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Teramo: Il cimitero dei giardinetti

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Benvenuti a Teramo. Città delle auto e dei parcheggi. Ufficiali e ufficiosi. Città senza Villa Comunale, il fu orto botanico per ipogea memoria, senza "I tigli" per il lotto zero e nuova rotonda, ma con auto e moto parcheggiate fino al ridosso delle panchine. Immagine sgradevole, che meriterebbe un'interrogazione comunale. Che meriterebbe un'interrogazione di civiltà. I Tigli erano luoghi sacri per generazione e generazioni di teramani. La corsa verso la fontana dei caduti è stata interrotta da una volgare rotonda anti storica con delle assurde strisce pedonali. Il piccolo parco giochi, distrutto dal tempo e dall'incuria, è stato battezzato il "parco dei tossici" e l'ultimo tratto a ridosso della caserma della Guardia di Finanza, dove si giocava al pallone, dove s'imparava l'arte del dribbling per evitare alberi e sassi, dove si "pomiciava", dove si mangiavano delle meravigliose stozze, dove si "cuppava", dove si chiacchierava, dove i nostri nonni ci portavano per l'aria buona, è diventato un parcheggio per auto e un cumula rifiuti. Un svuota tasche e posacenere. Grazie a nome di bambini e anziani. Grazie a nome di tutti.

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Commenti

Queshto articolo mi ha commosso...non gredevo che ero riuscito a fare cosi' tandi danni e cosi' tando profondi alla città...e ci siamo pure imbegnati poco...certo se ci avressimo imbegnati di piu' non gi shtava manco piu' la panchina nella foto...che gliene imborterà tando ai noshtri figli dove andavano a pomiciare i genitori...dove giocavano a pallone, dove passeggiavano con i nonni, dove vivevano...tra un bo' rifaggiamo pure TERAMO NUOVA con tutti i teramani...
i teramani, che tordi! ahahahah!
che tando io non sono di teramo...da dove vengo io allora di punda al massimo passano due macchine al minuto, il traffico non ge', quindi mi penzavo che era facile ...a pomiciare non gi andavo, che le ragazze non gerano e se gerano non gli piacevo, a i tigli ci sono andato a diciotto anni a prendere il pullmann per andare a fare la visita medica al militare, a il minigolf non gi giocavo, appallone ci giocavo sotto casa, per correre ciavevo la campagna, almassimo la domenica a messa a San Nicolo'...shtavo probrio bene, ma chi me l' affatto fare di venire in gittà...mo mi sa che tra qualche anno me ne artorno...che cio' pure l'ascusa...

Questo commento articolo ci è stato inviato da Mauro Di Girolamo.
Che ringraziamo.

Il mattutino a cura di Gianfranco Ravasi


 


L'AUTOMOBILE


Gli uomini mettono nella loro automobile non meno amor proprio che benzina. L'automobile è divenuta ormai come un articolo di vestiario senza il quale ci sentiamo nudi, incerti e incompleti. Ho messo insieme oggi due affermazioni di autori diversi che ho incrociato nella lettura di un unico saggio. Entrambe le dichiarazioni, pur avendo origini differenti, convergono verso un unico simbolo, tipico della nostra civiltà, l'adorata automobile. Sia lo scrittore e giornalista francese Pierre Daninos, sia il famoso studioso canadese dei mass media Marshall McLuhan, delineano l'aspetto mitico di questo oggetto che spopola nella pubblicità e che è diventato l'emblema del nostro tempo, oltre che una componente decisiva dell'economia e, ahimè, anche della degenerazione ambientale. Come suggerisce Daninos, all'automobile molti riservano un amore che spesso non dedicano ai loro simili. Basta solo assistere al rituale della manutenzione della loro macchina, all'isteria che li colpisce se essa è sfregiata, alla mutazione umana che si registra quando costoro sono al volante e si abbandonano a furori omerici contro gli altri che attentano al loro incedere. Ormai l'auto fa talmente parte della vita di una persona che ha ragione McLuhan a dire che essa è un vestito, senza il quale non si entra nel mondo e non ci si sente sicuri. Tutto questo ci fa capire un elemento di ordine generale, quello della dipendenza dalle cose che, se da un lato, è giusta e reale, dall'altro però può trasformarsi in subordinazione e in servitù fino al punto da confondere la scala dei valori e la stessa dignità. Una conseguenza, dunque, più seria di quanto a prima vista possa sembrare.

 

il parchETTO Io ho una proposta da fare, basta con la tua squallida demagogia, diciamolo pure, un pò comunista. il nostro Sindaco è uomo del fare, la sua giunta non è da meno. Riusciranno nel corso del mandato a portare a termine tutto ciò che non si è fatto prima. Per cui vai con le rotonde, i parcheggi, gli ipogei (?) e tutto il cemento che si può. In linea con tutte le città del nord Europa. Ma c'è una cosa che non capisco. Il nostro Sindaco è uomo del fare ma anche Sindaco-ciclista, egli ha predisposto postazioni di velocipedi in svariati punti di Teramo-Texas. Ma dove minchia si potrà andare in bici ? Ecco la proposta e la soluzione, perchè io, come il Sindaco, sono uomo del fare. In mancanza di spazi verdi ogni cittadino teramano potra acquistare un parch'ETTO, nel senso di un etto di parco, vista la scarsità di materia prima sarà costoso come il caviale. I proventi realizzati potranno essere direttamente destinati alla costruzione di nuove rotonde, non importa dove, purchè siano vagamente circolari. E di rotonda in rotonda Teramo avrà finalmente modo di essere conosciuta. TERAMO LA CITTA' DELLE ROTONDE (specificando con cura che non si tratta delle concittadine in sovrappeso).