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La Politica del Dissenso

5 minuti

Caro Camillo D’Alessandro e cara Manola Di Pasquale,

premettendo che non ero d’accordo con l’appoggio politico che il PD Comunale, rappresentato dal Segretario Alberto Meralangelo, dal Presidente Ilaria De Sanctis e dal segretario di circolo di Teramo Centro Mirko De Berardinis, ha dato all’azione politica di Brucchi e del PDL, come si evince dalla conferenza stampa qui allegata:www.youtube.com/watch
Azione che si è concretizzata nella comune iniziativa di dirigersi a L’Aquila a sostenere la proposta del PDL, per altro non conforme ai criteri richiesti dal D.L. n.95 art.17 del 06/07/2012, così come spiegato anche dal sottoscritto con un precedente articolo:  www.iduepunti.it/lettera-aperta/16_ottobre_2012/gli-abruzzesi-un-popolo-di-%E2%80%A6%E2%80%A6
Premettendo che il Segretario Comunale  e il Presidente del PD, a mio dire, dovrebbero sentire l’esigenza di consultarsi e confrontarsi con la Base del partito, prima di prendere iniziative che potrebbero incidere sull’immagine e sull’indirizzo politico del locale Partito Democratico.
Premettendo che scene di pura “Follia Politica” hanno colpito in ogni dove, con Senatori della Repubblica anche espressione del PD, scesi in piazza anche al fianco di “Bande” di chiara matrice fascista con la scusa di tutelare una pseudo territorialità della provincia abruzzese, qual è  ad esempio Chieti.
Penso che dovreste recedere dalla manifestata intenzione di querelare le quattro persone, le quali,  con una nota critica certamente mal posta ma comunque forte, hanno espresso il loro disappunto nel pieno di quei diritti di libertà di espressione che il nostro partito  dovrebbe, invece, incoraggiare e tutelare.
Un partito che pretende di distinguersi sulla scena politica locale e nazionale, facendo proprie le battaglie a tutela e difesa dei diritti civili e della democrazia, elevando questi valori a bandiera distintiva della nostra etica politica, non può certamente opprimere chi sente il dovere di esprimere un pensiero diverso, opposto, di critica anche se diretta ed aspra.
Il dissenso, in tutte le sue forme, dall’astensionismo alla protesta più accesa, dovrebbe essere utilizzato come strumento di crescita, momento di riflessione, di dibattito, di elaborazione collettiva e non occasione di punizioni, le quali alimenterebbero soltanto la concezione popolare che  la “Politica” è forte con i “Deboli” e “Debole” con i “Forti”.

Proprio il dissenso fa si che il PD sia diverso dal PDL e dalle destre che da troppo tempo ricorrono ad un populismo fatto di demagogia, pur di poter sopprimere la formazione di un’opinione prevalente, pur di impedire la massima partecipazione e l’applicazione di una sana democrazia partecipativa.
Per questo, mi auguro che le vostre intenzioni, paventate su qualche testata giornalistica ed alimentate da qualche voce di corridoio possano palesarsi attraverso azioni che distendano gli animi, argomentando politicamente determinate scelte.
Contestualmente, vorrei ricordare ad Ilaria De Sanctis che quando parla del sottoscritto, lamentandosi  di aver ricevuto un trattamento diverso rispetto a quello a cui sono soggetto ( come se le pressioni che il Regionale fa per espellermi non siano vere) che Stefano Alessiani, quando scrive un articolo di critica nei confronti del PD lo fa mettendo davanti una “Causa”, come sull’Università, sulla Democrazia Partecipativa, sulla questione dell’Abruzzo, sulla Bolkestein, giusto per citarne alcune e non scrive articoli di critica senza documentarsi e spiegandone minuziosamente i motivi.
Se poi non ricordo male, sempre Ilaria De Sanctis, la settimana scorsa mi attaccava nella sede del PD poiché il sottoscritto non faceva altro che pubblicare articoli di critica nei confronti del Partito, per la serie: C’era una volta la coerenza!

