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Il PD di Teramo verso il commissariamento

di Giancarlo Falconi
2 minuti

"Abbiamo preso tutto il nord". 
"La netta vittoria alle amministrative è merito di tutto il Partito Democratico. Così come tutto il Pd rifletterà e si confronterà sui pochi casi in cui il risultato non è stato soddisfacente".
Parola di Lorenzo Guerini, vice Segretario del Partito Democratico e braccio destro del Premier Matteo Renzi.
Lo stesso capo del Governo che ha scientemente evitato l'Abruzzo del big Luciano D'Alfonso.
Un cattivo presagio?
Appunti di giustizia.

Teramo e il Partito Democratico di Teramo è sotto esame.
Alberto Melarangelo, impalpabile segretario comunale, avrebbe dovuto dare le proprie dimissioni dopo le ultime nette sconfitte del suo partito.
Mai una parola di autocritica, anzi, ora è colpa dell'immaturità dell'elettorato teramano.
Il ricordo arriva direttamente alle dimissioni di Giovanni Cavallari, capo gruppo del partito democratico in consiglio comunale.
Una volta, tanto tempo fa, negli anni dell'etica e della morale, un segretario avrebbe seguito il suo massimo rappresentante politico.
Una volta....appunto.

I numeri sono impietosi.
Il PD passa da un 20% al minimo storico del 16%.
La famosa coalizione con Pomante, Rabbuffo e Cordone perde 506 voti per un buon 5%. ( 13318 voti del primo turno contro i 12812 del ballottaggio).
Giannella e Berardini non hanno partecipato con i loro 3644 voti.
Avrebbero fatto la differenza tra la diffidenza.
Spunto un altro appunto.

Il sindaco Brucchi, l'uomo contro tutti, a parte, Gatti, Tancredi, Di Dalmazio, la sconfitta è orfana e la vittoria ha tanti padri e poca memoria, passa dai 16.692 voti del primo turno ai 13616 voti del ballottaggio. Meno 3076 voti.
Una perdita netta del 18%.
Tutto previsto.
Un saluto a Giacomino Di Pietro e agli ex Ruzzo.
L'appunto fa acqua da tutte le parti.

Le dimissioni all'interno del Partito Democratico dovrebbero essere un processo immediato di rinnovamento.
Dovrebbero essere guidate dal Segretario Provinciale, Gabriele Minosse, master in Commissario terapia, Esperto in chiusura di circoli, ora che è libero dalle sue battaglie contro il buon Pepe della Vibrata.
Prossimo Assessore Regionale.
Un saluto all'espulso Peppino Di Luca.
A volte ritornano senza dis...appunto.

La verità?
Le duemila schede nulle sono un terzo polo che ha dimostrato l'inadeguatezza dei due candidati a sindaco.
Un chiaro segnale di protesta rivolto ai due esponenti di destra e sinistra.
Il primo cittadino Brucchi, amministrerà con il suo 49%, perchè rimane valido il voto del primo turno e Manola Di Pasquale si porterà in dote il suo misero 25%...(16 più 9) da immediato commissariamento.
Appunto.


 

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Commenti

La cosa che ha lasciato sgomenti, come ho scritto anche sul mio profilo facebook, è insita nel fatto che la colpa della mancata avanzata a Teramo è colpa dei cittadini elettori. Un vecchio Onorevole del PCI di origini camplesi Ferruccio diceva quando il vento tira una serie di risultati positivi arrivano anche senza motivo. A Teramo le vele spigate erano quelle sbagliate lo skipper ha sbagliato valutazione e va cambiato
Da vergognarsi sono riusciti a far rivincire un sindaco inetto ed arrogante che in qualsiasi altra parte d' italia avrebbero cacciato a pedate nel sedere ma hanno trovato un candidato altrettanto impresentabile che ha scoraggiato chi non ha votato turandosi il naso. Ma d'altronde dopo gli sporchi giochi con cui hanno fatto fuori Cavallari degni del più esecrabile modus operandi di chi purtroppo in Abruzzo ancora tira le redini di questo partito, l unica speranza è che qualcuno dall alto si renda conto che buona parte della dirigenza abruzzese è da rottamare in maniera rapida e massiccia!!!
Avevo immaginato che il PD nell'analizzare il risultato avrebbe enfatizzato lo "storico" ballottaggio e l'ottimo risultato della Di Pasquale. A mio giudizio un qualsiasi altro candidato PD (ma non necessariamente PD) minimamente credibile avrebbe vinto a mani basse. La città è stanca di un gallettaro, presuntuoso e invasato come Brucchi. Anche lo stesso Cavallari non avrebbe avuto difficoltà. La cosa più allucinante è che una città di quasi 60000 anime non avesse ai blocchi di partenza qualcuno di spessore da votare con convinzione. Al primo turno mi sono turato il naso, al ballottaggio mi sono portato il sacchetto per il vomito .....
Candidare Manola di Pasquale ha significato da parte dei dirigenti del PD di Teramo una offesa imperdonabile nei confronti innanzitutto di tutti gli agricoltori teramani ricordando le ben note e squallide vicende del consorzio agrario ma anche nei confronti di tutti i cittadini considerando l'anti democraticità che la signora Manola dimostrò in quella vicenda...aver scelto la Coldiretti contro tutti gli altri agricoltori iscritti alle varie Organizzazioni di categoria e che rappresentavano la stragrande maggioranza degli agricoltori...non ha portato certo fortuna alla Manola....anche perché i fatti hanno dimostrato la scandalosa scelleratezza delle scelte che furono assunte ....gli errori si pagano...sempre...ma modi e tempi li sceglie la vita...io vorrei ancora impegnarmi tanto per una politica pulita e impregnata di ideali e spirito di servizio...io come tanti...ma facciamo pulizia di tanti affaristi e mestieranti della politica....
Dimissioni. Che parola sconosciuta è questa nel PD Teramano? Come si può pensare che persone come Meralangelo possano solo immaginare di dimettersi? Sicuramente pochi minuti dopo l'ennesima sconfitta e l'ennesima brutta figura rimediata erano già pronti ad auto elogiarsi, a crogiolarsi dietro ai voti presi. Come potete pensare che una persona come Melarangelo ci venga a spiegare la fuga di Cavallari? Come potete pensare che uno come Melarangelo pubblicamente ammetta che a Teramo sono di nuovo riusciti in quello che meglio gli riesce....perdere. Si questa volta hanno perso contro ogni tipo di effetto, hanno buttato al vento l'effetto Renzi, annullato l'effetto D'Alfonso addirittura reso nullo l'effetto BRUCCHI, si pensate che sono riusciti a far risorgere uno dei sindaci più deleteri per la Città di Teramo consegnandogli senza nulla proferire le chiavi della città. Pensate che un personaggio del genere abbandoni la poltrona per motivi così futili? Non ci rimane altro che trovare la forza di raccontare come un “Anatra Zoppa” zoppa si perché anche questa volta è riuscita a perdere, e riuscita a non scalfire il suo trend negativo e riuscita dove altri magari avrebbero vinto...perdonatemi togliete il magari dove altri....dove Cavallari avrebbe vinto senza se e senza ballottaggi. Cavallari.... quando qualcuno del PD ci racconterà di come gli hanno fatto le scarpe? Quando qualcuno troverà la forza di dirci come il buon Luciano gli abbia nei mesi passati teso un trappola, di come abbia apparecchiato per bene la tavola e di come gli abbia pian piano dato il ben servito? Far allontanare Cavallari o meglio fargli capire che non era ben accetto come candidato sindaco è stata di sicuro un astuta pensata, una furbata che solo un personaggio di spessore come il segretario comunale poteva avallare , lo stesso segretario che sotto campagna elettorale era più intendo a cercare voti per se stesso che a preoccuparsi dei vari malumori che serpeggiavano e serpeggiano tra i suoi iscritti....... Chi avrà il coraggio di riallacciare i rapporti con il buon Cavallari? Chi sarà così lungimirante da vedere nell'ex capo gruppo del PD l'uomo su cui puntare?
