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Un PD teramano scrive al PD regionale

di I due Punti
10 minuti

Caro Segretario Paolucci,
dalla Segreteria regionale del Partito, riunitasi il 13 giugno scorso, ho appreso che Lei avrebbe seccamente affermato: “il Partito democratico di Teramo non esiste, anzi non è mai esistito”.
Se queste parole dovessero essere confermate, vorrei cogliere qui l’occasione per ringraziarla pubblicamente, in quanto ciò vorrebbe dire che qualcuno, dall’alto, finalmente riconosce la situazione in cui versa il Nostro Partito.
Da quando in ambito nazionale è stato fondato il Partito (un progetto illuminato, figlio del compromesso storico e del quale il PD è il suo naturale erede), l’Abruzzo, e, segnatamente, Teramo, ha vissuto un processo di sviluppo politico molto più complesso delle altre Regioni italiane.
L’Abruzzo è una Regione “strana”: negli ultimi vent’anni, nessuna delle compagini politiche regionali è riuscita a portare a termine il proprio mandato in modo “indolore”, ossia senza che sull’operato della politica si aprisse una indagine della Magistratura.
 A mio parere, in tutti questi anni gli abruzzesi sono stati vessati da una sistema politico talvolta inadeguato, spesso autoreferenziale e clientelare e quasi sempre incapace di corrispondere ai concreti bisogni dei cittadini, attraverso l’esercizio di un indirizzo politico, che avesse davvero a cuore lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio.
 In seguito alla sconfitta di Roseto, si è sentito parlare di commissariamento del Partito provinciale Teramano e non potrei pensare diversamente viste le sue parole. Sicuramente un’operazione di “Restyling” è necessaria; ma, a mio modesto avviso, non credo che spetti a Lei o alla Sua Segreteria dover decidere le sorti del Partito locale.
Per più ragioni, non credo, che Teramo viva una situazione peggiore rispetto alle altre realtà provinciali. È vero, abbiamo “perso” due Comuni importantissimi come Roseto e Colonnella, ma i motivi di questa sconfitta non sono certo da addebitare solo alla inefficienza della Segreteria provinciale teramana e al suo Segretario. Il quale, a differenza di altri, ha sempre tentato di corrispondere ai desideri della Segreteria nazionale, così come, quando possibile, di costruire alleanze strategiche e di ottenere il più ampio consenso degli elettori.
Ma mentre il Segretario Verrocchio, supportato in questo da altri dirigenti, si muoveva cautamente sul suolo rosetano, Lei si incontrava a cena con l’onorevole Ginoble (articolo apparso su un quotidiano locale e dal quale non è mai giunta alcuna smentita) ed assieme decidevate le sorti di Roseto, optando per un candidato sindaco, senza dar conto di ciò a quella parte del territorio più direttamente interessato: una scelta azzardata, evidentemente, che, infine, si è pagata a caro prezzo.
Una sconfitta, questa, che non è certo da imputare in toto alla persona della candidata Ginoble. Essa, piuttosto, è conseguenza di un certo tipo di politica, perseguita in quest’anni dal PD rosetano; e gli elettori questo lo hanno capito, se hanno ritenuto di dover bocciare il programma di Governo, che nel segno della continuità, si sarebbe voluto attuare. Il motivo non è, dunque, da cercare nel fatto che la candidata sia sorella dell’Onorevole Ginoble, come pure qualcuno vuol sostenere.
Forse, Caro Segretario, le è mancato il polso della situazione, se ha deciso di ignorare quanto il Partito provinciale avesse da dire in proposito.
La coalizione Idv-Pd, formatasi a Roseto, è forse madre dell’accordo siglato su Colonnella, al fine di candidare l’ex compagno, l’ex mastelliano di ferro, l’attuale  Idv, già sindaco per dieci anni, l’On. Augusto Di Stanislao; ma queste ovviamente sono solo mie supposizioni personali, che magari nulla hanno a che vedere con la realtà dei fatti; Ma come si dice, a pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca.
