In un periodo storico che ci vede sopportare la peggiore crisi economica dal dopoguerra, che provoca un indicibile disagio soprattutto tra i cittadini più deboli, vengono ancor più alla luce le contraddizioni della classe dirigente, non solo politica, incapace di dare risposte alle esigenze ed ai nuovi bisogni del paese, ma ben arroccata a difesa di posizioni personali.
A Teramo, la crisi del sistema produttivo e di quello bancario, lo smantellamento nel corso degli anni di sedi, uffici e centri decisionali, pubblici e privati, hanno determinato un impoverimento che rende improrogabile un’azione forte a tutela delle importanti realtà rimaste.
Appare innanzi tutto urgente, e non più rinviabile, predisporre un programma straordinario di salvaguardia e di rilancio dell’Ateneo Teramano, che non può che non tradursi anche in un rilancio economico sociale e culturale della città.
Rilancio che richiede, per ciò che riguarda l’Università degli Studi di Teramo, un’ampia discussione quale presupposto necessario per la più larga condivisione possibile di un progetto in grado di mobilitare le migliori forze dell’ateneo stesso e volto a ricondurlo al di fuori della attuale situazione di criticità finanziaria, organizzativa, relazionale e, in estrema sintesi, di progressiva paralisi operativa.
Per fare questo è auspicabile una nuova legittimazione elettorale, tenuto conto che l’attuale situazione non pone il Rettore nelle condizioni di garantire il mandato, non tanto e non solo sotto il profilo delle dubbie garanzie di legittimità, quanto sotto il profilo della gestione politica.
Di qui la necessità di un’immediata consultazione del corpo elettorale.
Non riteniamo sia possibile far finta di non aver ascoltato le chiare e nette posizioni in tal senso del Senato Accademico, del C.d.a., e della facoltà di Giurisprudenza, Scienze Politiche e Scienze della comunicazione; non è necessario che arrivino anche quelle di Veterinaria e di Agraria.
Auguriamo al Rettore le migliori fortune, nella consapevolezza che l’autorevolezza di una figura istituzionale si misura anche dalla capacità di accettare scelte che possono non condividersi, ma che sono inevitabili e non posticipabili, quando a prevalere è l’interesse collettivo.
Il Capogruppo PD al Comune di Teramo Giovanni Cavallari
Il Capogruppo PD alla Provincia di Teramo Renzo Di Sabatino
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