Il consigliere regionale Rabbuffo ha inviato a questo blog una lettera indirizzata a me e al giornale che dirigo. Nella quale elenca una serie di falsità, che pretendono una risposta. Seria. Avevo pensato di rispondere sul sito de La Città, ma è più giusto che avvenga su questo blog.
Con due premesse:
La prima è che sarà l’unica risposta che darò a Rabbuffo, perché non merita rispetto chi decide se invitare un giornale alle conferenze stampa a seconda della simpatia che nutre per il direttore. In altri tempi, quando in Italia passeggiavano signori in orbace, si chiamava “censura”.
La seconda è un invito ai lettori: tenete conto che tutto quello che fa Rabbuffo è anche, inevitabilmente, ispirato alla necessità di avere una visibilità… tra un anno si vota e Rabbuffo, che deve il suo posto in Regione al listino di Chiodi, deve diventare riconoscibile.
Detto questo, leggiamo di cosa mi accusa. Rispondendo punto per punto.
1) RABBUFFO DICE: “Accade che venga tenuta una conferenza stampa per denunciare una stranezza occorsa nella società Teramo Lavoro ed in particolare al suo amministratore delegato. Accade che tra i partecipanti a quella conferenza ci sia Maria Cristina Marroni, vice coordinatore provinciale del FLI. Accade che la Provincia risponda attraverso i suoi rappresentanti, accade nel frattempo, che qualcuno faccia trovare una velina (un'email inviata da un dipendente al Presidente), a un certo giornale che pubblica un articolo denigrando un dipendente ed un ex dipendente dello stesso ente. Sembrerebbe finito qui, se non fosse che il giornale in questione, abbia stigmatizzato il marito e il suocero della Marroni. Il tutto secondo un protocollo noto in altri ambienti che, quando si inizia a dare fastidio a qualcuno, si dà avvio alle cosiddette "vendette trasversali" a scopo di educazione”.
E’ FALSO. Non abbiamo pubblicato “veline” ma lettere e atti protocollati, documenti avuti dalla stessa fonte dalla quale avevamo avuto notizie sul “caso Cretarola” (molto prima della conferenza di Fli), lettere e atti nelle quali due dipendenti della Provincia (che per sua stessa ammissione sono marito e suocero della sua coordinatrice) vantano “credenziali” e rivendicano promozioni in virtù di meriti politici, quali una campagna elettorale pro-Catarra, una moglie candidata con Catarra o per essersi direttamente candidati con il Pdl. Piuttosto che condannare una simile “mostruosità”, Rabbuffo ne considera la scoperta una “vendetta trasversale”. E’ incredibile. Se quella che intende Rabbuffo è una politica nella quale è lecito pretendere di avere scatti di carriera solo in virtù di amicizie politiche, ci dispiace per lui, ma siamo sicuri che la politica sia altro. E continueremo a denunciare queste mostruosità. Dovunque vengano. Anche dai parenti dei suoi aficionados
2) RABBUFFO DICE: Nella sua carriera, sicuramente il sig. D'Amore ha senz'altro condotto delle battaglie, ma guarda caso sempre contro qualcuno che in quel momento non poteva in nessun modo nuocergli.
E’ UNA MENZOGNA. Per natura, per vocazione e per scelta professionale, non ho mai attaccato chi non può difendersi, anzi: non ho mai attaccato nessuno. Esercito, anche con una certa durezza, il diritto di critica sempre e solo verso i potenti, quelli che hanno tutti i mezzi per dire la loro. E Rabbuffo ne è la testimonianza diretta: quando l’ho criticato era il potente vicesindaco di Chiodi, nonché delfino della Castellani e uomo forte di AN. Per sua facilità, smemorato consigliere, le ricordo le ultime “battaglie”: la Tercas cinque anni fa, Caporale e l’Izs tre anni fa, la Provincia di D’Agostino quattro anni fa e quella di Catarra anche in questi giorni, l’Università l’anno scorso, la Asl di Molinari due anni fa, il Comune cinque,quattro, tre, due, un anno fa e anche oggi… chi tra questi non poteva difendersi? E chi, secondo la sua logica di “potere” avrebbe potuto non nuocermi? E già che c’è: mi indica un “debole”, uno soltanto, che avrei attaccato?
3) RABBUFFO DICE: Mi riferisco, per esempio, al Rettore Luciano Russi, accusato dal giornale di D'Amore di aver effettuato spese folli per l'auto e la stanza di rappresentanza. Peccato che l'invettiva colpiva Russi quando non era più, in pratica, Rettore, in quanto colpito da una grave malattia che lo portò poco dopo alla sua prematura scomparsa.