Il giorno successivo alla sconfitta rosetana, Lei ha affermato che “nonostante una campagna elettorale generosa e appassionata, la sconfitta ci impone di aprire una riflessione”. Mentre l’On. Ginoble ha discorso di “assunzione di responsabilità, anche da parte del sottoscritto”. Mi piacerebbe sapere a che punto è la riflessione e in che modo vi siate assunti le vostre responsabilità per quanto accaduto a Roseto. Dire che il Pd provinciale teramano non esiste a questo punto non è più sufficiente ed è del tutto gratuito.
Perché a conti fatti, oltre a criticare il Pd teramano, non mi sembra che Lei si sia pentito del suo appoggio alla candidatura espressa a Roseto, né mi pare che qualcuno abbia adottato provvedimenti, che facessero valere le responsabilità dei protagonisti della vicenda per l’accaduto.
Non dico che sia tutto “merito” suo: certamente anche il Pd provinciale di Teramo ha in questo le sue belle responsabilità, visto che il segretario ritiene di non dover convocare l’assemblea provinciale da mesi, preferendo, ad essa, un mero vertice tecnico, interno al coordinamento.
Ma in fin dei conti, si dirà, se si analizzano i risultati elettorali, si scopre che nel teramano non si è andati certo peggio di quanto si sia andati altrove.
Ed infatti Le rivolgo i miei complimenti per le vittorie di Lanciano e di Francavilla; ed anche per Vasto, dove la scelta del candidato Sindaco ha fatto sudare 7 camicie, prima che se ne riuscisse a trovare uno (primarie, condivisibili o meno, che conferma una scelta oculata, a dispetto di Roseto).
Eppure, se Teramo “piange”, il regionale non ha nessun motivo per “ridere”. Nella splendida vittoria di Francavilla a Mare si nota subito che il Pd raccoglie l’11,71%, mentre il Pdl si conferma primo con il 13,26%. A Lanciano, invece, il Pd si ferma all’11,78%, mentre il Pdl sfiora il 19%. Nonostante la sconfitta, a Roseto il Partito democratico si attesta, invece, al 22,45 % contro il 13,23% del centrodestra: almeno c’è qualcosa da cui ripartire.
È evidente, quindi, che l’errore risiede nella scelta del candidato: un candidato che ha ottenuto meno voti della lista cui apparteneva. Da qui non si può, dunque, concludere che il Partito democratico di Teramo non abbia fatto il suo dovere. Per questa ragione, trovo pretestuoso voler “commissariare” il Partito provinciale. La sconfitta elettorale qui c’entra poco.
Se poi volesse sostenere che il “commissariamento” sia necessario per altri motivi, beh, io le oppongo un solo dato: il PD provinciale ha all’attivo più di 4000 tesserati: tessere vere, intendo…. Mentre le altre tre Province cosa hanno da dire al riguardo?
 Su un articolo pubblicato da L’espresso si legge: “a oltre due anni dal terremoto, il Pd locale è dilaniato da guerre intestine e battaglie di poltrone. Uno spettacolo abbastanza indecente, in una terra che subisce ogni giorno gli effetti del mal governo berlusconiano”.
Non mi sembra che il PD a L’Aquila viva un destino migliore di quello vissuto altrove; e nemmeno che il regionale stia cercando in tutti i modi di restituire dignità al nostro Capoluogo di Regione, così tanto martoriato dal sisma, accordandogli un partito di governo, capace di aiutare realmente il territorio: se non c’è riuscito in due anni, non credo ci riuscirà ora, sostenendo che a breve si troverà una via d’uscita.
Ipotizzare un commissariamento su Teramo e non riuscire a trovare un soluzione dignitosa per L’Aquila, dove ad eccezione del Comune abbiamo perso quasi tutto, mi sembra piuttosto paradossale.
Non vorrei ricordare solo l’articolo dell’Espresso, che ci ha già fatto fare una pessima figura in ambito nazionale. Persino un film come “Draquila” non ha risparmiato il PD regionale e ci ha portati direttamente in Europa: lo ha visto quel bel tendone chiuso che appare nel film? Chiuso con la pioggia, con il vento, con il sole e con la neve. Anche questa non è stata una bella figura a Cannes per la nostra Regione!
Potrebbe spiegarmi, allora cosa racconterà agli iscritti del Partito e ad una città come L’Aquila, che ogni giorno vede il suo futuro sgretolarsi ancor più in fretta dei tanti ruderi rimasti in piedi? (sorvolo volutamente su Pescara e Chieti, dove non mi sembra si stia meglio rispetto a Teramo).
