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Moldavia chiama Italia! (III)

10 minuti

Chiudo gli occhi e raccolgo le idee... riordino la rabbia e lo sconvolgimento... e provo a raccontare ancora... ne esco ogni volta molto provato... é difficile andare avanti... difficile trasmettere adeguatamente la cruda realtà ... 
Oggi penso a Tanja... ho preso appunti... mi trema la mano, mentre a fatica Emanuel mi da al telefono alcune notizie in più che gli ho chiesto...
Come avevo fatto fatica io parlando con Tania a fine febbraio, anche lui ha avuto difficoltà ad ascoltarla e metabolizzare, specie ora che Tanja (con più fiducia in coloro che stanno cercando di aiutarla) ha per un attimo abbassato la guardia, quella nella quale é chiusa da anni, in quello che di lei resta del suo terrificante passato, in questo difficile presente...

Emanuel, come gli avevo chiesto, é infatti tornato da lei... gli avevo lasciato i miei ultimi soldi a fine viaggio, per comprare con calma da Tanja i suoi lavoretti artigianali da mandarmi... per non toglierle dignità, per non regalarglielo semplicemente, per aiutarla in modo costruttivo, magari anche facendo un piccolo 'mercatino' in Italia... per aiutarla a sopravvivere... arriveranno i suoi 'oggettini'... Vi dirò...
Ah, sì... i puntini sospensivi non sono un mio fastidioso riempitivo... ma un'esigenza di pause e sostitutivi di cose lasciate in sospeso... di presa di fiato nei ricordi duri... nel non poter dire tutto... nella difficile scelta dei dati e della sintesi...
La fatica é stata notevole... non solo per aspettare il momento che Tanja si sentisse di farlo, ma perché quello che il suo lasciato le ha impresso a fuoco nel cuore, nel corpo, nella psiche... é devastante... Ne esce un gigante sopravvissuto, ma anche anche una donna distrutta... che avrebbe un gran bisogno di un sostanzioso aiuto psicologico, oltre che sociale, nel tempo... ricostruire il ricostruibile...

Mi scuso intanto per chi non ha lo 'stomaco' abituato alla barbarie umana...
Tanja, dopo i vent'anni, venne rapita da un suo connazionale, un moldavo, un malvivente... si, le ragazze da rapire venivano individuate nei livelli più bassi della popolazione, dove la cultura era minore e il disagio sociale maggiore, fra quelle famiglie che avevano maggiore difficoltà a reagire, a far sentire la propria voce...
Con altre ragazze letteralmente e brutalmente rapite venne portata in Russia... le cose che racconta sono inascoltabili... feroci... 
Venne rinchiusa in un locale dove contò 37 uomini russi... cominciarono a picchiarla e violentarla... a rotazione, senza sosta... si 'caricavano' fra loro anche usando droghe e poi si sfogavano su di lei... era certa di morire... 37 bestie feroci (umanoidi) senza alcun controllo e sotto l'effetto eccitante della droga... lasciata in fin di vita come uno straccio logoro, insozzato da quegli inqualificabili esseri...

I suoi aguzzini la continuarono a torturare, a picchiare senza sosta nei giorni a seguire... era evidente che per loro aveva senso che lei continuasse a vivere solo se l'avrebbero indotta e resa psichicamente adatta solo a produrre soldi per loro, senza fare storie...
Tanja soffriva ancor più pesantemente la sua schiavitù, la disperazione, perché vedeva in quello stato tante, ma tante altre ragazze... alcune di soli 14 anni... bambine... anche ai suoi occhi...
Erano merce da vendere, bisogna però prima annichilirle fino al punto di renderle incapaci di ribellarsi, totalmente rassegnate... merce, per compratori senza scrupoli, da immettere su altri 'mercati' del sesso a pagamento... fonte di guadagno senza problemi...

Tanja racconta il suo periodo in Russia come il peggiore in assoluto... i suoi aguzzini, non certi di averla piegata, la torturavano in modo così feroce, bestiale (non trovo espressioni adatte)... che arrivarono fino a quasi spezzarle le gambe per le percosse... Racconta di un giorno in cui la colpirono così forte che fini a terra con un terribile trauma cranico... rimanendo per molto tempo in coma... non ha idea di quanto... il tempo non esisteva più... rimaneva solo la voglia di morire... ma non le era concesso...
Non sa ricostruire quando... ma un giorno scattò in lei l'idea di fingersi demente, pazza... da quel momento continuò a farlo con costanza, nonostante le torture...
Col passare del tempo... anche le sue compagne di sventura sostennero la tesi della sua 'pazzia'... dissero che era davvero strana... di lasciarla perdere, che sarebbe stata fonte di problemi... cercarono di aiutarla così...

Fu comunque portata con altre ragazze in Turchia... fu comunque costretta alla prostituzione... ma lei quel periodo lo racconta come un periodo 'migliore'... pensate... perché la ferocia degli aguzzini russi era lontana...Che dolore... cerco di abbreviare...Continuò a fingersi pazza... così riuscì a farsi considerare come una 'merce' inutile, inaffidabile, possibile fonte di problemi per i clienti... Infine, dopo ennesime violenze e sfoghi disumani, la buttarono fuori, praticamente nuda, d'inverno...Vagò confusa e disperata, si copri con degli stracci... riuscì infine a salire in qualche modo sopra un treno... 