Di solito non capisco un granché di tecnicismi politici ma in questo appuntamento elettorale ho azzeccato anche che ci sarebbe stato un alto numero di schede nulle (cfr. commento Pino ne Il segreto del Ballottaggio...tra Brucchi e Manola). Questo mi fa fare una piccola riflessione: con questo PD e i suoi personaggi era talmente semplice preventivarlo che solo loro non lo hanno capito. O peggio, se lo hanno capito non hanno fatto nulla per evitarlo. Dopotutto basta vedere in quali enti pubblici il PD ha piazzato i suoi uomini . Fate un piccolo escursus in associazioni, enti soprattutto "minori" e scoprirete che ci sono pessimi personaggi che ottenuti i posti non se ne fregano più del partito,anzi,sono più un problema che una risorsa. Ci si attendeva una fine diversa? Fatevi da parte. Per favore. Il PD teramano rimane sempre più l'abbreviazione di una bestemmia.
Gli Elettori di Pomante e Cordone non hanno seguito i loro Capo Mastro. Hanno capito che era meglio la scheda bianca che sceglier il peggio tra due peggio. La Scelta della Poltrona non ha pagato, ora che facessero l'opposizione.
Gentile Falconi, con lei non sempre sono d’accordo, ma ciò non mi impedisce di prendere spunto da questo suo articolo per riconoscerle il merito di riportare, spesso, fatti documentati o documentabili, ricavandone considerazioni logicamente consequenziali. Allora, viste queste sue indubbie qualità, mi permetto sommessamente di sollecitarla a dare qualche ripetizione privata in “disamina politica” ad un suo ex collaboratore, che ora scrive (e gestisce?) un altro blog cittadino. Sono certo che lo farebbe con piacere, nonostante tal suo potenziale scolaro ha pubblicamente rappresentato la sua disistima per lei in un articolo contenuto nel suddetto blog che ha un nome che scimmiotta un importante quotidiano nazionale. Se il suddetto suo potenziale scolaro dovesse dimostrare un po’ di umiltà nell’accettare le sue lezioni, cortesemente con lui parta da zero facendogli presente che, innanzitutto, in un articolo vanno menzionate cose vere, affinchè il giudizio, il parere, il commento (politico o meno) di chi l’ha scritto possa valutarsi come comprensivo di un capo e di una coda. Soprattutto, insegni al suo potenziale scolaro che il pubblico, siccome non è fesso, non cade nel tranello di ritenere reali, nemmeno probabili, circostanze prive di riscontro, ergo prive del benché minimo fondamento. Evidenzi al suo potenziale scolaro, che in questo giochetto di prestigio non ci casca nemmeno più quel poco pubblico che condivide con lui l’odio che trasuda dai suoi articoli, per questa o quella malcapitata (o bencapitata quando ottiene un risarcimento danni dal Tribunale) persona fatta oggetto delle sue illazioni. Cerchi di fare in modo, per quanto le sarà possibile, che il suo potenziale scolaro capisca che è subdolo infarcire i suoi scritti con verbi coniugati al condizionale pur di rendere verosimili fatti non veri, così legittimando la bontà delle sue conclusioni alla meglio fantascientifiche, normalmente al vetriolo. Se le regge la pazienza, spieghi al suo potenziale scolaro che oramai il trucco dei “parrebbe”, dei “sembrerebbe”, ecc., nonché dei “si dice”, dei “fonti di questa redazione riferiscono”, dei “il KGB che ancora esiste ha detto a me personalmente che” e via dicendo, è stato sgamato da tempo e non lo salva dalla reputazione di ridicolo che oramai lo caratterizza (a pieno titolo) al cospetto di tutta Teramo. Grazie.
Il PD teramano e' sordo alle nostre grida . La politica del Partito e' completamente assente ed occupata da dirigenti che,a mio avviso, trascurano la societa' civile,con risultati catastrofici. Renzi pensaci tu.
La vergogna determinante della 'non scelta' Anche ai tempi del partito del fu Bettino Craxi, pochi punti percentuali nazionali fecero la differenza fra destra e sinistra nella politica italiana, l'ago della bilancia... Ma la differenza sostanziale con la 'misera' Teramo sta nel fatto che con quel 7% (se ricordo bene, comunque davvero poco in percentuale), il Bettino divenne Presidente del Consiglio e, nel bene o nel male, governò l'Italia... mentre a Teramo, Giannella e M5S, hanno scelto la 'politica' di pilatea memoria, del lavarsi le mani delle sorti della città per il cui bene avevano espresso in tutte le lingue di volersi battere! Non voglio farla lunga, ma la democrazia e la gestione acittadina non hanno solo bisogno di buoni amministratori, ma anche di alternanza... si, alternanza, che comunque si contrappone alla tendenza totalitaria, a quell'insediarsi e radicarsi nel sistema troppo a lungo, riproducendo i propri errori, incapacità, lacune... Se Giannella e M5S, che con i loro voti avrebbero fatto la differenza, conoscessero il valore della democrazia e ci tenessero davvero al bene di Teramo, avrebbero fatto una scelta onesta e coraggiosa, per Brucchi (consentendogli di stravincere) o per Manola (favorendo l'alternanza), superando le comprensibili riserve, perchè la città va amministrata... e non lo si fa astenendosi e sentendosi migliori non scegliendo! Vergogna, miserabili demagoghi, smidollati!
Che lucida disamina quella di Falconi ! @don pio ramanzina. Conosci molto bene il PD , molti altri lo conoscono purtroppo molto poco. Qualcuno ha parlato di metempsicosi ( ma quali dimissioni?) ; ma vi risulta per caso che nel PD ci siano mai state dimissioni? Sono solo abituati a far scappare la gente per bene. I renziani locali, quelli della prima ora e quelli saliti a volo sul carro in transito hanno distrutto a Teramo l'effetto del loro leader che ,tra l'altro, parrebbe essere stato contrario al vecchio dalfonsismo ed ai metodi veterodemocristiani tanto da non aver mandato nessuno dei suoi parlamentari a bruciarsi a Teramo. I teramani si debbono chiedere come mai è stato tradito Cavallari benvoluto da tutti ed espressione di capacità, disponibilità, ma soprattutto di grande serietà. Il buon Giovanni avrebbe vinto a mani basse. Al PD non resta che compiacersi per l'ennesima sconfitta, tramutata in vittoria per il ballottaggio raggiunto. Bella gente, veramente bella gente.
Eh si picchiorosso conosco molto il PD. Conosco benissimo cosa accade in quelle mura so come sanno molti quello che è successo in questi mesi. Ma poi chi potrebbe dire il contrario quelle pareti, finestre porte hanno più orecchie che iscritti. Quella sede è solo un ritrovo di incapaci.... senza offesa per nessuno ma e nessuno me ne voglia...ma come chiamerebbe lei persone di quel calibro? All'indomani dell'ennesima sconfitta sono tutti pronti ad auto celebrare un ballottaggio, incapaci di fare autocritica e magari di auto espellersi per manifesta incapacità. Ed allora non rimane che raccontarle noi queste storie....magari lo stesso Falcone ci potrebbe regalare uno scritto, un post in cui magari si parli delle cene notturne, quelle famose cene dove alti esponenti del PD erano intenti a far le scarpe al povero Cavallari. Magari si potrebbe raccontare di che fine abbia fatto Mazziti, usato e gettato quando non più utile. Qualcuno ci potrebbe raccontare di come il segretario provinciale, il mitologico segretario, in questi mesi sia stato più attento alla campagna elettorale del suo pupillo camplese. Qualcuno magari potrebbe trovare la forza di dirci chi ha fatto le scarpe a Cavallari...perché forse è giunto il momento di dircelo....anzi di dirglielo se il PD voleva vincere doveva candidare lui, ma soprattutto chi poteva doveva cercare di riallacciare quei rapporti, di riportalo dentro.....Magari qualcuno ci potrebbe spiegare come mai non sia stato candidato un giovane rampante come l'onnipresente Mirko...e magari qualche alto esponente del PD che legge queste misere righe potrebbe farci una seria disamina del voto e non del ballottaggio le stesse elezioni che hanno visto il Pd prendere un misero 16,55% buttando all'aria qualsiasi effetto Renzi. Insomma per usare un “Renzismo”si perde dove c’era in campo la”‘vecchia guardia” a Teramo tra vecchie guardie e vecchie volpi c'è molto da lavorare ….
