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La sanità teramana - Quarta puntata

7 minuti

Essenziale la moderna 'psicologia del lavoro' per un'azienda efficiente, meno che a Teramo...

Non mi propongo di farvi subire una tediosa narrazione della storia della Psicologia (o anche della Sociologia) nell'ambito del lavoro... Ma parto da tali elementi storici, quantomeno dal pensiero taylorista di circa mezzo secolo fa, per riflettere sulla gestione del personale, e quindi del management, attuato dalla Direzione Sanitaria della nostra Asl, in particolare di quella di competenza del cosiddetto Ufficio Infermieristico dell'ospedale teramano.

Gli esperti in materia di leadership e management affermano che per essere un buon leader é fondamentale sapersi "guardare allo specchio", fare analisi obiettive e lavorare per migliorarsi... E, ancora ... Chi esercita potere nell'ambiente di lavoro, deve utilizzarlo per stimolare le motivazioni di chi svolge un compito...

Mi guardo attorno da anni e mi sento come nel deserto, come camminando in un traffico caotico nel quale i guidatori hanno sì conseguito la patente 'sulla carta', ma dimostrano di non sapere affatto guidare e creano danni e disastri ovunque, nel loro raggio d'azione...

La leadership ed il management sono cose molto serie, uno dei segreti essenziali di un'azienda che funzioni e riesca a tenere il paziente al centro dell'organizzazione, attraverso un personale preparato, motivato, fornito degli strumenti necessari!
La leadership non 'cala dall'alto' come uno sterile esercizio di potere su tutti quelli che considera sottoposti, ma si adatta alle singole persone e situazioni a cui si rivolge, per ottenere il meglio, avendo creato le migliori condizioni di motivazione e coinvolgimento!

"... l’etica del leader ha una importanza fondamentale ai fini della credibilità, così come le competenze.".

Quindi, in un'azienda moderna le motivazioni del personale hanno un valore strategico, si ragiona, infatti e soprattutto, in termini di risorse umane. Inevitabilmente, nella gestione il campo di attività principale é quello delle relazioni umane, altrimenti, inevitabilmente, nulla funziona...

Ecco allora che, secondo gli esperti in materia, a partire dall'opera di Mayo in poi, si evidenzia che il superamento della tradizionale contrapposizione fra gli interessi dell'azienda e quelli del dipendente, sta nel "... ripensamento dell’organizzazione del lavoro, in modo che mansioni, competenze e professionalità, arricchite di contenuti intelligenti, stimolino le motivazioni dei dipendenti, garantendo una reale crescita psicologica ed intellettuale.".

Dalla visione del lavoro espressa da Taylor negli anni '50 é passato tanto tempo, tanto si è compreso e fatto su quella che chiamo per comodità 'psicologia del lavoro'... tanto é cambiato, ma non a Teramo!!!
Guardiamo in faccia la realtà con onestà intellettuale e coraggio! Non si assicurano le migliori condizioni di lavoro e risultati ottimali, pretendendo che il personale, molto del quale laureato, si limiti ad essere un mero esecutore di ordini e che svolga un lavoro solo esecutivo, perché così facendo si comprime l’indipendenza del professionista, la capacità di ricerca e di adattamento, la capacità di programmare la propria attività, di assumere responsabilità e di utilizzare le proprie potenzialità.
Perfino i protocolli operativi, seppure indispensabili in molti ambiti, risultano inesistenti, peggiorando drammaticamente la situazione per il malato, col decadimento delle procedure!

Si può prendere il coraggio a due mani, vincere la rete del sistema, superare omertà diffuse... Ci si può rivolgere alla dirigenza di riferimento, segnalare casi gravi di abusi e disservizi... Lo si può fare bonariamente e amichevolmente, o formalmente, verbalmente o in forma scritta... ma non solo spesso non si riceve ascolto, ma praticamente mai si vede una chiara presa di posizione per risolvere il problema, il disagio... Scoraggiante? Assurdo? Sì... La tentazione, o il rischio, di adeguarsi alla generale rassegnazione é forte, di lasciarsi andare al minimo necessario per sopravvivere incombe ogni giorno e si vede...

