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Moldavia chiama Italia! Prima puntata...

4 minuti

Moldavia chiama Italia! (I)
Poi arrivò il giorno...

Una indispensabile premessa.
A prescindere dal mio avere esperienza di vita (la vecchiaia incombe) ed essere 'scafato' nel mio rapportarmi pubblico (si direbbe forse che ho la faccia tosta, che ci sono avvezzo)... dico onestamente che, ci crediate o no ed oltre ogni apparenza, non amo mettermi in mostra, attirare l'attenzione su di me o su ciò che faccio, non amo i clamori, tendenzialmente sono schivo... il mio vero obiettivo, ciò su cui desidero attirare la tua attenzione, lo capirai leggendomi fino in fondo... Grazie!
Certo, ho pensato altre volte nella mia vita al III e IV mondo... infatti il Padreterno ha lavorato con pazienza ed a lungo per addomesticare il mio cuore e renderlo più sensibile... ma toccare con mano quella realtà, é altra cosa!
Mi sono impegnato nel passato, fra altro e con altri, nella fondazione e sostegno di un orfanotrofio in zona di guerra nell'est Europa, per bambini orfani di guerra o gravi casi sociali, adozioni a distanza, varie piccole cose... ho fatto tanto volontariato negli ultimi 30 anni...

Ma quando conobbi Emanuel, con sua moglie Claudia, e ci parlò della loro intenzione, dopo tanti anni vissuti in Italia, titolare di una ditta fiorente avviata ed un bel tenore di vita nella nostra capitale, una bella famiglia con due splendidi bimbi, di mollare tutto e tornare nella propria terra di origine, in Romania, non lontano dal confine moldavo, per occuparsi a tempo pieno di quella terra abbandonata... Si aprirono per me orizzonti insperati e la coscienza sobbalzò in modo speciale... avrei capito meglio col passare del tempo.
Arriva, prima o poi, un giorno nel quale le circostanze sono pronte a sorprenderti ed a sconvolgerti...
 

Dopo vari mesi dal trasferimento di Emanuel e Claudia con i loro bimbi in Romania, per occuparsi del lavoro a favore della Moldavia, dopo aver messo insieme quello che potevamo per mandarlo a quella povera gente, dopo esserci impegnati ad assicurare ogni mese una piccola ma regolare somma ad Emanuel e la sua famiglia, per vivere e portare avanti il lavoro... arrivò il tempo in cui dovevo e volevo verificare quel lavoro, quel sogno, direttamente sul campo, per capire come meglio potevamo essere di aiuto nel tempo. Così prenotai il mio viaggio con Angelo, un mio caro amico interessato alla cosa, per raggiungere la Moldavia.
L'est Europa per me era una novità assoluta, fra i miei non più numerosi viaggi...
Con un volo di circa tre ore arriviamo a Chisinau, la capitale moldava, unico aeroporto della nazione...

La città mi appare particolare, strana, traffico non esagerato, quasi spoglia di indicazioni stradali, di nomi delle vie neppure a parlarne... se non sai dove andare, non ci arriverai mai...
La prima triste sorpresa... la mia valigia non arriva con noi... al nastro della nostra uscita c'é solo quella di Angelo, il mio amico, col manico spaccato... La sensazione é di essere un po' in un altro mondo... Quando cerchiamo l'addetto ai bagagli smarriti, diventa abbastanza complicato fare la denuncia per scarsa disponibilità dell'impiegata, quasi che la cosa non la riguardasse...
Emanuel non era ancora arrivato in macchina per prenderci e l'aeroporto, dopo i momenti di folla in fase di sbarco, era tornato deserto... leggevo povertà anche in questo primo approccio in una capitale che fa di tutto per cercare di assomigliare al più ricco e avanzato occidente...

Mi calo in uno spirito di 'avventura' senza pretese, pronto a qualsiasi esperienza... e, dopo l'abbraccio con Emanuel, felici di vedere una faccia amica e sorridente, attraversiamo una Kiscinau goffamente città... i rari semafori imponevano infatti una attenzione speciale, in incroci difficili da interpretare per il flusso del traffico, quindi rischiosi... Finalmente siamo fuori, finiscono del tutto le già scarse luci della città e viaggiamo per più di un'ora nella notte intensamente buia... in me cresceva la curiosità che sarebbe stata appieno soddisfatta con il passare delle ore...
Non di rado incontriamo una croce di una lapide lungo la strada, a testimonianza di evidenti morti della strada...

La prima domanda che si ripeterà spesso in quei giorni nella mia testa, nelle mie notti in attesa dell'alba era (e rimane): sei pronto a tutto per aiutare quella gente che pare dimenticata dal mondo?!

Sergio D'Ascenzo
 

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Commenti

Caro Sign. Sergio, la invidio in maniera buona, mi creda. La mia vita è sempre stata un nono fare e con mille scuse La malattia, la famiglia, la stanchezza. Sono arrivata alla soglia dei 70 anni e non ho mai fatto nulla per gli altri. Questo suo viaggio mi aiuterà a riflettere e forse a cresce anche un pò insieme alla mia coscienza. Per ora solo grazie.
la ASL non ti merita!