Caro @1 più 1, ho votato Graziella Cordone e conosco tanti di coloro che l'hanno scelta come me. Le tue affermazioni sono per noi offensive, perchè ci accomunano a certi supponenti attivisti (non elettori) di Grillo, e a certi pseudo rivoluzionari di Giannella e di Rifondazione che hanno scelto con la loro astensione e il loro silenzio di lasciare Teramo al peggio che offriva il convento. La matematica non è evidentemente il tuo forte. @Picchiorosso, a perdere sono stati, purtroppo, tutti quei teramani che non hanno rinunciato ad esprimere il voto per mandare a casa la cricca, cioè il 48.50% dei votanti al ballottaggio e non solo il Pd che ha raccattato il 16% circa e che personalmente non ho mai votato. Riguardo a Renzi, già non mi piaceva ieri, figurati oggi. Sarebbe bastato che rinunciasse ad una delle numerose e ripetitive esibizioni sulle tv nazionali, per fare una capatina di mezz'ora a Teramo, dove il suo partito è messo peggio che nelle altre città dove si votava. Probabilmente sarebbe riuscito a convincere un migliaio dei suoi fans di centrodestra a votare Manola Di Pasquale. Cavallari? A candidarlo era stato lo stesso Pd, e ho il sospetto che il suo ritiro non sia dovuto soltanto alla ritrosìa di una parte del suo partito. Dovrebbe essere lui stesso a chiarire, e dopo noi a commentare. Non avverto molta obiettività in chi vorrebbe addebitare la sconfitta alla candidatura di Manola Di Pasquale che ripeto, rispetto al Pd al primo turno ha guadagnato ben 9 punti, mentre al ballottaggio ha perso per soli 800 voti, nonostante i numerosi sofisti del non voto che di fatto hanno preferito la riconferma di Brucchi. Mi viene il sospetto che fra questi vi siano anche coloro che gli assegnano la responsabilità della sconfitta.
Ahhh matita rossa come è bello e comodo leggere i dati del voto alla tua maniera avrai votato anche Graziella Cordone ma della campagna elettorale e del periodo precedente ti sono sfugiti alcuni passaggi. Ed allora magari visto che sei cosi attenta magari potresti dirmi se il tuo schieramento è ancora quello che in periodo pre elettorale attaccava il candidato sindaco del Pd “solo per trovare visibilità” cit Melarangelo, magari potresti dirmi quali sono questi sospetti....questi motivi magari ai ragione Cavallari poteva chiarircelo ..magari sotto elezioni cosi ci facevamo due risate e invece del 16 prendevamo qualcosa di meno …..CAVALLARI SE CI SEI BATTI UN COLPO E RACCONTACI COSA TI HANNO FATO!!!!!! Il partito di MANOLA, lo stesso partito che la vede presidente ha racimolato un misero 16% ben 4 punti meno del 2009 anno orribilis dove ricordo che qualche lungimirante ….lo stesso lungimirante aveva candidato Albi....4 PUNTI DI MENO. E aggiungo proprio per smontare qualsiasi tesi di vittoria nella sconfitta che sempre nel 2009 Albi, lo stesso Albi che oggi milita in altre fila...che diciamo il vero nulla ha da spartire con il PD prese 13.227 voti contro gli 8.475 della Di pasquale al primo turno e i 12.812 del ballottaggio. Mi viene il sospetto che prima di dire fesserie qualcuno dovrebbe darsi una letta ai numeri e trarre due conclusioni.
@don pio ramanzina, anche io ho frequentato per anni quelle stanze dove oggi alloggia il PD di Teramo. Erano altri tempi e l'inquilino era il PCI di Berlinguer. Confesso il mio sbigottimento per le analisi delle sconfitte del PD dovute, a detta dei fidi renziani, al vecchio che non lascia spazio al nuovo. Cosa si intende per vecchio? I seguaci di D'Alema e di Veltroni che hanno trasformato una grande forza di sinistra in un partito moderato? Sono loro che hanno spianato la scalata ai vertici del PD ai moderni maggiordomi del capitalismo italiano. Si intende forse l'età anagrafica? Certi baldi giovani e giovinette dei vertici nazionali, a sentirli ripetere come pappagalli il "Renzi pensiero" mi mettono rabbia e tristezza. Me li fanno apparire simili ai camerieri berlusconiani e ai talebani di Grillo. Dopo il 40% alle europee è lievitata anche l'arroganza. C'è da festeggiare per i grandi consensi ottenuti a seguito di scelte condivise e sostenute dai vari Marchionne e Briatore? Oggi i voti gli arrivano da destra e si sommano ai "vecchi" fedeli che ancora resistono. Domani, a seguito di politiche filo padronali, rimarranno soltanto i rampanti "liberisti". Dovrei forse credere che Renzi voglia o possa fare riforme "di sinistra", come lui stesso le definisce, con Berlusconi, Alfano, Giovanardi, Cicchitto, Verdini e Previti? Tornando a Teramo, nel PD i renziani, per lo più giovani, oggi sono in netta maggioranza, ma a parte sporadiche eccezioni come Mirko, non sono molto diversi dai loro consimili fuori città. Se non riescono a uscire dalle ristrettezze di consensi, a mio modestissimo parere è dovuto anche alla presenza di un centrodestra locale granitico. I suoi elettori non avvertono l'esigenza di cambiare casacca, perchè si sentono già ben rappresentati. "L'effetto Renzi" in questo caso o casa, non sortisce effetto. PS Tengo a precisare che al ballottaggio ho votato Manola Di Pasquale... nonostante Renzi.
