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In ricordo di Francesco Medori

1 minuto

Io ho molti ricordi del Quartiere "Il Castello". Ho perso molti amici per droga sotto le colonne, tra le salite di via San Venanzio, vicino e sotto i merli di Della Monica. Ho trovato il primo bacio e  ho conosciuto la fantasia delle mie corde, nutrendomi delle opere di Medori. Una passeggiata democratica, tra una via che si butta verso il centro di Teramo. Un modo per rendere omaggio al viaggiatore ed essere memoria storica. Grazie Maestro...

Giancarlo Falconi

Sono risalito su per via San Venanzio - quasi un pellegrinaggio - per tornare ad ammirare la sua personale teramana versione  dell’Italia in miniatura, nello spazio esterno di un condominio trasformato in un meraviglioso giardino, con vialetti, scale, tra sontuosi vasi floreali e ineguagliabili slarghi di botanica perfezione. In un angolo, in miniatura, casette abbarbicate su per la collina, laghetti, viottoli, piccoli mosaici, e poi, imponente, la ricostruzione della nostra cattedrale.  Era lo spazio immaginato e costruito da Francesco Medori, che in questi giorni ci ha lasciato dopo una vita di lavoro e di attivismo incontenibile: amore per la vita e per il fare da dilettante – chi fa le cose per diletto e non per altro. Un ricordo dovuto da chi ha avuto modo di conoscerlo e frequentarlo in giorni felici pieni di amicizia e di spassose conversari. A lui  e ai suoi cari vanno la nostra commossa partecipazione e l’impegno di conservare a lungo la sua memoria.

Romolo Bosi

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