistica del territorio con la gestione degli appalti ?; • cosa c’entrano le politiche per le attività produttive e lo sviluppo economico con le procedure per gli espropri ? • perché, se si devono fare accorpamenti, i servizi riguardanti l’urbanistica e la pianificazione territoriale non vengono aggregati, come sarebbe ragionevole fare, a quelli concernenti le politiche ambientali ? La proposta gonfia a dismisura nelle dotazioni di personale le strutture di staff del Gabinetto del Presidente e del Segretario Generale (altro che cantonieri !). Inoltre, essa prevede, a parità di numero complessivo, la sostituzione di posizioni organizzative con alte professionalità . Non è una questione di “lana caprina”. Le posizioni organizzative sono riferite a specifiche responsabilità nella gestione dei servizi (finalizzate quindi al raggiungimento degli obiettivi programmatici dell’Ente) , mentre le alte professionalità sono un istituto contrattuale da utilizzare, ma con grande avvedutezza e con adeguate motivazioni. Oltretutto, va segnalato che le indennità per le alte professionalità sono maggiori rispetto alle posizioni organizzative e che, pertanto, le soluzioni prospettate comporterebbero un aumento della spesa. Il Gruppo del PD considera davvero indispensabile “fermare la macchina” e produrre una riflessione adeguata. Del resto, si tratta di una riorganizzazione amministrativa annunciata dalla Giunta Catarra all’inizio del mandato e che è stata tenuta nel cassetto per due anni : nessuna urgenza può giustificare conseguenze così negative sull’assetto dell’Ente e sulla funzionalità dei servizi offerti ai cittadini.
L'intervento del Gruppo PD può essere più o meno codivisibile, non ho gli strumenti per entrare nel merito. Però la questione di fondo resta e cioè, per fare cosa?!.... Continuo a non capire gli obiettivi che gli schieramenti si sono dati..........dopo si può discutere di strutture organizzative........
ottimo articolo, finalmente qualcuno che comincia a rendere visibili le smargiassate di certi pseudo politici eletti solo x chè amici degli amici. La Politica è una cosa seria e va fatta da persone serie.
FLi sono sempre una comica....
La risposta piccata dell'Assessore provinciale Di Giacinto al circostanziato comunicato del FLI di Teramo aggrava la posizione dell’Ente e svela la malafede dell’Assessore, che è l'unico in questa vicenda ad essere davvero inadatto al ruolo che riveste e non la sottoscritta, che ha prove documentali da vendere per suffragare le proprie affermazioni, parla a nome del partito che rappresenta e giammai in modo estemporaneo come il gentile assessore vorrebbe insinuare (per cui sarò lieta di soddisfare la curiosità di Calcedonio – che ritiene le mie considerazioni “fantasiose” e le mie informazioni “errate” – con gli atti in mio possesso). Infatti, nel merito, nessuna scelta di diminuzione del numero dei dirigenti è stata mai fatta dalla Provincia, si è solo stati ad assistere al collocamento a riposo volontario per raggiunti limiti di servizio e/o di età (non certo ordinato da Di Giacinto) dei seguenti dirigenti: Direttore Francesco Grue, Arch. Francesco Antonelli; Ing. Ferdinando Di Sanza; Ing. Domenico Di Giovannantonio, Ing. Agreppino Valente, oltre alla mobilità volontaria del dirigente della polizia provinciale dott.ssa Nadia Carletti. Inoltre sono andati parimenti in pensione numerosi altri dipendenti, tutti non rimpiazzabili per evidenti divieti normativi. Ogni affermazione difforme non corrisponde al vero. Quanto all’asserzione secondo la quale la società in house Teramo Lavoro sarebbe più economica dei precedenti assunti a tempo determinato, tanto che “a parità di numero di lavoratori, e a servizi invariati, i costi sono ben inferiori”, la cosa è ovvia poiché prima i dipendenti precari avevano il contratto degli enti locali, dopo la nascita di Teramo Lavoro moltissime professionalità sono state umiliate sia con contratti inconferenti rispetto ai ruoli svolti, sia con una riduzione consistente degli stipendi precedentemente percepiti. Circa la “trentina di dipendenti nuovi” Di Giacinto mente sapendo di mentire, poiché coloro che avevano un contratto di lavoro precario di qualunque specie prima della Giunta Catarra sono esattamente 70 persone (queste si estremamente professionalizzate e da salvaguardare), va da sé che gli altri 40 nuovi contratti stipulati da Teramo Lavoro (110 meno 70) non possono che essere riferiti a soggetti neoassunti e, quindi, il numero da me ipotizzato era sbagliato per difetto e - se l’Assessore non è stato informato - sarà mia cura consegnare l’elenco nominativo di tutti i nuovi dipendenti affinché possa avere contezza della sua stessa delega al Personale. Lungi dalle intenzioni del Partito che rappresento la volontà di strumentalizzare lavoratori che invece l'Assessore usa come scudo di difesa senza averne per nulla a cuore le sorti, visto che quando i sindacati (soprattutto la UIL) hanno fatto carte false per farli assumere, la Giunta provinciale ha sempre risposto picche, salvo poi procedere ad assumere 40 nuovi soggetti che, ripeto, mai avevano avuto nessun contratto di lavoro con la Provincia, in tal modo facendo perdere diritti acquisiti a dipendenti che lavoravano da 10 anni nell'Ente ed equiparandoli ai nuovi arrivati, per i quali ultimi si ribadisce la necessità di verificare le cogenti esigenze che hanno condotto all'assunzione (oltre alle particolari professionalità dei neoassunti di cui l'Ente fosse mai sprovvisto). Quanto poi alla proposta di ridurre l’Ente a soli tre Settori, la stessa non viene confutata nel merito, né è possibile comprendere in altro modo quali sarebbero questi servizi che la Provincia debba continuare ad erogare se il primo dei quali, la viabilità, è in ginocchio (come da certificazione televisiva dell’Assessore Romandini) e ci apprestiamo ad un autunno nel quale i collegamenti fra la Val Vibrata e Teramo sono a rischio chiusura con gli enormi disagi che potrebbero derivarne. In politica, caro Di Giacinto, non devono esistere né livore né la personalizzazione dello scontro (come lei asserisce nuovamente sbagliando), dovrebbe solo esistere l’interesse dei cittadini che non può certo essere difeso da chi mente loro in maniera premeditata (o colpevolmente disinformata). Maria Cristina MARRONI – Vice Coordinatore del FLI di Teramo
Ma no che dite! Il Super assessore sa quello che dice! Chi meglio di lui conosce ....il senatore Tancredi! Be' allora stiamo a posto........