Certo, il nostro Pd provinciale ha molti problemi, non ultima la vicenda del Ruzzo; di certo, però, non accetto che la Segreteria regionale del Partito, forte di alcune vittorie nelle amministrative, ma con vistose lacune al suo interno, venga a Teramo e pontifichi su quel che il Partito provinciale ha fatto o avrebbe dovuto fare, quando proprio il PD regionale non è riuscito in due anni a risolvere ben più gravi problemi.
Magari anche a Teramo, come a Vasto, ci manderà in tandem Legnini e D’Alessandro; i quali staranno, forse, già sondando il terreno e non solo. Saranno i benvenuti. Non sarò certo io ad oppormi al “commissariamento”, se è questo che sta pensando. Non ne avrei la forza. Però tenga presente che Teramo è figlia di questa stessa Regione: “strana” e colma di problemi come lo è l’Abruzzo. Qui, Caro Segretario, si fa fatica persino a girare in bicicletta; figurarsi in tandem.
 
Stefano Alessiani
 

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infatti non è colpa di una sola persona come diceva manola di pasquale per pararsi il sedere, è da anni ormai che il centro sinistra si è suicidato, portato avanti da gente in giacca e cravatta... si sveglieranno?
complimenti Alessiani.......hai scattato al PD Provinciale Teramano ed a quello Regionale una bella foto a mezzo busto!!
Analisi Sensata! Complimenti! una sola cosa... commissariamento? che sia una persona esterna che possa imparzialmente far rinascere un partito di opposizione serio!
Caro Stefano, la tua lettera ha fatto il giro della Regione. Ieri mi hanno chiamato da L'Aquila e Chieti, che dire? Verrocchio o si dimette o dimette i sindaci che si sono astenuti. In primis il sindaco di Montorio. Ci vogliono le palle, ci vuole il cambiamento, altrimenti addio, Pd. Grazie
Lei che farebbe caro Alessiani?
@ Lettera e Fdl: Bene, come avrete letto, sono concorde con una sostanziale sterzata all'interno del PD provinciale, anzi vi dirò di più, non sono incavolato con la segreteria provinciale, sono inferocito. Che questa sterza provenga dal segretario, con le sue dimissioni o con la modifica sostanziale della sua segreteria, lo vedremo presto. A Robert ho telefonato più volte a Dicembre e Gennaio segnalando vari problemi interni, ad Aprile sono esploso in un'altra lettera aperta( la trovate anche all'interno di questo blog), la quale reclamava a gran voce un' assemblea provinciale, ho aspettato le elezioni, il referendum il ruzzo....etc etc ma qui ancora non si vede uno straccio di convocazione. La cosa che mi fa imbestialire di più è che all'interno del Pd teramano manca totalmente il confronto con gli iscritti, è come se esistesse un partito degli eletti ( che decide) e un partito degli iscritti ( che ogni tanto ratifica e impreca quando si ottengono risultati scadenti), ma questo vale anche per il PD comunale ( Teramo). Per quanto riguarda il ruzzo, la responsabilità politica è totalmente da addebitare alla segreteria provinciale e su questo la segreteria deve fare mea culpa e assumersi le proprie responsabilità ( a me opponevano che l'assemblea va preparata...mentre al ruzzo mi sembra ci si sia arrivati senza nemmeno parlarsi.....qui si spiega parte della mia ira e in questo do ragione al sindaco di Montorio), i sindaci che hanno votato contro anche, al pari della segreteria, scelte giuste o sbagliate che siano, devono accettare le linee guida del partito, se così non è vuol dire che si devono dimettere automaticamente. Ma non accetto che a definire un partito "Mai Nato" sia un organo che è visibilmente in difficoltà su quasi tutte le questioni interne, mi sembra eccessivo nonché gratuito.....Queste cose le possiamo dire noi che ci stiamo dentro e che combattiamo affinché le cose migliorino. @ Il Dubbio: Bene, una cosa l'ho fatta, ho lanciato un appello che difendere il partito democratico teramano, qui abbiamo milioni di problemi, ma almeno un partito lo abbiamo, a differenza di altre realtà e sopratutto ho lanciato un segnale, ovvero che il momento dei giochi politici è finito, gli