Nel frattempo che voi discutete sul comportamento di Camillo D’Alessandro o di Ruffini, nessuno ha stigmatizzato l’inciucio messo in atto dall’IDV Regionale con il PDL, i quali hanno votato la stessa demagogica proposta sul riordino delle Province ed è forse questo l’unico atteggiamento inqualificabile e scandaloso di tutta questa storia.
Nessuno ha detto niente in merito alle ultime vicende giudiziarie che stanno investendo da vicino il nostro territorio, nessuno ha stigmatizzato i comportamenti dei nostri “Onorevoli” che a Roma appoggiano determinate scelte e quando tornano in Abruzzo manifestano “contro”.
Ma soprattutto nessuno si dispera così tanto da organizzare clamorose “Marce di protesta” parlando della crisi occupazionale, del dramma del precariato, delle cooperative impegnate nel sociale  e nella lotta alla disabilità che chiudono i battenti( in Abruzzo 50 solo dall’inizio dell’anno), del sistematico smembramento della Scuola Pubblica e dei cittadini che, giorno dopo giorno, vedono spostare i loro obiettivi non più verso un futuro migliore ma verso una quotidiana lotta alla sopravvivenza.
Mi auguro che il senso di responsabilità e la vostra coscienza civile possa richiamarvi su temi, che personalmente ritengo, di sicura e maggiore importanza.
Il link della nota critica:
www.iduepunti.it/lettera-aperta/24_ottobre_2012/province-la-vergogna-del-partito-democratico

Cordiali saluti.
Stefano Alessiani
  
  

 

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Nella seduta di lunedì scorso un Consiglio Regionale confuso ha deliberato “una non soluzione schizofrenica”: aboliamo tutte le Province, anzi no, ne teniamo quattro, anzi no, facciamo ricorso alla Corte Costituzionale. Visto che la maggioranza non ha voluto accogliere nessuna delle nostre proposte, uscire dall’aula è stata l’unica opzione politica corretta di fronte alla più totale demagogia. Ci rendiamo conto che la rappresentazione, volutamente fumosa, che è andata in scena martedì possa aver condizionato gli umori e i sentimenti, e quindi il giudizio, di chi era venuto a difendere le ragioni del proprio territorio. Il Capogruppo Camillo D’Alessandro, anche nel passaggio verbale incriminato, è stato male interpretato, il tutto è stato il frutto della tensione del momento, non voleva di certo sminuire le aspettative della comunità teramana. Al contrario voleva sottolineare l’inganno della proposta “zero province” della maggioranza e come queste ragioni fossero state usate a pretesto per compiere una discutibile operazione d’immagine. Una proposta quella di Chiodi che sarà rivenduta come un’abile e rigorosa operazione di “tagli” e “risanamenti” in tutti i salotti buoni della politica e dei media nazionali. Anche noi eravamo in una posizione non semplice: ognuno di noi porta dentro il cuore le ragioni dei propri territori e delle comunità di riferimento ma ci siamo seduti quel pomeriggio su quelle sedie con un mandato che ci è stato assegnato dal nostro partito, il PD , con una decisione assunta (la sera prima) nell’organismo regionale dove siede anche Ilaria De Sanctis. Il PD teramano aveva proposto l’istituzione di una sola provincia ed insieme ai colleghi aquilani abbiamo presentato questa proposta in Commissione. In Consiglio regionale il capogruppo ha offerto la totale disponibilità del Gruppo a votare “una sola provincia” oppure l’ipotesi “tre province” così come il capogruppo PDL Venturoni alcuni giorni prima si era detto d’accordo a votare. Proposte vere e non demagogiche. “Non ho preso la parola non semplicemente perché ligio alle direttive di partito ma perché convinto che ulteriori distinguo, miei o di consiglieri di altri territori, non avrebbero aiutato a trovare una sintesi utile per la proposta da presentare al Governo” dice Ruffini. “Di fronte ad un atteggiamento responsabile e altamente istituzionale come quello assunto da tutti noi, la maggioranza, per evitare una forte spaccatura al loro interno, ha scelto di non scegliere e, credo unica realtà in Italia, decide di abolire tutte le Province. Abbiamo rinunciato sia all’uovo oggi che alla gallina domani” dicono Ruffini e Di Luca. Risultato abnorme e paradossale che ci toglie ogni possibilità di contrattazione con il Governo. La soluzione c’era: una sola provincia, anche senza indicare quale, l’individuazione di una macro ripartizione di uffici e servizi sulla base di ambiti territoriali omogenei salvaguardando soprattutto i capoluoghi di provincia. Il Presidente della Regione avrebbe dovuto condividere “la provincia unica” così come aveva già dichiarato più volte alla stampa. Per non spaccare invece la sua maggioranza e per poter continuare a presentarsi come “l’anticipatore di Monti” si è addirittura