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Il Teatro Romano di Atri...è una pattumiera....

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Una piccola ricerca da emozione.
Digiti Atri su google e si legge l'infinito " ll centro storico di Atri è ricco di monumenti, palazzi signorili, musei, caratteristici vicoli e piazze. Ogni palazzo, anche il più piccolo, ha una sua storia. La ricchezza e l'importanza dei monumenti, il centro storico ben conservato, ordinato e ricco di piante e fiori (molte volte premiato da Italia Nostra, che ha una sua sede in città) hanno fatto sì che Atri venisse proclamata a tutti gli effetti città d'arte.

Il suo affascinante centro storico è un dedalo di viuzze che hanno conservato l'antico aspetto medievale, in alcuni punti ricalcato sul modello della città romana. Il Corso Elio Adriano, per esempio, collega i due più importanti punti della città, Piazza del Duomo e Piazza Duchi Acquaviva (detta Piazza del Comune, già Piazza Guglielmo Marconi), che nell'epoca romana erano precisamente le Terme ed il Foro. Caratteristico soprattutto il rione di Capo d'Atri, quello di Santa Maria e quello di San Giovanni (nei pressi di Porta San Domenico), con delle minuscole vie che a volte permettono il passaggio di una sola persona per volta.

L'architettura esterna dei monumenti è rimasta in prevalenza medievale, mentre l'interno nel barocco ha subìto molti ritocchi, come è successo alle chiese di San Domenico e Santa Chiara. Molti anche i musei (ben 6), con l'aggiunta del Museo Scenografico che dovrebbe essere aperto in futuro, che ne fanno la città con il maggior numero di musei in Abruzzo. La ricchezza del patrimonio storico-artistico ed in genere culturale testimonia la grande importanza e la grande storia che Atri ha avuto nel passato.

Una piccola e ducale camminata da paura.
Arrivi al Teatro Romano di Atri e la realtà uccide il virtuale.
La storia offesa, dileggiata, maltrattata, violentata,...dagli uomini, dalla sporcizia, dal pattume, dai rifiuti, dalle carte, dalle siringhe, dalle lamette, dalle bustine ricolme di feci di animali e tante altre manifestazioni indegne della cultura Atriana. 
L'Amministrazione che cosa fa per programmare e proteggere un turismo accogliente, inclusivo, elevato?
Nulla.
Quell'erba alta è simile alla polvere nascosta sotto il tappeto.
L'ignoranza uccide la storia con il suo presente...di assenza.

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Commenti

A parte il fatto che non è romano, PINO ZANNI ULISSE docet, ricopriamolo! ! ! non di immondizia possibilmente, almeno si preserverà per altri millenni! ! ! Non non siamo in grado di valorizzarlo, la nostra rozzezza non è adeguata a quella degli Atriani che ci hanno preceduto. Speriamo in quelli dei prossimi secoli! ! ! ! ! !
La provincia di Teramo e i suoi comuni hanno ricevuto un'eredità straordinaria in termini paesaggistici e culturali. I Sindaci nell'affrontare le questioni ad essa attinenti, spesso ondeggiano tra la famosa frase del ministro della Repubblica, "con la cultura non si mangia" e biechi calcoli personalistici ed elettorali. Sia il paesaggio che i beni del patrimonio culturale hanno bisogno , invece, di uno sguardo lungimirante e di una solida preparazione culturale. La maggior parte dei sindaci, purtroppo, difettano di entrambe. Gli esempi dal lato regionale per modificare radicalmente teoria e prassi? Il progetto denominato "Talenti per l'archeologia" dell'ex assessore regionale alla formazione Gatti, che date le premesse, ha tutte le caratteristiche per diventare un caso scuola per l'Italia di come non si dovrebbe mai affrontare l'investimento pubblico nel relativo settore.