Spaccatura nel Pd, i centristi fanno una lista contro Cavallari Il gruppo guidato da Giacomo Di Pietro non intende appoggiare il candidato sindaco del partito e nelle elezioni comunali dell’anno prossimo potrebbe schierarsi con il centrodestra di Brucchi comune di teramo Partito Democratico TERAMO. Una lista di ex Pd contro Cavallari. È il colpo di scena che animerà le prossime elezioni comunale nelle file del centrosinistra. Il candidato sindaco designato dal Partito democratico, Giovanni Cavallari, che tra l'altro non ha ancora sciolto la riserva sull'accettazione della candidatura, potrebbe ritrovarsi sul fronte opposto un gruppo di suoi ex compagni partito. In vista dell'appuntamento elettorale dell'anno prossimo, infatti, è in formazione una lista civica nella quale confluiranno di rappresentanti dell'allora Margherita che, nella fusione con i Ds, si sono schierati trai i democratici. A guidare l'operazione è Giacomo Di Pietro, ex presidente del Ruzzo, ormai sempre più lontano dal Pd. L'iniziativa, che coinvolgerebbe anche figure di spicco del partito, nasce con l'intento di concretizzare una proposta politica centrista. I promotori della lista, per la quale sono stati già avviati contatti e raccolte adesioni, non si riconosco più nella linea del Pd che, secondo loro, sopratutto a livello locale è troppo schiacciata a sinistra. Per questo, gli ex Margherita, prossimi alla fuoriuscita definitiva dal Pd, sono pronti a scendere in campo contro i vecchi compagni di partito e il candidato sindaco designato. Una scelta definitiva di schieramento non è stata ancora fatta ma la premessa con cui è stata avviata l'operazione rende chiaro quello che potrebbe essere l'approdo finale. La lista civica centrista sarà di sicuro alternativa alla candidatura di Cavallari, per cui come interlocutore resta al momento solo il primo cittadino uscente Maurizio Brucchi che verrà riproposto dal centrodestra. Per il gruppo ex Pd, l'iniziativa troverebbe legittimazione politica nel governo delle larghe intese che attualmente guida il Paese ma il cui destino è incerto anche nel breve periodo. Sta di fatto, però, che l'esperienza in corso a livello nazionale ha reso più agevoli i contatti tra la dirigenza del centrodestra e gli organizzatori della lista centrista. Se la trattativa dovesse andare in porto, a quanto pare le premesse ci sono tutte, Brucchi si troverebbe in coalizione un alleato in più. Tra l'altro sarebbero quattro le liste civiche pronte a sostenerlo. Oltre a quella che porterà il suo nome, il sindaco uscente potrà contare su quelle già schierate nella consiliatura in corso, “Al centro per Teramo” e “Futuro in”, fondate rispettivamente dagli assessori regionali Mauro Di Dalmazio e Paolo Gatti, alle quali si aggiungerebbero gli ex Pd. Per Cavallari, invece, sarebbe un colpo pesante. Soprattutto perché il centrosinistra è ritardo nell'assemblaggio di uno schieramento capace di contrastare con efficacia la corsa di Brucchi verso il secondo mandato. Gennaro Della Monica
Cavallari abbandona la corsa per Piazza Orsini e si dimette - "Non c'è la coalizione di centrosinistra" In considerazione delle notizie che ogni giorno si rincorrono sul mio nome, è giunto il momento di definire, con la stessa chiarezza ed onestà intellettuale che ha contraddistinto il mio operato in questi anni, la mia posizione politica, nonostante in questi mesi sia stato spinto dal partito ad attendere le risposte ai dubbi che avevo immediatamente manifestato all'indomani della scelta che il PD aveva fatto ricadere sul mio nome. Dopo attenta riflessione, che ha riguardato la sfera politica ma anche quella strettamente personale, familiare e lavorativa, ho deciso di non accettare la candidatura alle primarie del centrosinistra per la scelta del futuro candidato Sindaco di Teramo nelle prossime elezioni amministrative. La mia idea era quella che il PD si potesse presentare alle elezioni con una coalizione di forze politiche di chiara espressione di centro sinistra, ma nel corso dei mesi questo si è rivelato sempre più difficile. Sicuramente gli ultimi riposizionamenti amplificano in modo ancora maggiore la distanza tra la mia visione e ciò che la politica ci offre. Ringrazio tutto il Partito Democratico e tutti coloro, cittadini e Associazioni, che avevano dimostrato e continuano a dimostrare apprezzamento ancora oggi per un progetto che mi vedesse candidato della coalizione di centrosinistra per Teramo. Ciò nonostante sono costretto a negare la mia disponibilità. Inoltre, coerentemente con la mia scelta, annuncio le mie dimissioni da Consigliere Comunale in modo da fare spazio ai giovani e a chi saprà certamente condurre al meglio le dure battaglie che attendono l'opposizione durante gli ultimi mesi di consiliatura. Mi sia consentito rivolgere un saluto ed un ringraziamento particolare a tutti i miei elettori, amici e compagni che con la loro vicinanza, sostegno e attestati di stima mi hanno fatto sempre vedere raggiungibile ogni obiettivo che in questo, se pur breve periodo, ci siamo posti e che abbiamo sempre raggiunto. Spero che il mio farmi da parte possa riaprire la discussione in modo da garantire alla Città un candidato Sindaco condiviso dalle forze del centro sinistra, importante e capace di restituire Teramo alla migliore tradizione di buon governo del centro sinistra. Giovanni Cavallari Postato 16th December 2013 da Maurizio Di Biagio
Walter Mazzitti chiede le primarie al Pd - "attenzione a Chiodi" Il renziano Walter Mazzitti, consulente giuridico di questo governo e a capo del locale movimento civico a sostegno del rottamatore, chiede a gran voce le primarie all’interno del Pd per la scelta del candidato sindaco a Teramo. Per l’avvocato ciò resta sempre uno strumento di “vera democrazia che consente ai cittadini di scegliere il candidato che dovrà rappresentare i loro interessi e quelli del territorio e del paese”. Ma anche in ottica regionale dove il governatore Chiodi cercherà di chiedere la sua riconferma proprio qui nel territorio aprutino, Mazzitti s’appella al Pd perché metta in campo un candidato sindaco ed una squadra “in grado appunto di contrastare non tanto Brucchi, quanto l’imponente macchina elettorale che verrà allestita dall’intero centrodestra per la riconquista della Regione Abruzzo”. “Queste saranno le prime grandi occasioni per dare concreta attuazione alla nuova linea politica il cui esito dipenderà dalla delicata scelta dei candidati che dovranno affrontare le due importanti condizioni: questa sarà anche l’occasione per dimostrare che il partito saprà aprirsi all’esterno e che non lascerà nulla di intentato nella ricerca delle persone più autorevoli e capaci per raggiungere il successo sperato”. L’avvocato dunque chiede che si scelga al più presto il progetto “più efficace e innovativo” con cui il candidato Pd si contrapporrà a Brucchi per riportare “a nuova vita una città ridotta, dalla attuale amministrazione ad una triste periferia”. Frattanto intende che sia opportuno, in attesa della prossima assemblea degli iscritti, che “il partito smentisca le indiscrezioni, alcune davvero imbarazzanti, circa le candidature a sindaco di Teramo, che quasi quotidianamente vengono riportate dagli organi informativi”. Mazzitti dice di voler vincere queste competizioni, questo il suo auspicio finale, “perché infine si cambi verso alla città di Teramo”. Sempre in ottica nuovo inquilino a Piazza Orsini, la maretta nel Pd teramano si sta montando nei confronti del renziano Mirko De Berardinis: alcuni aderenti Democrat non sarebbero d’accordo con la sua recente presa di posizione nell’appoggiare la candidatura di Manola Di Pasquale come contendente del sindaco Maurizio Brucchi. Postato 15th January da Maurizio Di Biagio
Il Pd a rischio scomparsa - è mancata la "fusione fredda" Scomparirà anche il Pd. Una volta passata l’ondata euforica renziana che surfa adamantino sui cocci di un partito che voleva wecanizzare il mondo, la realtà dei fatti consumerà tutti. Le due anime primordiali del partito Democratico non sono mai state digerite completamente: nell’inconscio di questa figura molto complessa (un caso psichiatrico quasi), al limite della schizofrenia, Dc e Pci sono rimaste tesi e antitesi, senza quella dialettica e sintesi hegeliana che Veltroni si era ripromesso di voler imprimere alla nuova figura politica. Le condizioni dettate dal cinefilo romano furono che i post democristiani non fossero costretti a dichiararsi socialisti, fu così infatti che l’inserimento del nome democratico rispose alla bisogna. Ma il presupposto, implicito, era un altro, cioè che i post comunisti e neo socialisti dominassero, mentre gli altri si aggregassero in un’utile minoranza. Ma più che la divisione passata dei ruoli ciò che frena il Pd è lo scontro tra quella severità tutta marxista, rigida e poco conciliante, e il laissez-faire dei fisiocratici democristiani, diatriba sociale che nelle incertezze e titubanze del rapporto frena costantemente le ambizioni decisionali del partito. Non vi è stata una vera mistura, un vero annichilimento delle due fazioni in un progetto comune, ma solo una prevalenza del vecchio apparato Pci che ogni giorno in maniera subliminale, inconsciamente, frena il futuro. Che venga poi uno come Renzi, con la sua poca ortodossia, considerato addirittura di destra (quando il mondo sta già confondendo da un pezzo le posizioni storiche), c’era da aspettarselo. Il Pd soffre della sindrome di Tafazzi, il personaggio della Gialappa’s che amava percuotersi masochisticamente i testicoli con una bottiglia di plastica, altrimenti non si spiega, tanto per restare tra il Tordino ed il Vezzola, perché ci abbia messo così tanto per partorire un’idea di candidato sindaco (noi siamo ottimisti e diamo già per scontato che per l’uscita del mensile ci sia già il nome, ma siamo