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Arnaldo Di Giovanni...Il Segretario

3 minuti

Difficile tracciare, nella circostanza dolorosa, un profilo che abbia un po’ di completezza di Arnaldo Di Giovanni. Ci ha lasciato l’altro ieri dopo una lunga malattia il primo segretario della  federazione teramana di un PCI ormai consolidato e prestigioso partito, il più grande, dell’occidente capitalistico. Fu Segretario di Federazione: la massima autorità politica provinciale, in cui per anni si sono riconosciuti i comunisti teramani e le forze democratiche della città, una persona dai modi sobri, intelligente, serio, ottime doti di dirigente, capace di durezze e di piglio, un filo di ironia e di leggerezza. Erano gli anni delle grandi lotte contadine, per il lavoro, a fianco della CGIL e dei lavoratori in lotta. Parlamentare più volte, presidente del consiglio regionale, la biografia istituzionale lunga e ricca  non ci aiuta a ricostruire in questa sede i tratti di una personalità ricca e  complessa . Non ci aiuta nemmeno la scarna scheda parlamentare che abbiamo trovato sul web. Mi piace ricordare che quando negli anni sessanta un gruppo di giovani si avvicinò al PCI, trovò in Arnaldo Di Giovanni un politico che seppe accoglierci con grande apertura mentale e disponibilità all’ascolto. Venimmo classificati subito come  intellettuali, ancora non organici, freschi di letture sartriane, poco disposti a scegliere le luminose certezze di un partito che di certezze, ovvio, non poteva fare a meno. Poi ognuno fece le sue scelte, ma non fu senza conseguenze quell’incontro che per alcuni di noi si trasformò in militanza e impegno continuativo. In quegli anni la politica era la politica, nessuno si permetteva di fare antipolitica, specie nei confronti di uomini come Arnaldo e come i tanti che in federazione lo affiancavano: Tom Di Paolantonio, Claudio Ferrucci, Francesco Nardinocchi, Fernando Savini, Giuliana Valente, Alfredo Alfani, i mitici Vincenzo Capuani e Giovanni Ciunci, e ne dimentico tanti per non dire dei non funzionari come Antonio De Sanctis,accanito lettore di Lenin, Antonio Franchi, poi Senatore, Gaetano Illuminati, poi Deputato, lunga è la lista e ne dimentico tanti. Recentemente Arnaldo, colpito da una lunga malattia, seppure in vita, non era più tra noi e oggi non possono toccargli quegli onori che sono meritatamente toccati ad altri uomini illustri di questa città. Mi piace dedicargli queste poche righe sperando che una giusta biografia possa rendere ad Arnaldo Di Giovanni gli onori che merita.

Romolo Bosi  per i Per Davvero

Nella foto da sinistra Armando Ammazzalorso, Luigi”Tom” Di Paolantonio, Arnaldo Di Giovanni e Romolo Bosi sul palco: si premia il miglior tema sulla Resistenza. Teramo, Piazza Martiri della Libertà, in occasione dell’anniversario della Liberazione. Anni sessanta (?).


 

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Commenti

Saranno anche poche righe, ma pregne di stima per un uomo che, di certo, la meritera' ancora.
Non ci sono parole, vanno via uno ad uno e lasciano un profondo rimpianto per ciò che hanno incarnato e rappresentato: Arnaldo di Giovanni, come Tom, Ferrucci, Alfani e tanti altri che non ci sono più erano una bandiera e tra loro una famiglia... anche un po' la mia, che da piccola sono stata sulle ginocchia di tutti loro. Credo proprio di aver respirato aria buona... Buon riposo Compagno Di Giovanni... (Grazie allo stimatissimo Prof. Bosi di cui sono stata brava e giudiziosa alunna in una classe di scalmanati)
Qualche mese fa... ebbi occasione di dialogare con Vinicio Scipioni per un'intervista... tornarono alla luce tanti ricordi... ripensai con affetto a tanti compagni - per me, trasferitomi con la famiglia in giovane età a Pescara Giorgio Massarotti fu il primo che mi si parò davanti - e ci abbandonammo al le nostre memorie. Quando Vinicio mi disse che Arnaldo era imprigionato da un male crudele ebbi un sussulto di tristezza che oggi riaffiora prepotente. Per tutta la vita ho coltivato la mia vera passione... ho accumulato volumi a migliaia e ancor oggi sono impegnato nell'impresa... Di Arnaldo mi ricordo un pomeriggio passato a casa sua in compagnia del figlio che oggi voglio abbracciare. Spulciando avidamente i volumi dei suoi scaffali trovai un libro che mi catturò totalmente. Nel frattempo Arnaldo era rincasato e ci venne a salutare... mi trovò che leggevo a testa bassa quel suo bel volume... mi guardò con un sorriso insolito per la sua natura e mi disse: "... se ti appassiona tanto puoi portarlo con te". Toccai il cielo con un dito. Questa mattina, letta la notizia, ho cercato quel volume nella babele cartacea che mi circonda e ho ripreso a leggerlo. Philip Agee "Agente della CIA" Editori Riuniti, 1975 ... è (tutto) quello che mi rimane di quest'Uomo singolare e preziosissimo... Un caldo abbraccio ai suoi cari...
Noi superstiti del Partito Comunista Italiano dovremmo pure ricordarci, affermandolo senza timori, che non erano tutti baci e abbracci... e che non tutti meritano il nostro devoto ricordo... Il rischio è la manipolazione della vera nostra storia... e ormai, si può dire, di scheletri nell'armadio ne abbiamo ancora tanti...
Ho conosciuto Arnaldo Di Giovanni negli ultimi anni di vita del PCI. Io neofita del Comitato Federale, Lui, Uomo saggio, rispettoso di tutte le opinioni all'interno del partito, Presidente della Commissione di Garanzia provinciale. Era da molto tempo che non lo rivedevo e non sapevo della sua malattia. L'ultima volta, anni fa, scambiammo qualche considerazione sulla deriva moderata degli ex PCI e nemmeno lui ne era entusiasta. Più precisamente, esprimeva delusione. Ciao compagno Di Giovanni, noi siamo tutti di passaggio. Gli ideali di una vera e coerente sinistra rimangono invece immortali, una necessità oggettiva per la difesa o la conquista della libertà e della giustizia sociale, nel nostro Paese e nel mondo intero.