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L'Italia sono anch'io...è l'anima dello Jus Soli di Roseto

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Giovedì 5 luglio la consigliera Pd, Raffaella D’Elpidio, ha presentato la richiesta per inserire all’ordine del giorno della prossima assise, la mozione per la cittadinanza agli stranieri nati in Italia, chiedendo formalmente al Consiglio Comunale di Roseto “di aderire alla campagna nazionale “L’Italia sono anch’io”,  condividendo i valori e i contenuti espressi dal suo manifesto, il cui scopo è di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza (l’introduzione del principio del jus soli) e la possibilità per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui fa parte”.
Da qui parte la campagna a sostegno del riconoscimento della cittadinanza italiana secondo il riconoscimento dello ius soli, ( in sostituzione dello ius sanguininis  ) ai figli nati in Italia da entrambi i genitori stranieri regolarmente residenti e ai ragazzi arrivati nel nostro Paese adolescenti, figli di cittadini non italiani regolarmente residenti, che abbiano qui compiuto un ciclo scolastico.
In primo luogo, ritengo che sia una questione di civiltà – spiega la consigliera D’Elpidio - sappiamo che non è compito degli enti locali legiferare su questo tema , ma riteniamo sia cruciale che tutti i partiti e le istituzioni ad ogni livello facciano sentire la loro voce su un tema così delicato. E’ importante sensibilizzare i cittadini su una questione che riguarda migliaia di ragazzi che sono nati e cresciuti nel nostro paese, che parlano la nostra lingua e che hanno la nostra stessa cultura e di diverso da noi hanno solo il colore della pelle. Il rischio per loro è di ritrovarsi, a loro insaputa clandestini, al compimento dei 18 anni; per questo, confidiamo nel fatto che la maggioranza in consiglio comunale sia sensibile alla questione, come sensibile è stata la maggioranza in consiglio provinciale e come sensibile è quella parte degli italiani che pensa che il futuro abbia bisogno di noi, di un noi più largo e forte. La riscoperta di un significato più profondo dell'appartenenza e della cittadinanza passa anche per Roseto. Chiedo ad ogni rosetano di sentirsi coinvolto e partecipe anche schierandosi e dichiarando, in questi giorni, il proprio pensiero”.
“Il tema dell’immigrazione è stato inserito già da tempo nelle agende politiche internazionali come una delle prossime sfide globali -
aggiunge il Segretario del Pd di Roseto, Massimo Felicioni - ed è per questo che riteniamo doveroso ed urgente che, anche a livello locale, ci sia un ripensamento delle strategie politiche in materia di integrazione, perché questa è possibile solo se si parte “dal basso” , rivitalizzando il dibattito pubblico su questo tema (si pensi ad esempio, ai disagi degli immigrati di fronte alle burocrazie amministrative, che potrebbero essere notevolmente ridotti), e poi, ci sarebbero dei benefici concreti: si potrebbe avviare un reale circolo virtuoso tra associazioni ed enti che operano nella rete della solidarietà delle comunità locali con interventi di integrazione effettivi e duraturi.”
In altre parole, il Partito Democratico di Roseto chiede di abbattere la cortina dell’indifferenza e della restrizione amministrativa e burocratica sul tema della cittadinanza, che tocca da vicino le numerose famiglie straniere residenti in Italia e in Abruzzo. L’obiettivo è eliminare disuguaglianze e ingiustizie che, impedendo una piena integrazione, disattendono il dettato costituzionale che stabilisce “il fondamentale principio di uguaglianza e impegna lo Stato a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il raggiungimento”.

 

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E' ufficiale... il Pd non sa piu' cosa va trovando... peggio per loro...
Vorrei avere delle risposte alle mie domande, possibilmente dalla proponente la sig. Raffaella: Vorrei che lei pubblicasse sul sito dei due punti tutta la legge attuale e' cosa andate a modificare con la vostra proposta, io so già quali sono le modifiche, ma vorrei che la vostra onesta' intellettuale fosse limpida. Voi non dite ai cittadini la verità , i bambini appena nati sono messi li davanti solo per impietosire le persone ma di fatti il tutto servirà a far si che il genitore pluripregiudicato non venga espulso perché con la nascita di un figlio e' diventato genitore di un cittadino Italiano. La cittadinanza attualmente viene concessa alla famiglia dopo dieci anni di permanenza sul nostro territorio, quindi, ripeto tutta la famiglia diventano cittadini Italiani, ma devono portare il certificato penale, non devono avercommesso reati. Ma questo al PD non va vene allora si inventa di dare la cittadinanza al figlio nato come se il bambino con la cittadinanza ci guadagnasse qualcosa, la cittadinanza serve alla FAMIGLIA e non al bimbo appena nato. Vi immaginate una coppia di Albanesi o Rumeni che arrivano già con prole, dopo nascie un figlio in Italia, la famiglia sarà composta da padre, madre e primo figlio di nazionalità Albanese o Rumena e l' ultimo figlio di nazionalità Italiana. Potrei fare altri esempi, spero che anche il Sindaco Pavone bocci la proposta come giustamente a già fatto il sindaco Brucchi a Teramo. Ciao spero di avere una risposta intelligente e comunque che vengano pubblicate le normative attuali con le modifiche da apportare. Spero che anche il buon Falconi, altre a pubblicare questo mio pensiero, intervenga in libertà senza remore di sorta come solo lui .........