pronti a tutto! ndr). Il candidato Albi, nelle elezioni comunali 2009, non fu figlio del Pd leader del centrosinistra, di una sua scelta a priori, ma di una mancata affermazione dell’esprit della sua ala sinistra, o meglio del tornaconto personale di chi incarnava quella strategia. Ora la storia pareva ripetersi e invece di porre sul piatto un candidato forte, che combatta con le unghie un Brucchi inferocito e galvanizzato dalla vicinanza del comandante Gatti, si stava per fare lo stesso errore (o lucida strategia?) di cinque anni prima, cercando di presentare uomini Albizzati. Con la carta Di Pasquale, che in questo caso pare la più ovvia, il Pd potrebbe invece ritrovare se stesso in città, anche se per la verità l’avvocato teramano fino a poco tempo anelava ad uno scranno regionale, e Piazza Orsini era relegata come opzione di secondo piano: non vorremmo che vigesse il ragionamento del pur di starci, così da accettare anche una legislatura da visibilità, perfino all’opposizione ma comunque sempre presente. Non penso sia nelle corde della terribile avvocatessa. Finora le colpe del Pd teramano si possono enumerare senza tema di smentite: congresso comunale rimandato alle calende greche; candidatura a sindaco con una trama intricata, da libro giallo; poco aiuto concesso a Cavallari; alleanze buttate alle ortiche; immobilismo su tutto: meritocrazia a tratti; veti incrociati. E non è tutto. Nel frattempo il Pd fa notizia anche sui social network. All’accorata difesa di Manola Di Pasquale (“voi pensate che demonizzando il Pd sempre e comunque Brucchi non rivinca? Se continuate così voi sarete i suoi migliori alleati; Vediamo di fare squadra per il bene di questa città”), il candidato sindaco dei movimenti civici Gianluca Pomante, cui era rivolta la frecciata, replica in questo modo: “Cara Manola, vi auto-flagellate e portate avanti una politica suicida e la colpa sarebbe mia? Io vi avevo offerto una soluzione più che onorevole, paritetica ed auspicata da molti. Era tanto difficile ricompattare il centrosinistra puntando su trasparenza e merito nella scelta degli assessori e dei collaboratori? Era tanto difficile mettere da parte gli interessi personali di pochi dirigenti di partito e pensare al bene della città? Se predicate male e vi comportate peggio, non prendetevela con me ma spiegatelo ai vostri iscritti e agli elettori. Noi cercheremo con tutte le forze di vincere e, credimi, ce la faremo. Avete perso il treno anche stavolta. Teramo non può più aspettare i vostri giochetti. Ci sono problemi gravissimi in città e servono risposte ed azioni forti ed immediate. Per il bene di tutti, fatevi da parte e chiudiamo un’epoca”. Il Pd perde i treni, il Pd non vuole vincere, il Pd fa i soliti giochetti. Non c’è futuro per uno che commette sempre e sistematicamente gli stessi errori. Postato 6th February da Maurizio Di Biagio
Basta ?
Pd: genesi di una sconfitta - Chi ha svenduto il Comune di Teramo? Il nome della candidata sindaco al Comune di Teramo Manola Di Pasquale è uscito fuori da quella che in genere si dice esser stata una lunga dialettica all’interno del partito. Addirittura la prima volta che si fece il nome dell’avvocato teramano, in vista della sfida con Brucchi che si avvicinava giorno dopo giorno, fu all’interno di un’assemblea comunale del Pd, il 20 dicembre scorso. Allora si discuteva che nome e che faccia dovesse assumere lo sfidante del senologo, dopo la bocciatura di Giovanni Cavallari, reo a detta di alcuni alti papaveri di pensare e dire roba troppo di sinistra, boicottando così la natura democrat con l’uzzolo di centrismo che da decenni avvolge il Pd teramano, vedi la candidatura di Paolo Albi il liberare, ed anche in un certo qual modo di Manola stessa, margheritina doc. L’estate scorsa, il Pd con il tentennamento stesso di Cavallari che non assumeva ancora una decisione stava diventando lo zimbello della città, senza un uomo o una donna pronta a incrociare i guantoni contro la corazzata Tancredi-Chiodi-Gatti-Di Dalmazio-Brucchi. Allora venne fuori il nome di un tecnico, di un certo Raffaele Di Gialluca, uomo di Berardo Rabbuffo. Candidatura che fece seguito ad una riunione dei vari D’Alfonso, Toto, Paolucci. A gennaio inoltrato di quest’anno, il Pd era praticamente ancora in balia della sua atavica irresolutezza dinanzi ai grandi bivi che possono cambiare la sua vita politica. Allora, come sfidante, si pensò con più insistenza alla figura di Manola, una donna da apporre ad un uomo fin troppo pieno di sé, un dualismo antropologico che per i think-thank poteva avere i suoi vantaggi, tanto che si pensava già in funzione ballottaggio: lì, si disse, l’avvocato ha qualche chance in più da giocarsi, contando sulla poca simpatia del senologo che avrebbe potuto coalizzare diversi mal di pancia.Il problema del partito era quella carenza strutturale che l’ha sempre contraddistinto negli ultimi anni, ad esempio nel suo rapportarsi col mondo delle frazioni dove il Pdl ha fato stragi di consensi anche risolvendo praticamente i problemi a quei residenti o assicurando finanziamenti alle associazioni del posto, a sagre e a tutto quel mondo parallelo che crea consenso. Il Pd, in considerazione delle amministrative 2014, puntava sulla grande coalizione che poi non c’è stata, perorando anche le primarie per il candidato sindaco tra le forze che l’avrebbero composta. Sul nome della Di Pasquale c’è stata all’inizio una qualche resistenza da parte del segretario provinciale Gabriele Minosse: la stessa futura candidata guardava con un occhio languido alla Regione ma ha dovuto ripiegare quando ha visto che, in virtù di assestamenti geopolitici, per uno scranno consiliare non c’era più trippa per gatti. La visione perniciosa che ha caratterizzato questo partito, la sua visione fin troppo centrista e vicina alle vecchie logiche Dc, aveva fatto sì che i due capataz de cargadores teramani avessero preferito in Regione gente come Mariani, Monticelli, Mastromauro (di area bene o male ginobliana), e Lanciotti (area verticelliana), più la stessa Manola (renziana). Ma in quei giorni dalla Vibrata s’alzò forte i venti della protesta perché mancavano i riferimenti di quel territorio, che secondo alcuni dovevano essere assicurati da Mariani. Il sindaco di Giulianova ne approfittò per togliere il disturbo e andare a sfidare Retko e proprio in quel frangente venne fuori il nome di Dino Pepe, ostacolato anche lui in un primo tempo dal segretario provinciale cui avrebbe gradito l’influenza di Mariani sulla Vibrata. Minosse ha perso la partita perché l’ex sindaco che nessuno voleva è stato eletto con una considerevole dote di voti, offuscando così il ruolo di stella che doveva appartenere al camplese e al verticelliano Lanciotti. E’ ormai arcinoto, per chi mastica un po’ di politica, come il Comune di Teramo sia diventato terra di conquista per i capataz del Pd, come sia svenduto per qualche preferenza al centrodestra che a questo punto non ha concorrenti temibili da affrontare e può vincere praticamente facile contro sfidanti che non sono nemmeno di sinistra (vedi Paolo Albi). Oppure affrontare il male minore (più Dc o meno Dc) tra Giovanni Cavallari e Manola Di Pasquale in quell’ottica sciagurata che ha confinato il Pd locale al 16% di consensi (mentre a livello nazionale si viaggia al 40% ed in provincia di Teramo al 33%), meno addirittura della lista gattiana di Futuro In, oppure dei Ds prima della fusione fredda con la Margherita. Per farla breve, una Caporetto per il Pd, partito in cui i vari segretari e presidenti cittadini dovrebbero prendere atto e comportarsi di conseguenza, dando le dimissioni, sport evidentemente poco praticato nella nostra nazione, perché in fondo la colpa è sempre di qualcun altro e mai nostra. Si diceva Teramo diventata terreno di conquista. Non parliamo di un vero e proprio inciucio tra le due fazioni, bensì ad un compromesso che pratichi l’hobby del non farsi male, ad azioni di piccolo cabotaggio, piccole speculazioni che si concedono (Polo scolastico, arretramento della stazione, solo per fare due nomi) in cambio di qualcos’altro, con il risultato che il penultimo sindaco d’Italia per appeal non venga battuto per via di una politica sciagurata di non aggressione, cui però si deve aggiungere un sistema clientelare, ormai tutto in mano al centrodestra (Asl, Ruzzo, Team, cooperative) ratificato dal voto di scambio. Se ci fosse stato un partito con le palle mister Brucchi non si sarebbe mai ubriacato quella notte di domenica 8 Giugno, non avrebbe sparato quelle baggianate, non avrebbe dato del buffone a metà cittadina. Un partito con le palle non avrebbe permesso di mantenere in ghiacciaia un nome come Giovanni Cavallari che, per stessa ammissione di Brucchi, metteva tanta paura a tutto il centrodestra. La nomina del pompiere fu fatta nel modo più naturale o ovvia possibile: era lui il capo dell’opposizione al consiglio comunale, quindi deputato a sfidare l’attuale sindaco. Ma qualcuno afferma che avrebbe dovuto tirare fuori gli attributi, giocarsela insomma, e non stare lì troppo a guardare, a tentennare, insomma avrebbe dovuto imporre il suo nome. Ma davanti a tanta voglia di Dc c’è poco da fare. Lui nel Luglio 2013 si riservò di accettare l’incarico di anti-Brucchi, con un occhio anche alle regionali, come tutti d’altronde in quel periodo, e posticipò il suo sì a dopo il periodo congressuale. Ma qui scattò la visione post democratica-cristiana dei capataz che consideravano il pompiere fin troppo di sinistra e al contempo non si voleva disturbare i sonni tranquilli del centrodestra teramano. Alla fine dei conti, visti gli antefatti e lo svolgimento di questa storia minima, che Manola Di Pasquale abbia perso solo per 700 voti appare più come un mezzo successo che altro. Postato 21 hours ago da Maurizio Di Biagio
Scusate se è poco.