Ironia della sorte... in quel viaggio di disperazione e libertà ritrovata... subì numerose ingiurie di gente 'ignara e cieca'... che, incontrandola, arricciava il naso per il suo stato... rimproverandola del perché non si vestisse più decentemente, del fatto che sembrasse una sporcacciona, una barbona... del perché non se ne stesse a casa sua... 
Pensate a quanto siamo 'ciechi' verso la disperazione... o perfino facili e superficiali giudici di ciò che appare...
Respiro... faccio fatica a controllare le lacrime e la rabbia...
Tornò dopo qualche tempo finalmente 'a casa'... in Moldavia... non sapeva se i parenti l'avessero cercata in quegli anni... ma di certo seppe che nessuno la volle accogliere! Era ormai una poco di buono, un caso difficile da gestire... poco contava che avesse solo subito, che non aveva avuto alcuna scelta, che era un miracolo che fosse viva... Nessuno la voleva, la scansavano come la lebbra... 

Nella disperazione, la forza della sopravvivenza le venne dall'occuparsi del suo bimbo... Non chiedete chi sia il padre... non lo sa, né vorrebbe saperlo...
La sua vita sembrava irrimediabilmente persa... segnata comunque dalla prostituzione... ma, incredibilmente, non è stato cosi... Certo, il suo stato suscita pietà e dolore... La sua salute é rovinata, é gonfia dal cortisone e da una dubbia terapia ormonale che negli anni le hanno prescritto... magari è stato il rimedio giusto... ma il suo stato psicofisico é evidente anche ad un occhio non esperto...
Per sopravvivere... ha fatto appello, nella solitudine, a ciò che la madre poi morta le aveva insegnato da ragazza... alle cose che aveva imparato a fare, per cercare di guadagnarsi da vivere onestamente in una nazione ridotta alla miseria... Una povera fra poveri, in una nazione nella quale i pochi ricchi e le multinazionali straniere fanno il bello e cattivo tempo... La solidarietà familiare nel suo caso non esiste... peggiorando il tutto...

Tanja tesse, con una vecchissima macchina, cappellini e sciarpe... intreccia foglie di mais per farne bamboline... non si è mai arresa, accompagnando suo figlio ai suoi attuali 14 anni! Ha fatto sacrifici enormi... lo ha mandato a scuola... Infatti è cecondo portiere della squadra regionale di calcio... un speranza in una nazione disperata... Lei guadagna pochi centesimi per i suoi prodotti portati al mercato ad Orhei... ma non si è mai arresa... 
Vogliamo aiutarla... ci stiamo provando... quando ero lì e comprammo e le facemmo portare in fretta 10 ql. di tronchetti di pellet, perché non morisse di freddo quest'inverno, ci guardava scaricare e piangeva di emozione, con lacrime silenziose ed occhi grati... La sua dignità e la sua forza di volontà sono disarmanti...

Gli occhi di suo figlio non sono imbarazzati dal passato della madre... ma dalla drammatica povertà, da un futuro che non c'è... che non vede...
Vorrei trovare per lei una macchina tessile usata ma funzionante, che magari le permetta di fare di più... ormai da noi non le usa quasi più nessuno quelle macchine, mi dicono che non conviene più ... ormai la roba 'cinese' costa meno... 

Vorrei aiutarla a conservare la dignità che ha riconquistato... magari 'vendendo' qui i suoi manufatti... non può vivere della vendita di oggetti che la povertà moldava non può permettersi di comprare, né sono beni irrinunciabili... Vorrei incoraggiarla a vivere e mantenere con la stessa forza di volontà la speranza nel futuro per suo figlio... Vorrei che possa vivere la dignità in Moldavia, senza essere costretta a viaggi della speranza all'estero... il suo 'estero' é stato il tempo della peggiore schiavitù... della ferocia umana...

Aiutateci ad aiutarla, aiutateci ad aiutare questa povera gente, perché sopravviva e trovi il modo di far risorgere la loro giovane e martoriata nazione... Aiutateci ad aiutare i bambini, perché non debbano subire l'abbandono di genitori disperati... perché ci sia un futuro per loro...
La nostra Associazione, che presiedo, oltre ai suoi impegni umanitari locali e italiani, segue direttamente questo impegnativo aiuto... non mandiamo soldi e roba che non si sa che fine facciano, non approfittiamo di ignari donatori... 

Vogliamo aiutare questi bimbi e queste persone in modo diretto, i cui occhi guardiamo con i nostri e la cui condizione verifichiamo direttamente... Perciò garantisco l'uso degli aiuti, euro per euro, vestito per vestito... giocattolo per giocattolo...

Grazie di cuore...

Sergio d'Ascenzo

Associazione Kerjgma - Isola del Gran Sasso (TE)
Iban: IT 87 M 06060 15399 CC0390011744
Specifica la Causale: PRO-MOLDAVIA.

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