Ma il sig. Anonimo è cittadino italiano? Perché vorrei sommessamente proporgli che vada a ripassarsi la lingua italiana... Per il resto, potrei concordare con lui, se proponesse che anche agli italiani nati in Italia venga richiesto il certificato penale!
Nell'articolo il Sindaco Pavone recita: "Useremo gli strumenti a nostra disposizione per garantire la legalità sul nostro territorio ed evitare la concorrenza sleale nel commercio. Si tratta di un impegno che abbiamo preso nei confronti di tutti i commercianti ". Sono una rosetana, profondamente amareggiata dal comportamento e dalle parole del Primo Cittadino, al quale rivolgo i miei cupi pensieri: - Sindaco, questo è un gesto che sicuramente le porterà il sostegno politico dei commercianti della cittadina che Lei rappresenta, ma Roseto è fatta anche di persone come me, di gente non cieca che ha visto quello che i suoi uomini hanno combinato lungo la spiaggia; avete trattato, com'è che li definisce??..."i commercianti abusivi" come degli animali da catturare... ma quella non era una battuta di caccia! Nell'articolo leggo che.... uno di loro è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale; Le chiedo se si tratta di quel signore che avete trascinato per le braccia, facendolo strisciare sulla spiaggia per diversi metri. Sindaco, ma Lei lo sa che anche i " commercianti illegali" sono persone con una loro dignità? Da quale pulpito viene il discorso sulla legalità?! Non esiste legalità se non c'è rispetto per l'altro, chiunque esso sia: l'uomo di carnagione scura, NON E' un essere inferiore a noi. Abbiamo rubato la loro cultura, le loro radici, le loro origini durante la colonizzazione....cos'altro vuole togliere loro? Facile così....davvero facile...usare la forza contro degli indifesi, contro delle persone che lavorano, camminano, nonostante il caldo e il peso dei loro mille e cento capi che Lei vanta di aver fatto sequestrare. Ci cono tanti modi per combattere l'illegalità. Sono mortificata per quello che è successo e vorrei chiedere scusa ad ognuno dei "commercianti abusivi". Rosetana amareggiata. I N C R E D I B I L E....................... C L A M O R O S O.......................... Questi giochi li usano fare Feltri, Belpietro ed altri direttori con la "D" maiuscola che si scrivono "la letterina del lettore al direttore" e poi RISPONDONO. Per lei sig. Rosetana amareggiata, se conoscessi il suo nome le offrirei un vaso di nutella. Ma qui !!!!!!!!!!!!!?????????????? c'è da piangere. pd dove vai??????? loreto bartolomei
Non è meglio andare in Libia, perche ci sono valori morali, e religiosi? Italia paese ridotto al collasso, da corrotti e corruttori, speculatori e faccendieri, senza timore di Dio. Dopo scoppiano gli scandali, le procure indagano, il risultato a tarallucci e vino. Intanto la crisi morde sempre più. Se tutto va bene siamo rovinati. E a noi la verità non tutti i telegiornali la dicono. Saluti a tutti
Per chi ha forse dimenticato che in Italia esiste una costituzione: Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2] Va da se che l'effettiva partecipazione all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese sia riservata ai cittadini, ma tutto il resto, codificato anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, spetta e riguarda tutti coloro che si trovano sul territorio nazionale. Giusta, e e per me lo è, o sbagliata, e per me non lo è, che sia è la nostra costituzione e tutti siamo tenuti a rispettarla.