Il grande ed inatteso risultato di Dino Pepe avrebbe dovuto portare alle dimissioni del segretario provinciale del PD Minosse che non ha mai creduto alla candidatura di Dino , anzi non ha perso occasione per osteggiarla . Invero Minosse ha dovuto obbedire ad altre logiche circondato da ex funzionari del PCI e da improbabili deputati ex democristiani.BASTA! A pensarci bene il PD ha perso proprio dove contano ancora tali personaggi. Un operazione verità sarebbe utilissima per il PD provinciale e. . .anche le dimissioni di Minosse.
Anonimo vibratiano parli più da sconfitto che vincitore....inatteso sarà per te ma non per chi conosce la serietà di Pepe inoltre permettimi di correggerti qui a Teramo non ha perso il vecchio apparato del PCI ma il nuovo che avanza renziano non ti dimenticare o forse lo fai volutamente di dire che la Di Pasquale e molti dei trombati eccellenti di queste elezioni sono gli stessi che per mesi presidiavano il corso di Teramo sponsorizzando la candidatura del sindaco fiorentino a segretario del PD, la Di Pasquale forse ti era sfuggito è la stessa del comitato Adesso Teramo per Renzi.....tu questo lo chiami vecchio PCI? Inoltre proprio per essere precisi il PD e per dar una lettura ampia alla sconfitta ti cito Perugia.....li ha perso il nuovo o il vecchio? Magari andrebbe raccontato il pessimo dibattito interno al PD del capoluogo umbro che guarda caso è simile a quello di Teramo con l'aggiunta che da noi è quasi nullo come è nullo il contributo che apporta il segretario comunale. Per quanto riguarda Minosse per i lui i prossimi giorni saranno fondamentali sopratutto se riuscirà o meno a far piazza pulita all'interno del PD di Teramo...e se come molti auspicano riuscirà a riportare dentro alcuni transfughi come Cavallari che di sicuro potevano tornare utili insieme al loro bacino di voti.
la gente comune ha sgamato che a salire sul carro renziano nella ns città erano personaggi tutt'altro che renziani nei fatti... opportunisti politici dalla dubbia trasparenza morale e politica , dedita alla solita politica di tornaconto personale... mi stupisce il comportamento di qualche Renziano della prima ora (che reputo effettivamente fautore del nuovo corso del pd) cha ha appoggiato simili candidature di vecchio stampo tramate da vari Ginobile etc...,contro chi come Cavallari aveva dimostrato serietà, onestà ed impegno e poteva rappresentare per Teramo veramente un vento nuovo su cui tutti avrebbero potuto convergere.... ma il pd teramano e' ancora in mano ai vecchi apparati...
Vede Sig. Falconi Lei non ha pubblicato tutta la mia ricerca selezionando alcuni post. Invece la sequenza serviva a chi voleva capire cosa è successo a Teramo. L'accordo la trama il progetto i protagonisti e la vittima. Nasce a Teramo una nuova formazione politica - al suo battesimo: Rabbuffo, Sottanelli, De Laurentiis e le liste civiche Una nuova formazione politica è sorta questa sera all’Hotel Abruzzi. Sarà anti-Brucchi, anti-Chiodi, anti-Pdl e anti-tanto-altro-ancora e avrà l'appogio del Pd. Ha il baricentro posizionato al centro….sinistra. A fare gli onori di casa davanti ad una nutrita platea è Berardo Rabbuffo, una volta chiodiano, ora all’opposizione. L’architetto, nella veste di gran ciambellano, ha coagulato uomini e forze della vita civile e politica “per costruire una grande coalizione, già molto ampia, che parta dal centro e inglobi le forze fresche e dirompenti delle liste civiche e di uomini pronti alla bisogna”. Nell’assise civica di questa sera sul tavolo tra i conferenzieri c’erano le facce dell’Udc Rodolfo De Laurentiis, del montiano Giulio Sottanelli, del sindaco di Campli Gabriele Giovannini, del rabuffiano Andrea Fantauzzi e dell’ex sindaco di Alba Adriatica Valerio Caserta. Tra gli invitati hanno preso la parola Manola Di Pasquale e Paolo Albi. Tra il pubblico si sono notati diversi amministratori della provincia di Teramo, qualche ex, Christian Francia defilato in ultima fila, Giancarlo Tacchetti, e la barba incolta di Gianmarco Giovannelli. La presenza di Francia e Tacchetti non è casuale visto che il progetto dovrebbe inglobare quello appena nato dei movimenti civici di Teramo 3.0 e del Popolo di Teramo. Per il momento resterebbe fuori Città di Virtù che in polemica con la politica del Pd cittadino, “per via delle elezioni protratte a Maggio” fa sapere Valdo Di Bonaventura, adotta una sorta di Aventino. “L’intenzione per il momento è quella di andare da solo, poi vedremo”. Il consigliere comunale avrebbe anche nominato un candidato sindaco che potrebbe essere lui stesso. La democratica Manola Di Pasquale assicura dall’esterno l’appoggio del partito: “Questo evento – parla al microfono ad una stanza piena come un uovo – può essere molto importante per un governo cittadino, è importante seguire con il tavolo di discussione che abbiamo aperto; si può trovare l’intesa”. Poche parole ma che nel pragmatismo dell’avvocato fanno scorgere i prossimi scenari politici in città e fuori le mura. Fuori dall’entrata passeggia amabilmente Aladino De Paulis (Banca di Teramo) che con lo stesso Sottanelli (Banca del Vomano) potrebbe fornire alla nuova formazione l’ossigeno economico. “Basta con il vecchio modo di fare politica – esordisce un battagliero Rabbuffo – basta con le clientele, la persona deve tornare al centro della politica”. La formazione che sta benedicendo “non sta né a destra né a sinistra: queste sono categorie dell’Ottocento che non esistono più. Difatti il titolo del summit è “Teramo cambia rotta”. Rabbuffo ne approfitta anche per scagliarsi contro il Cup unico regionale. “La coalizione sarà molto ampia” sottolinea ancora in conclusione. Chi sarà il candidato sindaco della nuova formazione” rabbuffo svia e se ne va sorridendo: “Lo so ma non lo posso dire”. Postato 12th October 2013 da Maurizio Di Biagio
