Non abbiamo più scritto di Tercas.
La nostra è stata una scelta editoriale ben precisa cioè quella di attendere l'inizio del Processo romano.
Una sorta di rispetto istruttorio.
Nisii e Di Matteo, rimangono, per la storia di Teramo e della Tercas, due obbligazioni correali.
Sta a voi recuperare il concetto nella dottrina tedesca o nel diritto romano.
Troppo difficile?
Ci dispiace ma anche no.
Vi raccontiamo una storia targata Cartagine.
Settembre, anzi, Ottobre, 2011.
L'ultima Cena di Antonio Di Matteo.
Il Direttore di Banca Tercas.
Cena con i suoi dirigenti a Roseto.
Pesce.
C'erano tutti o quasi tutti.
Pensilli, Rofi, D'Emidio, Trivelli, Cingoli, Falini, Corneli, Lucidi, Russo e Federica Morricone...andiamo a memoria.
Forse qualcuno manca.
Ci siamo dimenticati.
Pronti ad aggiungere.
Non vi offendete.
In fondo è solo una cena...l'ultima.
Tutti Dirigenti e un membro femminile del cda.
Tutti insieme per un regalo al loro Direttore.
Centocinquanta euro a testa.
Un paio di gemelli d'oro.
Di Matteo dal buon Manetta.
Pesce e Champagne.
Di Matteo chiamava il Presidente Nisii " Il vecchio" e aveva dichiarato ai suoi ospiti di essere un maestro nella vecchia scuola della sabrage,.
L’arte di aprire una bottiglia di Champagne con una spada.
Lo facevano gli ufficiali di Napoleone.
L'esito fu disastroso.
La bottiglia regalò poche bollicine....ma l'imbarazzo fece sorridere.
Il particolare finale fu degno del colpo del maestro anzi della strisciata maestra.
Indovinate chi ha pagato la cena?
Gli azionisti Tercas....etc etc etc mancia compresa...come in ogni sintesi cinematografica.
Il buon Di Matteo mise tutto sul conto della sua carta di credito Tercas.
La carta aziendale.
C'est la vie...ma non quella nostra.
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La seconda puntata era sull'auto blu...il "vecchio" fu troppo severo...aveva fatto trenta...poteva fargli fare 31