Sono identitarista. Sono quindi per lo "jus sanguinis". Ci sono non-scelte che sono semplici e ineliminabili effetti di una causa indifferente alle nostre opinioni e alle nostre (eventuali) benevole ipocrisie. Se sei repubblicano, non puoi gridare "lunga vita al Re!". Nemmeno se il Re è il tuo migliore amico. E per l'identitarista la Terra non è un mero sostrato per il nostro calpestio. La Terra è la metastorica sostanza dove ha preso forma, nei secoli, il nostro essere comunità (o il nostro, italiano e abruzzese, non-essere comunità: al riguardo, rimando alla chiusura del mio intervento). La Terra è la condizione necessaria perché esista una Patria. E la Patria è la Terra dei Padri, non la terra di mio padre e/o mia madre. Soltanto dopo, e nemmeno di necessità, può attualizzarsi in Nazione; evoluzione puramente giuridica nelle convenzioni internazionali. Tant'è che per convenzioni internazionali esistono Nazioni senza essere Patrie mentre, nonostante le convenzioni internazionali, esistono Patrie anche se non riconosciute come Nazioni (provate a chiederlo a un Tibetano, un Palestinese, un Pellerossa, un Basco, o anche a un Sardo, tanto per avvicinarci a casa nostra). La Patria è una Comunità di Destino storicamente vergata col sangue, ancor prima (e molto prima) che un faldone di fogli di carta inchiostrati e sottoscritti da insigni giuristi comodamente seduti a un tavolo. E’ l’unica reale (realistica?) eccezione alla naturale (divina?) legge del più forte, del vincitore, e quindi dell’insigne giurista. O se vogliamo: è la necessità di essere vincitori non in nome e per conto di un’effimera congiuntura storica, bensì di un’esistenza comunitaria che si rinnova nei secoli, nei millenni… e vorrebbe continuare a farlo, vincendo e perdendo. E' il Dovere di essere uomini (che spesso non ci piace, soprattutto a noi italiani), ancor prima che il Diritto di essere uomini (che invece ci piace quasi sempre, soprattutto a noi italiani). Tutti amano pace e fratellanza; peccato che confronto e scontro (la guerra, insomma) siano necessità antropologiche. Gran bel cartone animato Grisù il Draghetto. Chi se lo ricorda? Il draghetto che voleva fare il pompiere, ma che alla fine veniva sempre travolto dal suo destino... che era quello di incendiare. Perché così deve essere, pena l’estinzione dei draghi. La metafora perfetta dell’essere umano. Un essere nato per la guerra che tenta disperatamente di vestirsi da pacifista. Salvo poi ritrovarsi nell’arena, con le regole dell’arena. E l’appassionato di calcio sa che non vedrà mai una partita senza fallacci; piacciano o non piacciano, fanno parte del gioco. Diversamente, non si gioca. Perché se non giochi così, perdi. E se perdi sempre, retrocedi. E retrocedere nell'arena è normato non dalle leggi dell'agon, ma da quelle del certamen. Non è una mia supposizione: è la Storia (magistra vitae) che ce lo dice. La benevolenza dell’ospite, dall’ospitato non è mai stata interpretata come tale; bensì come debolezza… e a ragione! Per chi ama la lettura: Daniel Halévy, Histoire de quatre ans 1997-2001; racconto (profezia?) scritto nel lontano 1903. Concludo: jus sanguinis o jus soli? Quesito ozioso: tra un paio di secoli noi italiani saremo, comunque, un puro dato storico. Nulla accade per caso: sarà giusto così.
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell'Abruzzohttp://it.wikipedia.org/wiki/Invasioni_barbariche_del_V_secolo Basta guardare la pagina di Wikipedia. Siamo il frutto di mille incroci.....ma quale jus sanguinis.......
Lo ius soli in Italia non avrebbe senso, poichè la legge già prevede per il cittadino straniero una serie di modalità di acquisizione della cittadinanza italiana, che poi si trasmetterà ai figli. Lo ius sanguinis è solo uno dei modi, il principale per ragioni numeriche, con cui si diventa cittadini italiani. Vi ricordo, infine, che lo ius soli ha permesso ai neo-cittadini americani di sterminare i pellerossa e confinarli nelle riserve, nel nome del progresso. Preferisco l'impostazione data alla materia dai nostri nonni, in base alla quale, per divenire cittadini italiani si deve prestare servizio militare, o risiedere stabilmente per oltre dieci anni, o realizzare opere particolari e meritorie in favore del nostro paese. In sostanza, dimostrare di sentirsi italiani e non pretendere di essere italiani, magari crescendo nel chiuso del proprio gruppo sociale che rifiuta ogni integrazione. Facciamoci reciproche concessioni per vivere insieme e vivremo tutti bene. Non è un problema di colore della pelle o di religione, ma di rispetto reciproco.
