Ogni parola che scriverò su questa storia è testimoniata da un documento, una sentenza, una denuncia, una forte delusione umana.
Da una parte l'ultima Amministrazione del comune di Montorio, il sindaco Alessandro Di Giambattista e la sua Giunta, dall'altra sponda un racconto che dura dal 1992.
Mamma e figlio.
Lina e Osvaldo.
Una casa costruita mattone su mattone con i sacrifici di tante mani, di tanti sensi, di tante vite.
L'Italia è fondata su queste realtà.
Sulla forza del sacrificio e della speranza verso il futuro.
Si chiama famiglia.
Era il 1992. Quando un forte temporale fece crollare un muretto comunale e apri il fronte dell'acqua verso la casa di Lina e Osvaldo.
Dopo lettere e lettere, fiumi di parole, il comune di Montorio decise di ripristinare il muretto, commettendo durante i lavori un grave errore.
Fu chiusa un'intercapedine di circa un metro di larghezza, che serviva da cunicola di areazione e da smaltimento delle acque meteoriche.
Risultato?
Ogni pioggia un incubo.
Il comune di Montorio non rispondeva alle continue sollecitazioni della famiglia Guizzetti fino al 2011.
Il Giorno della Civetta.
Il Giorno della sentenza.
Era il 10 Maggio del 2011, quando il Tribunale di Teramo,sezione civile, condannava il comune di Montorio al risarcimento dei danni o al ripristino dell'opera.
Diverse decine di migliaia di euro.
Indovinate?
A oggi l'Amministrazione Di Giambattista non ha ottemperato alla sentenza del Tribunale.
Ieri sono stati denunciati ai carabinieri di Montorio e domani si avvierà una seconda causa.
Le carte sono alla Corte dei Conti per il conteggio del presunto danno erariale.
Responsabilità.
I documenti e l'esposto interesseranno anche la Guardia di Finanza.
Tanto saranno i cittadini di Montorio a pagare la differenza tra una politica e la Politica.
Lo sapete perchè il cuore mi si ferma?
Lo sapete perchè il battito da anima gitana diventa lento e triste?
Vorrei chiedere al Sindaco Di Giambattista se ricorda la mamma di Osvaldo.
Quella signora minuta, negli ultmi mesi emaciata, che veniva con la forza e la timidezza di un'ancestrale educazione, a chiedere udienza.
Non faceva domande. Stringeva forte la sentenza del tribunale. Erano passati due anni e pensava di essere tutelata dalla legge.
Voleva poter morire sapendo che il figlio, la nuora e i due nipotini avessero la sicurezza di un tetto.
Cara Giunta Di Giambattista, non vi preoccupate, non verrà più a disturbare.
La signora è morta per un male incurabile in estate.
Caro Primo Cittadino con delega ai lavori pubblici, le potrei raccontare mille storie sul cancro, sul dolore, sulla malattia, sulla chemioterapia, sul rispetto verso la sofferenza, potrei anche dirle che ora Osvaldo e la sua famiglia, visto l'acqua nella loro casa, si trovano ospiti a casa di un parente.
Uno zio di altri tempi.
Il Comune colpevole di questa situazione non è in grado neanche di trovare un altro alloggio.
Non le racconterò nulla...la lascio alla sua coscienza, alla sua burocrazia, al suo modo di essere sindaco con le parole di Giada, figlia di Osvaldo " Papà che brutto Natale quest'anno, prima la nonna ed ora senza casa".
Vi garantisco che questa storia farà il giro d'Italia.
Siamo pronti per ogni manifestazione di dissenso e di protesta.
Non mi aspetto nulla dalla Comunità di Montorio, non mi aspetto le dimissioni del Sindaco e della sua Giunta, la questione morale è un argomento troppo lontano.
Io riconosco solo la forza di mamma Lina.
Mamma Lina credeva nella Giustizia...anche noi.
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Commenti
Io avrei voluto che il commento fosse stato firmato. La foto é stata autorizzata e condivisa con il figlio per volere di una donna che avrebbe fatto tutto e di tutto per avere rispetto dei propri diritti.
Carlo che nin vota più...mi scrivi il tuo tel a falconigiancarlo@gmail.com