Mazzitti candidato sindaco? Se po' fa! Walter Mazzitti candidato sindaco per il Pd? Il dubbio che riecheggia in città non viene sciolto dal consulente giuridico dell’attuale governo che però apre uno spiraglio: “Io sono a disposizione, – ha dichiarato ieri mattina alla presentazione del suo comitato a supporto di Renzi – metto in gioco la mia vita e professionalità; se qualcuno mi chiederà di competere per Piazza Orsini, io sceglierò”. La dichiarazione dell’avvocato teramano potrà apparire abbastanza possibilista ma molto dipenderà dagli equilibri di forza che si formeranno all’indomani delle prossime primarie nazionali, senza però disdegnare la road map dell’onorevole Tommaso Ginoble. Difatti il rosetano era in attesa che la coalizione di centrosinistra si esprimesse positivamente sul nome di Giovanni Cavallari, in qualità di candidato sindaco, altrimenti primarie entro la fine dell’anno. Walter Mazzitti giunge da lontano, addirittura da quei 20 fondatori che andarono a casa di Berlusconi per fondare Forza Italia con cui ruppe nel 1995 “per poi divenire un uomo libero”. In precedenza aveva fatto parte a Teramo di una lista civica. Ha incontrato Matteo Renzi in occasione del recupero di Santo Stefano di Sessanio: “Lui è l’unico faro, anche per questa città e regione, la prima diventata una grande periferia senza identità e valore, dove i giovani non hanno futuro, la seconda che non esiste più, tanto che il suo nome non appare nemmeno nelle guide giapponesi”. A Teramo quello di Mazzitti è il secondo comitato pro-rottamatore, dopo quello del sindaco di Castellalto Di Marco. “Siamo includenti – dichiara De Berardinis – anche verso grillini e uomini di centrodestra”. L’avvocato chiude auspicandosi una svolta culturale per la nostra città ma anche per la nazione, a partire dalla scuola: “Non stiamo preparando le future generazioni in questo paese depresso dove purtroppo mancano gli esempi positivi”. Postato 30th November 2013 da Maurizio Di Biagio
Caro Falconi, ho capito che l'informazione è faziosa ed incapace. Ha ragione Grillo. Questa mattina per caso ho ascoltato qualche istante dell'intervista della Candidata Sindaco del PD la sig. Di Pasquale. Candidata a vita a tutto. La prossima volta le toccherà la candidatura alle Europee. provo a ricordare alcune delle competizioni alle quali la sig. ha partecipato: 1) Più volte a consigliere comunale con scarsissimi risultati tranne nel 2009 che riuscì nell'impresa grazie all'aiuto del sig. Di Pietro che ancora era presidente del RUZZO. 2) Candidata alle Regionali Bocciata. 3) Candidata al Senato Bocciata 4) Candidata alle primarie per il Parlamento Bocciata 5) Candidata all'ordine professionale degli Avvocati non eletta 6) Candidata a Sindaco Bocciata Inoltre vorrei ricordare che il dato del ballottaggio non può essere utilizzato a proprio piacimento. Io al Ballottaggio ho votato la Sig. Di Pasquale perché tra Brucchi e Lei ho ritenuto che fosse meno peggio, però le dico che al primo turno ho votato Giannella unico in grado di dire qualcosa dio politico. Motivo per cui la Sig. non la voterei mai e non la voterò più neanche se fosse l'unica candidata. Il dato politico è che il PD ha preso solo il 16 % e questo è il dato sconfortante. La Sig. rappresenta solo il 16 % ovvero quelli che in un'apia scelta la hanno votata . IO NON L'HO VOTATA e dal quel 48,48 io mi voglio dissociare.
Melarangelo si dimette ? Ma che stai fuori? Forse sarà il congresso che non si è celebrato a scalzarlo via ma neanche ci credo. La sig. Di Pasquale adesso lo difenderà. Se Melarangelo si dimette come farà ? L'ex Funzionario di Partito, portaborse, presidente Braga, incarichi a Roma, incarichi all'Università, etc etc
Nella storia della mia appartenenza politica non ho mai visto un Segretario Politico Provinciale così schierato con uno dei candidati alle regionali (Mariani) da far inorridire. Per salvaguardare il suo mandante ha tentato di commissariare circoli, di cacciare iscritti, di allontanare militanti, di non far candidare persone che potevano ombrare il suo pupillo, ha obbligato una seconda candidatura nella Val Vibrata solo per ridimensionare e rendere più difficoltosa la candidatura di PEPE . Invece Mariani ha fatto secondo e PEPE PRIMO . Questo è il primo motivo per dimettersi. Poi non parliamo che il povero Mariani si è fidato di vari falsi che sia a Roseto a Montorio e in tanti altri posti avevano garantito altri numeri che ovviamente non sono arrivati. PERCHE' ? Perché il suo padrino Rosetano ha portato Monticelli con il quale aveva contratto un accordo durante le politiche. Quindi adesso mariani sa che Roseto non è stata corretta nei suoi confronti , monticelli sa che i voti che gli sono stati consegnati erano stati promessi ad altri e che comunque sono veramente pochi. Questo è un altro motivo di DIMISSIONI del Segretario. L'ultimo motivo di DIMISSIONI è anche il fallimento di Verticelli che non ha eletto neanche un sindaco, Consigliere Regionale ed è stato proprio cancellato. ma l'accordo congressuale che fine ha fatto ? GINOBLE VERTICELLI vs DI MARCO DIMETTETEVI TUTTI FATECI UN PIACERE
@Topo d'archivio, Giacomino Di Pietro cercava la scusa per fare il salto della quaglia, e domenica notte era con Brucchi a festeggiare la "sua" vittoria. Eppure al posto di Cavallari c'era Manola Di Pasquale. Troppo a sinistra anche lei? Sul ritiro di Cavallari si è detto di tutto, ma secondo me manca un tassello importante. Disse, se ricordo bene, che avrebbe accettato la candidatura se fosse riuscito a formare una coalizione di centrosinistra. Quale fu la reazione di quelle forze teramane che si definiscono di sinistra, quando uscì il suo nome scelto dal Pd? All'esterno un silenzio di tomba. E all'interno di quei partiti? Scava, scava ancora, e troverai un motivo forse importante che spinse Cavallari alla rinuncia. Non vorrei essere proprio io a difendere le scelte preelettorali del Pd, ma per onestà intellettuale mi chiedo e chiedo: cosa si sarebbe detto se fosse nata una squadra composta da Mazzitti, da Rabbuffo, da Di Gialluca e dai centristi del Pd? Immagino le stesse cose dette 5 anni fa a seguito della candidatura a Sindaco di Paolo Albi. Personalmente ritengo il Pd una nuova Democrazia Cristiana al passo con i tempi, mentre oggi non ho trattenuto qualche lacrima nel rivedere lo sguardo indescrivibile di Enrico Berlinguer, quando ad una settimana dalla sua prematura morte veniva subissato da una marea di fischi al congresso del PSI di Craxi e dei suoi 40 ladroni. Ciò premesso, leggendo certe analisi post voto teramano, mi torna alla mente la favoletta del padre e del figlio che con l'asino si recavano al mercato... la conosce?
Alle primarie, dopo l'ennesima bocciatura, provò a far ricadere la colpa sulla struttura di partito. Adesso che il gruppo vincente e favoloso ( l'ex giovane comunista compreso, ex bersaniano ecc.ecc) lo ha predispopsto solo Lei (tutti renziani tranne Mazzitti trombato) con chi se la prenderà? Minosse ri rende conto che questa candidata è riuscita a far peggio di Albi del 2009? Topitti batti un colpo; ma non l'avevi PROPOSTA TU PER PRIMO o già sapevi che si sarebbe autocandidata come alle parlamentarie e già pregustavi la batosta? Pur rendendomi conto che Cavallari si è tenuto fuori dalla competizione elettorale mi piacerebbe immaginare cosa sarebbe accaduto se fosse sceso in campo rivelando i veri motivi del suo linciaggio politico dopo che il suo nome era stato espresso dall'unione comunale. Cavallari a quanto una tua conferenza stampa? Falconi convincilo tu che conosci bene la storia.