Mi è venuta una strana idea. Forse sono io ad essere un po' confusa. Confusa tra gli interventi e dagli intervenuti, da quelli che pensano di aver compreso tutto di questa iniziativa, da quelli che pensano di sapere tutta la questione in generale e da quelli che pensano di riuscire a far pensare tante altre cose. Anche per evitare un confronto che, a dire il vero, a me sembra piuttosto semplice da sviluppare, recepire, capire, accettare. Strana davvero questa idea. Si può parlare di tutto purchè  non si centri il problema. Il bersaglio non sarà di certo mancato se si allarga a dismisura. Quindi, ripresami dalla confusione, mi sono detta che non avrebbe potuto far male guardare questo video. Così, per e con tutta l'onestà intellettuale di cui si é capaci. Poi si può comunque riprendere a parlare. Meglio se immaginando un dialogo, tralasciando un soliloquio, evitando un'apologia, superando un'offesa, dribblando la politica. Sì, in questo caso, anche questo. http://m.youtube.com/?reason=8&rdm=5919#/watch?v=-KEMgZGojOs
@Gianluca Pomante. "...Lo ius soli ha permesso ai neo-residenti americani di sterminare i pellerossa..." Non sapevo che i capi tribù dei pellerossa avessero concesso ai bianchi lo ius soli...
Chissà se gli Stati Uniti d’America sono ancora dei veri Stati, se sono ancora Uniti e soprattutto se sono ancora americani dopo l’ultimo censimento federale dal quale risulta che c’è stata un’accelerazione delle nascite tra i latini, i neri e gli asiatici fino a raggiungere il 50,4% dei nuovi nati contro il 49,6% dei nuovi nati… bianchi. Chissà come ci saranno arrivati tutti quei bimbi colorati in America nel corso degli anni: forse spuntati dal suolo, forse ospiti irriconoscenti di un paese ingenuamente ospitale, forse a seguito di una guerra … a proposito, definizione da trattato di accreditato autore prussiano “La guerra non è che un duello su vasta scala di due lottatori. Ciascuno di essi vuole, a mezzo della propria forza fisica costringere l’avversario a piegarsi alla propria volontà; suo scopo immediato è di abbatterlo e, con ciò, rendergli impossibile ogni ulteriore resistenza. La guerra è dunque un atto di forza che ha per iscopo di costringere l’avversario a sottomettersi alla nostra volontà.” Affascinante cosa avrebbe da dire l’illustre Viennese che discuteva con Einstein sul tema “Perché la guerra?” davanti ad una nostra affermazione tesa a razionalizzare per difenderci dal confronto con la necessità di riconoscere il principio della dignità umana in chiunque altro. Dignità? che sarà mai? prendiamola magari dal teutonico dell’imperativo categorico: “agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre anche come un fine e mai unicamente come un mezzo” , la dignità di un essere ragionevole consiste anche nel fatto che questi “non obbedisce a nessuna legge che non sia anche istituita da lui stesso”. Legge, vivere comune, cittadinanza. E chissà se c’entra qualcosa anche l’Istat con il nostro ultimo censimento: “Durante il decennio intercensuario 2001-2011 la popolazione straniera abitualmente dimorante in Italia è triplicata, passando da poco più di 1 milione 300 mila persone nel 2001 (dato definitivo) a circa 3 milioni 770 mila (dato provvisorio). Contestualmente è aumentata l’incidenza relativa degli stranieri sul totale della popolazione residente, da 23,4 stranieri per mille censiti a 63,4. L’aumento dei cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia ha contribuito in misura determinante all’incremento della popolazione totale censita rispetto alla passata tornata censuaria, confermando la tendenziale staticità demografica della popolazione di cittadinanza italiana”. Chissà che vuol dire? di certo c’è che la data è il 27 aprile 2012 e la fonte è l’Istat. Consultabile. Chissà quanto dovremo attendere ancora per capire che cos’è il diritto di cittadinanza e “la possibilità per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunità di cui fa parte”. Noi che le peripezie le viviamo quotidianamente e anche di esse nutriamo la nostra dignità, le abbiamo riconosciute nei nostri padri, nonni, e le riconosciamo negli altri e amiamo chi dà loro voce come quest’altro illustre napoletano dei nostri giorni che scrive di barconi che approdano sul nostro suolo che è sì sacro, ma come qualcuno ci diceva nel suo de profundis (un inglese di origini irlandesi) “ogni suolo che sta sotto il dolore è sacro”. E soprattutto in questi giorni, non c’è nulla di più democratico del dolore. “Da qualunque distanza arriveremo, a milioni di passi quelli che vanno a piedi non possono essere fermati. Da nostri fianchi nasce il vostro nuovo mondo, è nostra la rottura delle acque, la montata del latte. Voi siete il collo del pianeta, la testa pettinata, il naso delicato, siete cima di sabbia dell’umanità. Noi siamo i piedi in marcia per raggiungervi, vi reggeremo il corpo, fresco di forze nostre. Spaleremo la neve, allisceremo i prati, batteremo i tappeti noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo passo. Stringetevi nei panni, noi siamo il rosso e il nero della terra, oltremare di sandali sfondati, lo scirocco.”