E’ FALSO. Quando ho pubblicato l’articolo sulle magnifiche spese, Russi era Rettore e lo sarebbe rimasto ancora per più di un anno e mezzo. Poi lasciò Teramo ed andò a Roma autoproclamandosi “prorettore della Sapienza” (e scrivemmo che non era vero). Morì nel 2009, cinque anni dopo il nostro articolo.
4) RABBUFFO DICE: In quella vicenda, D'Amore si dimenticò di approfondire l'acquisto di due opere di Crocetti, effettuato proprio quando nel consiglio di amministrazione dell'ateneo sedeva il Presidente della Fondazione Crocetti, l'On. Tancredi, tralasciando di verificare chi fu il perito per conto dell'Università che svolse la perizia sul valore delle opere.
E’ FALSO. L’unico, e ripeto l’unico giornale a scrivere della leonessa e della porta “monumentale” di Crocetti fu il nostro. Criticandone sia la spesa, sia la necessità di sostenerla. Così come sulle fontane scomparse, sulla Mercedes presidenziale… capisco, però, che le sia sfuggito, in quei giorni lei Rabbuffo era dalla parte di quelli che difendevano il Rettore… e quelle spese.
5) RABBUFFO DICE: Inoltre, sarebbe da chiarire anche perché D'Amore nutriva cosí tanto astio contro il compianto Rettore...
MI DISPIACE, per Rabbuffo, ma non ci sono nascoste verità: ho sempre considerato Russi il distruttore dell’idea universitaria teramana; con la scelta di spalmare facoltà ovunque ha snaturato l’Ateneo. Se ne è accorto Rabbuffo di quello che accade in viale Crucioli in questi mesi? Col fare insinuatorio e volgare, Rabbuffo cerca di far passare un’altra verità… che non esiste, una storiella secondo la quale avrei nutrito rancore verso Russi perché “scartato” alla selezione per l’addetto stampa dell’Università. In realtà, la storia è un’altra, partecipai a quella selezione, ma – come almeno altri cinque colleghi – feci un passo indietro quando scoprii che pretendevano una presenza quotidiana (e io lavoravo al Messaggero, quindi non potevo) e che lo stipendio sarebbe stato inferiore a quello che prendevo facendo una cosa che amavo di più. Visto consigliere? Smentite anche le illazioni che lei aveva fatto all’epoca al buon Altitonante…
6) RABBUFFO DICE: “Torniamo per un attimo alla vicenda dei varchi elettronici. Ricordo quando D'Amore, in seguito alla decisione mia e degli uffici di coinvolgere tutti i giornali locali, scrisse un'accorata lettera all'amministrazione comunale nella quale dichiarava che solo il suo periodico era in grado di poter effettuare una soddisfacente pubblicità all'ente per via della tiratura e della diffusione, e che quando il Comune decise di pubblicare a pagamento le novità relative all'adozione dei varchi anche sul suo giornale, questi erano considerati addiritura utili. Ora li attacca e attraverso i varchi vuole attaccare il mio operato e, secondo il teorema di cui sopra, dal momento che siedo tra i banchi dell'opposizione in Regione e non posso influire sulle nomine in quegli enti che fanno pubblicità istituzionale sul suo giornale, non rappresento per lui un pericolo nell'immediato”.
E’ UNA MENZOGNA: non ho mai scritto una “Lettera accorata” all’amministrazione comunale. Rabbuffo vaneggia, obnubilato dall’astio. E’ vero invece che lui stesso, nello scegliere un giornale sul quale pubblicare redazionali del Comune dedicati ai varchi, scelse il più diffuso. Non scrivemmo che erano “utili” i varchi… ne scrisse il Comune nella pagina che aveva acquistato e che recava il logo del Comune in bella vista. Il fatto che per il nostro giornale non esista il teorema rabbuffesco “pago la pubblicità e tu mi tratti bene” lo dimostra proprio Rabbuffo coi varchi, lui comprò pubblicità per parlarne bene, noi continuammo a dire che si trattava di un errore. E mentre Rabbuffo governava.
7) RABBUFFO DICE: E sulla stessa linea vanno letti gli attacchi sulla corsia preferenziale dell'autobus che D'Amore vede contromano (all'uopo lo inviterei a sostenere nuovamente l'esame della patente) o della mia intervista pochi giorni prima del crollo della discarica, dove il "non puzza" sempre per D'Amore equivale al "non crolla".