LOLLI CHI E PERCHE'? Lolli chi? Si chiedono in tanti stupiti e incuriositi, soprattutto elettori del centrosinistra, notando che il dirigente di lungo corso, più volte parlamentare, nonché sottosegretario, compaia quotidianamente sulla stampa fra i nomi più accreditati, al pari dei primi eletti nelle liste del Partito Democratico, alla carica di assessore regionale, se non addirittura al ruolo di vicepresidente della Giunta . Lolli perché? Aggiungiamo noi, più che stupiti! Se consideriamo che alla competizione elettorale nei quattro collegi regionali si sono cimentati oltre un centinaio di candidati, tra liste civiche e del PD, a sostegno della candidatura di D’Alfonso, contribuendo tutti, eletti e non, all’ottimo risultato ottenuto che ha permesso al vincitore di distanziare il presidente uscente Chiodi di circa venti punti. Non riusciamo proprio a capire cosa intendesse dire l’On. Lolli, e a che titolo, di fronte all’ipotesi, più che concreta, di non avere nessun eletto di genere femminile quando più volte nei giorni scorsi ha rilasciato pubbliche dichiarazioni del tipo che “mai avrebbe fatto parte di una giunta regionale senza una donna”. Affermazione quanto mai pleonastica, in quanto non sarebbe una sua gentile concessione al genere femminile ma un obbligo di legge, al quale il Presidente non si potrebbe sottrarre. Infatti lo statuto regionale prevede che la Giunta debba essere composta da almeno un membro di genere femminile stabilendo inoltre molto chiaramente un limite di un solo membro esterno al Consiglio eletto, qualora il Presidente decidesse in tal senso nella scelta degli assessori. Nel caso in cui invece, come pare che sia, l’eletta di genere femminile ci sarà, allora si che il problema si pone, ma sotto l’aspetto politico. Premesso che lo statuto pone solo un limite minimo di un membro di Giunta di genere femminile e non un limite massimo, perchè mai il Presidente D’Alfonso si dovrebbe fermare a una sola nomina di genere femminile se ci dovessero essere le condizioni tecno-giuridiche per nominarne di più? Solo per gratificare l’onorevole Lolli? A nulla è valsa l’esperienza del Governo Renzi nel quale le cariche sono state ripartite in otto ministri uomini e otto ministri donna, quasi tutti alla prima esperienza? E’ di queste ore, tra l’altro, l’annuncio del nuovo sindaco di Pescara Alessandrini che nominerà non meno di 4 assessori donne e del Presidente Chiamparino del Piemonte che ha annunciato che la sua Giunta di 8 membri sarà composta da quattro uomini e quattro donne. Fra i candidati non eletti al Consiglio Regionale ci sono tante nuove personalità, sociali e politiche, che possono dare un grande contributo alla crescita della nostra regione nel segno del rinnovamento e del buon governo. Quindi, facciamo appello al Presidente D’Alfonso affinchè nomini due assessori di genere femminile, visto che molto probabilmente l’eletta donna ci sarà, naturalmente scegliendo la seconda tra le non elette, valutando al meglio professionalità e competenze. L’Abruzzo deve marciare sul sentiero del rinnovamento, senza ombre ed ambiguità, in linea con quanto sta faticosamente portando avanti il Presidente Renzi, a livello nazionale. Siamo certi che il Presidente D’Alfonso non ci deluderà, smentendo presunti accordi pre-elettorali tra maggiorenti del partito democratico abruzzese. I PerDavvero Enzo Scalone Piero Chiarini Fernando Di Girolamo Mimì Di Giandomenico Eligio Filipponi Domenico Bucciarelli Lino Befacchia Pasquale Limoncelli E tanti altri elettori del centro sinistra
Topitti e i suoi amici perdavvero stanno tirando la volata a qualche presidentessa teramana? Ma per davvero pensano che di qua siamo ciechi e sordi? Mi manca tra le firme in calce quella di Melarangelo per caso è tornato a fare il comunista?
@Adespoto, se la critica non è obiettiva non è nemmeno credibile. Avrei preferito le primarie per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra, ma non mi risulta che oltre alla Di Pasquale, gli altri partiti, movimenti o civiche, avessero proposto nomi diversi per misurarsi con lei nel tentativo di relegarla in panchina. Si continua a ripetere che con Albi andò meglio. Tralasciando che 5 anni fa Brucchi vinse nettamente al primo turno, è giusto ricordare che Paolo Albi (che votai) fu appoggiato dal Pd (20.8%); dall'Unione Democratici (4.4%); dall'Idv (4%); da Città di Virtù (7.7%); da Sel (1.5%). I voti delle liste furono, seppur di poco, superiori a quelli ottenuti da Albi. Il 25 maggio scorso Manola Di Pasquale era sostenuta da 2 sole liste e lei ha ottenuto quasi il 9% in più di loro. Il Pd di Teramo, e non solo, non rappresenta per me il cambiamento che auspico, tutt'altro, ma sono anche convinto che le cause della mancata vittoria su Brucchi andrebbero ricercate anche, e forse soprattutto, altrove. Ad esempio nella mancata unità del centrosinistra al primo turno, e non penso che le responsabilità siano da imputare solo a una parte. Nonostante tutto, si è arrivati ad un passo dalla vittoria. Perchè solo in pochi tirano in ballo i finti rivoluzionari replicanti di Grillo? Oppure i dirigenti di Rifondazione che da tempo sui problemi di Teramo hanno perso la favella? Da semplice cittadino, lo ripeto, non simpatizzo per il Pd, ma se dovessi manifestare il mio disappunto per come è andata, più che mettere in croce Manola, che a mio parere ha fatto onestamente la sua parte, con tutta la voce che mi rimane urlerei, come sa fare l'ex comico, a quei finti rivoluzionari: perchè, se non volete darvi all'ippica, non andate a fare in culo?
Povero PD..... Nel partito cominciano pure le epurazioni. Dopo il caso Mineo cosa faranno di antidemocratico? Per fortuna c'è chi si è ribellato autosospendendosi. E parlavano di partito padronale... vergognatevi; ma tanto lo sappiamo che la vergogna non vi appartiene. Caro Topitti hai tirato la volata all'anatra zoppa , anzi "scellata" adesso a chi la tiri all'ex amica di Cavallari? Ma quanto siete coerenti.
Topì... Sei sicuro che negli ultimi anni Lolli non abbia cambiato sesso?
@peppone carissimo giocare con le percentuali è pericoloso perchè poi si fanno i tuoi errori al massimo si ragiona sui voti e quindi te ne dico alcuni io cosi poi tu che nn sei del pd ma difendi le anatre zoppe mi dici il reale valore dell ennesima sconfitta che tra qualche giorno i lungimiranti galoppini del Pd tramuteranno in quasi vittoria solo x salvare le loro poltrone : anno 2009 albi 13227 voti pd 7240 Anno 2014 di pasquale 8475 voti pd 5449 al ballottaggio con il poco valore che ha questa contesa in termini POLITICI 12812 tralasciando dis la pessima scelta di Albi persona esterna al pd con la scelta della di pasquale che essendo persona interna avrebbe dovuto far fare al partito il salto di qualità ..... Sia voglio tralasciare che il 2009 vedeva un vento svavorevole al pd mentre il 2014 sino ad adesso sembra essere un anno d'or....o europee e regione.. Il vento è favorevole tranne a Teramo....
Quando ancora dovremo aspettare per cacciare dal PD i vecchi funzionari del PCI e i democristiani che hanno asservito il partito ai vari deputati o presidenti di banche o figli di assessori o di sindaci democristiani e che,quindi,hanno contribuito a distruggere ed a annichilire le migliori risorse politiche, imprenditoriali , culturali della nostra provincia negli ultimi decenni ? Oppure già qualcuno sta pensando come e con chi riciclarsi nel partito dopo la dura sconfitta interna ?
Grande...anonimo vibratiano ....i vecchi comunisti nel PD? Magari . Sono diventati tutti pessimi democristiani e addirittura leoniani non appena si sono accorti che la camuffata DC ha conquistato il PD. Osservali uno ad uno con attenzione e vedrai che mi darai ragione. Una cosa però voglio dirti : ai vecchi democriani, quelli per di una volta, possono solo andare a pulire il c....lo.