Nessuno nega che il problema esiste, ma e' burocratico come tutte le lungaggini dei nostri uffici. Si può rimanere con l'attuale normativa dando delle certezze nei tempi di rilascio, esempio il soggiorno in 20 giorni, la cittadinanza entro sei mesi dalla domanda. Un ragazzo straniero può presentare la domanda a 17 anni per avere la cittadinanza a 18 anni. La legge attuale si può modificare in tanti modi, ma la cittadinanza deve essere concessa dallo Stato e non puo' diventare un semplice certificato di residenza. Si può prendere in considerazione anche di diminuire gli anni da 10 a 8 così che e' la famiglia che ottiene la cittadinanza. Ciao
Ognuno dice la sua. E la dice come meglio gli riesce. Non necessariamente come meglio piace agli altri. Anche se sconfina nella presunta "inciviltà". O nell'ignoranza, intesa nel suo originario, strettamente etimologico, significato... sia ben chiaro! Sennò diventa offesa! E' vero: ci sono diversi modi di "pensare". E meno male, aggiungerei! Intanto si "pensa". Oggi come oggi, è già tanto. Io mi accontenterei. Evitando di distribuire patenti di legittimità, congruenza, quantaltroancora investa la sfera del "giudizio", privilegio concesso ai soli depositari della "conoscenza"... sta a vedere che anche qui si va a finire nella gnoseologia e nell'epistemologia...
biancorosso, si, bravo, è fuori dalla verità se si afferma che la stessa cosa è successa ai fratelli Serbi di Cossovo con gli albanasi??? I fratelli Serbi non solo hanno dovuto abbandonare le proprie case, il suolo tanto amato culla della loro FEDE, l'Ortodossia, ma soprattutto si sono visti distruggere le cose per tutti noi sacre, i Santi Monasteri e le Sante Chiese. Quello che è più grave è che quasi sempre sulle fondamenta delle Chiese distrutte hanno costruito le moschee. Spesso le pietre servite per costruirle portano scolpite le Croci ornamento delle chiese demolite, accuratamente messe sotto sopra. "baffetto" si vantò di aver fatto entrare in guerra l'Italia per affermare tutto questo. Maledetto in eterno. loreto bartolomei
"...Chissà come ci saranno arrivati tutti quei bimbi colorati in America nel corso degli anni: forse spuntati dal suolo, forse ospiti irriconoscenti di un paese ingenuamente ospitale, forse a seguito di una guerra..." Chissà perchè l'unico mio riferimento, tra l'altro di striscio, agli Stati Uniti d'America è stato: "...provate a chiederlo a un (...) pellerossa...". Ma guarda un po'... "...definizione da trattato di accreditato autore prussiano ...". Immagino sia il buon Carletto! Molto più "filosofo della prassi" (mi perdonino i marxisti doc) della guerra, che si avventura solo marginalmente nella teoresi, descrivendola come la prosecuzione di un conflitto politico tra due volontà ("...Ciascuno di essi vuole..."). E considera queste volontà cause incausate del conflitto, prima politico, poi bellico. Io invece ho introdotto la possibilità che tali volontà possano essere spesso, spessissimo, effetti di un'altra causa, a sua volta nemmeno "prima": ho parlato di "necessità", e quindi di ineludibile consequenzialità. Senza scrivere che la guerra è brutta (ho solo scritto che non ci piace, cosa molto diversa), ma anche senza scrivere che la guerra è bella. D'altra parte, a chi è attribuita la celebre frase: "facciamo la guerra per vivere in pace"? "...Affascinante cosa avrebbe da dire l’illustre Viennese...". Il papà degli strizzacervelli? Te lo lascio tutto e volentieri. "...dal teutonico dell’imperativo categorico: "agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre anche come un fine e mai unicamente come un mezzo"...". Quindi Kaliningrad era teutonica. Figurati allora Gdansk! E comunque qui mi trovi d'accordo. Val la pena sottolineare, però, che l'umanità non siamo solo noi europei e neo-europei (sanguinis o soli che sia), ma anche altri ancora. Tipo i giapponesi dell'Hagakure, filiazione del Bushido. Possono cioè cambiare i parametri di giudizio della propria (e quindi altrui) umanità. "...la dignità di un essere ragionevole consiste anche nel fatto che questi “non obbedisce a nessuna legge che non sia anche istituita da lui stesso”. Legge, vivere comune, cittadinanza...". D'accordissimo! Concetto da approfondire. Mi riservo di farlo appena torno dal lavoro.