iscritti sono più attenti a quel che accade. Sul Ruzzo avrei convocato il coordinamento provinciale del partito, l'assemblea dei sindaci e tutti gli organi dirigenti per discutere sulla linea politica da tenere, una riunione aperta anche ai semplici iscritti, limitatamente agli spazi possibili ( perchè si poteva anche decidere di lasciare direttamente il cda in mano al cdx se il PD avesse voluto dimostrare di non essere attaccato alle poltrone, oppure uscire con un nome da portare con coro unanime in consiglio) Sulla questione Roseto e varie avrei convocato l'assemblea provinciale ( il partito degli iscritti) per recepire quali decisioni prendere e per avere il polso della situazione. Sui tanti argomenti, che non sono solo mere questioni provinciali, oltre a criticare avrei cercato di costruire dei progetti, di legge o altro, per proporre qualcosa di diverso e sul quale costruirci un futuro in cui credere..... Vabè ma molte questioni le vedremo più avanti, sono in attesa dell'assemblea, se questa tarderà ad arrivare sono già pronto a parlare al segretario e agli iscritti tramite questi mezzi di comunicazione. Cordiali saluti Stefano Alessiani
Il PD non esiste a Teramo, nè a Giulianova nè in nessun altro luogo della provincia; esistono solo lobby di potere (sempre più lobby con sempre meno potere) che cercano di difendere i privilegi rimasti estromettendo tutti quelli che vorrebbero un partito "vero" con dirigenti "veri"...... Il caso di Giulianova è emblematico: spariti del tutto i Circoli, che pure erano rinati nell'entusiasmo della fondazione del PD, silente il segretario comunale, spaesati i sedicenti "giovani democratici". L'attività politica coincide con quella amministrativa, con un Sindaco, che si vanta di provenire dalla società civile, che dei valori del centro sinistra poco conosce e che si fa consigliare dal "grande vecchio", il senatore (o meglio, ex senatore) giuliese per antonomasia, ex di tutto, che grazie alla umana necessità, da parte dei mediocri, di avere una figura di riferimento, ancora detta legge all'interno di un partito ormai vuoto di ogni contenuto. E poi ci si meraviglia della perdita della Provincia (con un D'Agostino che, per cinque anni, tutto ha fatto tranne che l'amministratore), del Comune di Roseto (dove Di Bonaventura pontificava arrogantemente su ogni cosa), del Ruzzo (non faccio commenti su Di Pietro per carità cristiana), ecc., ecc. Ma il PD, o meglio, gli inamovibili vertici del PD si sono accorti che non li vuole più nessuno? O serviranno altre dieci, cento, mille sconfitte per fargli capire che il popolo, quello vero, è stanco di essere preso per il sedere?
Finchè non saranno rispettati anche gli altri partiti che compongono il csx ,dando anche a loro rispetto e dignità ( raramente ci sono candidati sindaci che non siano Pd o nomine negli enti che non siano di estrazione Pd !! ) il caro Pd può avere anche il 30 % dei voti ...Ma se corre da solo perde da tutte le parti !!!! E questo succederà alle prossime amministrative !!! Noi piccoli partiti del csx siamo stufi di essere presi in giro dal PD !!! Sotto i 5000 abitanti essendo le elezioni con liste civiche , guarderemo i programmi e ci alleeremo con persone degne della nosta fiducia . Sopra i 15000 il PD và da solo e noi ,insieme , pure !!! Si vedrà al ballottaggio !!!. Caro Pd ..svegliati !!! Oppure muoia Sansone con tutti i filistei!!.
complimenti, analisi giusta. ma si pensa realmente che Ginoble, Di Stanislao possano abbandonare la poltrona politica? Sono consapevoli che avendo ben salda la segreteria provinciale hanno in tasca la ri candidatura al parlamento. A loro interessa solo quello. Della società. del PD. dell'IDV? Ma non fateli ridere. le riflessioni politiche sono di coloro che non sanno fare politica, sono dei giovani, degli illusi. (Falli discutere, intanto noi ci prendiamo le poltrone, così pensano!) A loro interessa solo il seggio. Nella società non hanno mai combinato nulla. Chi ci crede continua a votare le idee. E loro se la ridono. Poveri noi.