convertito alle tesi dell’IDV votando e facendo votare, di fatto, la loro proposta. “Rimane l’amarezza perché con la provincia unica avremmo potuto contrattare con il Governo la permanenza di una serie di uffici statali, mentre con “zero province” ci passerà sopra.Amarezza ancora più forte per tutti coloro che sono venuti a sostenere la provincia di Teramo perché sono stati ingannati ed utilizzati per tenere unita la maggioranza” dichiarano gli esponenti del Pd. Avremmo accolto le giuste critiche se la maggioranza ci avesse presentato uno straccio di proposta per salvare Teramo e noi consiglieri teramani non l’avessimo votata. Allora si che le critiche sarebbero dovuto essere forti e roboanti. Ma davanti al fumo della maggioranza riteniamo che le critiche dovevano essere rivolte a Chiodi e company che nel teramano finora non hanno portato “nulla”. NULLA per l’Università e il Braga NULLA per il Teramo Basket NULLA per la Teramo-mare e la Pedemontana NULLA per il rilancio dell’area produttiva della Val Vibrata; NULLA per coprire i debiti della cabinovia del Gran Sasso. E TANTI NULLA ANCORA….Per non parlare dello spettacolo penoso della gestione della sanità teramana. Più che a fare ri-decollare questa nostra terra Chiodi pensa esclusivamente al suo decollo su Roma. Peccato che a questa trappola ci stanno cadendo in molti.
Carissimo Stefano Alessiani, di solinìto non riesco, anzi, evito di leggere i tuoi articoli, che, per prolissità sembrano essere dei trattati estrapolati dalla convinzione di conoscere gli argomenti trattati. Ti sei involontariamente autodefinito un piccolo Piero Angela per quanto attiene la scienza ed un novello statista per la politica. Mi ha fatto sinceramente sorridere il tuo richiamo alla coerenza rivolto ad Ilaria De Sanctis poichè si è macchiata di un (1) articolo fuoriluogo. Questo richiamo alla coerenza forse lo avresti dovuto fare a Te per le innumerevoli volte che hai scritto pubblicando i tuoi trattati scientifici e politici su tutti giornali e blog strafregandotene del danno che provocavi al PD ed ai suoi simpatizzandi veri e sinceri . Ho letto con attenzione il commento del Prof . Romolo Bosi nell'articolo "Province: La vergogna del Partito Democratico "e sinceramente lo condiviso totalmente quando fa un richiamo al senso di apparteneneza se si sceglie di avere una tessera di partito altrimenti si diventa Cani sciolti. In questa città cominciano ad esserci troppe mute di cani sciolti. La mia riflessione vuole essere più un invito alla riflessione per tutti quelli che a diverso titolo scelgono la via più semplice per raggiungere l'obiettivo di manifestare al mondo intero il proprio dissenso e non per combattere dall'interno comportamenti non condivisibili.
risparmiate tempo a scrivere tutte queste parole... ve ne accorgerete al voto!!!!
Caro stefano il dissenso può essere espresso e pensare in maniera diversa su di un argomento e'lecito per tutti. Ma non e' sempre corretto il modo in cui noi lo esprimiamo. Non si puo' godere nell'infangare sempre e comunque le persone che non condividiamo. L'avere rappresentato il pd ed i consiglieri regionali con un pezzo di " m...a" e' disgustoso, poco elegante ed e' altamente lesivo dell'immagine del partito a cui noi tutti apparteniamo ed e' offensivo della dignità di tutti coloro che operano e credono nel partito e che giornalmente si impegnano. Questo partito va tutelato e non messo alla pubblica gogna sol perche' non si e' condiviso .Sulle questioni delle province il Pd locale , provinciale e regionale hanno discusso al loro interno moltissimo pure troppo per i miei gusti; i problemi delle persone oggi sono altri e ben piu gravi. C'e da fare molto per noi stessi e per gli altri: più olio di gomito e meno chiacchiere. Ciaoo

Caro " Il Presidente Regionale", in psicologia ognuno si attribuisce alla propria immagine un valore. Al di là del diritto della satira attribuita ad ogni figura de I Due Punti da statuto, l'immagine della vergogna con una salutare defecazione è attribuibile a una politica che non condivide le proprie critiche all'interno del partito, come siamo stati abituati fin da piccoli, dopo i primi passi nei vecchi apparati. Poi ognuno ci vede se stesso o meno.... e sono contento di aver ospito la sua forma di outing.

Trattasi di "liscio e busso", Falconi 1 Presidente 0.

Cara "Il Presidente Regionale", apprezzo il tuo intervento, ma ribadisco la mia posizione sul dissenso: non credo che la repressione sia la giusta risposta. D'altronde siamo i primi a dire che per rispondere all'antipolitica ci vuole la buona politica, allora che si risponda con la buona politica. @Ruffini&DiLuca: Ma sempre scrivete mezzo intervento a testa o ne fate uno a testa? :)