Dimenticavo... "... sta a vedere che anche qui si va a finire nella gnoseologia e nell'epistemologia..." E ti pareva!
bah .......
COme al solito solo parole... Il mondo fa i fatti non le parole....
@loreto bartolomei. Ho notato che se qualcuno chiede che tempo fa, lei risponde che ora è. Se invece qualcuno chiede che ora è, lei risponde che tempo fa... Come mai? E' un difetto di fabbricazione o ha solo dimenticato di fare il tagliando alla macchina?
@ Rosario Papili "...bah....". Vedo che sei d'accordo con me: "...jus sanguinis o jus soli? Quesito ozioso: tra un paio di secoli noi italiani saremo, comunque, un puro dato storico. Nulla accade per caso: sarà giusto così...". Ti riconosco il dono dell'esemplare sintesi. @ FDL "...Il mondo fa i fatti non le parole...". Che infatti ho citato senza descriverli uno per uno. Senza ignorarli velati dal pathos. Guardando l'Uomo per quel che è e non per quello che (anch'io, nella mia "benevola ipocrisia" di potenziale draghetto pompiere) vorrei fosse. E dicendo, infine, che non siamo stati in grado di recepire l'insegnamento della Storia. Per cui: ...bah...
@ Biancorosso Bello il tuo commento. Ne approfitto. Sai che ore sono se conosci il tempo. Vivi bene il tempo se sai che ore sono. Magari sapessimo ragionare nel tempo e decidere dell'ora! È quello che dovremmo fare in questo caso ma senza tagliandi il difetto di fabbricazione sarà irreversibile. Facciamoli. Andremo più lontani e non rischieremo di fermarci! Grazie, una bella immagine. Ci sta dentro tutta una sintesi su questo punto. Basta leggerla.
@loreto bartolomei. Ho notato che se qualcuno chiede che tempo fa, lei risponde che ora è. Se invece qualcuno chiede che ora è, lei risponde che tempo fa... Come mai? E' un difetto di fabbricazione o ha solo dimenticato di fare il tagliando alla macchina? Sa, io firmo i miei interventi con il mio nome e cognome ed all'inizio addirittura con "Pretarolo" di Pietracamela, lei invece si vergogna di scrivere il suo o meglio si vergogna di far sapere che quello che scrive è il frutto della sua testolina. E' lei il daltonico, e comunque sono contento ed orgoglioso di pensare e di scrivere quello che penso e che a lei non piace. Qualche volta allargo il campo per ricordare cose simili ma che su questo blog non verrebbero mai trattate perchè non rientrano negli obiettivi da co...re. biancorosso, credo comunque di aver capito perchè le succede di notare quello che nota su di me, il difetto sta in lei , deve spostare il bianco sul rosso ed il rosso sul bianco = rossobianco, provi e mi faccia sapere. biancorosso, non mi faccia preoccupare, andando al mare stia attento, se vede la bandiera bianca quella è rossa c'è pericolo, consulti a voce il bagnino. Buone vacanze a tutti. loreto bartolomei
Sicuramente un passo avanti, anche soltanto proporre, parlarne, sensibilizzare. Intanto il canale di Sicilia è la tomba di altre 54 persone vittime della disperazione che hanno solo potuto scegliere come morire.
poca retorica politica e più fratellanza... Uguali ma Diversi... diritti reali a chi ne ha diritto... tutto il resto a poco serve... è la pratica del convivere nella legalità che fa la differenza... ai miei corsi di scrittura e giornalismo ho incontrato tanti ragazzi... i più bravi? rumeni, cinesi, albanesi, marocchini... con tanta voglia d'imparare... con il senso del sacrificio che i nostri hanno perduto per nostra stessa colpa... gli unici che ancora rispettano il senso stesso della Scuola Pubblica... «Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza (…) La partecipazione di più larghe masse alla scuola media porta con sé la tendenza a rallentare la disciplina dello studio, a domandare facilitazioni, occorrerà resistere alla tendenza di render facile ciò che non può esserlo senza essere snaturato – Antonio Gramsci ».
Signor Loreto Bartolomei... Cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia. Uno dei più grandi insegnamenti della vita, forse per me il più importante, è il non fare qualcosa di cui successivamente mi potrei vergognare, non con lei, ma con me stesso. A me non interessa commentare chi è tizio o chi è caio, ma ciò che dicono e fanno. Esistono tanti validi motivi per i quali si può ricorrere all'anonimato, ma non è questo aspetto che nell'occasione voglio approfondire. Se la cosa non le garba, può semplicemente ignorarmi. Vuole approfondire le problematiche vissute dai "fratelli serbi"? Vuol parlare della guerra portata avanti un pò di anni fa dall'ex presidente guerrafondaio americano, con la collaborazione di Massimo D'Alema supportato dai voti determinanti di Berlusconi e dei suoi dipendenti? Prepari qualcosa e ne parli con Giancarlo Falconi. E' una persona genuinamente democratica, e se troverà l'argomento interessante, sono certo che le verrà incontro. L'ha forse censurata in passato, per poter affermare che determinati argomenti non verrebbero mai trattati? Non si preoccupi per la mia salute. Non sapendo nuotare, evito di addentrarmi in acque alte e sconosciute. Preferisco restare con i piedi ben piantati per terra. La saluto distintamente. Un saluto affettuoso a Raffaella D'Elpidio.