E’ FALSO: dell’autobus contromano scriviamo dal giorno in cui venne istituito, anzi: da prima. E il senso non è quello della direzione dell’autobus (possibile che dopo tanti anni non l’abbia ancora capito?) ma l’assoluta inutilità dell’iniziativa. E in quanto alla discarica, non lo dica a me come sono andati i fatti, ma ai magistrati che la stanno processando…
8) RABBUFFO DICE: Ma perché D'Amore, oltre che attaccare l'apparato amministrativo, non si interroga anche su altre questioni ugualmente delicate e imbarazzanti per questa maggioranza come l'inaugurazione in pompa magna dell'Ipogeo, opera non ancora terminata e quindi non fruibile da nessuno?
LEGGA, Rabbuffo, legga La Città tutti i giorni. Leggerà di concorsoni vip, di dirigenti strapagati, di sese, di cantieri in ritardo, di strade bloccate… legga, prima di scrivere delle solenni corbellerie. Basta che legga il giornale di oggi, due pagine mie sui costi delle feste di Natale e Capodanno…e pensi che uscirà una pubblicità proprio sul capodanno. Non ha il fisico per arrampicarsi sugli specchi, non ci provi. Non con me.
8) RABBUFFO DICE: Perché D’Amore non viene invitato alle mie conferenze stampa? Semplicemente perché non condivido l'uso che fa della sua penna, il modo di fare notizia e non approvo il meccanismo che utilizza per trasformare i fatti in "altre notizie".
Non credo che questo sia un servizio pubblico. Disapprovo totalmente i metodi di certi potenti di turno che trasformano la carta stampata in fango.
DUE ERRORI: il primo è che lei non ha la benché minima percezione del valore costituzionale della libertà di stampa; il secondo è che l’astio personale gli impedisce di distinguere tra un giornale e il suo direttore. Lei non sta “non invitando” me, ma non invita La Città, e quindi impedisce ai nostri lettori, che le pagano lo stipendio, di sapere per che cosa glielo stiano pagando. Non è questione di simpatie, si chiama “democrazia”, ma forse è un concetto complicato…
9) RABBUFFO DICE: Per concludere, quando l'ho visto intervistare in tv Gianni Chiodi ho subito ripensato al nomignolo che aveva coniato per l'allora candidato sindaco: "Chiodino Paperino". Ascoltando i suoi toni durante l'intervista mi sono chiesto: "Vuoi vedere che per D'Amore Chiodi da Paperino é diventato Zio Paperone con i soldi pubblici".
PURTROPPO… per Rabbuffo, questo giornale, non gode di finanziamenti pubblici, né di sovvenzioni pubbliche di altra natura. Accoglie, è vero, pubblicità istituzionale, fatta anche da enti – come da tantissimi commercianti – ma, che lo creda o no, semplicemente per il fatto che, nella sua edizione mensile, è l’unico che diffonde 18mila copie. E lo può provare. Così come può provare, e i nostri lettori lo sanno, che gli enti che fanno o hanno fatto comunicazione istituzionale (Ruzzo, Comune, Provincia, TeAm e Asl) non hanno mai avuto sconti. Anzi, La Città ha sempre scritto e sempre continuerà a scrivere tutto quello che ritiene interessante e doveroso divulgare. Su tutto. Su tutti. Anche su quelli che fanno pubblicità.
So che, in un mondo di servi, sia difficile credere all’esistenza di una voce libera. Ma non lo devo spiegare a lei, Rabbuffo, ne rispondo tutti i giorni ai miei lettori.
Al contempo, questo piccolo foglio di provincia che lei si onora di non leggere, contribuisce, con le proprie tasse e con quelle che pagano i suoi giornalisti, a pagare gli stipendi anche di chi, eletto ma non votato, occupa un posto in consiglio regionale.
Non aggiungo altro, ringrazio “i due punti” per lo spazio, e la chiudo qui. Senza ulteriori repliche. Tanto Rabbuffo ha tanti altri giornalisti amici da invitare alle sue conferenze stampa, sono sicuro che ne troverà anche qualcuno felice di condividere il suo odio contro di me. Anzi, più di uno. Io, continuo a fare il mio mestiere. Che a Rabbuffo piaccia o no.
Antonio D'Amore
Direttore Responsabile quotidiano La Città
Direttore Responsabile mensile La Città
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Commenti
Caro Andrea, le rispondo con le parole di valenti esponenti del Partito Democratico di Giulianova, dopo i miei articoli di critica " Falconi? Si sa è pagato dal Pdl"....Saluti a lei.