Sono cresciuto tra democristiani e comunisti. Tra una notizia letta e riletta attraverso due lenti sociali. Due strumenti a fiato. Due tromboni. Solo banali luoghi comuni che diventano deviazioni. Un uomo è duro. Un uomo non piange. Un uomo non sorride. Un uomo ha la schiena dritta. Un uomo ama non ama. Un uomo è la messa della vita. Un uomo è comunista. Un uomo è fascista. Un uomo non è omosessuale. Fasi anali e lunari. Un uomo è ideologia. La destra sociale. La sinistra sociale. Metodi di coercizione. Il sociale è altro. Il sociale non è un luogo comune. Il sociale è una ferita aperta che non rimargina mai. Il sociale è un pensiero fisso che diventa ombra e sangue. Il sociale non ti fa apparire ma comparire nel teatro della vita come una semplice comparsa. Non è spettacolo ma un oracolo di umanità. Teramo ha il suo assessorato al Sociale. Teramo ha Giorgio D'Ignazio. Quel completo scuro, con gli occhiali scuri, i capelli scuri, che sorride e saluta...sempre. Quel pennellone che giocava a pallavolo, che tifa per il Milan, che ha conosciuto altre malattie, altre sofferenze, un'altra vita. Giorghio D'Ignazio si è innamorato. Lei è una bambina di dieci giorni, figlia di una coppia sfortunata, nata sconfitta ma non perdente. D'Ignazio ha chiesto ufficialmente l'affido temporaneo della bambina. Diventando esempio e altre parole... conoscendo il Dio dei credenti e degli atei...una piccola luce, in una città sommersa dalle differenze. Finalmente la Politica tra la gente. Il Migliore.
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