A volte bisogna ricordarsi che tra le nostre opzioni c’è anche l’umiltà. E in questi tempi in cui al vuoto ci siamo assuefatti è necessaria una scelta deliberata per ricordarsene. Devo ringraziarla, Consigliera, per quei dati che mi ha spinto a leggere in questo nostro censimento: “durante il decennio intercensuario 2001-2011 la popolazione straniera abitualmente dimorante in Italia è triplicata”. Dimoranti. Sono sul suolo legalmente. Vanno in giro. Conoscono gente. Sorridono spesso ricambiate alle altre persone ormai familiari. Vedono i telegiornali e ascoltano i programmi radio: si saranno fatti un’idea della politica in Italia? Non stiamo condividendo già con loro anche le opinioni su come le cose debbano andare e la speranza che un futuro esiste per tutti? E se sono “barbari”, civilmente immaturi, e non conoscono le leggi, la storia e l’identità del suolo in cui si trovano, siamo sicuri che siamo bravi pedagoghi? Uso il termine pedagogo, proprio nel significato del mondo greco e romano di… servo con il compito di accompagnare il fanciullo a scuola, anche assistendolo. Dimoranti. Mi sono guardato intorno in questi giorni. Per motivi che appartengono alla varietà delle geometrie nei percorsi umani ho avuto modo di guardare gli studenti delle scuole secondarie: non ho trovato solo volti occidentali. In ospedale, accanto alla mia privata sofferenza c’era una altrettanto privata sofferenza… dimorante, circondata dalla capacità (misura per contenitori) italiana di offrire cure e assistenza a chiunque versi in stato di bisogno. E i dimoranti sono sulle impalcature intorno alle case, nei ristoranti, ai caffè sul lungomare che ti rovesciano l’acqua sul tavolo… A volte l’umiltà è l’unica chiave di accesso alla constatazione di cosa, di quali affermazioni siano veramente asincrone e fuori luogo… come Königsberg dopo il 1945. E se “l’aumento dei cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia ha contribuito in misura determinante all’incremento della popolazione totale censita rispetto alla passata tornata censuaria, confermando la tendenziale staticità demografica della popolazione di cittadinanza italiana” con chi dovremmo parlare di leggi, di doveri, di cittadinanza e di diritti? Umilmente sento che ne vorrei parlare proprio con chi in questo tempo dimora accanto a me e respira le molecole d’aria che io ho respirato. E se il vu cumprà puzza, perché è vero che puzza, mi ricorderò che anche il mio vicino di ombrellone puzza, e anche certe signore al supermercato, nonostante la devozione fanatica di questi ultimi al deodorante pecunia. Sì, è bene parlare di cittadinanza anche d’estate, ricordarla a noi per primi. Non fa male parlarne nel piccolo come nel grande Comune: “tutti i partiti e le istituzioni ad ogni livello facciano sentire la loro voce su un tema così delicato”: la si rifiuti o la si conceda linkata al suolo, ma è bene parlarne, ascoltarsi, e su di essa aprire gli occhi. Chissà se nel frattempo qualche altro candidato dimorante è sceso a Lampedusa o un altro Sergio Guereca sia rimasto per sempre sospeso tra Ciudad Juarez e El Paso. È solo retorica, per carità, come la vita.
