Questa è una storia di guance rosse, di sudore, di tensione, di amicizia, di adolescenza, di sport, di spogliatoio. Questa è la storia di un paese che vola alto, al di sopra delle sue montagne, circondato da un'aria diversa, l'aura migliore. Piero ha una malattia oncologica. Ha 15 anni. In cura all'Ospedale di Pescara. I capelli vanno e vengono come il vento. Guarirà perchè è un piccolo campione del calcio. Guarirà perchè ha un altro spirito. Guarirà perchè ha i suoi genitori. Guarirà perchè ha voglia di guarire. Guarirà perchè ha un cuore in più degli altri. Fatto a spicchi...Il suo è un volto che indossa una mascherina bianca ma non ha maschere. Alla fine del primo ciclo di cure è tornato a calciare un pallone. Il corpo teso, la meccanica della vita. Il rumore che diventa arte, suono. La rete che si gonfiava, come un bambino che torna nel grembo materno. Felicità. Sospiri. Poi il male. Di nuovo. Come un nemico che non ci sta a perdere. Ma ora sarà sconfitto, questa volta per sempre. Piero gioca insieme ai suoi amici. Piero ha una squadra. Una casa fatta di pan di zucchero. Rocca Santa Maria. Carta e penna. Parole semplici " ...fieri di averti come compagno di squadra e in attesa di accoglierti in campo. La tua dedizione e la tua forza sono d'esempio per tutti noi. Con stima e tanto affetto...un grosso in bocca al lupo". Parole veloci, tanti nomi, ognuno con un sentimento sincero, che sa di cura ed attenzione. Un pallone rotolerà sulla Terra battuta. Un pallone sarà calciato verso il sole. Il vuoto che si riempie. Calore umano.
- Rocca Santa Maria
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- oncologia
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