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Teramo? "Provinciale"

di Giancarlo Falconi
1 minuto

Non ho resistito alla tentazione. Colpa mia. Ieri mattina mi sono avvicinato al maestro d'arte Silvio Mastrodascio, intento a controllare i lavori sull'Annunciazione di Crocetti, per avere in prestito una dichiarazione. L'avrei restituita con gli interessi e con i complimenti, per un'attenta e sintetica analisi. Critica sociale della nostra Cultura cittadina. Indovinate? In parole povere ho raccontato in una mattinata di freddo Canadese, anzi il maestro mi ha confidato, che in Canada il freddo secco si sente di meno, che mi mancava la sua opera d'arte a piazza Garibaldi. Veramente mi manca anche la fontana di piazza Garibaldi, mi manca piazza Garibaldi, la villa Comunale, ma ai teramani sembra andare bene tutto. Proprio tutto. La sua opera in movimento. Una sfera, l'universo che mutava con le ore e i riflessi della luce, ora sarà relegata nello svincolo del lotto zero, in un'anonima rotonda. Una palla che rotola sempre più giù, più giù. Una vera opera d'arte in movimento. La battuta di Mastrodascio mi ha ferito, ma ha sintetizzato lo stato culturale della nostra città. "Provinciali". Che dire? Ha ragione il Maestro. Permettiamo tutto senza criticare, senza combattere, senza protestare.  Che cosa siamo diventati? Che cosa ci stanno facendo? Facciamo spallucce e stiamo perdendo il gusto e il senso dell'estetica. Teramo sta cambiando. Questa è la recita sbiadita di un manifesto, che annunciava l'inizio e la fine dei lavori dell'Ipogeo, per esempio. Cambieranno i cartelli e le date. In silenzio. Sono tre anni, dovevano essere pochi mesi.Punto.

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E la sala espositiva presso l'ex Provveditorato agli Studi, che fine ha fatto? Cult: una presa per ilo Culo! grazie a Mauretto nostro.