"...Durante il decennio intercensuario 2001-2011 la popolazione straniera abitualmente dimorante in Italia è triplicata (...) L’aumento dei cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia ha contribuito in misura determinante all’incremento della popolazione totale censita rispetto alla passata tornata censuaria, confermando la tendenziale staticità demografica della popolazione di cittadinanza italiana..." "...i più bravi? rumeni, cinesi, albanesi, marocchini... con tanta voglia d'imparare... con il senso del sacrificio che i nostri hanno perduto per nostra stessa colpa..." (ti piace Céline?) "...Italia paese ridotto al collasso, da corrotti e corruttori, speculatori e faccendieri, senza timore di Dio..." "...tra un paio di secoli noi italiani saremo, comunque, un puro dato storico. Nulla accade per caso: sarà giusto così..." Alla fin fine diciamo tutti la stessa cosa. Io sono soltanto saltato alle conclusioni. Non sarà la concessione o meno di un diritto di cittadinanza a cambiare il corso della Storia. A proposito: chissà se l'illustre psicotopo d'archivio Viennese definirebbe le concessioni una sorta di inconscia "captatio benevolentiae" messa in atto da chi, d'istinto, riconosce l'odore del nuovo padrone? E' vero: ho scritto di "jus sanguinis", difendendolo e anzi sostenendolo. Ma ho anche scritto cosa lo avrebbe giustificato. E ho scritto, di pari passo, che questa qual cosa non è nostro patrimonio. Non abbiamo un'identità a cui appellarci, a cui stringerci attorno in caso d'assedio. A meno che la Nazionale di calcio non vada in finale ai Mondiali, è ovvio! E deve andare in finale: la semifinale non basta. Tant'è che se la perdi, il giorno dopo è già aperta la caccia a chi, fra gli undici, andrebbe ritirato il diritto di cittadinanza (jus pallonari... in tutti i sensi). Ho soltanto provato a fare una profezia. E l'unica sentenza che ho emesso è stata: "...sarà giusto così...", se la profezia si avvererà. A onor del vero: ho soltanto provato a copiare una profezia. Mi permetto di nuovo di consigliare il racconto di Halévy. Un'ultima lungaggine: "...Intanto il canale di Sicilia è la tomba di altre 54 persone vittime della disperazione che hanno solo potuto scegliere come morire...". Se in Italia ci fosse stato lo "jus soli" avrebbero forse imbarcato più acqua potabile? Ma al di là di ciò, c'è nella frase un'incontrovertibile verità: "...hanno solo potuto scegliere come morire...". Poco più di un anno fa mi ritrovai in un casuale confronto tra opposte fazioni sul tema dell'immigrazione clandestina, in presenza di tre senegalesi, sedicenti rappresentanti di non so quale comunità abruzzese. Da una parte le ragioni estremamente pragmatiche di un leghista (non c'è lavoro per tutti, finirete giocoforza manovali della criminalità, vi abituerete all'illegalità e così educherete i vostri figli, ecc.), dall'altra quelle intellettuali di un anarchico (siamo tutti fratelli, la solidarietà è un dovere, la diversità è ricchezza, ecc.). Provai a intervenire ma non feci in tempo, poiché le parti che mi avevano preceduto a momenti venivano alle mani. Ripristinata la calma ma interrotto il confronto, uno dei tre (distinto, educato, buona proprietà di linguaggio, immaginai quindi anche istruito) mi si avvicinò chiedendomi cosa avrei voluto dire. Glie lo dissi: "Il problema non è quello semplice di accogliervi a braccia aperte, né quello difficile di accogliervi con il dovere, vostro, dell'integrazione. Il problema da risolvere, difficilissimo se non impossibile, è quello di restituirvi il dominio della vostra Terra, dopo che l'Occidente è venuto da voi a contagiarvi con le sue necessità privandovi però degli strumenti per soddisfarle". Mi guardò un attimo, poi allungò verso di me la sua mano. Glie la strinsi, e subito dopo affondai la stoccata: "In questo senso, fuggendo dalla disperazione della vostra Terra, pensate di fare il gioco di chi vi sfrutta o di chi vi rispetta?". Mi disse: "Hai ragione. Ma anche noi amiamo i nostri bambini". Più o meno conclusi così: "E' un bel casino. Al di là delle posizioni politiche, in bocca al lupo". E fui io ad allungare verso di lui la mia mano, ma non con l'avanbraccio parallelo al suolo, bensì rispetto a questo con un angolo di circa 45° (per capirci: non in modo che il tuo pollice si appoggi sul dorso della mano altrui, ma in modo da cingersi al pollice altrui). Ci stringemmo di nuovo la mano, ed ebbi netta la sensazione che, nonostante l'affondo di poco prima, avrebbe voluto abbracciarmi. Ma allo stesso tempo si rafforzò in me un'altra sensazione: loro hanno fame, noi siamo sazi.
Problemi sempre in agguato con la moderazione a monte. "...A volte bisogna ricordarsi che tra le nostre opzioni c’è anche l’umiltà...". E non potevi pensarci prima d'imbastire quella puntata de "i soliti noti" in salsa elitarista? Detto questo, mi ripeto: in fondo descriviamo la stessa realtà oggettiva. Osservandola però da diverse angolazioni. Guardandoci allo specchio con diversi criteri di valutazione. Cosa che l'inglese di origini irlandesi non avrebbe comunque fatto. Almeno fino a destino compiuto. Saluti.