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Il Comune di Atri non ha Memoria

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Il Circolo di Atri del Partito Democratico esprime la sua profonda condanna della negligenza dimostrata dall’Amministrazione Comunale Astolfi nell’occasione del Giorno della Memoria.

Stamani, una nostra militante recatasi a Palazzo Acquaviva per sbrigare delle commissioni ci ha segnalato che il Comune di Atri non aveva provveduto ad esporre le bandiere a mezz’asta, come disposto dalla Presidenza del Consiglio in occasione del giorno della Memoria delle vittime della Shoah.

Abbiamo controllato la notizia, e con nostra grande costernazione abbiamo scoperto che corrispondeva al vero.

Chiediamo con forza al Sindaco Gabriele Astolfi di spiegare la ragione della vergognosa negligenza, di scusarsi pubblicamente con tutte le vittime della persecuzione razziale nazifascista e di impegnarsi perché un tale episodio non si ripeta mai più.


PARTITO DEMOCRATICO – CIRCOLO DI ATRI

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Commenti

il sindaco stamattina era a teramo...........................
Egregio Direttore, Le scrivo per esprimere la mia indignazione in merito a quanto apparso nella sua rubrica dedicata alla posta, nella quale è stata pubblicata la lettera del signor Stefano Alessi dal titolo all’articolo “A Teramo si celebra un martire o un assassino o un assassino?”, in cui viene falsamente infangata la memoria di Giovanni Palatucci , con argomentazioni false e pretestuose. Le rammento che il centro “Primo Levi”, che non è depositario di nessuna verità, ma si è solo limitato a fare proprie le assurde argomentazioni del sedicente storico Marco Coslovich che da anni, senza alcuna prova getta fango sulla figura di Palatucci. Coslovich riprende le tesi degli storici e del vescovo di Fiume, Ivan Devcic , i quali hanno usato Paltucci per manifestare il loro risentimento verso l’Italia e gli italiani. I crimini delle Foibe ne sono la conferma. Coslovich, ha l’ ardire di affermare che Paltucci era un “fascista zelate e volenteroso” . Era così zelante che il colonnello delle SS Herber Kappler, l’autore dell’eccidio delle Fosse Ardeatine di Roma, lo fece arrestare con l’accusa: “Di aver mantenuto contatti col servizio informativo nemico”. Lo stesso centro”Lervi”, resosi conto di aver detto cose non provate, ha istituito una commissione di studi per conoscere la verità su Palatucci. Si potrebbe obiettare: perché non ha istituito la commissione prima di diffondere notizie che hanno infangato la memoria di Palatucci. Solo, infatti, chi è in malafede può affermare impunemente che Palatucci “abbia favorito con chirurgica precisione la deportazioni dei circa 500 ebrei della zona di Fiume”. Ci sono decine di lettere di ebrei, di cui l’Associazione Palatucci è in possesso, con cui affermano di essere stati salvati da Palatucci in anni in cui l’ex funzionario era un illustre sconosciuto. Infatti, quando in Italia nessuno lo conosceva, i popolo ebraico, il 10 febbraio 1955, nel decennale della sua morte, gli intitolò di una foresta sulla collina della Giudea. Anche l’unione delle comunità Israelitiche in Italia gli tributò un solenne riconoscimento , conferendogli , il 17 aprile 1955, al Medaglia d’Oro alla memoria. Nel 1990 viene riconosciuto “Giusto fra le Nazioni”, L’Italia scopre la figura di Palatucci solo dopo l’avvenuta Canonizzazione da parte ebraica, conferendogli, nel 1995, la medaglia d’oro al merito civile. Non è assolutamente vero che lo Yad Vashem abbia cancellato il nome di Palatucci dal Muro d’Onore. Per fugare ogni dubbio, ha istituito una sua commissione di studio. Nel frattempo, gli ultimi supestiti sono intervenuti per difendere la memoria del nostro eroe/martire. Il signor Alessiani dimostra di essere male informato o prevenuto anche quando afferma che “Palatucci non è stato l’ultimo Questore di Fiume, bensì un funzionario di Polizia”. E’ storicamente provato che Palatucci diresse l’Ufficio Stranieri della Questura di Fiume dal 1937 all’8 settembre del 1943, quando fu costretto ad assumere la reggenza della Questura poiché, oltre al prefetto Temistocle Testa, il questore Genovese ed i vertici della Questura, tutti convinti fascisti, lasciarono precipitosamente Fiume. Palatucci invece, che aveva sempre disatteso le leggi razziali, rimase al suo posto per completare la sua opera. Com’è noto, pagherà con la vita questa coraggiosa scelta. Sono comunque certo che al termine dei lavori delle varie associazioni Palatucci sara ulteriormente valorizzato e gli saranno riconosciuti gli onori che gli spettano. Roma, 11 febbraio 2014 Rolando Balugani, vice presidente vicario dell’Associazione Palatucci