La maggior parte dei dirigenti appare quotidianamente preoccupata solo di difendere la propria posizione e cercare di restare 'a galla', appena all'interno dei margini di un 'lecito' che intende piuttosto il confine della legalità, della non perseguibilitá, ma non di una morale, di una deontologia e di una qualità dei servizi, di un'etica degni del sistema sanità..

Ne consegue che la principale responsabilità di una sanità che non funziona va individuata in una sostanziale e conclamata incapacitá della gestione delle risorse umane, del personale, da parte della dirigenza: a partire dai vertici, passando per la Direzione del personale e finendo al primario ed alla caposala (possiamo anche definirle piú modernamente "coordinatrici", ma in generale - a parte ovviamente i meravigliosi, stoici e rari tentativi di eccezione di alcune, ma che confermano la regola - nella loro gestione non c'é nulla di moderno!).
Preferisco non entrare nel merito di una lunga e triste elencazione di assurdità comportamentali, di abusi e manifestazioni di interessi personali o disinteresse per il proprio dovere, per il quale si é stipendiati ... non è questo il luogo...

Non si risolvono i problemi del lavoro, non si suscita le giuste motivazioni ed una attività clinico-assistenziale ottimale con atteggiamenti autoritari o, peggio, con discriminazioni di comodo organizzate sistematicamente per riprodurre il sistema, attraverso inciuci, intimidazioni, piccoli o grandi ricatti, diretti ed indiretti... Anzi, così facendo, e lo vediamo tutti, il problema é acuito e perpetrato, il paziente ne é la vittima principale, assieme al personale non dirigente... frustrazioni, elevazioni del rischio clinico, e quindi degli errori, demotivazione! Non c'è bisogno di essere nella posizione del paziente, per accorgersene...basta un po' di onestà intellettuale!

I sistemi di controllo ristretti, come quelli budgetari, i piani di incentivi, l’analisi dei tempi e dei metodi, sono fallimentari nella gestione delle risorse umane e dell'assistenza sanitaria!

Eppure, nonostante i disastri ed il livello raggiunto, nulla cambia, non cambiano i dirigenti, non cambiano i metodi, non cambia l'organizzazione, il livello di gradimento é allo sconforto, il burnout esageratamente diffuso, ma non è monitorato, né tantomeno affrontato e risolto!

Siamo ad una gestione tipica degli anni '50, con una organizzazione del lavoro senza radicali svolte da un quarto di secolo, senza vera apertura, senza confronti...
I pazienti muoiono o fuggono, migrando per una Sanità migliore, il personale è rassegnato, demotivato, al minimo storico...

Direttore, illustre Manager... Va bene cosí?! Come possiamo aiutarla a cambiare le cose?!

                   S. D'Ascenzo
Il referente NurSind per il P.O. di Teram
 

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Commenti

Maggiore attenzione ai beni intangibili dell'azienda La persona operatore La sua cultura e la sua motivazione che devono essere aiutate a crescere nella giusta direzione : il paziente al centro di ogni attivita'
Purtroppo il silenzio del manager non fa' che confermare il piano organizzativo che ha trovato appena entrato nella nostra usl ,e non credo voglia cambiare qualcosa , per noi infermieri , altrimenti , e noi abbiamo teso le mani verso di lui, ora staremo seduti ad un tavolo per cercare soluzioni.Ci sono le soluzioni ...
Non a caso si parla di RISORSE UMANE o CAPITALE UMANO. ma a Teramo si chiama GESTIONE DEL PERSONALE
Domanda: I dati relativi ai NUMERI che i singoli reparti producono non sono pubblici: Perche? Perche' i numeri non vengono pubblicati? La classe politica e' la causa dei NUMERI ma allo stesso tempo li nasconde....... La classe politica e forse anche strutture sovrapartitiche massoniche manovrano la dirigenza amministrativa e medica. Adesso si avvicina la campagna elettorale e vedremo articoli su reparti presentati come eccellenze. Vota Antonio, vota Antonio, vota La Trippa, vota Antonio La Trippa